Asta N. 863 - Old Masters
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Lotto 1 Luca Cambiaso 1527 Moneglia-1585 Madrid El Escorial, ambito di, Assunzione della Vergine
penna, inchiostro e acqeurello grigio su carta, Largh. 750 - Alt. 165 mm -
Lotto 2 Luca Cambiaso 1527 Moneglia-1585 Madrid El Escorial, nei modi di, Sacra Famiglia con San Giovannino
reca timbro di collezione in basso a sinistra e tracce di iscrizione in basso al centro, penna, inchiostro bruno e acquerello su carta, Largh. 240 - Alt. 280 mm -
Lotto 3 Scuola del XVI secolo, San Gerolamo in eremitaggio con santi entro ricco incorniciamento a tempietto
penna, inchiostro bruno e acquerello su carta, Largh. 340 - Alt. 490 mm -
Lotto 4 Scuola toscana del XVI secolo, Salomè
reca al centro del margine inferiore timbro di provenienza: Collezione Vallardi, penna, inchiostro bruno e acquerello su carta, Largh. 130 - Alt. 220 mm -
Lotto 5 Michelangelo Buonarroti 1475 Caprese-1564 Roma, studio di, La creazione di Adamo
matita rossa e bianca su carta, Largh. 390 - Alt. 240 mm -
Lotto 6 Scuola bolognese del XVII secolo, Strage degli innocenti
matita rossa su carta applicata su tela, Largh. 765 - Alt. 535 mm -
Lotto 7 Scuola bolognese del XVI secolo, Adorazione dei Magi
penna, inchiostro bruno e acquerello su carta, Largh. 164 - Alt. 200 mm -
Lotto 8 Scuola veneta del XVII secolo, La raccolta della manna
penna, inchiostro bruno e acquerello su carta preparata, Largh. 355 - Alt. 366 mm -
Lotto 9 Bernardino Lanino 1512 Mortara-1583 Vercelli, attribuito a, Annunciazione
penna, inchiostro e biacca su carta preparata, Largh. 370 - Alt. 530 mm -
Lotto 10 Scuola italiana del XVI secolo, Fregio con scena di sacrificio
reca iscrizione lungo il margine inferiore "Antonio Mosca", penna e inchiostro bruno su carta, Largh. 205 - Alt. 112 mm -
Lotto 11 Angelo Michele Colonna 1604 Rovenna-1687 Bologna, Studi di figure
recto/verso, penna, inchiostro e matita nera su carta, Largh. 380 - Alt. 268 mm -
Lotto 12 Scuola emiliana del XVII secolo, Gruppo di figure panneggiate
reca antica iscrizione in basso a sinistra "Guido Reni", penna, inchiostro bruno e acquerello su carta, Largh. 135 - Alt. 210 mm -
Lotto 13 Scuola emiliana del XVI secolo, Figura panneggiata di spalle
penna, inchiostro bruno e acquerello su carta, Largh. 50 - Alt. 100 mm -
Lotto 14 Scuola emiliana del XVI secolo, Maddalena in eremitaggio
penna e inchiostro bruno su carta, Largh. 180 - Alt. 220 mm -
Lotto 15 Antonio Balestra 1666 Verona-1740 Verona, attribuito a, Allegoria della musica
penna e inchiostro su carta, Largh. 310 - Alt. 210 mm -
Lotto 16 Scuola veneta del XVIII secolo, Figura di uomo barbuto
penna, inchiostro bruno e acquerello su carta, mm 170X240 -
Lotto 17 Scuola veneta del XVIII secolo, Paesaggio con architetture
reca timbro di collezione in basso a sinistra: Collezione J. Richardsons, penna, inchiostro bruno e acquerello su carta, Largh. 400 - Alt. 195 mm -
Lotto 18 Scuola neoclassica della fine del XVIII secolo, Paesaggio con architetture classiche e panoplia
penna, inchiostro e acquerello grigio su carta, Largh. 395 - Alt. 225 mm -
Lotto 19 Fedele Fischetti 1732 Napoli-1792 Napoli, attribuito a, Studio per monumento funerario
penna, inchiostro bruno e acquerello su carta, Largh. 220 - Alt. 370 mm -
Lotto 20 Ubaldo Gandolfi 1728 San Matteo della Decima-1781 Ravenna, Sant'Elena ritrova la Vera Croce
disegno preparatorio, penna, inchiostro bruno e acquerello color seppia su carta, Largh. 165 - Alt. 280 mm, L’opera qui presentata è riportata nell'expertise redatta dalla Prof.ssa Donatella Biagi Maino, nella quale viene identificato come il disegno preparatorio realizzato da Ubaldo Gandolfi per la tela raffigurante il medesimo soggetto, anch'essa inserita all'interno del nostro catalogo (lotto n. 164). -
Lotto 21 Giovanni Carnovali detto il Piccio 1804 Varese-1873 Coltaro, Autoritratto
