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Lotto 49 Annibale Carracci (1560-1609) [attribuito a]. Samaritana al Pozzo. 1610. Acquaforte. Matrice: mm 290x403. Foglio: mm 297x420. Le Blanc, n. 16; Bartsch, XVIII.304.52: TIB XL.203.52 (come Reni). Birke (TIB), 40, (come Brizio), n. 4003.048. La rara stampa non è citata tra le opere di Annibale da Diane De Grazia Bohlin e neppure da Babette Bohn (1995). Infatti, già Adam Bartsch poneva l'incisione tra le possibili opere di Guido Reni. L'esemplare reca la firma di Annibale Carracci come inventor e incisore ed è derivata, in controparte, dal dipinto oggi alla Pinacoteca di Brera di Milano e da lui stesso eseguito intorno al 1595, prima della partenza per Roma. In basso a sinistra, entro il margine si legge infatti: "Anibal Car: Invent. e sculp."; al centro in basso "Petrus Stephanius formis Cum Privilegio" e, al centro "1610". (IV stato di 4). Il foglio potrebbe essere appartenuto a Pierre-Jean Mariette; sul verso vi sono, infatti, alcune preziose iscrizioni manoscritte in grafia antica: "P. Mariette 1640", in basso "epreuve avant divers travaux justament sur la tecnique de Jesus Christ - Collection Mariette Guido Reni attr."; poco sopra "Vente Latolle [o Latotte] 37". È presente anche una filigrana (nella parte destra) non perfettamente leggibile. L'esemplare presenta buoni margini; è attaccato al supporto cartonato sottostante (del XX secolo) per due strisce di carta incollate dal verso lungo il bordo superiore dove sono presenti lievi danni e un piccolo strappo centrale.
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Lotto 50 Giovanni Benedetto Castiglione (detto il Grechetto) (1609-1665). Tobia fa seppellire un cadavere. 1641/51. Acquaforte. Foglio mm 203x296. Bartsch, XXI, n. 12.5. Bello e raro esemplare, finemente inchiostrato. Conosciuto in unico stato. Esemplare su carta bianca a vergelle. Il foglio è controfondato, ossia interamente incollato a una carta pesante a vergelle (forse il foglio ritagliato di un album di grandi dimensioni) ben conservata. Tagliata ai margini, la stampa è tuttavia fresca, perfettamente leggibile e non presenta danni rilevanti, a parte un leggero ingiallimento da esposizione.
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Lotto 51 Giovanni Benedetto Castiglione (detto il Grechetto) (1609-1665). La presunta scoperta dei corpi dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. 1645/1651. Acquaforte. Foglio: mm 206x293. Bartsch, XXI, n. 17.4. Bellissimo esemplare, finemente inchiostrato, conosciuto in unico stato e firmato in basso a sinistra, oltre il margine, "CASTIGLIONE GENOVESE". La stampa, su carta bianca a vergelle, è tagliata ai margini e, a parte un lieve ingiallimento è in buone condizioni di conservazione. Il foglio è interamente incollato a una carta pesante a vergelle (forse il foglio ritagliato di un album di grandi dimensioni) che reca agli angoli tracce di precedenti incollature.
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Lotto 52 Bernhard Rode Chretien (1725-1797). Due putti bacchici. 1770 ca. Matita rossa, su carta bianca a vergelle. Foglio: mm 135x196. Il disegno è firmato in basso a sinistra: "Rode f.". Si tratta di uno splendido studio, realizzato dall'artista tedesco, specialista di dipinti a soggetto storico che fu anche incisore acquafortista (cfr. KOMANDER, 1998; MICHAELIS, 1999). Il foglio è in ottime condizioni: presenta un'antica piega longitudinale sulla parte destra. L'angolo destro in basso è stato lievemente tagliato e, in misura minore, anche quello in alto a sinistra.
