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Lotto 49 Annibale Carracci (1560-1609) [attribuito a]. Samaritana al Pozzo. 1610. Acquaforte. Matrice: mm 290x403. Foglio: mm 297x420. Le Blanc, n. 16; Bartsch, XVIII.304.52: TIB XL.203.52 (come Reni). Birke (TIB), 40, (come Brizio), n. 4003.048. La rara stampa non è citata tra le opere di Annibale da Diane De Grazia Bohlin e neppure da Babette Bohn (1995). Infatti, già Adam Bartsch poneva l'incisione tra le possibili opere di Guido Reni. L'esemplare reca la firma di Annibale Carracci come inventor e incisore ed è derivata, in controparte, dal dipinto oggi alla Pinacoteca di Brera di Milano e da lui stesso eseguito intorno al 1595, prima della partenza per Roma. In basso a sinistra, entro il margine si legge infatti: "Anibal Car: Invent. e sculp."; al centro in basso "Petrus Stephanius formis Cum Privilegio" e, al centro "1610". (IV stato di 4). Il foglio potrebbe essere appartenuto a Pierre-Jean Mariette; sul verso vi sono, infatti, alcune preziose iscrizioni manoscritte in grafia antica: "P. Mariette 1640", in basso "epreuve avant divers travaux justament sur la tecnique de Jesus Christ - Collection Mariette Guido Reni attr."; poco sopra "Vente Latolle [o Latotte] 37". È presente anche una filigrana (nella parte destra) non perfettamente leggibile. L'esemplare presenta buoni margini; è attaccato al supporto cartonato sottostante (del XX secolo) per due strisce di carta incollate dal verso lungo il bordo superiore dove sono presenti lievi danni e un piccolo strappo centrale.
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Lotto 50 Giovanni Benedetto Castiglione (detto il Grechetto) (1609-1665). Tobia fa seppellire un cadavere. 1641/51. Acquaforte. Foglio mm 203x296. Bartsch, XXI, n. 12.5. Bello e raro esemplare, finemente inchiostrato. Conosciuto in unico stato. Esemplare su carta bianca a vergelle. Il foglio è controfondato, ossia interamente incollato a una carta pesante a vergelle (forse il foglio ritagliato di un album di grandi dimensioni) ben conservata. Tagliata ai margini, la stampa è tuttavia fresca, perfettamente leggibile e non presenta danni rilevanti, a parte un leggero ingiallimento da esposizione.
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Lotto 51 Giovanni Benedetto Castiglione (detto il Grechetto) (1609-1665). La presunta scoperta dei corpi dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. 1645/1651. Acquaforte. Foglio: mm 206x293. Bartsch, XXI, n. 17.4. Bellissimo esemplare, finemente inchiostrato, conosciuto in unico stato e firmato in basso a sinistra, oltre il margine, "CASTIGLIONE GENOVESE". La stampa, su carta bianca a vergelle, è tagliata ai margini e, a parte un lieve ingiallimento è in buone condizioni di conservazione. Il foglio è interamente incollato a una carta pesante a vergelle (forse il foglio ritagliato di un album di grandi dimensioni) che reca agli angoli tracce di precedenti incollature.
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Lotto 52 Bernhard Rode Chretien (1725-1797). Due putti bacchici. 1770 ca. Matita rossa, su carta bianca a vergelle. Foglio: mm 135x196. Il disegno è firmato in basso a sinistra: "Rode f.". Si tratta di uno splendido studio, realizzato dall'artista tedesco, specialista di dipinti a soggetto storico che fu anche incisore acquafortista (cfr. KOMANDER, 1998; MICHAELIS, 1999). Il foglio è in ottime condizioni: presenta un'antica piega longitudinale sulla parte destra. L'angolo destro in basso è stato lievemente tagliato e, in misura minore, anche quello in alto a sinistra.
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Lotto 53 Sebastiano Conca (1680-1764). La Carità. Post 1720. Carboncino, su carta gialletta a vergelle. Foglio: mm 194x225ca. L'opera si colloca nella fase matura del suo linguaggio grafico, che diviene più sfrangiato e rarefatto a partire dagli anni '20 del XVIII secolo (cfr. VITZHUM 1966 e 1967; SESTIERI 1976), più incline all'accento chiaroscurale, qui evidenziato dal tratteggio parallelo orizzontale. Sul verso della carta che funge da controfondo, in basso a destra, sono due timbri (rispettivamente LUGT 4066, non identificato, e LUGT 788b identificato invece con quello della collezione di Ludwig Pollak, 1868-1943). Il foglio è incollato ai quattro angoli a una carta leggera (XX secolo). Sul verso di questa è un rinforzo cartaceo al centro in alto e un buco (che lascia intatto il disegno originale) nell'angolo sinistro in alto. A parte un generale ingiallimento, una lieve consunzione agli angoli e un piccolo danno (da esposizione all'acqua) che ha provocato ondulazioni al centro, il foglio originale è in ottime condizioni.
