Asta 42 I - Arte Antica, Moderna e Contemporanea
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Lotto 109 Scuola veneta del XVIII secolo, San Francesco Saverio converte gli indigeni. Olio su rame. cm 28,5x21,5. Il piccolo dipinto raffigura San Francesco Saverio, gesuita e missionario spagnolo, pioniere della diffusione del cristianesimo in Asia nonché patrono delle missioni e di Australia, Cina, Giappone, India, Nuova Zelanda, nell'atto di convertire degli indigeni, secondo la sua iconografia più diffusa. (1)
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Lotto 110 Autori vari, Lotto di tre disegni XVIII-XIX secolo. 1) Deposizione nel sepolcro. Matita nera su carta azzurra. mm 187x388. 2) Ritratto di giovinetta e stemma con elmo e sirena. Matita nera su carta vergellata azzurra con filigrana "lettere FA". mm 265x190. 3) Uomo con la testa riversa e la bocca socchiusa. Olio su carta applicato su tavoletta. mm 120x103. (3)
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Lotto 111 Autori anonimi metà sec. XIX, Due taccuini con pensieri e appunti di viaggio. 1830-1870. In 24° album (mm 120x200 e 125x190). Lotto di due piccoli album: un liber amicorum contenente dediche, pensieri brevi, poesie, piccole vedute come appunti di viaggio e numerosi disegni tra i quali da segnalare un piccolo acquerello di Giuseppe Moricci (Firenze, 1806-1879) firmato e datato 1835, altro con la firma di Gaetano Palazzi (Bologna, 1830-1892). L'altro album si presenta come taccuino di un viaggiatore inglese che appunta ad acquerello i paesaggi e i personaggi incontrati durante il suo viaggio in Italia. Legature con dorso in pelle e piatti in carta decorata. (2)
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Lotto 112 Anonimo della seconda metà del XIX secolo, San Giovannino. Bozzetto a olio su tela. cm 40x21. Maniera di Francesco Paolo Michetti. (1)
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Lotto 113 Scuola di Mosca XIX secolo, Cristo Pantocrator. Tempera su tavola con riza in ottone sbalzato. cm 31,5x26,5. Il Cristo Pantocratore tiene in mano rivolto all'osservatore un libro delle sacre scritture, nell'aureola le lettere dell'inizio e della fine, l'Alfa e l'Omega. La mano sinistra forma una X con l'indice e il medio e con le altre una C, a indicare la parola Cristos Χριστός in greco. (1)
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Lotto 114 Francesco Albani [cerchia di], Nereidi e tritoni. 1630 ca. Matita rossa su carta vergellata sottile color sabbia. mm 168x275. Al verso del supporto a matita nera "Francesco Albano". (1)
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Lotto 115 Luigi Bolongaro, Diana dopo la caccia. 1895 ca. Tempera a colori su carta. Con la firma "L. Bolongaro" in rosso a destra verso il basso. mm 100x85. Esercitazione sulla figura di Diana dal dipinto di François Boucher, Diana al ritorno dalla caccia (1745), conservato al musée Cognacq-Jay (inv. J 10) a Parigi. (1)
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Lotto 116 Jan II Brueghel (detto il Giovane) [alla maniera di], Studio per paesani. Penna e inchiostro bruno, matita nera, pennello e acquerello grigio su carta vergellata color avorio priva di filigrana. mm 134x194. (1)
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Lotto 117 Giuseppe Bruschi (attivo fine del XIX secolo nel senese e Umbria ) [attribuito a], Spaccato e facciata del Teatro del Verzaro, oggi Teatro Morlacchi, a Perugia. 1890 ca. Penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello grigio, giallo pallido e marrone. Carta pesante color avorio. mm 1005x655. Il teatro del Verzaro venne edificato su istanza della borghesia di Perugia, costituitasi nel 1777 nella "Società per l'edificazione di un nuovo Teatro", con l'intento di far accedere agli spettacoli una fascia più ampia di popolazione e non solo la nobiltà che nel 1773 aveva inaugurato il proprio Teatro, detto del Pavone della Nobile Accademia del Casino, con palchi di esclusiva proprietà delle famiglie che lo avevano costruito. Papa Pio VI il 7 febbraio del 1778, concesse il permesso per l'edificazione, così i lavori del nuovo Teatro civico del Verzaro furono avviati e conclusi in soli tre anni. L'inaugurazione avvenne, il 17 settembre 1781. Intorno al 1814 il Teatro civico venne rinnovato nelle sue primitive decorazioni e l'opera di restauro venne affidata ai pittori Luigi Tasca di Padova, Angelo de Angelis e Gaspare Coccia, romani, e Giuseppe Sforza di Livorno. Nel 1838 furono operati nuovi restauri della sala e altri ancora nel 1874, affidati all'architetto Guglielmo Calderini. Sempre nel 1874 il Teatro fu intitolato a Francesco Morlacchi. La struttura interna rimase invariata fino al 1942 quando, rendendosi necessari ampliamenti e non potendoli sostenere gli accademici, si deliberò di fare dono al Comune di Perugia del Teatro e di tutti gli edifici adiacenti. Altri imponenti lavori furono portati a termine dall'amministrazione comunale negli anni 1951-1953. (1)
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Lotto 118 Francesco Salvatore Fontebasso [attribuito a], Studio per divinità fluviale. Penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello marrone, carta vergellata sottile color sabbia priva di filigrana. mm 192x250. Al verso nota manoscritta a matita di grafite "Acquistato li 22 Marzo 1822 Giu[sep]pe Fabbrini", e nota di possesso non identificata a penna e inchiostro blu. (1)
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Lotto 119 Gaetano Gandolfi [cerchia di], Studi di figure distese al suolo. Penna e inchiostro bruno, pennello e acquerello seppia, tracce di matita nera. Carta vergellata pesante color avorio con grande filigrana "pellegrino con croce e bastone sulla spalla in marcia verso destra". mm 317x472. Nella composizione in basso a sinistra a pennello e acquerello marrone "G. fec. inv." (1)
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Lotto 120 Francisco Goya y Lucientes [alla maniera di], Scena di stregoneria con scheletro mostruoso. XIX secolo. Matita nera grassa, pastello grigio, tocchi a pennello e acquerello grigio e marrone. Carta spessa a grana ruvida color crema priva di filigrana. mm 517x768. Il cartone sembra ispirarsi all'opera nera dell'ultimo Goya con alcune desunzioni dalle pitture della Quinta del Sordo (1821-1823). (1)