firmato in basso a destra, matita nera su carta, Largh. 150 - Alt. 250 mm -
Lotto 22 François Boucher 1703 Parigi-1770 Parigi, ambito di, Putto sdraiato
matita rossa e bianca su carta preparata, Largh. 370 - Alt. 225 mm -
Lotto 23 Alberico Barbiano di Belgiojoso 1725 Milano-1813 Belgioioso, Ritratti e autoritratti
quattro disegni firmati e datati, due recano iscrizione con l'identificazione del personaggio ritratto lungo il margine inferiore, due recano etichetta provenienza al retro, matita nera e colorata su carta, Largh. 120 - Alt. 150 mm -
Lotto 24 Filippo Agricola 1776 Urbino-1857 Roma, Allegorie delle quattro stagioni con ruota dello zodiaco
quattro disegni, penna, inchiostro bruno e acquerello su carta quadrettata, Largh. 105 - Alt. 295 mm, Expertise Dott.ssa Nicosetta Roio, “(…) Nel passato lo Zodiaco veniva utilizzato come sistema simbolico e non con i caratteri divinatori e astrologici dell'epoca moderna e gli antichi geni alati, animici e non corporei, erano considerati delle entità spirituali con le ali, in virtù della loro capacità di sottrarsi alle rigide categorie umane di spazio e tempo. Antecedenti agli dei, in quanto retaggio delle religioni primigenie, quelle animistiche appunto, l'origine dei geni risale all'età in cui l'uomo era poco assorbito dalla mente condizionata: erano giudicati al di sopra delle passioni umane e denotavano la saggezza, caratteristiche poi trasmesse ad alcune divinità maggiori greche, come ad esempio Eros, Nike, Ermes, anch'essi spiriti ‘divini’ dotati di ali., Fatte queste premesse iconografiche, va detto che i quattro disegni in esame, di fine gusto lineare neoclassico e perciò databili tra la fine del XVIII e i primi decenni del XIX secolo, possono essere stati creati come preparatori per delle incisioni destinate ad un'opera libraria poetico-celebrativa, oppure come parti di un progetto per la decorazione pittorica di un interno. Nacquero certamente in relazione ad una cultura molto diffusa tra Sette e Ottocento nelle classi più colte e benestanti, accogliendo l'antichissima convinzione che ogni attività umana sia inesorabilmente influenzata dall'astrologia, ‘antenata’ dell'astronomia, oltre ad esaltare temi rituali di operatività ermetica, alchemica e spagirica. Si tratta di simbologie molto complesse, composite e articolate ma ampiamente note e divulgate fino a prima della nascita della scienza moderna. (…)” -
Lotto 25 Felice Giani 1758 San Sebastiano Curone-1823 Roma, Scena di commiato
penna, inchiostro bruno, biacca e acquerello su carta, Largh. 830 - Alt. 510 mm -
Lotto 26 Giovanni Paolo Panini 1692 Piacenza-1765 Roma, attribuito a, Capriccio con rovine architettoniche e figure
penna, inchiostro bruno e acquerello grigio su carta, Largh. 255 - Alt. 215 mm -
Lotto 27 Pio Panfili 1723 Porto San Giorgio-1812 Bologna, Capriccio con rovine ed elementi tratti dall'antichità classica
siglato "P.P." in basso a destra, penna, inchiostro bruno e nero, acquerello e biacca su carta, Largh. 248 - Alt. 193 mm, Nel lotto è inclusa anche l'incisione, per la quale l'opera qui presentata era il disegno preparatorio. -
Lotto 28 Jean-Baptiste Greuze 1725 Tournus-1805 Parigi, Interno con figure
penna, inchiostro e acquerello grigio su carta, Largh. 350 - Alt. 250 mm -
Lotto 29 Giuseppe Bisi 1787 Genova-1869 Varese, Vedute dell'interno del Duomo di Milano
