ARGENTI, DIPINTI, ARTE ORIENTALE ED OGGETTI D'ARTE

ARGENTI, DIPINTI, ARTE ORIENTALE ED OGGETTI D'ARTE

martedì 10 novembre 2020 ore 14:30 (UTC +01:00)
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  • Bartolomeo Biscaino (1632 - 1657)
    Lotto 25

    Bartolomeo Biscaino (1632 - 1657)
    Giuditta dinanzi Oloferne
    Olio su tela
    Judith in front of Holofernes
    Oil on canvas
    80 x 123 cm


    Giuditta uscita dalla sua città sotto assedio arriva presso il campo del re assediante Oloferne, lui si' innamora immediatamente di lei e si fa togliere l'elmo per circuire la giovane donna.La scena anticipa il più famoso episodio con la decapitazione di Oloferne con la quale Giuditta salva il suo popolo da sicura schiavitù. Il tema che esalta la fede e la certezza della vittoria di Dio di fronte ad ogni avversità terrena, fu un messaggio dottrinale divulgato, anche grazie alla pittura, dalla Chiesa Cattolica dopo il concilio di Trento.
    L'opera costruita con scarno cromatismo ed eseguita con una pennellata veloce, convulsa e sfatta è da ritenere genovese e senza dubbi figlia del magistero di Valerio Castello. Il maestro non ha avuto una vera e propria scuola, vista la sua tecnica svelta, ma un nucleo di artisti che gli orbitano attorno sin dai primi anni Trenta. Tra questi artisti sicuramente da citare quali promulgatori della innovativa pittura di Valerio troviamo: Giovanni Paolo Cervetto,Giovanni Battista Merano, Stefano Magnasco e Bartolomeo Biscaino. Di quest'ultimo, morto precocemente di peste, la tela in esame presenta le tutte le peculiarità espressive nei momenti in cui estremizza il disgregamento dell'immagine. Il racconto biblico, secondo il linguaggio di Bartolomeo, si dissolve in un'esperienza onirica carica di palpitante tensione; grazie alle figure che perdono i loro connotati e ci appaiono quasi come esseri immateriali dalle sembianze umane, la storia biblica apparentemente leggera e sensuale si carica di tutta la tragicità con cui la sacra scrittura vuol trasmettere l'epilogo inevitabile per gli avversari di Dio e le vicissitudini cruente che i credenti devono superare in nome della fede.

  • Bottega di Franceso Curradi (1570 - 1661)
    Lotto 26

    Bottega di Francesco Curradi (1570 - 1661)
    Cristo in croce
    Olio su tavola
    Workshop of Francesco Curradi (1570 - 1661)
    Christ on the cross
    Oil on panel
    69x51 cm

    L’opera è stata conservata nella collezione di provenienza con l’interessante attribuzione al marchigiano Girolamo Buratti (1580 – 1655). L’artista, formatosi in Toscana con Lodovico Cardi detto il Cigoli. In vita ebbe un grande successo tant’è che sia i Medici che il Papa se lo contendevano. Egli fu chiamato ad operare anche in Austria e lasciò significativi elementi della sua produzione ad Ascoli Piceno.
    A nostro avviso l’opera, pur mantenendo la sua radice toscana, per le stringenti affinità comparative va assegnata alla bottega di Francesco Curradi. Gli esempi pertinenti della produzione del Curradi a cui riferirsi sono le varie crocifissioni che egli eseguì, tra le quali: “Crocifissione e cinque Santi” nel Duomo di Livorno, “Crocifissione e cinque Santi” del Duomo di Volterra, Crocifissione di Cristo con santo vescovo e san Carlo Borromeo di ubicazione ignota (vedi fototeca Zeri).

