Asta 47 I: Arte Antica
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Lotto 193 Anonimo della fine del XVIII secolo ed inizi del XIX, Lotto di tre disegni. Penna e inchiostro bruno su carta vergellata sottile color avorio, con filigrana "leone alato" visibile su uno dei tre fogli. mm 185x134/ 235x108 / 180x133. I disegni sono pervenuti con una proposta attributiva a Pietro Antonio Novelli. (3)
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Lotto 194 Arte conventuale prima metà del XIX secolo, Santa Caterina d'Alessandria entro tabernacolo reliquiario in passamaneria dorata. Bulino su metallo e smalto champlevé. cm 3,5x3,5. Tabernacolo in legno rivestito in passamaneria dorata e cordoncino argentato. cm 15,5x10,5. Placchetta in metallo incisa a bulino con dettagli in smalto champlevé (XV-XVI secolo ?) raffigurante Santa Caterina d'Alessandria, entro tabernacolo posteriore con in alto al centro tondo con il nome di Gesù, nella fascia sottostante e sulla base tre piccoli occhi con sole raggiante e decoro con iniziali "NI". Piccolo oggetto devozionale eseguito con una particolare lavorazione del nastro dorato che ricopre interamente la struttura in legno seguendo elaborati motivi ornamentali, l'insieme funge da cornice a immaginette religiose o piccole reliquie. I primi esempi di questi oggettini di arte religiosa in materiali poveri risalgono alla prima metà del XVII secolo ed erano diffusi soprattutto nei conventi femminili. (1)
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Lotto 195 Anonimo della prima metà del XVIII secolo, Je reprends mon bonnet et je te laisse ta calotte. 1815 ca. Penna e inchiostro bruno, matita di grafite, acquerello a colori. Formato chiuso: mm 104x112. Formato aperto: mm 253x112. Piccolo disegno satirico piegato a fisarmonica che in formato chiuso presenta le insegne napoleoniche con il giglio, la lettera "N" e in alto la scritta "elle est immortelle", nel nastro poi con i colori di Francia "vive l'empereur". Una volta aperto al centro si osserva una vignetta con Napoleone nell'atto di strappare la corona a Luigi XVIII che indossa lo zucchetto sacerdotale e la scritta "Je reprends mon bonnet et je te laisse ta calotte (Mi riprendo il berretto e ti lascio lo zucchetto)". Da confrontare con un'acquaforte di incisore anonimo di medesimo soggetto appartenente a una serie intitolata Retour de l'île d'Elbe e conservata al Musée Carnavalet, Histoire de Paris (inv. G27437). Soggetto nato durante i "Cent-Jours" il periodo tra il ritorno di Napoleone Bonaparte a Parigi (20 marzo 1815) dall'esilio all'isola d'Elba e la restaurazione dei Borbone con re Luigi XVIII (8 luglio dello stesso anno). (1)
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Lotto 196 Anonimo della prima metà del XIX secolo, Raccolta di trenta acquerelli raffiguranti conchiglie. Prima metà XIX secolo. Penna e inchiostro bruno, acquerello a colori su carta bianca. Tutte le tavole numerate in alto a sinistra, ciascun esemplare di conchiglia contrassegnato da un numero. mm 31x22. Nei Cabinets de Curiosités del XVIII secolo la conchiglia è allo stesso tempo oggetto d'arte ed esemplare naturalistico, a seguire con l'evoluzione degli studi del secolo successivo, la collezione di conchiglie, così come quella di insetti, esprime la curiosità per le rarità naturali soffusa di una parvenza di conoscenza scientifica. I viaggi di ricerca e le spedizioni coloniali portarono alla conoscenza di ulteriori esemplari che all'incirca dagli anni Quaranta del XIX secolo iniziarono a essere esposti anche pubblicamente, al di là delle raccolte proprietà di élite intellettuali e aristocratiche. I volumi di storia naturale, con descrizioni di animali e piante avevano fatto la loro comparsa già dalla metà del XVI secolo, così anche le conchiglie conservate nelle teche vennero raffigurate nei libri di storia naturale dando origine a un nuovo tipo di collezione su carta per il diletto di molti. Il libro è chiamato a svolgere la stessa funzione della vetrina, rendendo però accessibili i propri contenuti a un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo, con