LA GIOIA A COLORI. VENETO BANCA ATTO II - PARTE PRIMA
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Lotto 56 Nando Coletti (1907 - 1979)
I vecchi alberi
Olio su tavola
52 x 61,5 cm (luce)
Firma: al recto “NANDO Coletti”
Elementi distintivi: titoli (“I vecchi alberi”, “Villa Canossa / Dosson”,) tecnica (“olio”), dimensioni (62x53 cm), e numeri (“69”, “59” e “14”)
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Il quadro rappresenta Villa de Reali, denominata dal 1937 Villa Canossa a seguito del matrimonio, avvenuto nel 1893, di Teresa de Reali con il marchese Giuseppe di Canossa. -
Lotto 57 Giuliano Crivelli (1935)
III Nuvole in controluce Gennaio, 1994
Olio su tela
55 x 55 cm
Firma: “G. Crivelli” al recto; “Crivelli” al verso
Data: “1994” incluso nel timbro dell’atelier dell’artista, al verso
Altre iscrizioni: al verso della tela, titolo “III Nuvole in controluce Gennaio”
Elementi distintivi: sul telaio stampigliature del produttore e delle dimensioni e timbro dell’atelier dell’artista
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lotto 58 Nino Melloni (1930 circa)
Veduta urbana
Olio su tela
70 x 90 cm
Firma: “Nino Melloni” al recto
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90% (leggere macchie sul verso)
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lotto 59 Pietro Malnati (1946 circa)
Mattino nella valle
Olio su tela
69,5 x 80 cm
Firma: “Malnati” al recto
Elementi distintivi: timbro non leggibile sul retro della tela
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 80% (lacerazione ricomposta sul retro con tessuto)
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lotto 60 Anna Laurenzi (1900 circa)
Paesaggio marino, 1993
acrilico su cartone
70,3 x 100,3 cm
Firma: al recto, “Anna Laurenti”
Data: al recto, “93”
Elementi distintivi: sul verso, etichetta con nome dell’artista e dati relativi all’opera; timbro "Rassegna nazionale d’arti figurative Fabriano 1994"
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Esposizioni: “Rassegna nazionale di arti figurative”, Fabriano 1994
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lotto 61 Stefano Bruzzi (1835 - 1911)
Asino
Olio su tavola
29,7 x 18,5 cm
Altre iscrizioni: al verso, residuo di iscrizione "tra malor"
Elementi distintivi: al verso della tavola "5" a penna in cerchio, "119" a matita e "19" a pennarello sul telaio
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Nativo del piacentino, nel 1854 si trasferisce a Roma, dove conosce Stefano Ussi e Nino Costa, con cui visita e riproduce in diverse opere la campagna romana e il Lago di Nemi. Si trasferisce poi a Bologna e in seguito a Milano. Dal 1874 è a Firenze dove frequenta i maggiori esponenti della corrente artistica macchiaiola: Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Filippo Palizzi, Serafino De Tivoli, Gerolamo Induno, Vincenzo Cabianca, Vito D'Ancona e Domenico Morelli. Nel 1886 torna definitivamente a Piacenza, dove gli viene assegnata la cattedra di Figura presso l'Istituto di Belle Arti Gazzola succedendo a Bernardino Pollinari; successivamente ne viene nominato direttore. Tra i suoi allievi figurano Virgilio Fassi, Nazareno Sidoli, Ernesto Giacobbi e Angelo Martini. Nel 1888 si aggiudica il Primo premio all'Esposizione di Bologna con Il ritorno dal mercato; la sua fama raggiunge presto estimatori esteri grazie all'amicizia con il pittore Arnold Böcklin. Nel 1897 espone alla Biennale di Venezia. -
Lotto 62 Paolo Tarcisio Generali (1904 - 1998)
Paesaggio invernale, 1975
Olio su tavola
42 x 51,5 cm
Firma: “tarcisio” al recto; “Paolo Tarcisio Generali” sul verso
Data: “14-1-1975” al recto
Altre iscrizioni: annotazioni del corniciaio sul telaio
Elementi distintivi: etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
«Ricerco la luce, come per ricordare a tutti che siamo figli della luce. Luce che valica i confini umani, che va verso l’infinito e l’eterno. La luce è serenità, è vita, anzi l’essenza stessa della vita». Paolo Tarcisio Generali.
