Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera
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Lotto 25 Dan, regione di Man al confine con Guinea e Liberia (Costa d’Avorio)
H 26 cm
Legno a patina nera brillante
Maschera.
Tipo classico con mento a punta, naso e labbra ben modellati, occhi a fessura, bocca socchiusa. Le orecchie sono un dettaglio raro nelle maschere di questa regione tuttavia, qui non disturbano la linea ovale del viso reso brillante dalla patina lucida ed esaltato dalla serie di incisioni di linee parallele che lo circondano.
PROVENIENZA
- Antica collezione George F. Keller (Berna) (Inv. G.F.K.…- numero illeggibile);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
BIBLIOGRAFIA
Esemplare riprodotto in:
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav.11; -
Lotto 26 Baulé (Costa d’Avorio)
H 51 cm
Legno duro a patina scura
Figura femminile.
Rappresenta una figura femminile con pettinatura costituita da due grandi ciocche differenti una dall'altra, un dettaglio che identifica i grandi maestri Baulé. Questo esemplare testimonia uno stile insolito dell’arte Baulé perché la figura è scolpita a volumi pieni. Si presenta in posizione frontale con i piedi che appoggiano su un piedistallo circolare. Le braccia sono staccate dal corpo ed il volto si innesta sul collo possente. Le mani appoggiate al ventre riprendono un gesto che i Baulé considerano un segno di pace: si ritrova in quasi tutte le figure Baulé scolpite in posizione verticale. Una bella patina scura testimonia un lungo utilizzo nel tempo, confermato dall'usura del legno e dalle numerose tracce delle sostanze sacrificali. Alcuni tatuaggi sono presenti su collo e schiena. Un giro di perle di vetro circonda la gamba destra. Residui di ossido verde lasciato da tre bullette di rame che in origine erano state applicate su fronte e tempie.
PROVENIENZA
- Antica collezione Helmut Gernsheim (Castagnola di Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
BIBLIOGRAFIA
Esemplare riprodotto in:
- LOUDMER & POULAIN "Arts Primitifs" Paris asta del 22 Novembre 1979, lotto 40; (*)
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 22;
(*) Nel catalogo di vendita (22 Novembre 1979) quest’opera è stata così descritta dall'esperto francese Charles Ratton (1895 - 1986)
:“Statuette de femme trapue, les mains posée sur le bas du ventre. Haut coiffure asymétrique fait de deux grands chignons et de tresses, petit scarifications sur le cou at au sommet du dos“ Haut 0,49 m / 19,2 inches (15.000/25.000 F.F.) -
Lotto 27 Baulé, regione di Bouaké (Costa d’Avorio)
H 48 cm
Legno a densa patina scura
Figura maschile.
Rappresenta una figura maschile che ricopriva un ruolo di particolare importanza nel collegamento spirituale tra il regno dei vivi e quello dell’aldilà.La testa è l’elemento principale con la sua pettinatura a chignon ornata con bullette di rame. La barba, in origine a due appendici intrecciate, ha subìto un restauro europeo. Gli occhi socchiusi a grano di caffè donano al volto un’espressione di raccoglimento. Le scarificazioni del corpo, oltre ad avere una funzione estetica sono indicative per definire l’appartenenza etnica. La figura si presenta di fronte, simmetrica, con le braccia lungo il corpo. I piedi isolati dal terreno rendono questa scultura un essere che vive nell'aldilà. La densa patina che la ricopre è il risultato dei continui trattamenti con sostanze oleose eseguiti dal proprietario per le richieste di protezione.
PROVENIENZA
- Ex collezione Principe Sadruddin Aga Khan (Ginevra) (1933 - 2003);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 387);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
- Ginevra, Musée d’Ethnographie de Genève, dicembre 1978 - estate 1982;
BIBLIOGRAFIA
Esemplare riprodotto in:
- SAVARY CLAUDE “Sculptures africaines d’un collectionneur de Genève” Musée d’Ethnographie de Genève 1978, pag. 56, n° 26, fig. 26, 26 bis, 26 ter;
- SOTHEBY’S “Prince Sadruddin Aga Khan Collection of African Art” Londra 27 giugno 1983, lotto 2 - VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 23;
I Baulé con il legno hanno creato un tipo di scultura che non ha eguali nella tradizione dei popoli della Costa d’Avorio. Le statuine chiamate “waka sona” rappresentano ritratti di antenati idealizzati nella loro bellezza o i geni familiari della tradizione Baulé. Queste effigi sono la speranza per i genitori che i loro figli alla nascita possano assomigliare alle sculture di famiglia. Sono opere molto raffinate dalle forme dolci, eleganti, lisce nelle superfici, che hanno resi famosi nel mondo gli scultori Baulé. -
Lotto 28 Kota, regione settentrionale, Congo Brazzaville, regione di Sibiti (*)
H 41 cm
Legno duro ricoperto con lamine di rame
Figura di reliquiario.