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Lotto 53 Sebastiano Conca (1680-1764). La Carità. Post 1720. Carboncino, su carta gialletta a vergelle. Foglio: mm 194x225ca. L'opera si colloca nella fase matura del suo linguaggio grafico, che diviene più sfrangiato e rarefatto a partire dagli anni '20 del XVIII secolo (cfr. VITZHUM 1966 e 1967; SESTIERI 1976), più incline all'accento chiaroscurale, qui evidenziato dal tratteggio parallelo orizzontale. Sul verso della carta che funge da controfondo, in basso a destra, sono due timbri (rispettivamente LUGT 4066, non identificato, e LUGT 788b identificato invece con quello della collezione di Ludwig Pollak, 1868-1943). Il foglio è incollato ai quattro angoli a una carta leggera (XX secolo). Sul verso di questa è un rinforzo cartaceo al centro in alto e un buco (che lascia intatto il disegno originale) nell'angolo sinistro in alto. A parte un generale ingiallimento, una lieve consunzione agli angoli e un piccolo danno (da esposizione all'acqua) che ha provocato ondulazioni al centro, il foglio originale è in ottime condizioni.
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Lotto 54 Cornelis Cort (1533-1578). Angelica salvata da Ruggero. 1565. Bulino. Foglio mm 302x447. Sellink-Leeflang (TNH), n. 192; Bierens de Haan, n. 222; Bury, 2001, n. 54. Bellissimo esemplare (I stato di 4), perfettamente inchiostrato, di una delle sei incisioni a bulino, la più antica, realizzate in Italia dall'olandese su invenzione e disegno di Tiziano tra il 1565 e il 1566. Per questa esiste anche un disegno strettamente correlato con la preparazione della stampa e forse di mano dello stesso Cort (cfr. H. E. Wethey, Titian and his drawings, 1987, pp. 50-52, e n. 42, pp.158-59). Il primo stato è anteriore all'inserimento del nome dell'incisore. In basso nell'angolo a sinistra "Cum Privilegio.", più verso il centro "1565" e a destra: "Titianus". La filigrana non è pienamente leggibile. La stampa, su carta bianca a vergelle, è rifilata ai margini. È visibile una filigrana al centro della metà sinistra del foglio. Vi sono tracce di antichi montaggi agli angoli, ove sono anche visibili alcune spellature e lievissime mancanze. Nel complesso è in ottime condizioni.
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Lotto 55 Cornelis Cort (1533-1578). Sacra famiglia. 1571. Bulino. Matrice: mm 290x234. Foglio: mm. 283x235. Bartsch, 52; M. Sellink - Leeflang (TNH), n. 87. Esemplare bellissimo e finemente inchiostrato della stampa realizzata da Cornelis Cort da un dipinto di Federico Zuccari datato 1571. In basso al centro, entro i margini, la firma "Cornelio Cort fe." (I stato di 2). Sul verso è un'iscrizione manoscritta a penna "P. Mariette", che ne indica forse l'antica provenienza. Carta bianca a vergelle, con filigrana (all'altezza della testa di S. Anna) non leggibile. La stampa è rifilata ai margini, che sono ancora visibili su tre lati ad eccezione di quello destro. Alcune macchie sul verso e una leggera consunzione agli angoli non compromettono affatto la qualità e lo stato di conservazione dell'opera.
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Lotto 56 Noël Nicolas Coypel (1690-1734). Testa muliebre. Prima metà del XVIII secolo. Carboncino, matita nera e rossa, tocchi di bianco; carta cerulea a vergelle. Foglio: mm 275x157. Il disegno, già attribuito a Gandolfi (si veda l'iscrizione manoscritta a penna e inchiostro in basso a destra, in alto a sinistra "N :40") è piuttosto da ascrivere a Noël Nicolas Coypel fratello di Antoine (si veda per confronti DELAPLANCE, 2004; MARANDET, 2011). In ottime condizioni di conservazione, il foglio originale presenta margini intonsi per tre lati; è trattenuto alla cornice cartacea (sec. XIX-XX) per sei punti incollati a strisce di carta dal verso.