Paolo Tarcisio Generali, frate camaldolese, ebbe un ruolo di primo piano nell'arte a Fano dagli anni Sessanta agli anni Ottanta. La sua opera è stata ricostruita da G. Gardini nel volume "Nel segno del colore. Paolo Tarcisio Generali (1904-1998)", e nelle mostre monografiche dedicategli a Poppi (Palazzo Giorgi, 3 luglio-31 agosto 2005) e a Fano (Rocca Malatestiana, 10 settembre-23 ottobre 2003) per celebrare il centenario della nascita. -
Lotto 63 Lorenzo Gignous (1862 - 1958)
Fiume con pescatore
Olio su cartone
47,7 x 32 cm (luce)
Firma: “L Gignous” al recto
Elementi distintivi: al recto sul vetro etichetta Banca Popolare di Intra con riferimenti di inventario
Provenienza: Banca Popolare di Intra; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lotto 64 Angiolo Volpe (1943)
La mietitura
Olio su tela
49 x 34 cm
Firma: “VOLPE” al recto
Elementi distintivi: due etichette con riferimento ai numeri di inventario della banca
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lotto 65 Maurizio D'Agostini (1946)
Nettuno (il mistico), 2008
Terracotta semire dipinta
54,4 x 56,5 x 37,3 cm
Firma: “M D” inciso sulla falsa inferiore
Data: “08” inciso sulla falsa inferiore
Altre iscrizioni: titolo “NETTUNO” inciso sulla falsa inferiore e “G. HOLST” sul frammento
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Bibliografia: F. Girardello, I Pianeti, l'invenzione cosmica di Maurizio D'Agostini, in Catalogo della mostra alla Fondazione G. B. Cima da Conegliano, 2009
G. Grossato, D'Agostini sulle tracce di Holst, e i pianeti diventano sculture, in Il Giornale di Vicenza, 9 luglio 2009
M. Valediano, Un argonauta lungo rotte enigmatiche, in Il Giornale di Vicenza, 18 novembre 2009
C. Franchetti, a cura di, I pianeti di Maurizio D'Agostini. Omaggio a Gustav Holst, Sondrio, 2011, pp. 30-31 (ill.)
G. Grossato, I pianeti di Maurizio D'Agostini, in Artantis, Palermo, luglio-agosto 2011
G. Grossato, I pianeti di Maurizio D'Agostini a casa dell'astronomo Piazzi, in Il Giornale di Vicenza", 11 maggio 2011
Aa. Vv., Enciclopedia Artisti contemporanei, Roma, 2013, pp. 128-129
B. Buscaroli e P. Levi, testi di, I pianeti di Maurizio D'Agostini. Omaggio a Gustav Holst, Costa di Mezzate, 2016, pp. 9, 11, 22-23 (ill.)