  • Scuola Genovese del XVII secolo
    Lotto 27

    Scuola Genovese del XVII secolo
    Putti festanti
    Olio su tela
    Genoese school of the seventeenth century
    Cheering cherubs
    Oil on canvas
    86x69 cm

    La tela che si inserisce convintamente nel panorama pittorico genovese del Seicento, vanta due tesi attributive. La prima ne dichiara la paternità a Domenico Piola (1628 - 1703) in collaborazione col cognato Stefano Camogli (1610 - 1690) a cui si deve, secondo la tesi, il bellissimo inserto di natura morta di fiori, frutta e conchiglie. Piola è da ritenersi il protagonista del rinnovamento pittorico a Genova nel secondo Seicento. Come già asserito acutamente da Ezia Gavazza in riferimento al rapporto tra Grechetto e Piola, in riferimento all' "Adorazione dei pastori" di San Luca e alla derivazione della stessa operata dal Piola, quest'ultimo trasforma la tensione tragica del Castiglione in rappresentazione narrativa. Smorzando gli atteggiamenti drammatici e trasformando i temi in piacevoli in visioni ove lo spettacolo prende il posto alla tensione Piola imprime la sua traccia al Barocco genovese. Camogli, invece, esordisce lavorando presso Jan Roos, specializzandosi come pittore di fiori e nature morte. Sebbene in proprio fin dagli anni quaranta del XVII secolo collabora regolarmente con Domanico Piola, di cui sposa la sorella, formando un connubio tra i più interessanti del Barocco non solo genovese.
    Una seconda tesi, mantenendo l'inserimento dell'opera nel variegato mondo della pittura genovese del secondo Seicento, attribuisce il dipinto a uno dei tanti pittori fiamminghi attivi in città nel XVII secolo. L'opera, quindi, è vista come l'unione della piacevolezza espositiva d'impronta locale con la lezione di P.P Rubens e A. Van Dyck.

  • Jacopo Negretti detto Palma il Giovane (Venezia 1549 - 1628)
    Lotto 28

    Jacopo Negretti detto Palma il Giovane (Venezia 1549 - 1628)
    Bozzetto per Vergine con Gesù Bambino
    Olio su tela
    Sketch for Virgin with Child Jesus
    Oil on canvas
    79 x 62 cm

    L’opera è pervenuta con l’attribuzione a Andrea Michieli detto Andrea Vicentino (1542 – 1618) come riportato al retro. Andrea si forma a Vicenza con Giovanni Antonio Fasolo (1530-1572) e Giambattista Zelotti, mentre secondo altre fonti è allievo dei Maganza. Si trasferisce poi a Venezia dove subisce l’influsso di Tintoretto e dei Bassano, in particolare coglie la rotonda fisicità delle figure femminili da Leandro da Ponte detto Leandro Bassano. Il Boschini lo iscrive tra i gli artisti di rilievo del tardo manierismo veneziano i cosiddetti pittori delle “sette maniere” (Leonardo Corona, Andrea Michieli, Palma il Giovane, Sante Peranda, Antonio Vassillacchi detto l’Aliense, Pietro Malombra, Gerolamo Pilotti).
    L’opera, a nostro giudizio, rimanendo nel solco culturale della precedente attribuzione, va considerata di mano di Jacopo Negretti detto Palma il Giovane per una fondata serie di considerazioni stilistiche e realizzative. Figlio d’arte, il padre Antonio Palma era pittore, come lo zio del padre il noto Palma il Vecchio, nonché, lo zio, fratello della madre, Bonifacio de’Pitati detto Bonifacio Veronese. La sua formazione si arricchisce con il soggiorno romano durato ben quattro anni e coronato da importanti commissioni, comunque le sue due fonti d’ispirazione restano evidentemente veneziane: Tintoretto e Tiziano.
    Del primo coglie soprattutto la veemenza scenica delle rappresentazioni che spesso seguono linee vorticose, mettendo in luce il suo impeto creativo e la sua animata fede. I temi biblici, come in Tintoretto, sono sempre rappresentati mentre si compie l’avvenimento centrale, in questo modo, l’osservatore si trova nel mezzo di una narrazione sospesa di cui conosce il finale che non si è ancora verificato. Con il maestro cadorino, invece, ebbe un rapporto diretto essendo stato nella sua bottega, come aiuto piuttosto che allievo, visti i suoi 25 anni, dopo il ritorno da Roma nel 1574. Il dato è riportato dal Boschini,” che pure anco hebbe fortuna di godere degli eruditi precetti di Tiziano”. L’esperienza a contatto con il l’anziano maestro gli permise di conoscere approfonditamente la sua tecnica realizzativa, tant’è che gli fu affidato il compito di completare la “Pietà”, oggi all’Accademia, rimasta incompiuta per la sopraggiunta morte del Tiziano.
    La tecnica esecutiva della nostra tela trova un punto fondamentale di attinenza nella pennellata sfatta e saettante oltre che nella spessa linea di contorno che delimita e isola nello spazio le figure. Per comparazione si vedano, tra i molti: “Martirio di San Lorenzo”, Venezia chiesa di San Giovanni Elemosinario, “Cristo davanti Caifa”, Venezia chiesa di San Giovanni in Bragora, “Costantino porta la croce a Gerusalemme”, Venezia chiesa di San Giovanni Elemosinario, infine “Crocifissione con Santa Maddalena”, Venezia Collezione Franchetti alla Cà d’oro. Per quanto riguarda la comparazione con altri bozzetti: “Paradiso”, Milano Pinacoteca Brera, “Assunzione della Vergine”, Venezia Fondazione Querini Stampalia.

