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Lotto 97 Pietro Antonio Novelli (1729-1804). Sant’Antonio Abate. XVIII secolo. Penna e inchiostro nero e grigio, anche acquerellato; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 122x86. Firmato in basso a sinistra, a penna: "Petrus Ant. Novelli inv. et del.". Sotto il medaglione "S.ANTONIUS AB.". Il foglio è interamente incollato al supporto sottostante, una carta vergellata bianca (sec. XIX). A parte piccole macchie d'inchiostro, è in ottimo stato di conservazione.
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Lotto 98 Pietro Antonio Novelli (1729-1804). San Giuseppe. XVIII secolo. Penna e inchiostro nero e grigio, anche acquerellato; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 132x110. Tecnica grafica accurata e perfettamente utilizzata a imitazione della stampa a bulino. Il foglio originale è interamente incollato a una carta bianca a vergelle (Sec. XVIII). In ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 99 Gaspare Osello (detto Patavinus) (1536-1560/80 ca.). Venere nasce dalle spine. 1564. Bulino. Matrice: mm 298x211. Foglio: mm 305x217. P. Bellini (1998), n. 28. Esemplare (I stato di 3) derivato da Luca Penni, a sua volta da una prima invenzione di Giorgio Ghisi (cfr. Boorsch-Spike (TIB), n. 40-[I] 400) ben conservato sebbene lievemente ingiallito. La stampa è su carta bianca a vergelle e conserva buoni margini. Sul verso, lungo il bordo destro, permangono i segni di un precedente montaggio.
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Lotto 100 Giuseppe Piattoli (1743 ca.-1823 ca.). Chi tardi arriva male alloggia. 1788 ca. Penna e inchiostro; carta bianca a vergelle, con filigrana (scudo con CLCL e due lettere esterne). Foglio: mm 200x280. La composizione è inquadrata da una linea di cornice a penna. In basso l'iscrizione manoscritta, con lo stesso inchiostro: " Chi tardi arriva male alloggia". Si tratta di uno studio preparatorio per una delle stampe appartenenti alla serie dei Proverbi Toscani espressi in figura da Giuseppe Piattoli pittore fiorentino incisi all'acquaforte da Carlo Lasinio nel 1788 (cfr. Cassinelli, 2004, III). In ottime condizioni di conservazione. Una lieve macchia sulla parte destra.
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Lotto 101 Camillo Procaccini (1551-1629). Riposo durante la fuga in Egitto. ante 1587. Acquaforte. Matrice: mm 225x280. Foglio: mm 240x300 ca. Bartsch XVIII, 20.3 Si tratta di un buon esemplare, anche se non freschissimo, della stampa originale (I stato di 2) (Bartsch ne cita uno solo). In alto nel cartiglio: "Camillo Percaci/no Inuent./Incidit"; in basso, all'interno dei margini, a destra: "Caspar. Daloli. Bol: excu.". L'esemplare, su carta bianca a vergelle conserva ancora buoni margini. Vi sono macchie diffuse e un foro nel margine inferiore al centro.
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Lotto 102 Ercole Procaccini (1515-1595). Samaritana al Pozzo. Prima metà del XVII secolo. Matita nera, penna e inchiostro acquerellato; carta bianca a vergelle. Foglio: mm197x241. In basso a destra, sulla cornice, manoscritta a penna e inchiostro, l'iscrizione: "Carracci" in calligrafia settecentesca. Controfondato. Il supporto è una carta settecentesca pesante a vergelle e filigranata. Il disegno è incorniciato da cinque linee a penna e inchiostro.