D. Radini Tedeschi e S. Pieralice, "Atlante dell'Arte", Novara, 2020, sub vocem
G. Maritati, L'Atlante dell'arte 2020, in TG1, 11.06.2020
R. Ammendola, L'Atlante dell'arte 2020, in TG2, Storie, 16.06.2020
M. Veladiano, Maurizio D'Agostini nell'"Atlante dell'Arte, in Il Giornale di Vicenza, 28.07.2020, p. 39
A. Keran, I pianeti di Maurizio D'Agostini. La chiave metafisica della Materia, in Amedit, autunno 2020
Esposizioni: F. Girardello, a cura di, I Pianeti. L'invenzione cosmica di Maurizio D'Agostini, Fondazione Giovanni Battista Cima, Conegliano, 1 maggio - 14 giugno 2009
C. Franchetti, a cura di, I pianeti di Maurizio D'Agostini. Omaggio a Gustav Holst, Teatro Comunale Giuseppe Piazzi, Sondrio, 24 aprile - 15 maggio 2011
Aa. Vv., "I sette pianeti. Omaggio a Gustav Holst", mostra itinerante nelle sedi di Veneto Banca di Bari (Palazzo Barone Ferrara), Fabriano, Verona, Verbania, 2014
B. Buscaroli e P. Levi, a cura di, I pianeti di Maurizio D'Agostini. Omaggio a Gustav Holst, Veneto Banca, 2016
Stato di conservazione. Supporto: 70% (più fratture ricomposte ed una non ricomposta ma con parti presenti)
Stato di conservazione. Superficie: 90% (depositi)
L'opera fa parte di una serie realizzata da D'Agostini nei primi anni 2000 sui pianeti, dedicata a Gustav Holst (1874-1934), che ebbe successo mondiale con la suite "The Planets". «Mi appassionai - racconta l'artista, che già nel 1999 aveva tratteggiato a pastello l'Uomo degli astri (Buscaroli e Levi 2016, p. 11) - alla suite musicale de "I sette pianeti" di Gustav Holst a casa di amici, i coniugi Borgato. Paola e Luigi Borgato sono costruttori di pianoforti. Quella sera mi invitarono a cena. Con noi c'era anche il pianista Igor Roma. Era una bellissima serata d'Autunno del 2001 e dopo cena, per concludere quel caloroso e gioviale incontro, Igor si accomodò al pianoforte (un pianoforte Borgato a coda, naturalmente!), un eccezionale strumento nero come la notte e lucido come uno specchio. E lì, con le sue dita che correvano furiosamente sulla tastiera, Igor mi fece conoscere Marte portatore di guerra di Gustav Holst. L'impatto fu immediato, rimasi letteralmente catturato da quei suoni potenti, che in parte già conoscevo per averli sentiti in alcune colonne sonore di film d'azione. Confesso che non conoscevo Holst, il compositore, ma la sua musica, un po', sì! Stavo trascorrendo un periodo di crisi creativa, come mi è sempre accaduto, a fasi alterne. Mi trovavo in una situazione in cui avevo grande necessità, assoluto bisogno di una scintilla che accendesse la miccia della mia fantasia creativa e Marte portatore di guerra fu vera dinamite! Quella famosa sera, rincasando, la mia anima stava meravigliosamente bene. Mi venne in mente un progetto ambizioso, superbo: avrei realizzato i miei sette pianeti sulla base delle musiche di Gustav Holst. Ascoltando il divino Holst nacquero nell'arco di sette anni i miei personaggi. Ero inebriato da quelle musiche. Il mio scopo consisteva nel materializzare quei suoni secondo le mie visioni, riuscire a creare delle sculture che fossero in grado di rappresentare le musiche che ascoltavo. Fu una impresa di cui vado molto fiero, una ricerca e una sperimentazione che mi ha portato molto lontano, nel mondo esaltante del mistero e dell'inconscio. E così nacquero in ordine temporale Giove, Saturno, Marte, Venere, Nettuno, Mercurio e Urano.» (M. D'Agostini, estratto dal Carnet de voyage, in Buscaroli e Levi 2016, p. 11). La portata allegorica di ogni pianeta è ben sintetizzata da Beatrice Buscaroli nella introduzione alla mostra del 2016 (p. 9): «la seduzione di Venere, la regalità musicale di Giove, l'assolutezza imperativa di Marte, la fluidità turbinosa di Saturno, la dimensione proteiforme e vibratile di Mercurio, la gravità mistica di Nettuno, la struttura labirintica di Urano».
Il ciclo - nel suo svolgersi negli anni - consente a D'Agostini di richiamare la memoria del proprio apprendistato nell'incisione, nello sbalzo e nel disegno presso la Scuola d'Arte e Mestieri di Vicenza, unendoli all'esperienza della scultura monumentale, ed all'approfondimento della ceramica, che dal 2004 inizia a dipingere con oli e acrilici al modo degli antichi (Buscaroli e Levi 2016, p. 37). Nasce così un modo di fare scultura che dichiara il proprio legame con la musica, ma che è prima di tutto di impronta teatrale, con il definirsi di personaggi che sono in realtà maschere e abiti almeno quanto idee.