coppia, tempera e acquerello su carta, Largh. 375 - Alt. 455 mm, Expertise Dott.ssa Nicosetta Roio, “(…)La predilezione per la pittura prospettica portò Luigi Bisi a specializzarsi nelle vedute di architettura e interni di chiese ed edifici monumentali con un'ottica consapevole dell'arte fotografica, ottenendo un buon successo presso la borghesia meneghina: a differenza del collega e contemporaneo Giovanni Migliara, che trattava composizioni analoghe ma di fantasia, Bisi preferiva comporre vedute reali, anche se nel periodo giovanile si era dedicato per lo più a composizioni di esterni come i ‘Casolari in Brianza’ e la ‘Strada dello Stelvio’. Ben presto le sue preferenze si spostarono agli interni (la Certosa di Pavia, Sant'Eustorgio, la chiesa di Tolentino, Sant' Ambrogio, l'Abbazia di Altacomba, ecc.) e fu a partire dalla fine degli anni Trenta che iniziò a realizzare opere con interni del Duomo di Milano (se ne conoscono molte decine in prestigiose raccolte pubbliche e private), ottenendo unanimi giudizi positivi già dal pubblico contemporaneo, vedute in cui si coglie il perfezionamento progressivo della tecnica di Bisi, ma sempre con intense e autentiche visioni che si rinnovano continuamente attraverso i differenti giochi delle linee, delle luci e delle ombre. (…)”, -
Lotto 30 Scuola del XVIII secolo, Vedute con architetture
quattro, recto/verso, tempere su carta, Largh. 755 - Alt. 480 mm -
Lotto 31 Philippe Chaperon 1823 Parigi-1906 Lagny-sur-Marne, Boudoir. Le Juif errant
firmato e datato in basso a sinistra, penna, inchiostro, acquerello colorato e biacca su carta, Largh. 355 - Alt. 250 mm -
Lotto 32 Jean-Baptiste Lallemand 1716 Digione-1803 Parigi, Veduta con rovine classiche e figure di popolani
reca firma sulla base in pietra su cui poggiano i personaggi, tempera su carta, Largh. 510 - Alt. 410 mm -
Lotto 33 Octavianus Monfort , nei modi di, Nature morte con canestre di frutti e pesce
coppia di dipinto, tempera su pergamena, Largh. 230 - Alt. 185 mm -
Lotto 34 Scuola francese del XVIII secolo, Ritratto d gentildonna con velo
pastello su carta, Largh. 650 - Alt. 830 mm -
Lotto 35 Paolo Veneziano 1300 ca. Venezia -1365 ca. Venezia, nei modi di, Madonna con Bambino e San Giovannino
tempera su tavola a fondo oro, Cm 30X23.5 -
Lotto 36 Nei modi della pittura senese del XV secolo, San Paolo e San Pietro
coppia di dipinti, tempera su tavolette sagomate a fondo oro, Largh. 14,5 - Alt. 51 Cm -
Lotto 37 Giovanni Maria Scupola, Episodi della Passione di Cristo
reca al retro etichetta di provenienza, olio su tavola, Largh. 11 - Alt. 18 Cm, Expertise Prof. Ferdinando Arisi, "Questa 'Passione di Gesù' è stata dipinta senza ombra di dubbio da Giovanni Maria Scupola di Otranto, attivo nei primi anni del Cinquecento, un artista presente con opere firmate al Louvre e nella Pincoteca Nazionale di Bologna e di Napoli. , I suoi modi risultano identici in un piccolo trittico venduto da Christie's a Londra nell'asta del 19 giugno 1987 (lotto n. 2). Questa tavoletta è la parte centrale di un trittico analogo. Oltre a riprendere iconograficamente Gesù crocifisso e S. Giovanni, si notano gli stessi filamenti per delineare i panneggi, paralleli o zigzaganti, così caratteristici da valere come un'impronta digitale." -
Lotto 38 Scuola del XIV secolo, Profeta Elia
tempera su tavola a fondo oro, Cm 50X57 -
Lotto 39 Maestro della Madonna della Misericordia (attivo a Firenze tra il 1360 e il 1390), Madonna in trono col Bambino tra due Santi Martiri e i Santi Giovanni Battista e Pietro
tempera su tavola cuspidata a fondo oro, Largh. 27 - Alt. 57 Cm, Expertise Dott. Luciano Bellosi, Collezione Spiridon, Roma, Corpus of Florentine Painting di Richard Offner, a cura di H.B.J Manginnis: A Legacy of Attributions. The Fourthteen Century. Supplement, New York, 1981, p. 13, fig. 25, Questa anconetta risulta essere un importante esempio delle opere destinate alla devozione privata che vennero prodotte a Firenze tra la seconda metà del Trecento e l'inizio del Quattrocento., Venne attribuita dallo storico dell'arte Richard Offner al pittore attivo a Firenze nella seconda metà del XIV secolo, di cui non è noto il nome, ma che da tempo viene identificato come il Maestro della Madonna della Misericordia. Con l'omonima opera conservata alla Galleria della Accademia, la nostra tavola presenta infatti evidenti affinità stilistiche e che ben si possono leggere nella figura della Santa Martire rappresentata alla destra della Vergine dietro a San Giovanni Battista. -