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Lotto 103 Marcantonio Raimondi (1480-1534). Le Tre Grazie (Sic Romae Carites Niveo Ex/Marmore Sculp). Bulino. Matrice: mm 332x223. Foglio: mm 364x255. Bartsch XIV.255.340; Delaborde 124; Hind 69e. Raro esemplare conosciuto in unico stato, con filigrana cinquecentesca (simile a Briquet n. 4928). Sul verso sono presenti due timbri di collezioni. L'esemplare, su carta bianca a vergelle e filigranata. conserva ampi margini. A parte un lieve ingiallimento da esposizione e rare tracce lungo i bordi esterni, dal verso, di antiche montature, la stampa è in ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 104 Marcantonio Raimondi (1480-1534) [scuola di]. Devozione al Mito di Ercole. Bulino. Foglio: mm 227x216. Cirillo Archer (TIB), n. 2801.092. Raro esemplare della stampa attribuita da Passavant (J. D. Passavant, Le Peintre-Graveur, Leipzig, 1860-64, 6 voll., VI, p. 90, n. 133) ad Anonimo incisore della stretta scuola di Marcantonio Raimondi. Reca sul verso un timbro di collezione (non identificata) e alcune iscrizioni. Stampa rifilata ai margini, su carta bianca a vergelle. L'esemplare è parzialmente incollato al supporto cartaceo sottostante - sul cui recto è visibile in alto a destra la cifra "3" - a sua volta attaccato al passe-partout (XX sec.) solo per il verso del bordo superiore.
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Lotto 105 Marcantonio Raimondi (1480-1534). Davide e Golia. 1518-20. Bulino. Foglio: mm 267x393. BARTSCH 10; DELABORDE, p. 278, (II stato di 3). L'esemplare, derivato da un'invenzione di Raffaello, reca in basso a sinistra nella piccola tavoletta il monogramma "MAF". Sul verso sono presenti alcune antiche iscrizioni manoscritte, la più notevole delle quali, a penna e inchiostro sulla parte destra del foglio, indica forse un'antica provenienza e recita: "PJMariette 1676". La stampa, su carta bianca a vergelle, è rifilata entro i margini. Inchiostratura fresca. Vi è una striscia di carta incollata al centro sul verso, lungo la linea longitudinale centrale del foglio, a rinforzo di un'antica piegatura del foglio. Ingiallimenti e lievi mancanze diffuse provocate anche da un antico incollaggio su supporto cartaceo di cui si leggono ancora le tracce esclusivamente nel verso.
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Lotto 106 Giovanni Agostino Ratti (1699-1775). Pulcinella infelice. Metà del XVIII secolo. Acquaforte. Foglio: mm 315x307. De Vesme (1905), n. 21. Esemplare ben inchiostrato e molto fresco (stato unico). Sul verso, nell'angolo in basso a sinistra ci sono alcune cifre manoscritte a penna in calligrafia antica. La filigrana (visibile sulla metà destra della pagina) rappresenta un grande giglio con le cifre "S" e "F" ai lati della base. L'esemplare su carta bianca a vergelle con filigrana, mantiene i margini su tre lati, mentre quello inferiore è tagliato. Il foglio, che sul verso presenta lungo il bordo due piccoli rinforzi cartacei, è nel complesso in buone condizioni di conservazione.
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Lotto 107 Guido Reni (1575-1642) [scuola di]. Lactasti Sacro Ubere. 1590/1610. Acquaforte. Matrice: mm 154x132. Foglio: mm160x137. Bartsch (Reni), n. 46; De Grazia Bohlin (TIB), 39, p. 411, n. 3 (200); Birke (TIB), 40, p. 202, n. 51 (303); Bohn (TIB), 39 (2 Comm.), p. 274, n. 3906.027. La stampa fu attribuita a Guido Reni dal Bartsch ma è stata poi ricusata da Birke e Bohn che la riferiscono genericamente alla scuola di Reni, ritenendola desunta da una invenzione di Annibale Carracci come indicato dall'iscrizione a sinistra entro il margine "Ani. Ca./in.". L'originale deriva, infatti, da un perduto dipinto di Annibale Carracci che dovette riscuotere al tempo molto successo, dimostrato da numerose copie e derivazioni conosciute. Sul verso è presente una numerazione manoscritta a penna "N. 2182". (I stato di 2). L'esemplare, in buone condizioni e con inchiostratura ancora ben definita seppur non freschissima, su carta bianca vergellata. Nel complesso è in ottime condizioni di conservazione: presenta buoni margini e risulta attaccato al supporto sottostante in cartoncino (XX secolo) da una striscia di carta incollata sul verso che non ne ostacola la visione completa.
