Asta 42 I - Arte Antica, Moderna e Contemporanea
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Lotto 157 Arte cinese inizio XX secolo, Stendardo con gazze e susino in fiore. Pennello e acquerello a colori su seta applicata a carta di riso. Bastoni in legno con teste decorate per avvolgere il rotolo. mm 1330x360. Con il supporto: mm 2230x500. (1)
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Lotto 158 Georg Balthasar Probst [excudit], T'Keysers Hof van binnen in Pekin (L'Interiore del Palazzo del Imperatore di China a Peking) / Porcellyne Tooren van Nanking (Il Torre di Porcellana a Nanking). 1750. Acquaforte e bulino in coloritura. mm 305/320x425/430. Foglio: mm 333x450/480. Lotto di sette vue d'optique con soggetto luoghi notevoli della Cina, con Pechino e la Città proibita o d'invenzione: due disegnate da P. van Blankaert ed edite da Georg Balthasar Probst; altra raffigurante la Vue Perspective de la grande Place de Nankin edita da Dumont a Parigi nel 1760; Ceremonie de la grande Feste que les Chinois celebre le 24 de la Lune d'Aoust dans la principale Place de Pekin, Mondhare à Paris, 1775 (2 esemplari); altre due d'invenzione A Paris Chez Beauvais, 1770 ca. (7)
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Lotto 159 Scuola asiatica XIX-XX secolo (da anonimo della dinastia Song), Camelie. XIX-XX secolo. Pittura su seta. Ø mm 300/310. Foglio: mm 468x385. Lotto di due tondi con camelie inseriti in montaggio di cartoncino ricoperto di stoffa bianca decorata ad arabeschi. (2)
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Lotto 160 Indonesia, Giava e Bali, Cinque piccole maschere wayang-topeng. XIX - inizio XX secolo. Legno intagliato e dipinto. Altezza: cm 15/19. Larghezza: cm 13,5/15. Provenienza: baronessa Marion Barton Muzi Falconi. Marion Barton era figlia dell'ambasciatore inglese Sir Sidney Barton (Exeter, 1876 – 1946) Console Generale del Regno Unito a Shanghai fino al 1929, e moglie dell'ambasciatore italiano barone Filippo Muzi Falconi. Dopo la fine della carriera del marito si ritirò a Montemarcello dove aprì una galleria di arte orientale. I lotti di arte indonesiana che seguono provengono tutti dalla sua raccolta. Tipologia di maschera tipica del wayang-topeng, spettacolo di danza teatrale diffuso nell'Indonesia orientale e basato sulle storie di Panji , ciclo dedicato al leggendario principe di Java che portava lo stesso nome. Insieme al Rāmāyaṇa, e al Mahabharata, i racconti di Panji sono alla base dell'epica locale e del genere wayang nelle due versioni topeng (danza in maschera) e golek (burattini delle ombre). La maschera, scolpita in legno duro e dipinta nella parte anteriore, veniva indossata da un danzatore che vedeva attraverso le fessure aperte in corrispondenza degli occhi, per mezzo di un pezzo di cuoio nella parte anteriore, il ballerino teneva poi saldamente la maschera davanti al viso con i denti. I danzatori indossavano la maschera per interpretare il personaggio della storia che veniva narrata dal dalang (l'interprete della narrazione). (5)
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Lotto 161 Indonesia, Giava e Bali, Grande maschera wayang-topeng. XIX - inizio XX secolo. Legno intagliato, pigmento colorato rosso, bianco e nero. Nella parte posteriore presenta una sorta di anta incernierata in alto e dipinta che doveva poggiare sulla testa del danzatore. Altezza: cm 30. Larghezza: cm 23. La maschera sembra raffigurare Duḥśāsana, nel Bharata Yudha re di Wirata, figlio di Drestaratya. (1)
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Lotto 162 Indonesia, Giava e Bali, Grande maschera wayang-topeng. XIX - inizio XX secolo. Legno intagliato, pigmento colorato giallo ocra. Altezza: cm 15/19. Larghezza: cm 13,5/15. (1)
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Lotto 163 Indonesia, Giava e Bali, Grande maschera wayang-topeng. XIX - inizio XX secolo. Legno intagliato, pigmenti colorati. Altezza: cm 52,5. Larghezza: cm 30,5. Suggestivo personaggio raffigurato con cappello appuntito e vistosi orecchini. (1)