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Lotto 57 Giovan Battista Crespi (detto il Cerano) (1573-1632). Santo orante a braccia aperte. Prima decade del XVII secolo. Matita nera e gesso; carta preparata e tinta. Foglio: mm 212x155. Il disegno mantiene intatte le caratteristiche qualitative della mano del Cerano, nonostante la leggera ossidazione della preparazione abbia provocato un oscuramento della superficie. Il disegno è interamente incollato a una carta bianca -forse settecentesca- pesante a vergelle, su cui s'intravedono, dal verso, i segni agli angoli di un precedente incollaggio. Il foglio originale non è in perfette condizioni e mostra alcune mancanze nella parte centrale.
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Lotto 58 Domenico Cresti (detto il Passignano) (1559-1638). Studio di Santo e figure (recto). Studi di putti (verso). Fine del XVII secolo. Matita rossa, penna e inchiostro acquerellato; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 120x90. Disegno di grande intensità e freschezza. -
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Lotto 59 Donato Creti (1671-1749). Natività. Prima metà del XVIII secolo. Penna e inchiostro, acquerellato con inchiostro grigio; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 99x90. Splendido disegno in piccolo formato, già completo nella composizione. Il foglio è stato tagliato ma s'intravede ancora, ai margini, una linea di cornice eseguita a mano, con penna e inchiostro, inserita con probabilità dall'artista stesso (cfr. per il corpus grafico dell'artista RICCOMINI, 2012). Il foglio, nonostante due piccole mancanze lungo il bordo superiore e all'angolo destro in alto, è intatto e ben conservato.
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Lotto 60 Donato Creti (1671-1749). Studio di due figure. Fine XVII secolo - inizi XVIII secolo. Penna e inchiostro nero, matita nera; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 170x123. Il disegno, forse una prima idea per una Predicazione di San Giovanni Battista è perfettamente coerente con la prolifica produzione grafica di Creti. Proviene da collezione privata (cfr. N. Roio, in CENTO DISEGNI, 1998, n. 77). Il foglio ha sofferto lievemente di precedenti incollaggi dei quali rimangono tracce visibili sul recto, ma solo lungo i bordi. È ancora parzialmente attaccato a un supporto cartaceo antico (sec. XVIII).
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Lotto 61 Donato Creti (1671-1749). Visitazione. Prima metà del XVIII secolo. Penna e inchiostro, acquerellato con inchiostro grigio; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 115x102. Anche questo splendido disegno, uno schizzo completo di tutte le indicazioni luministiche, mantiene intatte le caratteristiche del tratto vibrante del Creti (cfr. per il corpus grafico dell'artista RICCOMINI, 2012). Il disegno proviene dalla raccolta di Giuseppe Vallardi, alla quale si riferisce il timbro in basso a sinistra (LUGT 1223). Il foglio è stato ritagliato in piccolo formato ed è controfondato, ossia interamente incollato a un supporto cartaceo. A parte un raggrinzimento verso l'angolo in alto a destra, il disegno è nel complesso in ottimo stato.
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Lotto 62 Giovan Gioseffo Dal Sole (1654-1719). Studi di due teste. Secolo XVII. Matita rossa e inchiostro acquerellato marrone; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 120x103. Sul verso alcuni schizzi a matita rossa e, all'angolo sinistro, manoscritta a penna e inchiostro l'iscrizione "G. g. Dal Sole dis.". Nonostante le condizioni non ottime del foglio, la qualità grafica del disegno, caratterizzato da un fluido tratto a matita rossa rinforzato dall'acquerellatura, è intatta. Il foglio presenta numerose macchie e foxing diffuso.
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Lotto 63 Stefano Della Bella (1610-1664). Cartiglio con due fregi ornamentali con fogliami e figure. Acquaforte. Matrice: mm 78x242. Foglio: mm 78x243. De Vesme-Massar, 1971, n. 1000. Tavola n. 14 dalla serie Ornamenti di fregi e fogliami. Esemplare fresco e ben conservato, firmato in basso a sinistra "S. D. Bella invenit et fecit"; a sinistra "Cum Privilgius Regis. 14". (I stato di 4). La stampa, su carta bianca vergellata, è rifilata ai margini che tuttavia sono ancora visibili ad eccezione di alcuni punti del lato superiore. L'inchiostratura è fresca; il foglio non presenta danni ed è in ottime condizioni di conservazione: esso è incollato dal verso al supporto cartonato sottostante con due strisce di carta (sec. XX) visibili dal verso, in due punti del bordo superiore.