il supporto di una ricca e minuziosa iconografia ancor oggi insuperata. Il naturalista Joseph Dezallier d'Argenville (Parigi, 1680-1765) nella sua Histoire naturelle éclaircie dans deux de ses parties principales, la lithologie et la conchyliologie, pubblicata nel 1742, sostiene l'idea che la padronanza del disegno sia necessaria per stabilire una classificazione precisa e scientifica delle differenti conchiglie. Il disegno dunque e anche l'acquerello vengono utilizzati nella rappresentazione del mondo naturale così come documentato dal lavoro di numerosi pittori naturalisti al seguito di spedizioni scientifiche ed esplorazioni transoceaniche, oltreché da appassionati che si cimentavano per proprio piacere nel riprodurre con schizzi e disegni le varie specie di nicchie. (30)
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Lotto 197 Arte conventuale prima metà del XIX secolo, Papier roulé con Sacro Cuore, corona, croci e catena. 1850 ca. Carta sottile traforata con al centro ricamo a fili colorati. mm 87x115. I papier roulé o paperole, erano piccoli quadretti eseguiti con una particolare lavorazione della carta, che veniva traforata seguendo motivi ornamentali che fungevano da cornice a immaginette religiose o piccole reliquie. I primi esempi di questi oggettini di arte religiosa in materiali poveri risalgono alla prima metà del XVII secolo ed erano diffusi soprattutto nei conventi femminili. (1)
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Lotto 198 Friedrich Amerling (von), Ritratto femminile di profilo. 1840 ca. Matita rossa su carta non vergellata color sabbia. In basso al centro "Fr. Amerling" a matita rossa. mm 389x314. La formazione dell'artista avvenne dal 1815 al 1824 presso l'Accademia di belle arti di Vienna e successivamente presso l'Accademia di Praga, fino al 1826. Tra il 1827 e il 1828 soggiornò a Londra, visitò poi Parigi e Roma, per fare ritorno a Vienna, dove iniziò a lavorare per la corte imperiale di Francesco Giuseppe dal 1835 al 1880. Viene considerato, con Ferdinand Georg Waldmüller, il più grande ritrattista austriaco del XIX secolo. (1)
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Lotto 199 Arent Arentsz Cabel, Scaricatori di navi. Olio su tavola in rovere. cm 22,5x28,5. Con monogramma "A (?)" sulla balla al centro. Provenienza: collezione privata, e in precedenza La piccola galleria di Maria Grazia Virio, Savona. Il dipinto è corredato da attribuzione scritta del Prof. Edoardo Clerici Sella e da fascicolo dossier con perizia tecnico scientifica eseguita dal prof. Marcello Marti Presciutti perito restauratore dell'accademia di Brera. (1)
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Lotto 200 Giuseppe Ceccarini, La porta dell'Arsenale. 1798. Olio su tela. cm 54,5x72,5. Al verso sulla tela "Giuseppe Ceccarini di Fano dip. l'A. 1798" (1)
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Lotto 201 Giambettino Cignaroli [attribuito a], Studio per testa di putto. Matita nera su frammento irregolare di carta cerulea. mm 115x85. SI AGGIUNGONO: Anonimo XVIII-XIX secolo. Quattro piccoli ritratti femminili. Tecniche e dimensioni varie. (5)
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Lotto 202 Sebastiano Conca [attribuito a], Salomone e la regina di Saba. 1752 ca. Penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello grigio. Carta vergellata sottile color crema con filigrana non identificabile in cerchio singolo. mm 220x334. Il disegno richiama l'affresco eseguito attorno al 1752 da Sebastiano Conca nella basilica di Santa Chiara a Napoli. SI AGGIUNGONO: Scuola romana XVII secolo. Figura femminile stante con veste panneggiata. Matita nera con rialzi in bianco su foglio ottagonale oblungo in carta vergellata azzurra. Linea d'inquadramento a pennello e inchiostro nero. mm 228x110. In basso a sinistra marchi di collezione Cesare Frigerio (Lugt, 4363), Francesco Dubini (Lugt, 987a), Giorgio Dalla Bella (Lugt, 3774). Al verso notazione inventariale a penna e inchiostro bruno "n°: 615"/ Anonimo XVII secolo. Figura stante loricata (r). Studio per portatrice d'acqua inginocchiata (v). Matita nera su carta vergellata color avorio priva di filigrana (r). Penna e inchiostro bruno (v). mm 236x163. In basso marchio di collezione Giorgio Dalla Bella (Lugt,3774). (3)