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Lotto 108 Sebastiano Ricci (1659-1734). Studio di figure (Maria di Magdala “apostola apostolorum”di Gesù e le altre donne). 1700-02 ca. Penna e inchiostro, matita nera, inchiostro grigio acquerellato; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 290x205. Il disegno è appartenuto alla collezione viennese di Willem Koenig (sec. XIX) alla quale si riferisce anche il timbro sul verso, in basso a sinistra (LUGT 2653b). È collocabile nel momento in cui Ricci si trovava a Vienna, agli inizi del 1702, per la decorazione ad affresco del Castello di Schönbrunn (cfr. FLORES D'ARCAIS, 2012). Il foglio presenta alcuni lievi spellamenti, un antico raggrinzimento nella parte sinistra e, sul verso, due macchie d'inchiostro. Nel complesso, è in discreto stato di conservazione.
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Lotto 109 Salvator Rosa (1615-1673) [da]. Salvator Rosa Invenit Liber Primus (Figurine). Acquaforte. Matrice: mm 145x95 ca. Foglio: mm 166x110 ca; vedi Bellini-Wallace (TIB), 45, (Comm), .026, in part pp. 430-431, Appendix, nn. V e VII. Serie scompleta di 11 stampe. La prima edizione di questa raccolta, più nota come le Figurine, fu realizzata dal Rosa in 62 tavole all'acquaforte incise tra il 1656 e il 1657. Almeno otto diverse copie della stessa edizione furono eseguite tra la fine del XVII e la prima metà del XVIII secolo. Gli esemplari presenti in questo lotto potrebbero risalire in parte all'edizione incisa da Henri Bonnart (1642-1711) e caratterizzata dalle stesse misure e dalla numerazione in basso a sinistra delle tavole (60 in tutto, stessa direzione della serie originale) e in parte da quella realizzata da De Poully (Francia, Sec. XVII-XVIII), e stampata a Parigi ai primi del '700 (in 58 tavole in controparte rispetto all'originale), che in secondo stato ricevette inoltre l'aggiunta del Liber Primus, (con la cancellazione dell'indirizzo "A Paris chez De Poully") e le iscrizioni Liber Secundus, Liber Tertius e Liber Quartus al frontespizio e altre tre stampe una delle quali presenti anche in questo lotto. In esso sono presenti esemplari di entrambe le serie; in particolare il frontespizio (tav. 1) e le tavole 9, 26, 28, 32, 41, 45, 46, 48, 51, più una tavola dalla numerazione mancante. Tutti gli esemplari, abbastanza freschi e ben inchiostrati sono su carta bianca vergellata; una filigrana non pienamente leggibile si trova solo sulla tavola 46. Le stampe hanno ampi margini. Lievi ingiallimenti e alcune tracce molto leggere di umidità (soprattutto nella tav. 1).
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Lotto 110 Martino Rota (1520 ca.-1583). Il Giudizio Universale. 1569. Bulino. Matrice: mm 319x229. Foglio: mm 318x229. Bartsch, XVI, 151. Le Blanc, 34; Bellini (Ghisi), 51/9. Firmato sulla lastra in basso a sinistra "Martinus Rota / Sebenicensis / 1569" e, accanto, la dedica a Pietro Strozzi segretario del Papa Paolo V. Esemplare della celebre versione incisa dal croato Martino Rota dal capolavoro di Michelangelo, il Giudizio sistino, scoperto nel 1542. (I stato su 2). Esemplare fresco e molto ben definito stampato su carta bambagina compatta. Margini rifilati, tranne quello inferiore, entro l'impronta della lastra. Buone condizioni di conservazione a parte un piccolo foro nella parte centrale a sinistra e un leggero ingiallimento della carta, esclusivamente al verso. Il foglio risulta attaccato all'antico passe-partout (XX secolo) da due strisce di carta incollata.