Questo esemplare di 41 cm, con viso concavo / convesso, è realizzato con lamina di rame incisa a lamelle figurate, cioè ottenute con un lavoro a punzone sulla superficie. Gli occhi a capsula sono fissati con chiodi di rame. La bocca è rappresentata nell'atto di sorridere. Tutte le placche di metallo sono state fissate con chiodi e linguette di rame. La base di legno, a forma di rombo traforato a sezione quadra, è rivestita nella metà superiore, con lamine di rame lavorato a punzone, tecnica usata anche per il rivestimento del collo e della losanga di base. Sulla parte posteriore è presente un rombo in rilievo tipico di molti esemplari Kota.
Lo stile di questo esemplare corrisponde alla tipologia di reliquiari Kota realizzati dai gruppi insediati nel Congo settentrionale, regione di Sibiti, latitudine sud della tradizione Kota.
Utilizziamo la classificazione che lo specialista francese Louis Perrois ha individuato per questi modelli caratterizzati per i seguenti criteri dominanti che qui riassumiamo:
- viso ovale senza cimiero;
- fronte convessa, faccia concava;
- linea sagittale, arcate sopracciliari curve;
- decoro dominante a lamelle (qui a lamelle figurate);
- ciocche laterali curve a pettinatura avvolgente rifinite a coda d’anitra;
- occhi semi;
- globulari con pupille a chiodi;
- naso realista (qui ad angolo diedro);
- base di legno a rombo (qui a sezione quadra);
PROVENIENZA
- Antica collezione George F. Keller (Parigi / New York) (Inv. G.F.K…- numero illeggibile);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
BIBLIOGRAFIA
Esemplare riprodotto in:
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 40;
- CHRISTIE'S "Art Africain, Océanien et Précolombien" Paris asta del14 Giugno 2004, lotto 188;
- BOLZ INGEBORG “Zur Kunst in Gabon: Stilkritische Untersuchungen an Masken und Plastiken des Ogowe-Gebietes” in Ethnologica Neue Folge - Band 3, Koln 1966; tav. XLI, fig. a;
Questi reliquiari dell’Africa equatoriale rappresentano figure riservate al culto degli antenati.
Sono stati studiati, a partire dagli anni ’60, da numerosi specialisti francesi tra i quali:
- Alain Chaffin: ha pubblicato un primo studio sui reliquiari Kota prendendo in esame soprattutto gli aspetti morfologici.
“L’Art Kota” articolo sulla rivista “Arts d’Afrique Noire” Arnouville n° 5, Primavera 1973, pagg. 12 - 43;
- Louis Perrois: è stato in Gabon per almeno dieci anni dove ha approfondito il contesto storico e le tradizioni tribali dei differenti gruppi etnici. Nel 1965/1966, come accademico dell’Istituto francese di ricerche scientifiche (ORSTOM) ha visitato i villaggi Kota di Makokou e Mékambo. Oggi è considerato il miglior specialista al mondo di questa materia. Ha pubblicato le sue ricerche in una serie di libri tra i quali:
- PERROIS LOUIS “Patrimoines du Sud, collections du Nord” Trente ans de recherche à propos de la sculpture africaine (Gabon, Cameroun) ORSTOM, Paris 1997;
- PERROIS LOUIS “Arts du Gabon” Arnouville 1979, da pag. 193 gruppo IV (Figure senza cimiero), foto alle pagine 204 e 205 e disegni a pagina 316;
- PERROIS LOUIS “Art ancestral du Gabon dans les collections du Musée Barbier-Mueller” Genève 1985, descrizione a pag. 49 e disegni a pag. 52 (Categoria VI);
(*) La scheda di Morigi, segnala come luogo di provenienza Makouku, una città del Gabon centrale nella regione dell’alto corso dell’Ivindo. Questi modelli di reliquiari Kota sono stati attribuiti da Alain Chaffin e Louis Perrois ad un sottogruppo che vive nella regione di Sibiti, una zona forestale dell’alto Niari in Congo Brazzaville. E’ una località distante almeno 500 km da Makouko che invece si trova in Gabon sull’Ivindo, sopra la linea dell’Equatore. La regione di Sibiti è la zona dove i Kota hanno raggiunto la loro massima espansione a sud. Gli esemplari di questo tipo sarebbero più rari dei Kota del centro Gabon.Alain Chaffin, nella sua indagine sull’arte Kota pubblicata su “Arts d’Afrique Noire” Arnouville n° 5,Primavera 1973, pagg. 12 - 43, segnala a pag. 42 un “Sotto stile della regione di Sibiti”.Un modello di cui all’epoca Chaffin conosceva solo cinque esemplari. Uno di questi è stato da lui illustrato a pag. 38 con il n° 28. -
Lotto 29 Hemba (Repubblica Democratica del Congo)
H 63 cm
Legno duro a patina naturale scura
Figura di antenato.