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Lotto 203 Johann Theodor De Bry [alla maniera di], Fregio con danza paesana e altro con scena di caccia alle oche. 1600 ca. Penna e inchiostro bruno su carta vergellata sottile color sabbia. Riquadro a penna e inchiostro bruno. mm 55/56x258/283. Entrambi i fogli applicati a pieno su vecchio supporto in cartoncino leggero color grigio-verde. Sul montaggio dell'uno a penna e inchiostro bruno "Stefano Della Bella", in basso nella composizione dell'altro "Della Bella". Su entrambi marchio a secco del collezionista danese Benjamin Wolff (Engelholm, Naestvad, 1790–1866) (Lugt, 420). Con il supporto mm 127/128x258/283. Il fregio con contadini che danzano sembra confrontabile con un bulino di Johann Theodor de Bry di soggetto simile da una serie in cinque tavole (Hollstein, 17-21). (2)
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Lotto 204 Johann Heinrich Füssli [alla maniera di], Ossian canta per Malvina (?) (r) / Studi di teste e figure (v). 1800 ca. Penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello marrone (r), matita di grafite (v), carta color avorio non vergellata. mm 208x150. (1)
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Lotto 205 Johann Heinrich Füssli [alla maniera di], Stregone e scena di sabba. 1804-1810 ca. Penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello marrone e seppia su tracce di matita di grafite. Carta avorio riportata su tela a trama fine. mm 217x165. Scena di stregoneria con al centro una figura con occhi esorbitanti nell'atto di invocare il diavolo con gesto enfatico, e sul fondo demoni e una strega che cavalca lo scheletro di un animale. L'ambito di esecuzione sembra quello della cerchia di Füssli e del suo universo sovrannaturale popolato da figure mostruose e demoniache. (1)
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Lotto 206 Pietro Antonio Novelli [attribuito a], Studio per due figure oranti / Studio di mano con fiore. Penna e inchiostro bruno su carta vergellata sottile color avorio priva di filigrana. mm 48x48 /105x75. In basso al foglio di dimensioni maggiori "Pietro Novelli dis.". (2)
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Lotto 207 Giovanni Domenico Porta, Ritratto di Papa Pio VI Braschi. 1776 ca. Matita nera, matita di grafite, rialzi in bianco su carta vergellata color avorio. Linea d'inquadramento a penna e inchiostro nero. mm 525x355. Applicato a pieno su vecchio cartoncino azzurro con filetti a penna e inchiostro nero. In basso al centro del supporto marchio a secco del collezionista danese Benjamin Wolff (Engelholm, Naestvad,1790–1866) (Lugt, 420). Con il supporto: mm 645x460. Il disegno è preparatorio per il ritratto di Pio VI (Cesena, 1717- Valence-sur-Rhône, 1799), papa della Chiesa cattolica dal 15 febbraio 1775 fino alla sua morte, conservato al Museo di Roma di Palazzo Braschi (inv. MR1964). Il pontefice è ritratto a figura intera nell'atto di indicare due grandi tavole poggiate su un tavolo: il progetto architettonico relativo alla costruzione della Sagrestia vaticana e la pianta delle paludi pontine. (1)
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Lotto 208 Peter Rittig, Nanà Rattagrandi / Ritratto di fanciullo. 1818. Matita di grafite su carta bianca non vergellata, filigrana "lettere CS su rametti di foglie" e numero "46", parzialmente visibile, presente su uno dei due fogli. Il ritratto femminile in basso a sinistra reca la scritta a matita di grafite "Nana Rattagrandi / Roma 10 julio [sic] 1818", quello maschile "Dela [...] Secaresi / 18 julio" in basso dal medesimo lato. mm 205/225x155/182. Con il montaggio mm 307x254. L'artista si forma a Parigi dal 1808 al 1816, prima all'École des Beaux Arts e poi nell'atelier di Jacques-Louis David. Trasferitosi a Roma nel 1817, si lega al movimento Nazareno, stringendo un legame di profonda amicizia con Franz Horny e partecipando, alle manifestazioni d'arte contemporanea legate alla colonia tedesca in città. Nel 1818 partecipa ai festeggiamenti per l'arrivo a Roma del principe ereditario Ludovico I, mentre l'anno successivo è tra gli artisti tedeschi che espongono a Palazzo Caffarelli in occasione della presenza in città dell'imperatore Francesco I. Nel 1829 divenne uno dei soci fondatori della Società di Amatori e Cultori di Belle Arti, dove continuerà negli anni a esporre le sue opere. (2)