Lotto 40 Scuola toscana del XV secolo, Figura di Evangelista
tempera su tavola a fondo oro, Cm 55,5X27 -
Lotto 41 Scuola veneto/ferrarese del XV secolo, Cristo mostra i segni della Passione
entro ricca cornice a tempietto in legno intagliato e dorato con stemmi, tempera su tavola, Cm 45X39 -
Lotto 42 Scuola veneta del XV secolo, Madonna in trono con Bambino e santi
tempera su tavola a fondo oro, Largh. 47 - Alt. 59 Cm -
Lotto 43 Scuola fiamminga del XVI secolo, Ludovico da Tolosa benedice il fratello Roberto d'Angiò
olio su tavola, Cm 62X175 -
Lotto 44 Scuola veneta del XVI secolo, San Gerolamo penitente
olio su tavola, Largh. 40,5 - Alt. 106 Cm -
Lotto 45 Giacomo Raibolini 1486 Bologna-1517 Bologna, detto Giacomo Francia, Madonna con Bambino
entro cornice a tempietto, reca al retro etichette di provenienza, tempera su tavola, Cm 18X23, Beriah Botfield di Norton Hall e successivamente Lord Bath, Visconte Weymouth e successivamente Marchese di Bath, Sotheby's, ottobre 1944, lotto n. 131, Agnew & Sons Ltd, Londra., Catalogue of the Botfield Collection, 1846, p. 41 - con attribuzione a Perugino -
Lotto 46 Giovan Pietro Rizzoli 1495 Milano-1521 Milano, scuola di, detto Giampietrino, Salita al Calvario
olio su tavola, Cm 59X67 -
Lotto 47 Scuola ferrarese del XV secolo, Sposalizio della Vergine
tempera su tavola, Cm 33X31 -
Lotto 48 Maestro di Marradi (documentato in Italia tra il 1498 e il 1513), L'arrivo dei Magi a Betlemme
olio su tavola, Largh. 55 - Alt. 75 Cm, Expertise Dott. G. Gregoretti con attribuzione a Pinturicchio (1971):, Fototeca Zeri come Maestro di Marradi (scheda n. 13609), Collezione Ruck, Londra (fino al 1925), Collezione del Conte di Ellesmere, Bridgewater House, Londra, Sotheby's, Old Master Paintings, Londra, 15 Luglio 1970, lotto n. 57 (come opera di Botticelli), , R. Van Marle, The Development of Italian School of Painting, L'Aia, 1933, vol. XIV, p. 287 come Bernardino di Betto Betti detto Pinturicchio, Pubblicata e comparsa sul mercato come opera di grandi maestri del Rinascimento italiano quali Pinturicchio e Botticelli, la paternità della tavola qui presentata venne ricondotta al legittimo esecutore da Federico Zeri solo alla fine del Novecento. Quest’ultimo, infatti, ritenne che l’opera dovesse essere attribuita al cosiddetto maestro di Marradi, un artista attivo verso la fine del XV secolo e formatosi nella bottega di Domenico Ghirlandaio, del quale purtroppo non si conosce l’identità ma che prende il nome da un gruppo di cinque opere, realizzate da questo pittore nella badia di santa Riparata in rialto Salto a Marradi. , Oltre a quelle che ruotano attorno alla figura del suo esecutore, anche la storia stessa della tavola risulta presentare alcune incognite, in quanto originariamente non si trattava di un’opera unitaria ma, con tutta probabilità, di due pannelli distinti., Questi infatti, raffiguranti il corteo e l’adorazione dei Re Magi, dovevano far parte di un dossale o essere posti ai lati della pala centrale di un trittico, che con ogni probabilità è da identificarsi con una tavola, sempre ricondotta da Zeri al Maestro di Marradi (Fototeca Zeri, scheda n. 13608), raffigurante San Giuseppe e la Madonna con in braccio Gesù Bambino con alle spalle un muro diroccato, del tutto simile a quello che fa' da sfondo al nostro corteo., Successivamente, in epoca imprecisata, questo complesso figurativo venne, come spesso accadeva, scompaginato e i due pannelli laterali uniti tra loro a costituire una scena unitaria, ma invertendo l'ordine della raffigurazione originaria. Si può notare infatti che, per come si presenta ad oggi la tavola, le figure dei Magi sono rivolte inspiegabilmente verso l’esterno della composizione, quando invece in origine i loro gesti dovevano convergere verso un centro, nell’atto di porgere doni verso la Madonna con Bambino.