  • Scuola Fiamminga della fine XVII secolo
    Lotto 29

    Scuola Fiamminga della fine XVII secolo
    Battaglia con cavalieri
    Olio su tela
    Flemish school of the late 17th century
    Battle with knights
    Oil on canvas
    35x70 cm

  • Scuola Italiana del XVIII secolo
    Lotto 30

    Scuola italiana del XVIII secolo
    Ritratto di Re Carlo Borbone
    Olio ovale su tela
    Italian school of the 18th century
    Portrait of King Charles Borbone
    Oval oil on canvas
    73x58 cm

  • Felice Boselli (1650-1732)
    Lotto 31

    Felice Boselli (1650-1732)
    Pollame ai piedi di un'antica colonna
    Olio su tela
    Poultry at the foot of an ancient column
    Oil on canvas
    70 x 93 cm

    La splendida tela, già assegnata al Crivellone, è da ritenersi opera di Felice Boselli. L'affinità stilistica dell'artista piacentino con Angelo Maria Crivelli, detto il "Crivellone", e con il figlio Giovanni Crivelli, detto il "Crivellino", è nota agli studiosi; questa stretta conformità tra i tre artististi ha fatto supporre che essi si siano frequentati influenzandosi a vicenda, inoltre provoca tutt'oggi problemi attributivi tra i tre. Comunque, ad una attenta analisi stilista si nota come i due Crivelli attingano ai modelli e alle tinte nordiche di Jan Fyt e soprattutto Melchior Hondecoeter. A differenza di loro, Boselli è meno freddo e analitico nella descrizione degli animali, utilizza una espressione pittorica più pastosa donando alle sue opere un sapore rustico grazie all'uso di tinte terrose, con pose meno plastiche ed enfatiche degli animali.
    La nostra tela, presenta, oltre alle tipicità del fare pittorico di Boselli, un particolare che "marchia" la paternità al piacentino, ovvero il piccione con il grano nel becco. Tra le molte, la comparazione diretta con l'opera "La piccionaia", passata in asta da Sotheby's Milano il 29 maggio del 2007, vista la completa convergenza degli elementi attributi citati, fornisce il modo di suggellare la tesi esposta.


  • Maestro Francese del XVIII secolo
    Lotto 32

    Maestro Francese del XVIII secolo.
    Ritratto di nobiluomo
    Olio su tavola
    French master of the eighteenth century.
    Portrait of a nobleman
    Oil on panel
    62,5x 48 cm.

  • Scuola Fiamminga del XVII secolo
    Lotto 33

    Scuola Fiamminga del XVII secolo
    Paesaggio Olio su tavola (controplaccata)
    Flemish master of the seventeenth century
    Landscape
    Oil on panel (counter plated)
    40,5 x 51 cm

    L'ampia veduta inizia dai boschi del primo piano vissuti da uomini e animali, passa tra le rive articolate del fiume ove viandanti a piedi e sulle imbarcazioni sono in viaggio e si chiude nelle campagne prospicienti le colline sullo sfondo. Nelle placide acque del fiume si specchiano umili rustici e la sontuosa cattedrale gotica unita dal ponte alla cittadina in lontananza. L'opera risulta di superba qualità, la luce plumbea permea la scena, ma non osteggia la cristallina resa con la quale l'artista ha realizzato dei minuscoli particolari che rendono l'opera colma di realismo: i ciuffi rossi delle piante in basso a destra, l'uomo seduto a prua della barca, i cigni sotto le mura della cattedrale, per citarne alcuni. L'opera rappresenta un'alta testimonianza del paesaggio fiammingo del Seicento e tra i molti pittori della cerchia d' influenza dei Brueghel a cui l’opera si richiama, Gillis van Coninxloo che mostra attinenze tali da suggerire l'attribuzione.