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Lotto 164 Indonesia, Giava e Bali, Tre burattini wayang-golek. XIX - inizio XX secolo. Legno intagliato, pigmenti colorati, cordoncino, stoffa. Altezza cm 43/53. Il wayang-golek è una variante della più antica espressione artistica giavanese, il wayang-kulit o teatro delle ombre per il quale si utilizzano burattini fabbricati in cuoio. Nel wayang-golek i burattini sono fabbricati in legno e, quindi, risultano tridimensionali: la testa è attaccata al corpo mediante un perno e può quindi muoversi girando a destra e a sinistra; le braccia presentano due articolazioni, una alla spalla e una al gomito e vengono mosse dal dalang (l'interprete della narrazione) con l'ausilio di sottili aste assicurate alle mani del burattino. La figura viene quindi vestita con abiti di stoffa e il volto dipinto nei minimi particolari espressivi richiesti dai vari personaggi del racconto. Il repertorio narrativo del wayang-golek è solitamente tratto da storie realmente accadute a personaggi vissuti a Giava dopo l'avvento dell'Islam, soprattutto quelle connesse alla vita del principe arabo Amir Hamzah, ma utilizza anche il repertorio narrativo tradizionale, mettendo in scena temi tratti dal Bharatayuddha (la versione giavanese del poema epico indiano Mahabharata) e dl Ramayana. Tra i burattini sono riconoscibili alcuni tra i principali protagonisti del Mahabharata (Bima, Ariuna, Druna, Draupadi), del Ramayana. (Hanuman) e alcuni personaggi delle storie di Amir Hamzah. Si riconoscono Arjuna, dalla pettinatura a grande riccio posteriore tipica dei Pandawa, chiamata supit urang – chela di granchio o gelung kekelingan – crocchia arrotolata; Hanuman, che nel ciclo delle storie del Rāmāyaṇa, è a capo dell'esercito di scimmie, e aiuta Rama a salvare Sita, rapita dal grande demone Ravana, re di Sri Lanka. Insieme a Garuda e Bhima è uno dei personaggi più amati dagli spettatori del wayang; e forse Amir Hamzah, zio del profeta Maometto, eroe del ciclo Serat Menak che racconta le sue imprese e quelle dei suoi seguaci nelle sfide e lotte contro gli infedeli che, una volta vinti, si convertivano all'Islam. (3)
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Lotto 165 Arte copto etiope fine XIX - prima metà XX secolo, La vergine col Bambino e due angeli. Tempera su pergamena. mm 185x210. Pergamena raffigurante la Vergine col Bambino rappresentata secondo lo schema tradizionale sotto un arco formato dalle ali degli angeli. (1)
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Lotto 166 Anonimo della fine del XVII secolo, Fretum Herculeum nunc Estrecho di Gibraltar. Penna e inchiostro bruno, tracce di matita di grafite. Carta vergellata color avorio con filigrana "lettere B A in cerchio singolo sormontato da trifoglio". mm 505x637. (1)
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Lotto 167 Arte islamica XVIII secolo, Sfera celeste islamica in ottone antico con segni astrologici, figure e testo arabo. 1704-1713. Ottone brunito. Ø cm 20. Sfera celeste con supporti al meridiano per inserimento in appositi alloggi entro custodia quadrata. La scatola è in legno inciso su tutta la superficie a caratteri islamici, cm 25 h. / 26,5 l. / 27 p. Sull'argomento si veda Emilie Savage Smith, Islamicate Celestial Globes: Their History, Construction and Use. Smithsonian Institution Press, Washington, D.C. 1985. (1)
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Lotto 168 Anonimo del XVIII secolo, Maris Nigri Nova & Accuratissima Tavola opera Capitanei cujusdam Turcici descript et in usum Supremi Vezerii A° MDCCXXIII delineata à P. von Bohn. 1723. Penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello a colori, carta vergellata sottile. mm 560x1015. Curiosa mappa dipinta del Ponto Eusino (Mar Nero), nel titolo si menziona opera di un capitano turco a uso del supremo Visir. Segue la data MDCCXXIII e il nome del disegnatore "P. von Bohn". (1)