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Lotto 54 Cornelis Cort (1533-1578). Angelica salvata da Ruggero. 1565. Bulino. Foglio mm 302x447. Sellink-Leeflang (TNH), n. 192; Bierens de Haan, n. 222; Bury, 2001, n. 54. Bellissimo esemplare (I stato di 4), perfettamente inchiostrato, di una delle sei incisioni a bulino, la più antica, realizzate in Italia dall'olandese su invenzione e disegno di Tiziano tra il 1565 e il 1566. Per questa esiste anche un disegno strettamente correlato con la preparazione della stampa e forse di mano dello stesso Cort (cfr. H. E. Wethey, Titian and his drawings, 1987, pp. 50-52, e n. 42, pp.158-59). Il primo stato è anteriore all'inserimento del nome dell'incisore. In basso nell'angolo a sinistra "Cum Privilegio.", più verso il centro "1565" e a destra: "Titianus". La filigrana non è pienamente leggibile. La stampa, su carta bianca a vergelle, è rifilata ai margini. È visibile una filigrana al centro della metà sinistra del foglio. Vi sono tracce di antichi montaggi agli angoli, ove sono anche visibili alcune spellature e lievissime mancanze. Nel complesso è in ottime condizioni.
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Lotto 55 Cornelis Cort (1533-1578). Sacra famiglia. 1571. Bulino. Matrice: mm 290x234. Foglio: mm. 283x235. Bartsch, 52; M. Sellink - Leeflang (TNH), n. 87. Esemplare bellissimo e finemente inchiostrato della stampa realizzata da Cornelis Cort da un dipinto di Federico Zuccari datato 1571. In basso al centro, entro i margini, la firma "Cornelio Cort fe." (I stato di 2). Sul verso è un'iscrizione manoscritta a penna "P. Mariette", che ne indica forse l'antica provenienza. Carta bianca a vergelle, con filigrana (all'altezza della testa di S. Anna) non leggibile. La stampa è rifilata ai margini, che sono ancora visibili su tre lati ad eccezione di quello destro. Alcune macchie sul verso e una leggera consunzione agli angoli non compromettono affatto la qualità e lo stato di conservazione dell'opera.
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Lotto 56 Noël Nicolas Coypel (1690-1734). Testa muliebre. Prima metà del XVIII secolo. Carboncino, matita nera e rossa, tocchi di bianco; carta cerulea a vergelle. Foglio: mm 275x157. Il disegno, già attribuito a Gandolfi (si veda l'iscrizione manoscritta a penna e inchiostro in basso a destra, in alto a sinistra "N :40") è piuttosto da ascrivere a Noël Nicolas Coypel fratello di Antoine (si veda per confronti DELAPLANCE, 2004; MARANDET, 2011). In ottime condizioni di conservazione, il foglio originale presenta margini intonsi per tre lati; è trattenuto alla cornice cartacea (sec. XIX-XX) per sei punti incollati a strisce di carta dal verso.
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Lotto 57 Giovan Battista Crespi (detto il Cerano) (1573-1632). Santo orante a braccia aperte. Prima decade del XVII secolo. Matita nera e gesso; carta preparata e tinta. Foglio: mm 212x155. Il disegno mantiene intatte le caratteristiche qualitative della mano del Cerano, nonostante la leggera ossidazione della preparazione abbia provocato un oscuramento della superficie. Il disegno è interamente incollato a una carta bianca -forse settecentesca- pesante a vergelle, su cui s'intravedono, dal verso, i segni agli angoli di un precedente incollaggio. Il foglio originale non è in perfette condizioni e mostra alcune mancanze nella parte centrale.
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Lotto 58 Domenico Cresti (detto il Passignano) (1559-1638). Studio di Santo e figure (recto). Studi di putti (verso). Fine del XVII secolo. Matita rossa, penna e inchiostro acquerellato; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 120x90. Disegno di grande intensità e freschezza. -
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Lotto 59 Donato Creti (1671-1749). Natività. Prima metà del XVIII secolo. Penna e inchiostro, acquerellato con inchiostro grigio; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 99x90. Splendido disegno in piccolo formato, già completo nella composizione. Il foglio è stato tagliato ma s'intravede ancora, ai margini, una linea di cornice eseguita a mano, con penna e inchiostro, inserita con probabilità dall'artista stesso (cfr. per il corpus grafico dell'artista RICCOMINI, 2012). Il foglio, nonostante due piccole mancanze lungo il bordo superiore e all'angolo destro in alto, è intatto e ben conservato.