Di ogni scultura della serie esistono diversi disegni preparatori, che ne rivelano la genesi: Nettuno era originariamente immaginato come una figura immersa in un pianeta diviso in livelli di densità della materia, o delle acque (Franchetti 2011, p. 30; Buscaroli e Levi 2016, p. 22).
Del ciclo D'Agostini ha realizzato, a richiesta, esemplari in bronzo. -
Lotto 66 Angiolo Volpe (1943)
La mietitura
Olio su tela
49 x 34 cm (luce)
Firma: al recto, “VOLPE”
Elementi distintivi: Al verso due etichette con riferimento ad inventario bancario
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90% -
Lotto 67 Jan Lievens (1607 - 1674) , cerchia di
Testa di vecchio
Olio su tela
44,8 x 50,8 cm
Provenienza: Christie's Londra, 18.2.1998, lotto 171 (Seguace di Jan Lievens)
Stato di conservazione. Supporto: 70% (stato frammentario; rintelo)
Stato di conservazione. Superficie: 85%
Il dipinto è stato restaurato, con pulizia e rintelo, da Donatella Zari e Carlo Giantomassi. I restauri hanno messo in evidenza una testa di fanciulla, a fianco al volto di anziano, parzialmente resecata, e permesso di comprendere come la tela facesse parte di un quadro di grandi dimensioni, probabilmente per arredo di un ambiente sacro. -
Lotto 69 Corrado Balest (1923 - 2016)
Abbraccio, 1966
Olio su tela
70,5 x 60 cm
Firma: “Balest” al recto e sul verso
Data: “1966” sul verso
Altre iscrizioni: “n. 578” sul verso
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lotto 70 Enrico Benetta (1977 circa)
Senza titolo (Villa Zuccareda Binetti, Montebelluna)
Acrilico, smalto e sabbie su carta applicata su tela
105 x 155,5 cm
Firma: “Benetta” al recto e sul verso
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Nell'opera l'artista ha elaborato l'immagine di Villa Zuccareda Binetti, Montebelluna, già sede del Museo dello Scarpone. -
Lotto 71 Antonio Vittorio Alfieri (1938)
Momento, 1974
Matita, inchiostro e tempera su carta
28,5 x 39,5 cm (luce)
Firma: “Alfieri” al recto
Data: “74” al recto
Elementi distintivi: sul verso, etichetta della mostra concorso “Resistenza ieri e oggi” con titolo dell’opera; sulla cornice, etichetta della Banca Popolare di Intra con riferimenti di inventario
Provenienza: Banca Popolare di Intra; Veneto Banca SpA in LCA
Esposizioni: “Resistenza ieri e oggi”, Mostra concorso - Premio acquisto, 1974
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Antonio Vittorio Alfieri nasce a Roma nel 1938. Compie la sua formazione artistica a Milano, Brera e a Modena presso l'istituto superiore d'arte "A. Venturi", dove si specializza in tecniche murarie. È stato docente di materie artistiche presso il Liceo artistico statale di Novara dove risiede e lavora. È docente all'Accademia di Belle Arti Acme di Novara, esperto e docente di tecniche murarie e trompe-l'œil. Dal 1960 partecipa alla vita artistica nazionale ed internazionale. Si è dedicato, dal 1970, alla ricerca delle nuove espressioni delle arti figurative e nel 1972 realizza un nuovo concetto figurale. Dal 1982 si dedica nuovamente alla pittura su tela. -
Lotto 72 Ivo Pannaggi (1901 - 1981)
Mia madre
Litografia su carta
69 x 48,8 cm (luce)
Firma: “Ivo Pannaggi” a matita al recto
Altre iscrizioni: tiratura “66/100” a matita al recto
Elementi distintivi: sul verso, etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lotto 73 Emmanuel Mané-Katz (1894 - 1962)
Bateau sur la mer, 1922 ca.