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Lotto 209 Alessandro Sanquirico, Due scenografie classiche. 1817-1832. Penna e inchiostro di china, penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello grigio e seppia, carta bianca vergellata. mm 187/210x237/268. SI AGGIUNGONO: Id., (attribuito). Progetto di scenografia. Penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello marrone e seppia su carta vergellata lievemente spessa. mm 172x268. / Id., (attribuito), Due vedute boschive con edifici e architetture classiche. Penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello grigio su carta vergellata spessa bianca. mm 190/198x283/291. / Id., (attribuito), Due scorci di bosco. Penna e inchiostro di china, pennello e acquerello grigio, carta bianca non vergellata. mm 158/174x195/218. (7)
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Lotto 210 Anonimo del XVI secolo, Mappa nautica delle coste della Spagna. Tempera a colori con rialzi in oro su pergamena. mm 278x220. Due rose dei venti e quattro rappresentazioni di città: alla sinistra della figura reale che campeggia al centro, Valencia e il suo stemma (con quattro pali di rosso in campo oro), alla sua destra, città con vessillo croce di Borgogna, nella parte bassa a destra la città di Barcellona con il suo stemma (combinazione delle due distinte armi: quello proprio della città di Barcelona, "d'argento alla croce rossa" o "croce di San Giorgio" il patrono della città, con quello della casa reale di Aragona, "d'oro a quattro pali di rosso"). Nella zona circostante linee frastagliate dense di toponimi. (1)
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Lotto 211 Francesco Pampani geografo e Giambattista Bordiga incisore, Pianta della città di Ferrara con i suoi Stabilimenti Relig.si, Politici, Militari e Civili eseguita e dis.ta d'all'Ing.re Geografo Francesco Pampani. Pubblicata l'Anno 1836.1836. Incisione in rame. Formato aperto: mm 510x675. Formato chiuso: mm 170x130. Mappa topografica dedicata all'edilizia cittadina con tutti i suoi stabilimenti stilata nel 1834 dall'ingegner Francesco Pampani. In custodia di cartone color rosso. (1)
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Lotto 212 Antonio Bossi, Pianta della città di Milano. Milano: presso Antonio Bossi, 1866. Incisione in rame. mm 365x490. Foglio: mm 393x534. Al margine in basso a destra "Demczyńsli inc.". A destra e a sinistra sono posizionate legende con le indicazioni dei luoghi più significativi, i "primari stabilimenti" (palazzi, archivi, direzioni, uffici, delegazioni, caserme, licei, collegi, teatri, anfiteatri, ospedali), le chiese, i consolati, gli alberghi principali e i fiaccheri (vetturini). L'editore, Antonio Bossi, chiese la patente per commerciare stampe nel 1824. Dopo le Cinque Giornate di Milano, marzo 1848, pubblica un gran numero di allegorie, caricature e ritratti patriottici; al ritorno a Milano degli Austriaci, nel 1849, riutilizza le sue stampe patriottiche stampandovi sul retro vedute dalla serie di paesaggi lariani già edite. (1)
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Lotto 213 Giovanni Canocchi (abate) (attivo in Toscana seconda metà del XVIII secolo ), Carta idrografica del corso della Chiana dall'Arno al Tevere. 1788. Incisione in rame su due lastre. mm 440x1045. Foglio: mm 458x1062. Al margine in basso a destra "AB Gio: Canocchi Fece 1788". Interessante carta del corso della Chiana dall'Arno al Tevere con la rete dei canali. Con sintesi prospettica viene rappresentato il canale nel contesto della rete idrografica, gli insediamenti principali, Arezzo, Cortona e Chiusi, Montepulciano e Città della Pieve, e i torrenti colmatori. (1)