Regione sud-orientale del Congo delimitata dai corsi dei fiumi Lualaba e Lomami.
E’ un personaggio maschile ripreso in posizione eretta con la testa sostenuta da un collo possente. Tiene le braccia staccate dal corpo con mani sul ventre, gambe corte senza piedi, sostenute dalla base circolare. Il volto è segnato da grandi labbra e occhi in rilievo ad ogiva. La fronte si chiude sulla tipica pettinatura posteriore a “croce del Katanga”. La barba sottile, realizzata con la doppia fila di incisioni a quadretti, è la caratteristica riservata ai grandi capi.L’intera opera, con i suoi volumi, esprime tutta la potenza dei ritratti Hemba.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
BIBLIOGRAFIA
Esemplare riprodotto in:
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 50;
- - LOUDMER & POULAIN "Arts Primitifs" Paris asta del 21 e 22 Marzo 1980, lotto 409 (*);
- NEYT FRANCOIS & DE STRYCKER LOUIS “Approche des arts Hemba” Villiers-le Bel, Francia 1975;
Il gruppo Hemba, che appartiene culturalmente al grande popolo Luba, è insediato nella regione che circonda Kongolo, un villaggio situato sulla riva destra dell’alto Congo, a 150 km ad ovest del lago Tanganica, nella foresta equatoriale della Repubblica Democratica del Congo, ex Zaire. Queste sculture, chiamate in lingua locale “singiti”, rappresentano un antenato fondatore di una dinastia reale o un grande capo guerriero. Erano conservate dai notabili e dai capi villaggio in case riservate al culto degli antenati, ma anche venerate da ogni famiglia nella propria casa dove venivano custodite in appositi ripostigli o nicchie.Considerate tra le opere più prestigiose dell’Africa Nera, queste figure presentano alcune caratteristiche ben individuabili: posizione frontale, sesso maschile, testa grande in rapporto all'altezza, braccia staccate, mani sul ventre e pettinatura che si chiude dietro la nuca con il motivo a croce.
(*) Nel catalogo di vendita del 22 marzo 1980 quest’opera è stata così descritta dall’esperto francese Charles Ratton (1895 - 1986)
“Figure d'ancetre, statuette d'homme barbu, debout, les mains posées sur les hanches. La coiffure est ornée de deux tresses se croisant à angle droit. Base cylindrique. Zaire, Hemba”. Haut 0,62 m (8.000/10.000 F.F.) -
Lotto 30 Igala (Nigeria)
H 16 cm
Legno a patina scura e spirali di rame
Staff di un notabile.
Questa scultura in miniatura, molto raffinata, è probabile che fosse la parte superiore di un bastone pregiato che apparteneva ad un dignitario di corte. E’ costituita da un viso, scolpito in tutti i dettagli, che indossa un cappello e porta un orecchino di ceramica rossa. Il volto è spalmato con polvere di caolino ed il collo, che costituisce l’impugnatura del bastone, è rifinito con spirali di filo di rame. Bella patina d’uso.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 149);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
BIBLIOGRAFIA
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav.41;
Gli Igala sono insediati nella zona di confluenza tra i fiumi Niger e Benue, in una vasta area della sponda sinistra del fiume Benue. Hanno sviluppato un’arte di corte e sono famose le loro maschere casco Egwu Agba. -
Lotto 31 Lega (Repubblica Democratica del Congo)
H 23 cm
Legno a patina naturale chiara, caolino e barba vegetale
Maschera della società Bwame.