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Lotto 64 Stefano Della Bella (1610-1664). Tondo con figure. 1626-27. Penna e inchiostro, su carta bianca. Foglio originale: diam. mm 52. Supporto: mm. 65x64. Splendido 'tocco in penna' di Stefano della Bella, databile al terzo decennio del secolo (cfr. CATELLI ISOLA 1976, in part. nn. 1-5), perfettamente conservato. Il disegno è appartenuto alla collezione di Robert Stayner Holford di cui è presente il timbro (LUGT 2243, apposto sul verso del supporto). Il disegno, incorniciato da una linea a penna e inchiostro, è stato tagliato e interamente incollato al supporto sottostante.
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Lotto 65 Stefano Della Bella (1610-1664). Veduta della navata centrale di San Lorenzo con il catafalco del principe Francesco de’ Medici. 1634. Acquaforte. mm 293x203. Foglio: mm 301x211. De Vesme - Massar n. 74 (non citano altri stati). Esemplare (III stato di 3) della tavola pubblicata per la prima volta a Firenze da Landini nel 1634 come allegato del volume di Andrea Cavalcanti Esequie del Serenissimo Principe Francesco: celebrate in Fiorenza dal Serenissimo Ferdinando II, Granduca di Toscana Suo Fratello, nell'insigne collegiata di San Lorenzo il 30 d'agosto 1634. La filigrana è un cono (o corno) inscritto in un cerchio. Stampa molto fresca, con buoni margini e un lieve danno all'angolo superiore sinistro. Carta bianca a vergelle, filigranata.
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Lotto 66 Stefano Della Bella (1610-1664). Terza Scena: Giardino di Venere. 1637. Acquaforte. Matrice: mm 203x293. Foglio: mm 233x324. De Vesme-Massar, n. 921. Edizione tardo-settecentesca delle lastre originali della serie in 8 tavole, derivata dall'invenzione di Alfonso Parigi per l'allestimento della commedia musicale Le Nozze degli Dei in occasione del matrimonio tra Ferdinando II de' Medici, granduca, e Vittoria della Rovere, nel 1637. Si legge infatti in basso a sinistra: "Alf.us Parig.us Inv. Stefa.us Della Bella Delin. e F.". Le matrici incise rimasero nella raccolta calcografica granducale medicea. Nel XVIII secolo furono ristampate a partire dal 1735 (Baroni 2011, pp. 60-63, 78-79) e poi, forse, anche dopo il 1771, quando le matrici andarono disperse, o più probabilmente vendute. Il foglio è in buone condizioni e presenta ampi margini e una inchiostratura molto fresca. La carta grave, tardo-settecentesca, è vergellata. Il foglio è attaccato al supporto sottostante (passe-partout sec. XIX-XX) con due strisce di carta incollate sul verso lungo il bordo superiore.
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Lotto 67 Stefano Della Bella (1610-1664). Diverses exercices de cavalerie Dedié A Monseur Destillac Enfant d’honneur du Roy. 1642/1646. Acquaforte. Matrice: mm 87x71 (frontespizio). Foglio: mm 97x77; De Vesme-Massar, nn. 227-245. Esemplare completo della serie di 19 tavole (incluso il frontespizio con l'iscrizione e la dedica) pubblicata a Parigi da Israël Henriet senza data (cronologicamente collocabile intorno al 1642, per De Vesme e al 1646, per Massar) eseguita per omaggiare Luigi XIV con la dedica al giovane cavaliere della corte d'onore del Re, Destissac. Stato unico. Le condizioni di conservazione della serie sono sostanzialmente buone: l'inchiostratura è ancora abbastanza fresca e la carta bianca vergellata, seppur lievemente ingiallita, è in buone condizioni e presenta caratteristiche omogenee in tutti i fogli. Gli esemplari hanno tutti buoni margini ad eccezione di tre tavole (Il Cavallo a terra; Zuffa di cavalli; La giumenta e il puledro) che sono state invece ritagliate entro i margini. Piccole mancanze e qualche raro strappo agli angoli.