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Lotto 214 Henri Abraham Chatelain, Nouvelle Carte de l' Amerique Septentrionale Dressee sur les plus Nouvelles Observations de Messieurs de l' Academie des Sciences et des meilleurs Geographes… Amsterdam: L'Honoré & Châtelain, 1705-1739. Acquaforte in coloritura. mm 480x615. Foglio: mm 550x657. Dal Tomo 1 dell' Atlas Historique, pubblicato ad Amsterdam in sette volumi e in varie edizioni dal 1705 al 1739. Titolo impresso in alto al centro, a destra "Tom. I, N° 6". La cartografia è quasi identica a quella della mappa di Guillaume de l'Isle, con la California nuovamente disegnata come penisola anziché come un'isola. Mendocin è il punto più settentrionale della California e la parte nord-occidentale del continente è lasciata incompiuta. I Grandi Laghi sono ben definiti, secondo le indicazioni del Coronelli. La valle del Mississippi è ben descritta anche con i recenti insediamenti francesi. L'estesa legenda sulla destra elenca le principali divisioni del Nord America con pertinenze coloniali, tribù native e città. (1)
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Lotto 215 Henri Abraham Chatelain, Nouveaux Mappemonde ou Globe Terrestre avec des Tables et des Remarques pour Conduire a la Connoissance de la Geographie et de l'Histoire. Amsterdam: L'Honoré & Châtelain, 1705-1739. Acquaforte in coloritura. mm 475x675. Foglio: mm 537x708. Dal Tomo 1 dell'Atlas Historique, pubblicato ad Amsterdam in sette volumi e in varie edizioni dal 1705 al 1739. Titolo impresso in alto al centro e a destra "Tom. I, N° 1". Sopra e sotto i due emisferi compare un'ampia tabella, che identifica le posizioni delle principali città, specchi d'acqua, isole e altre caratteristiche geografiche. Le rotte dei grandi esploratori sono mappate su entrambi gli emisferi e indicate da linee tratteggiate: Magellano nel 1520, Mayor e Schouten nel 1616, Tasman nel 1642 o Dampier nel 1686. Il Nord America è ancora per lo più inesplorato con la costa occidentale ancora non definita. L'Australia e la Nuova Guinea sono unite in un'unica grande massa continentale. (1)
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Lotto 216 Matteo Gregorio De Rossi, Nuova pianta di Roma presente con i disegni e nomi delle Chiese, Palazzi, Edificii, Piazze, Strade, Fortificationi, et altre cose aggiunte disegnata et intagliata da Matteo Gregorio de Rossi Roma: appresso all'Autore et rinnovata in piazza Navona, 1680. Acquaforte in nove fogli. mm 1290x1090 formato complessivo. Foglio: mm 1400x1150. Grande pianta di Roma pubblicata per la prima volta nel 1668, l'anno seguente l'uscita di quella del Falda, da Giovanni Battista De Rossi su invenzione e intaglio di suo figlio Matteo Gregorio come da indicazione di responsabilità nel titolo. Dopo la prima si contano al momento le seguenti edizioni : 1) 1680, con un nuovo privilegio di stampa sotto il pontificato di Innocenzo XI Odescalchi (1676-1689). L'anno compare in in basso a destra con la scritta "Superiorum Permissu". Lo stemma di Clemente IX è stato sostituito con quello di Innocenzo XI. Nel titolo è stato tolto l'anno esplicito e sostituito con l'espressione "L'anno su detto". In alcuni esemplari, come in quello presente, la dedica a Clemente IX è stata sostituita con un testo de "L'Autore A'curiosi". 2) post 1695, con aggiornamenti riguardo le denominazioni di edifici, strade e piazze. In alcuni esemplari sotto le avvertenze per il lettore compaiono vedute di nuovi edifici costruiti sotto Innocenzo XII (1691-1700). 3) 1721-1724, compare lo stemma di papa Innocenzo XIII (1721-1724). 4) 1773, edizione priva di modifiche a opera di carlo Losi. Ottima prova di questa rarissima mappa nel II stato di 5 risalente al 1680. Bibliografia: Georg Schelbert, All'ombra di Falda. La pianta di Roma di Matteo Gregorio De Rossi del 1668, in M. Bevilacqua, M. Fagiolo (a cura di), Piante di Roma dal Rinascimento ai Catasti, Roma 2012, pp. 272-283, con bibliografia precedente. (1)