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Lotto 60 Donato Creti (1671-1749). Studio di due figure. Fine XVII secolo - inizi XVIII secolo. Penna e inchiostro nero, matita nera; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 170x123. Il disegno, forse una prima idea per una Predicazione di San Giovanni Battista è perfettamente coerente con la prolifica produzione grafica di Creti. Proviene da collezione privata (cfr. N. Roio, in CENTO DISEGNI, 1998, n. 77). Il foglio ha sofferto lievemente di precedenti incollaggi dei quali rimangono tracce visibili sul recto, ma solo lungo i bordi. È ancora parzialmente attaccato a un supporto cartaceo antico (sec. XVIII).
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Lotto 61 Donato Creti (1671-1749). Visitazione. Prima metà del XVIII secolo. Penna e inchiostro, acquerellato con inchiostro grigio; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 115x102. Anche questo splendido disegno, uno schizzo completo di tutte le indicazioni luministiche, mantiene intatte le caratteristiche del tratto vibrante del Creti (cfr. per il corpus grafico dell'artista RICCOMINI, 2012). Il disegno proviene dalla raccolta di Giuseppe Vallardi, alla quale si riferisce il timbro in basso a sinistra (LUGT 1223). Il foglio è stato ritagliato in piccolo formato ed è controfondato, ossia interamente incollato a un supporto cartaceo. A parte un raggrinzimento verso l'angolo in alto a destra, il disegno è nel complesso in ottimo stato.
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Lotto 62 Giovan Gioseffo Dal Sole (1654-1719). Studi di due teste. Secolo XVII. Matita rossa e inchiostro acquerellato marrone; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 120x103. Sul verso alcuni schizzi a matita rossa e, all'angolo sinistro, manoscritta a penna e inchiostro l'iscrizione "G. g. Dal Sole dis.". Nonostante le condizioni non ottime del foglio, la qualità grafica del disegno, caratterizzato da un fluido tratto a matita rossa rinforzato dall'acquerellatura, è intatta. Il foglio presenta numerose macchie e foxing diffuso.
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Lotto 63 Stefano Della Bella (1610-1664). Cartiglio con due fregi ornamentali con fogliami e figure. Acquaforte. Matrice: mm 78x242. Foglio: mm 78x243. De Vesme-Massar, 1971, n. 1000. Tavola n. 14 dalla serie Ornamenti di fregi e fogliami. Esemplare fresco e ben conservato, firmato in basso a sinistra "S. D. Bella invenit et fecit"; a sinistra "Cum Privilgius Regis. 14". (I stato di 4). La stampa, su carta bianca vergellata, è rifilata ai margini che tuttavia sono ancora visibili ad eccezione di alcuni punti del lato superiore. L'inchiostratura è fresca; il foglio non presenta danni ed è in ottime condizioni di conservazione: esso è incollato dal verso al supporto cartonato sottostante con due strisce di carta (sec. XX) visibili dal verso, in due punti del bordo superiore.
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Lotto 64 Stefano Della Bella (1610-1664). Tondo con figure. 1626-27. Penna e inchiostro, su carta bianca. Foglio originale: diam. mm 52. Supporto: mm. 65x64. Splendido 'tocco in penna' di Stefano della Bella, databile al terzo decennio del secolo (cfr. CATELLI ISOLA 1976, in part. nn. 1-5), perfettamente conservato. Il disegno è appartenuto alla collezione di Robert Stayner Holford di cui è presente il timbro (LUGT 2243, apposto sul verso del supporto). Il disegno, incorniciato da una linea a penna e inchiostro, è stato tagliato e interamente incollato al supporto sottostante.
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Lotto 65 Stefano Della Bella (1610-1664). Veduta della navata centrale di San Lorenzo con il catafalco del principe Francesco de’ Medici. 1634. Acquaforte. mm 293x203. Foglio: mm 301x211. De Vesme - Massar n. 74 (non citano altri stati). Esemplare (III stato di 3) della tavola pubblicata per la prima volta a Firenze da Landini nel 1634 come allegato del volume di Andrea Cavalcanti Esequie del Serenissimo Principe Francesco: celebrate in Fiorenza dal Serenissimo Ferdinando II, Granduca di Toscana Suo Fratello, nell'insigne collegiata di San Lorenzo il 30 d'agosto 1634. La filigrana è un cono (o corno) inscritto in un cerchio. Stampa molto fresca, con buoni margini e un lieve danno all'angolo superiore sinistro. Carta bianca a vergelle, filigranata.