Olio su tela
27 x 22,5 cm
Firma: Firma e annotazione a matita sul telaio
Elementi distintivi: passaggi d'asta al verso
Provenienza: Sotheby's Londra, 20.3.1996, lotto 313
Bibliografia: F. Revel, Capisaldi dell'arte moderna in "Quadri & Sculture" n. 19, 1996, p. 84
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Proveniente da una famiglia ebrea ortodossa, nel 1911-1912 studiò alla Scuola di disegno di Vilnius di Ivan Trutnev, poi alla Scuola di pittura di Kiev di Mykola Murashko. Anche a Kiev è stato attivo nel circolo della Kultur-Liga (Kultur – Ligi). Nel 1913 andò a Parigi, dove studiò all'Ecole des Beaux-Arts. Trascorse il periodo della prima guerra mondiale a San Pietroburgo, Mosca e Kharkov, dove dal 1917 fu professore all'Istituto d'arte. Nel 1920 tornò a Parigi, dove co-fondò l'École de Paris. Nel periodo tra le due guerre visitò più volte la Polonia, dove espose, tra l'altro, alla Società Ebraica per la Promozione delle Belle Arti di Varsavia nel 1927 e nel 1932, al Museo dell'Industria Artistica di Lviv nel 1932 e a Cracovia, dove divenne membro dell'Associazione dei pittori e scultori ebrei. (J. Malinowski, Malarstwo i rzeźba Żydów Polskich w XIX i XX wieku, Warszawa 2000, p. 382). Espone le sue opere anche a Parigi e New York, dove si reca dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale. Lo sviluppo del linguaggio artistico di Mané-Katz è stato influenzato da artisti eccezionali come: Marc Chagall, Robert Delaunay, Maurice de Vlaminck e André Derain. La pittura era una sorta di continuazione espressionista delle conquiste del movimento fauvista. "Dipinse dipinti espressionisti con temi ebraici, comprese raffigurazioni Hasidim (Rabbino con la Torah, 1927 circa), scene del ghetto, composizioni figurali, nonché paesaggi, tra l'altro dal sud della Francia e dalla Palestina. Ha utilizzato ampie macchie di colori forti, disposte in motivi contrastanti di bianco e nero, blu, rosso e giallo, posizionandole su sfondi neutri. (J. Malinowski, B. Brus-Malinowska, W kręgu École de Paris. Malarze żydowscy z Polski, Varsavia 2007, p. 26.)
Il dipinto è probabilmente lo studio per una tela raffigurante una barca presa da una tempesta, con assai simile gioco di onde, apparsa presso le sale di Sopocki Dom Aukcyjny in Varsavia ("Sztorm", olio su tela, 81x110 cm, 8 luglio 2020, l. 31). -
Lotto 74 Roberto Moschini (1937 - 2023)
Collezione
Acquatinta su carta
60 x 40 cm
Firma: “R. Moschini” a matita al recto
Altre iscrizioni: “collezione” a matita al recto; tiratura 2/40 a matita al recto
Elementi distintivi: etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lotto 75 Guelfo Bianchini, detto Guelfo (1937 - 1997)
Volo di un Folleno
Metalli, vetri colorati soffiati e molati, colore
181,5 x 126,1 x 3,1 cm (vetrata)
181,5 x 126,1 x 80 cm (intera struttura)
Firma: «Guefo» in colore su una formella
Elementi distintivi: targa metallica con titolo, separata dalla scultura