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Lotto 68 Stefano Della Bella (1610-1664). Cartiglio con stemma de’ Medici e due Putti. post 1650. Acquaforte. Foglio: mm 155x193 ca. De Vesme-Massar, 1971, n. 1032. Esemplare con timbro di antica collezione privata sul verso. (Conosciuta in 3 stati). La stampa, su carta bianca vergellata, è tagliata ai margini laterali e manca della parte inferiore. Lieve ingiallimento.
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Lotto 69 Stefano Della Bella (1610-1664). Due Cavalieri Polacchi. 1650 ca. Acquaforte. Matrice: mm 190x185. Foglio: mm 229x250. De Vesme-Massar, n. 280. Seconda edizione della prima tiratura, con l'aggiunta dell'effetto lavis. Fa parte della serie dei cavalieri in 11 tavole in tondo, ma senza numerazione, realizzata da Stefano della Bella intorno al 1650. A parte lievi ingiallimento e foxing, la stampa è fresca e in ottime condizioni. Ampi margini. Carta bianca a vergelle e filigranata.
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Lotto 70 Stefano Della Bella (1610-1664). Un Cavaliere Ungherese. 1650 ca. Acquaforte. Matrice: mm 190x190. Foglio: mm 242x189. De Vesme-Massar, n. 278. L'esemplare deriva da un'edizione tardo-settecentesca dalle lastre originali. Sono presenti le iniziali "S.D.B." esternamente al tondo, lungo il profilo in basso. La tavola fa parte della serie dei cavalieri in 11 stampe realizzata dal fiorentino intorno al 1650. Tutte le matrici di questa serie pervennero nella raccolta granducale medicea a Firenze nel 1672 (cfr. Baroni 2011, doc. 8a, p. 111) e nel XVIII secolo vennero ristampate per la prima volta a partire dal 1735 (Baroni 2011, pp. 60-63) e poi successivamente al 1771, quando le matrici furono forse vendute e disperse. Stampa fresca, con ampi margini su carta grave a vergelle bianca. Il foglio è attaccato al supporto cartaceo sottostante (passe-partout XIX-XX sec.) da una striscia di carta incollata lungo il bordo superiore dal verso.
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Lotto 71 Stefano Della Bella (1610-1664). Un Cavaliere Ungherese grasso e vecchio. 1650 ca. Acquaforte. Matrice: mm 187x180. Foglio: mm 238x225. De Vesme-Massar, n. 277. L'esemplare deriva da un'edizione tardo-settecentesca dalle lastre originali. Ė presente la firma, al di fuori del tondo in basso a destra: "S. D. Bella F". La tavola fa parte della serie dei cavalieri in 11 stampe realizzata dal fiorentino intorno al 1650. Tutte le matrici di questa serie pervennero nella raccolta granducale medicea a Firenze nel 1672 (cfr. Baroni 2011, doc. 8a, p. 111) e nel XVIII secolo furono ristampate per la prima volta, a partire dal 1735 (Baroni 2011, pp. 60-63) e poi, successivamente al 1771, quando le matrici andarono disperse, o più probabilmente vendute. Stampa fresca, con ampi margini su carta grave a vergelle bianca. Lieve ingiallimento da esposizione prolungata e rare macchie. Nel complesso presenta buone condizioni. Il foglio è attaccato al supporto cartaceo sottostante (passe-partout XIX-XX sec.) da una striscia di carta incollata lungo il bordo superiore del verso.
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Lotto 72 Stefano Della Bella (1610-1664). Templi Antonini. 1656. Acquaforte. Matrice: mm 318x289. Foglio: mm 322x291. De Vesme-Massar, n. 833. Esemplare in II stato di 2. La stampa conserva un po' di margini: vi sono alcune mancanze e tracce di un precedente restauro conservativo (tre rinforzi cartacei visibili dal verso, XX secolo). Il foglio è attaccato al passe-partout con due strisce di carta incollata lungo il bordo superiore del verso.