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Lotto 66 Stefano Della Bella (1610-1664). Terza Scena: Giardino di Venere. 1637. Acquaforte. Matrice: mm 203x293. Foglio: mm 233x324. De Vesme-Massar, n. 921. Edizione tardo-settecentesca delle lastre originali della serie in 8 tavole, derivata dall'invenzione di Alfonso Parigi per l'allestimento della commedia musicale Le Nozze degli Dei in occasione del matrimonio tra Ferdinando II de' Medici, granduca, e Vittoria della Rovere, nel 1637. Si legge infatti in basso a sinistra: "Alf.us Parig.us Inv. Stefa.us Della Bella Delin. e F.". Le matrici incise rimasero nella raccolta calcografica granducale medicea. Nel XVIII secolo furono ristampate a partire dal 1735 (Baroni 2011, pp. 60-63, 78-79) e poi, forse, anche dopo il 1771, quando le matrici andarono disperse, o più probabilmente vendute. Il foglio è in buone condizioni e presenta ampi margini e una inchiostratura molto fresca. La carta grave, tardo-settecentesca, è vergellata. Il foglio è attaccato al supporto sottostante (passe-partout sec. XIX-XX) con due strisce di carta incollate sul verso lungo il bordo superiore.
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Lotto 67 Stefano Della Bella (1610-1664). Diverses exercices de cavalerie Dedié A Monseur Destillac Enfant d’honneur du Roy. 1642/1646. Acquaforte. Matrice: mm 87x71 (frontespizio). Foglio: mm 97x77; De Vesme-Massar, nn. 227-245. Esemplare completo della serie di 19 tavole (incluso il frontespizio con l'iscrizione e la dedica) pubblicata a Parigi da Israël Henriet senza data (cronologicamente collocabile intorno al 1642, per De Vesme e al 1646, per Massar) eseguita per omaggiare Luigi XIV con la dedica al giovane cavaliere della corte d'onore del Re, Destissac. Stato unico. Le condizioni di conservazione della serie sono sostanzialmente buone: l'inchiostratura è ancora abbastanza fresca e la carta bianca vergellata, seppur lievemente ingiallita, è in buone condizioni e presenta caratteristiche omogenee in tutti i fogli. Gli esemplari hanno tutti buoni margini ad eccezione di tre tavole (Il Cavallo a terra; Zuffa di cavalli; La giumenta e il puledro) che sono state invece ritagliate entro i margini. Piccole mancanze e qualche raro strappo agli angoli.
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Lotto 68 Stefano Della Bella (1610-1664). Cartiglio con stemma de’ Medici e due Putti. post 1650. Acquaforte. Foglio: mm 155x193 ca. De Vesme-Massar, 1971, n. 1032. Esemplare con timbro di antica collezione privata sul verso. (Conosciuta in 3 stati). La stampa, su carta bianca vergellata, è tagliata ai margini laterali e manca della parte inferiore. Lieve ingiallimento.
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Lotto 69 Stefano Della Bella (1610-1664). Due Cavalieri Polacchi. 1650 ca. Acquaforte. Matrice: mm 190x185. Foglio: mm 229x250. De Vesme-Massar, n. 280. Seconda edizione della prima tiratura, con l'aggiunta dell'effetto lavis. Fa parte della serie dei cavalieri in 11 tavole in tondo, ma senza numerazione, realizzata da Stefano della Bella intorno al 1650. A parte lievi ingiallimento e foxing, la stampa è fresca e in ottime condizioni. Ampi margini. Carta bianca a vergelle e filigranata.
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Lotto 70 Stefano Della Bella (1610-1664). Un Cavaliere Ungherese. 1650 ca. Acquaforte. Matrice: mm 190x190. Foglio: mm 242x189. De Vesme-Massar, n. 278. L'esemplare deriva da un'edizione tardo-settecentesca dalle lastre originali. Sono presenti le iniziali "S.D.B." esternamente al tondo, lungo il profilo in basso. La tavola fa parte della serie dei cavalieri in 11 stampe realizzata dal fiorentino intorno al 1650. Tutte le matrici di questa serie pervennero nella raccolta granducale medicea a Firenze nel 1672 (cfr. Baroni 2011, doc. 8a, p. 111) e nel XVIII secolo vennero ristampate per la prima volta a partire dal 1735 (Baroni 2011, pp. 60-63) e poi successivamente al 1771, quando le matrici furono forse vendute e disperse. Stampa fresca, con ampi margini su carta grave a vergelle bianca. Il foglio è attaccato al supporto cartaceo sottostante (passe-partout XIX-XX sec.) da una striscia di carta incollata lungo il bordo superiore dal verso.