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Lotto 111 Agostino Scilla (1629-1700). San Girolamo. 1680 ca. Matita nera, penna e inchiostro; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 233x180. Supporto cartaceo: mm 250x194. Il disegno è una rara opera di Agostino Scilla, artista siciliano che si formò a Roma con Andrea Sacchi e fu attivo anche a Torino. È databile al 1680, per il confronto le sue migliori opere tra cui gli affreschi del Duomo di Siracusa. Al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi esistono altri due disegni a lui attribuiti (cfr. HYERACE 2007, pp. 159-160). Il foglio, in ottime condizioni di conservazione, è interamente incollato a un supporto cartaceo (sec. XVII-XVIII) ritagliato forse da una pagina di album, a sua volta incollato a un cartoncino marrone (sec. XX) lungo il margine superiore.
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Lotto 112 Elisabetta Sirani (1638-1665). Madonna con Bambino, Santa Elisabetta (?), San Giovannino e angeli. Metà del XVII secolo. Penna e pennello, inchiostro acquerellato, matita di grafite; carta bianca-avorio a vergelle, filigranata. Foglio: mm 221x168. Si tratta di uno schizzo preparatorio di grande intensità chiaroscurale, perfettamente coerente con la produzione grafica dell'artista bolognese (in particolare i disegni del Louvre con la Carità, inv. 35361 e il foglio con la Morte di Didone sul recto e uno studio di Annunciazione sul verso, inv. 42260, cfr. anche Pigler 1974, II, p. 315 e, più in generale sullo stile grafico B. Bohn, Elisabetta, 1974), a cui l'accomuna anche la caratteristica d'inquadrare la composizione all'interno di una marcata linea di cornice eseguita, come il resto, a penna e pennello. Il foglio, a parte due pieghe nella parte superiore, alcune piccole macchie sul verso e un rinforzo cartaceo incollato lungo il bordo superiore, sempre dal verso, è in ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 113 Francesco Solimena (1657-1747) [attribuito a]. Testa di angelo. Fine XVII secolo - inizi XVIII secolo. Matita rossa, su carta fine bianca a vergelle. Foglio: mm 422x285. Il disegno, con tratto molto fine, soprattutto dal punto di vista luministico, rappresenta un accurato studio per una testa, probabilmente di angelo (due accenni all'ala sono infatti visibili sopra la spalla che dietro la nuca). La posa è ispirata a quella dell'angelo annunciante nella celebre Annunciazione di Federigo Barocci. Il foglio, restaurato per la parte del supporto cartaceo lungo il bordo superiore e ai lati, è in buono stato di conservazione. Alcune macchie e foxing sono presenti soprattutto nella parte inferiore del foglio.
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Lotto 114 Jonas Suyderhoef (1613 ca.-1686). Una coppia danzante all’osteria. 1660 ca. Bulino e acquaforte. Matrice: mm 448x380. Foglio: mm 492x413. J. Wussin-H. Hymans, Jonas Suyderhoef: son oeuvre gravé, classé et décri, Bruxelles, Laboure & Martens, 1862, n. 128; Hollstein (Dutch and Flemish), 27 (III di 3). Da A. van Ostade. Bella prova (stato III su 3) con l'indirizzo e il privilegio di J. Danckerts. Sono presenti due filigrane (uno scudo e un'iscrizione) non completamente leggibili. Ampi margini; lievi danni lungo i bordi del foglio. Carta bianca a vergelle, filigranata.
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Lotto 115 Herman (van) Swanevelt (1600 ca.-1655). Due paesaggi. (1) La Grande Cascade. (2) La Montagne. 1657 ca. (1) Acquaforte e ritocchi a bulino. Foglio: mm 305x237. (2) Acquaforte e ritocchi a bulino. Matrice: mm 313x242. Joubert (1821), p. 113; Le Blanc (ed. 1861), I, nn. 112-115; Le Blanc –Chasles, nn. 112-115. Queste tavole appartengono alla serie di quattro paesaggi senza data, che Joubert colloca dopo il 1657 identificandone due soli stati. Al centro, tra la parola "fecit" e "cum", è possibile intravedere l'indirizzo di A. Audran cancellato. (III stato di 3?). (1) Stampa rifilata entro i margini, su carta bianca a vergelle, filigranata e interamente incollata ad una carta bianca e sottile, anch'essa a vergelle e rifilata come la stampa. A parte lievi spellature del foglio originale (visibile solo con retroilluminazione) e un alone rossastro al centro, è in ottime condizioni. (2)Esemplare leggermente più stanco su carta bianca a vergelle filigranata. Buoni margini. Foxing lungo i bordi esterni ai margini.