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Fra il 1957 e il 1963 Guelfo è a Roma e stringe rapporti con Francalancia, Bartolini, De Chirico e Cocteau. Nel 1961 è invitato da Oskar Kokoschka nel castello di Salisburgo, dove conosce Manzù. Esegue la serie di disegni "Viaggio in Austria" e ritrae Kokoschka ricevendo in cambio dall’artista austriaco il "Ritratto di Guelfo – Velfen". Conosce Marc Chagall che gli dona il disegno "Profilo di Guelfo" e in occasione del compleanno dell’artista russo Guelfo gli regalerà "Chagall ironico" (coll. Vence, Francia). Fra il 1965 e il 1973 compie numerosi viaggi in Francia dove incontra Magnelli, Picasso e Mirò. Grazie all’amicizia di George Visat, editore parigino, inizia una collezione di opere su carta. Dal 1957 il suo Studio dell’Orologio, situato all’ombra della torre dell’orologio del Borromini, è punto d’incontro e poi sede di un conciliabolo di stravaganti cultori della patafisica («scienza delle soluzioni immaginarie» che si propone di studiare «ciò che si aggiunge alla metafisica, estendendosi così lontano al di là di questa quanto questa al di là della fisica», secondo la definizione dello scrittore francese A. Jarry). Viaggia a Berlino, in Grecia e Parigi, dove incontra Ernst, Tanning, Matta, Ray, Bellmer. Questi due ultimi eseguiranno foto e disegni per Guelfo. Nel ’71 fonda il “Giornale invisibile TIC biografici” e il Museo Internazionale l’Orologio. Conosce Buñuel, Hans Richter, Masson che lo ritrae in un disegno. Conosce Hartung, invitato dalla sua scuola, e Lam a Parigi.
Nel 1974 viaggia attraverso Olanda, Danimarca, Francia. Guidi e Cagli disegnano un suo ritratto. A Parigi conosce Dalì che schizza un suo profilo e le Gallerie di Visat e Berggruen espongono le sue opere. Nel 1977 è Pericle Fazzini a eseguire un suo ritratto. Nel 1978 viene fondata l’Associazione Museo Internazionale d’Arte Moderna – l’Orologio a Fabriano e Guelfo è presidente. Madame Arp dona l’opera "Idol" di Jean Arp come simbolo del Museo di Guelfo. Nel 1979 entra come protagonista nel romanzo "La torre dell’Orologio" di Franco Simongini. Esce il filmato nella rassegna televisiva “Artisti d’oggi” "Guelfo e la torre dell’orologio" con un testo di Giuliano Briganti e intervista di Sergio Pautasso, musiche Alvin Curran. Il "Giornale Invisibile TIC (Diario di bordo biografico)" diventa visibile ed esce in edizione d’arte: "TIC di Guelfo, ovvero capricci a volo, Giorgio De Chirico, Guelfo e gli amici volanti", stampato a Roma da M. De Rossi, con la collaborazione di De Chirico, Arp, Dalì, Fazzini, Guidi, Kokoschka, Manzù, Mirò, Ray, Strazza, Turcato, poesie di Borges e altri. Al 1980 risalgono gli studi per un suo ritratto da parte di Riccardo Tommasi Ferroni. Angela Redini gli dedica un servizio televisivo: “Guelfo in bicicletta nei cortili barocchi di Roma”.
Nell'ultimo periodo della vita, si dedica anche alla produzione di vetrate. Tra le più prestigiose, quelle realizzate tra il 1983 e il 1997 per la chiesa di San Giuseppe Lavoratore di Fabriano.
Non perspicuo il soggetto dell'opera, che rappresenta, forse, l'ascesa in cielo di una figura antropomorfa.