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Lotto 71 Stefano Della Bella (1610-1664). Un Cavaliere Ungherese grasso e vecchio. 1650 ca. Acquaforte. Matrice: mm 187x180. Foglio: mm 238x225. De Vesme-Massar, n. 277. L'esemplare deriva da un'edizione tardo-settecentesca dalle lastre originali. Ė presente la firma, al di fuori del tondo in basso a destra: "S. D. Bella F". La tavola fa parte della serie dei cavalieri in 11 stampe realizzata dal fiorentino intorno al 1650. Tutte le matrici di questa serie pervennero nella raccolta granducale medicea a Firenze nel 1672 (cfr. Baroni 2011, doc. 8a, p. 111) e nel XVIII secolo furono ristampate per la prima volta, a partire dal 1735 (Baroni 2011, pp. 60-63) e poi, successivamente al 1771, quando le matrici andarono disperse, o più probabilmente vendute. Stampa fresca, con ampi margini su carta grave a vergelle bianca. Lieve ingiallimento da esposizione prolungata e rare macchie. Nel complesso presenta buone condizioni. Il foglio è attaccato al supporto cartaceo sottostante (passe-partout XIX-XX sec.) da una striscia di carta incollata lungo il bordo superiore del verso.
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Lotto 72 Stefano Della Bella (1610-1664). Templi Antonini. 1656. Acquaforte. Matrice: mm 318x289. Foglio: mm 322x291. De Vesme-Massar, n. 833. Esemplare in II stato di 2. La stampa conserva un po' di margini: vi sono alcune mancanze e tracce di un precedente restauro conservativo (tre rinforzi cartacei visibili dal verso, XX secolo). Il foglio è attaccato al passe-partout con due strisce di carta incollata lungo il bordo superiore del verso.
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Lotto 73 Stefano Della Bella (1610-1664). Il Gigante di Pratolino. 1657. Acquaforte. Matrice: mm 246x380. Foglio: mm 259x395. JOMBERT 1772, n. 178; DE VESME – MASSAR 1971, n. 838; FORLANI TEMPESTI (1973), pp. 97-98, n. 52. Esemplare appartenente alla serie delle vedute della Villa Medicea di Pratolino, eseguite da Stefano della Bella al suo ritorno a Firenze, forse per conto di Mattias de' Medici (cfr., anche per la bibliografia precedente, BARONI 2011, pp. 41-46, in part. 45-46). Furono stampate per la prima volta soltanto nel 1742 dagli stampatori granducali Tartini e Franchi per illustrare la pubblicazione di Bernardo S. Sgrilli intitolata: Descrizione della Regia Villa, fontane e fabbriche medicee di Pratolino. L'esemplare è su carta bianca a vergelle con filigrana; non è rifilato, conserva buoni margini ed è ancora ben fresco. Foxing diffuso, soprattutto lungo i bordi del foglio dove sono presenti alcune mancanze.
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Lotto 74 Giuseppe Fancelli (1763-1840). Scena di sacrificio. Fine del XVIII secolo. Penna e inchiostro, matita nera, inchiostro acquerellato; carta bianca fine a vergelle. Foglio: mm 155x209. Rara opera grafica dell'artista che nell'800 trovò poi fortuna nella sua città come specialista di monumenti funerari, eseguiti in collaborazione con il fratello. Il foglio è parzialmente incollato al supporto sottostante dal verso del lato sinistro. La carta alla quale è attaccato è pesante e bianca a vergelle (sec. XVIII). Sono presenti alcuni strappi e mancanze lungo i lati.
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Lotto 75 Pietro Fancelli (1764-1850). Studio accademico di ritratto femminile in vesti di Athena. 1790 ca. Matita nera, carboncino e gesso; carta marroncina, a vergelle, filigranata (corona a 5 raggi e le lettere "FVF" e le cifre "bb"). Foglio: mm 560x413. In basso a destra, manoscritta la firma "Fancelli fece". Questo bel disegno di studio si colloca nell'ambito della produzione giovanile del Fancelli. Il foglio presenta lievi danni (fori e strappi e sporcizia) soprattutto lungo i bordi. Leggero ingiallimento della superficie.
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Lotto 76 Rodolfo Fantuzzi (1781-1832). Paesaggio fluviale con ponte in forma di tempio ed erma. 1815 ca. Penna e inchiostro su tracce lievissime di matita nera; carta bianca a vergelle, tardo-settecentesca, filigranata. Foglio: mm 191x228. Lo schizzo, realizzato con mano sicura e senza ripensamenti, è chiaramente uno studio preparatorio per una composizione compiuta, racchiusa in quattro linee di cornice a penna eseguita con la medesima tecnica. Il foglio richiama le invenzioni illusionistiche della decorazione interna delle sale di Palazzo Hercolani a Bologna (ca. 1815-16, cfr. Roli, 1977, ad Indicem; L'arte del Settecento, 1979, p. 341). Il foglio è in ottime condizioni di conservazione: leggere spellature della carta lungo i bordi e tracce di due precedenti incollaggi agli angoli superiori in alto.