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Lotto 116 Pietro Testa (1611-1650). Donna seduta. Prima metà del XVII secolo. Matita rossa su carta bianca a vergelle, filigranata. Foglio: mm 233x160. La composizione è in parte ispirata alla celebre Visione di Sant'Elena, incisione di Marcantonio Raimondi. Lievi spellamenti e piccole integrazioni (agli angoli e al centro nella parte superiore del foglio, intorno alla testa della figura) visibili soprattutto dal verso.
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Lotto 117 Alessandro Tiarini (1577-1668). Studio di testa virile. 1640-49. Matita rossa e nera (per la quadrettatura), tocchi di biacca, su carta cerulea a vergelle lievemente preparata e tinteggiata con inchiostro acquerellato marrone. Foglio: mm 152x166. La quadrettatura è realizzata dal pittore per l'ingrandimento e il trasporto della composizione. Si tratta dell'importante studio preparatorio definitivo per la testa di Adamo nella tela con Adamo ed Eva piangono la morte di Abele della Galleria Palatina. L'opera, eseguita intorno alla metà del quinto decennio del XVII secolo, entrò a far parte delle collezioni granducali medicee per volere del Gran Principe Ferdinando de' Medici, intorno al 1698 (cfr. sull'argomento Borea 1975). Il foglio, chiaramente ritagliato da una composizione originariamente più grande, a parte lievi spellature della carta, in particolare lungo i bordo laterale destro, è in ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 118 Giandomenico Tiepolo (1726-1804). Via Crucis. 1749. Acquaforte. Matrice: mm 209x185. Foglio: mm 341x257. NAGLER, 1817, n. 9; SACK, n. 1; MORASSI, p. 281; RIZZI, n. 39; SUCCI, p. 384-386. Esemplare completo (IV stato di 5) della serie di stampe in 15 tavole (frontespizio e 14 tavole con altrettante "stazioni"). Su carta bianca compatta, la serie è conservata in singoli fogli montati su passe-partout cartonato al quale sono incollati dal verso tramite due strisce di carta. Le tavole mantengono tutte ampi margini. A parte un leggero ingiallimento (non omogeneo in tutte le tavole) e qualche rara macchia, è in ottimo stato di conservazione.
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Lotto 119 Juan (de) Valdés (1622-1690). Paesaggio sul fiume con ponte e figure. Seconda metà del XVII secolo. Penna e inchiostro bistro, su pergamena. Foglio: mm 114x225. Opera di straordinaria qualità sia per l'accurata e minuta esecuzione, che per l'eccezionale stato di conservazione. Si tratta di un raro disegno firmato ("J. Devaldes f.", in basso a sinistra, verso il centro) dall'artista spagnolo che fu grande ammiratore di Jacques Callot. A parte lievi ondulazioni derivanti, agli angoli, dal parziale incollaggio al cartoncino marrone sottostante (secolo XX), il disegno è in ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 120 Giuseppe Varotti (1715-1780). Trionfo di Mardocheo. Seconda metà del XVIII secolo. Olio su carta, applicato su tela e inchiodato a telaio di legno. Foglio: mm 410x540. L'opera, un vero e proprio dipinto su carta, accentua l'effetto grisaille della composizione in perfetta coerenza con la produzione decorativa di soggetto storico dell'artista destinata agli interni privati. Il recente restauro ha provveduto esclusivamente a rintelare il dipinto originale e a sostituire il telaio. In ottime condizioni di conservazione.