Un importante nucleo di sue opere è conservato presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli di Fabriano, città che ospita anche la casa-museo dell'artista, in cui è esposta la sua collezione. -
Lotto 76 Felice Carena (1879 - 1966)
Nudino, 1959
Gessetto su carta
43,8 x 30,8 cm (luce)
Firma: “Carena” al recto
Altre iscrizioni: sul verso, sul cartone della cornice “provenienza F.lli Orler Venezia 953”
Elementi distintivi: etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario; etichetta anonima con dati dell'opera; etichetta Statuto Arte Contemporanea, Torino etichetta con n. 54; etichetta con scritta “Carena n. 8”; foglio strappato con iscritto “Nudino”
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lotto 77 Luigi Gardenal (1950 circa)
La notte del dodici, 1973
Inchiostro e tempera su tela
40 x 50 cm
Firma: “Gardenal” al recto
Data: “73” al recto
Altre iscrizioni: “la notte del dodici” al recto
Elementi distintivi: sul verso, etichetta della mostra di pittura “Veneto oggi”
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Esposizioni: mostra di pittura “Veneto oggi”
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lotto 78 Ottorino Stefani (1928 - 2016)
Montello, 1983
Olio su tavola
40 x 60 cm
Firma: “Stefani” al recto; “O. Stefani” sul verso
Data: “83” al recto
Elementi distintivi: sul verso, timbro dell’artista con titolo, data, tecnica e misure dell’opera scritte a mano; etichetta della Banca Popolare di Asolo e Montebelluna con riferimenti inventariali
Provenienza: Banca Popolare di Asolo e Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Nativo di Volpago del Montello, Stefani ha vissuto gran parte della sua vita a Montebelluna. Legato a personalità della cultura locale come Orazio Celeghin e Manlio Dazzi, frequentò l’Accademia di Belle Arti e la Facoltà di Architettura di Venezia, avvicinandosi alla lezione di Bruno Zevi e Carlo Scarpa. Si laureò nel 1978 con una tesi su Antonio Canova, autore cui dedicò importanti studi, così come a Noè Bordignon, Luigi Serena, Luigi Bianchi Barriviera e Renzo Biasion. Per trent’anni insegnò disegno e storia dell’arte presso l’Istituto Magistrale di Montebelluna, dedicandosi costantemente alla pittura. A Ottorino Stefani si devono anche numerose raccolte poetiche ed il saggio "Itinerari autobiografici". Bibliografia di confronto: Marco Goldin e Alberico Sala, a cura di, "Ottorino Stefani", Cornuda, 1989. -
Lotto 79 Giuseppe Nuvolone, detto il Panfilo (1619 - 1703) , ambito di
La Madonna offre la stola a San Filippo Neri
Olio su tela
50 x 66 cm
Provenienza: devoluzione del patrimonio di una istituzione religiosa inglese
Certificati: certificato di Andrew McKenzie, 10.12.1997 (come Carlo Francesco Nuvolone)
Stato di conservazione. Supporto: 70% (telaio nuovo e tela rifoderata)
Stato di conservazione. Superficie: 70% (integrazioni e restauri) -
Lotto 80 Ottorino Stefani (1928 - 2016)
Paesaggio in azzurro n. 2, 1978
Olio su tavola
50 x 70 cm
Firma: “Stefani” al recto
Altre iscrizioni: “L. 1800000” sul verso
Elementi distintivi: sul verso, etichetta con nome dell’artista, titolo, tecnica, dimensioni, anno 1978 e indirizzo dell’artista; timbro della "Biennale Mediterranea d’arte contemporanea" organizzata da "Italia artistica" a Catanzaro; sul telaio, a penna, inv. 2692 e sigla non leggibile
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Esposizioni: "Biennale mediterranea d’arte contemporanea", Palazzo della provincia, Catanzaro
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% (macchie di colore)
Nativo di Volpago del Montello, Stefani ha vissuto gran parte della sua vita a Montebelluna. Legato a personalità della cultura locale come Orazio Celeghin e Manlio Dazzi, frequentò l’Accademia di Belle Arti e la Facoltà di Architettura di Venezia, avvicinandosi alla lezione di Bruno Zevi e Carlo Scarpa. Si laureò nel 1978 con una tesi su Antonio Canova, autore cui dedicò importanti studi, così come a Noè Bordignon, Luigi Serena, Luigi Bianchi Barriviera e Renzo Biasion. Per trent’anni insegnò disegno e storia dell’arte presso l’Istituto Magistrale di Montebelluna, dedicandosi costantemente alla pittura. A Ottorino Stefani si devono anche numerose raccolte poetiche ed il saggio "Itinerari autobiografici". Bibliografia di confronto: Marco Goldin e Alberico Sala, a cura di, "Ottorino Stefani", Cornuda, 1989.