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Lotto 77 Giovan Battista Gaulli (detto il Baciccio) (1639-1709). Angeli Musicati e Visione di Santo (recto). Studi di decorazioni (verso). Seconda metà del XVII secolo. Recto: penna e inchiostro acquerellato, matita nera. Verso: matita nera, penna e inchiostro; carta bianca a vergelle, filigranata. Foglio: mm 380x251. Il foglio è stato utilizzato come strumento di studio nella preparazione forse di più opere. Macchie diffuse ma nel complesso è in ottimo stato di conservazione.
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Lotto 78 Alessandro Gherardini (1655-1726) [attribuito a.. Allegoria di Fiume. Fine del XVIII secolo. Matita rossa, penna e inchiostro, su carta bianca fine a vergelle. Foglio: mm195x128. In alto, al centro, in grafia antica il numero a penna e inchiostro "4". Il foglio è tagliato agli angoli e incollato solo agli angoli al supporto di cartoncino sottostante (sec. XX). Nonostante alcune rare macchie d'inchiostro, il disegno è in discrete condizioni.
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Lotto 79 Luigi Giachi (XVIII secolo) e altri. Carta geografica manoscritta della Comunità di S. Casciano, scala Miglia Quattro. XVIII secolo. Matita nera, penna e inchiostro, acquerello grigio, azzurro, giallo, rosso-marrone; carta pesante. Foglio: mm 555x430. La scala della carta è espressa in miglia toscane. Nella carta il territorio è delimitato a nord dal fiume Greve, che lo separa dalla comunità del Galluzzo e da quella di Greve, e a sud è attraversato dal fiume Pesa, confinante con le comunità di Barberino, Montespertoli e Casellina. A parte rare spellature lungo i bordi, un piccolo strappo nel margine inferiore e un lieve ingiallimento diffuso, il foglio è in ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 80 Felice Giani (1758-1823) [attribuito a]. Scena storica (Morte di Cesare?). Fine del XVIII secolo. Penna e inchiostro, acquerellature inchiostro grigio; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 240x250. Bel disegno, dal ductus vivace e fortemente espressivo, avvicinabile all'ambito del Liber Studiorum (cfr. PUPILLO, 2013). Il foglio è interamente incollato a un supporto di carta bianca pesante a vergelle (sec. XVIII) ritagliato forse dalla pagina di un album. Sono presenti alcuni piccoli fori e un lieve danno al centro verso sinistra.
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Lotto 81 Corrado Giaquinto (1703-1766). Allegoria della Temperanza. 1760 ca. Matita rossa, penna e inchiostro, inchiostro grigio acquerellato su carta bianca a vergelle, filigranata (sole a cinque punte inscritto in cerchio, diam. mm 45) lievemente tinteggiata. Foglio: mm 157 x 155. Il marchio ripetuto sia sul disegno che sul supporto, appartiene alla Collezione di Jean Pierre Cornet (Paris ca. 1970, cfr. Lugt 3570). L'attribuzione a Corrado Giaquinto di questo studio è convincentemente confermata dal confronto con lo stile veloce ed essenziale dei fogli preparatori il Palazzo Reale di Madrid, opera databile tra il 1760 e il 1762, conservati in gran parte nella Certosa di San Martino a Napoli (cfr. Muzii Cavallo, 2005). In particolare, la citazione del cornicione in questo studio potrebbe proprio riferirsi alla preparazione delle finte allegorie in stucco delle Virtù e delle Arti. Il disegno, ottimamente conservato, è interamente incollato su cartoncino azzurro e contornato da una linea di cornice a pennello.
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Lotto 82 Antonio Gionima (1697-1732). Testa virile barbuta con turbante. Prima metà del XVIII secolo. Carboncino e gesso; carta bianca a vergelle, preparata e tinta. Foglio: mm 280x225. Il foglio presenta uno strappo, malamente restaurato dal verso nella parte alta, verso sinistra. Alcune perdite ai bordi e agli angoli inferiori.
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Lotto 83 Hendrik Goltzius (1558-1617). Mucious Scaevola. 1586. Bulino. Foglio: mm 370x230. Supporto: mm 381x239. Bartsch 1803, III, (Comm.) p. 35, nn. 94-103 (.098); Leeflang (TNH) 2012, n. 166. Esemplare della tavola numerata 3 della serie dedicata agli uomini di valore dell'antichità, realizzata da Goltzius in 10 tavole nel 1586 (datata nel frontespizio). (II stato di 2). La stampa è rifilata entro i margini e interamente incollata a un foglio di carta bianca pesante a vergelle montato in un passe-partout (XX secolo) a cui è attaccato per il bordo superiore. Esemplare molto fresco, perfettamente inchiostrato e in ottimo stato di conservazione.