  • Scuola Olandese o scuola Fiamminga del XVII/XVIII secolo
    Lotto 34

    Scuola Olandese o scuola Fiamminga del XVII/XVIII secolo
    Natura morta con insetti e uccellini
    Olio su tela
    In importante cornice d'epoca lastronata in tartaruga
    Dutch school or Flemish school of the 17th / 18th century
    Still life with insects and birds
    Oil on canvas
    In an important period frame veneered in tortoiseshell
    53 x 68 cm

  • Liberale da Verona (1441 - 1526)
    Lotto 35

    Liberale da Verona (Verona 1441 - 1526)
    Crocifissione
    Olio su tavola
    L'opera è accompagnata da uno studio del Professor Alessandro Delpriori dell'Università di Firenze, disponibile su richiesta.
    Crucifixion
    Oil on panel
    The work is accompanied with a study by Professor Alessandro Delpriori of the University of Florence, available on request
    45,5x161 cm

    Liberale da Verona nasce a Verona 1455, il pittore ha la sua prima formazione nella bottega di Domenico Morone e presenta altresì influenze ferraresi. E' sicuramente, tra 1466 e il 1467, in Toscana, dove lavora per Monteoliveto e poi per il Duomo di Siena come miniatore. Dopo aver frequentato Francesco di Giorgio e Sano di Pietro, verso gli anni Settanta, torna a Verona dove apre una valente bottega. Oltre alle miniature e ai capilettera, tra i più fini dell'intero panorama nazionale del tempo, va ricordato i suoi capolavori pittorici, quali: il "Salvator Mundi" d el Duomo di Viterbo e il perduto "San Sebastiano" già a Berlino presso il Kaiser Friedrich Museum.

    La tavola conservata da decenni presso un raffinato collezionista che la pensava, giustamente, visti i forti accenni nordici, opera ferrarese, è stata in seguito studiata e esattamente riconosciuta quale opera di Liberale da Verona dal Professor Alessandro Delpriori dell'Università di Firenze. L'ampio ed esaustivo studio è consultabile su richiesta e sarà rimesso al compratore.




  • Pieter Mulier il giovane detto il Cavalier Tempesta o il Tempesta (1637-1701)
    Lotto 36

    Pieter Mulier il giovane detto il Cavalier Tempesta o il Tempesta (1637 - 1701)
    Coppia di paesaggi
    Olio su tela
    Pair of landscapes
    Oil paintings on canvas
    76 x 67,5 cm

    La splendida coppia di paesaggi sono un'importante aggiunta al catalogo del pittore di origine olandese. Egli può essere ritenuto uno dei padri del paesaggismo italiano avendo influenzato sia artisti romani e veneti del paesaggio d'arcadia. Dopo aver appreso i rudimenti della pittura dal padre giunge a Roma nel 1656 dove lavora per i Colonna. Abile pittore di burrasche marine, da cui il soprannome, opera anche come importante paesaggista tra Genova, Venezia e Milano.
    Ricercato tra le nobili famiglie del tempo va ricordata la serie di dipinti eseguiti per i Borromeo a Isola Bella. Le nostre opere sono contrassegnate dai topos del Tempesta a partire dagli armenti e i personaggi ritrovabili in svariate opere dell'artista, passando per il fresco e verdeggiante paesaggio costituito da svariati piani prospettici ed arricchito con antiche vestigia architettoniche, fino al cristallino cielo solcato da sulfuree nubi. Per la qualità delle opere si può ritenere che esse siano state realizzate nell'ultimo quarto del XVII secolo, momento di maggiore qualità espressiva dell'artista.

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  • 10 novembre 2020 ore 14:30 SESSIONE UNICA (1 - 498)

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