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Lotto 84 Hendrik Goltzius (1558-1617). L’Alleanza tra Athena e Mercurio. 1588 ca. Bulino. Foglio: mm 302x211. Strauss (TIB), V. 4, pp. 255-262, 278-285 (281); Hollstein, V, 11, p. 228, 237-244; Leeflang (TNH) 2012, n. 644. Esemplare perfettamente inchiostrato della stampa identificata per la prima volta da Strauss come opera di Hendrick Goltzius. In basso entro i margini a sinistra nell'angolo il numero "4" e al centro il monogramma di Goltzius come stampatore :"HG. excud." . Nel margine inferiore "Haec Patris e cerebro...numina sacra vires". (I stato di 3). Stampa rifilata entro i margini, su carta bianca vergellata, con una filigrana appena visibile lungo il bordo inferiore, al centro. Due piccoli strappi agli angoli inferiori, e altre lievi mancanze.
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Lotto 85 Jacopo Guarana (1720-1808). Testa muliebre. Fine del XVIII secolo. Carboncino e pastello; carta fine bianca a vergelle. Foglio: mm 261x205. Bellissimo studio di testa femminile in cui è espressa al meglio l'attitudine al disegno e la maniera "cignanesca" del pittore veronese che fu allievo di Giovan Battista Tiepolo e di Sebastiano Ricci. Il foglio presenta una macchia di vernice rossa, leggermente oleosa, lungo il lato sinistro in alto, forse derivata da uso in bottega. Un piccolo strappo nel bordo superiore. Nel complesso è in ottime condizioni di conservazione. ATTENZIONE ERRORE: LA BASE D'ASTA INDICATA NEL CATALOGO CARTACEO E' DI 2.000 EURO.
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Lotto 86 Romeyn Hooghe (de) (1645-1708). Battaglia. Seconda metà XVII secolo. Penna e inchiostro nero e grigio acquerellato; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 348x276. Il disegno è firmato in basso a destra a penna "R. de Hooge". La composizione inquadrata da una linea di cornice a penna e inchiostro nero, è chiaramente uno studio preparatorio per una stampa. Il tratto a penna, molto sicuro e pulito, denota la grande qualità del suo autore, uno dei maggiori acquafortisti della seconda metà del XVII secolo (cfr. Dallet–Petukhova, 2009; inoltre anche Landwehr, 1973; Coppens, 1995). Il disegno è in ottime condizioni di conservazione, a parte un lieve ingiallimento. Il foglio si trova in passe-partout (XX secolo): non è controfondato ma incollato per tre angoli (in basso a destra è libero) al supporto sottostante.
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Lotto 87 Jacobus Houbraken (1698-1780). Albertus Seba, Etzela Oostfrisius Pharmacopoeus Amstelodamensis. 1731. Bulino. Matrice: mm 440x302. Foglio mm. 478x341. Le Blanc n. 183. Esemplare originale, in unico stato, di grande qualità tecnica e ottimamente conservata del curioso ritratto che fu pubblicato come antiporta nell'opera in quattro volumi di Albertus Seba, - zoologo e farmacista olandese del XVIII secolo, oltre che collezionista di Naturalia - intitolata Locupletissimi Rerum Naturalium Thesauri accurata Descriptio, edita ad Amsterdam tra il 1734 e il 1765. L'autore, che non è citato in Hollstein, fu uno dei massimi incisori di ritratti di grandi dimensioni della prima metà del '700, tra i quali si annoverano anche Lord Arundel e il compositore George F. Handel. L'opera fu interamente dedicata dal suo autore alla rappresentazione e classificazione della propria vasta raccolta. La stampa, su carta vergellata bianca pesante, è molto fresca. Ampi margini. A parte la presenza di un leggero foxing e di rare tracce di precedenti incollaggi lungo gli angoli nel verso, è in buono stato di conservazione.
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Lotto 88 Girolamo Macchietti (1535-1592). Studio dell’Angelo per la Gloria di S. Lorenzo. 1577. Matita rossa, su carta bianca-avorio a vergelle. Foglio: mm 148x204. Il bel disegno è preparatorio per l'angelo della pala con la Gloria di S. Lorenzo, dipinta dal pittore fiorentino per la Collegiata di Empoli nel 1577 e oggi in deposito presso le Gallerie Fiorentine (cfr. Privitera, 1996, p. 163, n. 68). Si tratta di un foglio inedito, quadrettato dall'autore stesso per il trasferimento sul cartone del dettaglio dell'angelo e conserva intatta la freschezza ed estrema eleganza del tratto così tipico del Macchietti. Esso si collega a un altro foglio a matita rossa degli Uffizi, già individuato da Petrioli Tofani (annotazione sul passe-partout) come preparatorio per una delle figure inginocchiate nella stessa pala (GDSU 7290 F, cfr. Marcucci, 1955, p. 132, nota 29). Il disegno reca nell'angolo in basso a sinistra del recto il marchio della collezione di Giuseppe Vallardi (Lugt, 1223). In alto è un'annotazione, manoscritta a matita rossa: "B 217". Il foglio è controfondato, ossia interamente incollato ad una carta bianca vergellata settecentesca. Vi sono tracce di precedenti incollaggi agli angoli. Leggero ingiallimento, ma nel complesso il disegno originale è in buone condizioni e pienamente godibile.
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Lotto 89 Nicolaes Maes (1634-1693). Schizzo di figure in un paesaggio rurale. Seconda metà del secolo XVII. Penna e inchiostro su tracce di matita nera sottostante; carta bianca-gialletta pesante a vergelle, filigranata. Foglio: mm 163x213. Sul verso, manoscritta a penna e inchiostro il numero "5". Sul verso il foglio presenta le tracce di un precedente incollaggio; nel complesso è in ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 90 Maestro del Dado (1526 ca.-1560). Fregio con trionfo di amorini. Bulino. Foglio: mm 107x404. Bartsch XV, n. 37; Le Blanc, n. 67. L'esemplare è citato in unico stato da Bartsch. Esemplare su carta vergellata bianca, rifilato poco oltre i margini in cui s'intravede solo un tratto lungo il bordo inferiore a sinistra.
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Lotto 91 Lucio Massari (1569-1633). Miracolo di San Benedetto. 1630 ca. Penna e inchiostro acquerellato e tocchi di bianco; carta cerulea. Foglio: mm 186x140. Il foglio è controfondato, ossia interamente incollato a una carta bianca a vergelle pesante (XVII secolo).
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Lotto 92 Vincenzo Mazzi (Attivo fra il 1748 e il 1790 ). Studio di scenografia con modulo a serliana. Seconda metà del XVIII secolo. Penna e inchiostro acquerellato; carta bianca fine a filoni. Foglio: mm 204x295. In alto, all'angolo sinistro un timbro tondo non identificato con le lettere "MeB". Piccole macchie d'inchiostro nel verso, ma nel complesso il disegno è in perfette condizioni di conservazione.
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Lotto 93 Agostino Mitelli (1609-1660). Studio di porzione di tribuna interna. Prima metà del XVII secolo. Penna e inchiostro acquerellato, matita nera; carta bianca pesante a vergelle. Foglio: mm 240x128. Lo studio, forse preliminare per Palazzo Pitti, è perfettamente in linea con la migliore produzione grafica del quadraturista bolognese; è stato quasi certamente ritagliato da un foglio di maggiori dimensioni. Sul verso, alcune linee ondulate tracciate, in epoca contemporanea alla composizione del recto, con la penna e l'inchiostro. Il disegno è in ottimo stato di conservazione.
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Lotto 94 Francesco Morandini (detto il Poppi) (1544-1597). Studi di quattro figure. 1569 ca. Matita nera e inchiostro marrone acquerellato; carta bianca a vergelle, filigranata. Foglio: mm 136x190ca. Il foglio reca due annotazioni manoscritte a penna: in alto al centro, il numero "309". In basso, all'angolo, la cifra "P". Il foglio proviene dalla raccolta del Kupferstichkabinet di Berlino il cui timbro è presente sul verso (libera circolazione). Si tratta di uno studio giovanile del Poppi forse riconducibile alla preparazione di una delle scene dipinte sul ciborio ligneo progettato nel 1569 da Giorgio Vasari per la Cappella Bardi in Santa Croce, in particolare potrebbe trattarsi di una prima idea, in seguito radicalmente modificata, per la lunetta con la Raccolta della Manna (cfr. GIOVANNETTI 1995, in part. p.79, n.5, ill.7-11). Il foglio è attaccato al supporto sottostante (passe-partout del XX secolo) da due strisce di carta incollate dal verso. A parte lievi annerimenti lungo i bordi è in ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 95 Pietro Antonio Novelli (1729-1804). Santa in adorazione del Crocifisso (Santa Teresa d’Avila?). XVIII secolo. Penna e inchiostro nero e grigio acquerellato; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 154x108. A parte lievi macchie di vernice, il disegno è in ottimo stato di conservazione.
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Lotto 96 Pietro Antonio Novelli (1729-1804). San Francesco orante. XVIII secolo. Penna e inchiostro nero e grigio, anche acquerellato; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 130x107. Ritagliato in forma di medaglione ovale: interessante e notevole lo stile calligrafico e chiaroscurale impiegato a imitazione della stampa a bulino, con l'uso della penna e con l'aggiunta di una leggera acquerellatura del fondo. Il foglio è interamente controfondato e incollato al supporto sottostante. Ottimo stato di conservazione.