Esemplare di medie dimensioni che corrisponde agli stilemi classici della tradizione Lega. Viso concavo a forma di cuore inscritto nell'ovale del volto. Occhi a fessura, radice del naso unita agli archi perfetti delle sopracciglia, lunga barba di fibre lukusa.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
BIBLIOGRAFIA
Esemplare riprodotto in:
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 52;
- FAGG WILLIAM "Masques d'Afrique dans les Collections du Musée Barbier-Muller" Genève 1980, pagg.150 e 151;
- FELIX MARK LEO “100 Peoples of Zaire and their sculpture: Lega, pagg. 70 e 71” Bruxelles 1987;
- AUTORI VARI “Face of the Spirits: Masks from the Zaire Basin“ Anversa 1993, pagg. 188 - 197;
- CORNET JOSEPH “Art de l’Afrique noire au pays de fleuve Zaire” Bruxelles 1972, pagg. 257 - 283;
- CAMERON ELISABETH L. “Art of the Lega” UCLA Fowler Museum of Cultural History, Los Angeles, 2001;
Queste maschere bianche erano associate al ricordo degli antenati e, in modo particolare, ai parenti fondatori del clan. Intervenivano nei rituali di iniziazione dei giovani nei diversi gradi sociali. Ogni clan famigliare, nelle cerimonie importanti, esponeva davanti alla casa la grande maschera - la rappresentazione della madre terra con tutti i suoi figli intorno - legandola alla struttura di legno, una specie di balaustra a scalini, in modo che fosse visibile a tutta la collettività in occasione dei riti di passaggio. Di fianco ad essa erano legate anche le piccole maschere in legno e avorio, molto diffuse tra gli elementi del gruppo. Tutta la rappresentazione diventava così la testimonianza del legame spirituale dei vari membri della famiglia con gli antenati. -
Lotto 32 Yoruba regione di Abeokuta (Nigeria sud orientale)
Esemplare maschile: H 27,5 cm / Esemplare femminile: H 28,5 cm
Legno a patina scura con incrostazioni
Figure di culto, coppia di gemelli “Ibeji”.
Due esemplari scolpiti secondo gli stilemi che, per una lunga tradizione, si sono diffusi nella Nigeria meridionale e nella Repubblica del Benin. E’ un tipo di arte che risulta riconoscibile e che si è tramandata nel tempo sotto la spinta creativa dei tanti scultori che lavoravano nelle atelier anche molto lontane una dall'altra.
PROVENIENZA
- Antica collezione galleria Maria Wyss (Basilea) (vedi lotto 33);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
BIBLIOGRAFIA
Esemplare riprodotto in:
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 55;
- FAGG WILLIAM “Yoruba: Sculpture of West Africa” New York 1982, pag. 81;
- MERLO CHRISTIAN “Ibedji, hohovi, venavi: Les statuettes rituelles de jumeaux en civilisation beninoise” Articolo pubblicato sulla rivista francese Arts d’Afrique Noire, Estate 1977, n° 22, pagg. 16 - 31;
- STOLL MAREIDI & GERT STOLL & Cooperation Ulrich Klever “IBEJI: Twin Figures of the Yoruba” Munchen, Germany 1980;
Queste piccole sculture, di sesso maschile o femminile, rappresentano dei gemelli. La nascita di due o più gemelli è considerata presso le popolazioni nigeriane un evento importante e dopo tale occasione, dai fortunati genitori, viene chiesto allo scultore del villaggio di preparare gli Ibeji, la coppia di statuine con lo stesso sesso dei gemelli nati. Esse formeranno con i proprietari uno stretto legame spirituale. Le sculture così scolpite saranno custodite e trattate con massima cura per tutta la vita. Nel caso di decesso di uno dei gemelli, il dualismo con l’altro continuerà attraverso la statuina che diventerà così l’incarnazione dello spirito del gemello defunto. Solo dopo la morte di entrambi i gemelli le statuine perderanno il loro significato e valore sacro e, pertanto, potranno essere cedute -
Lotto 33 Yuruba (Nigeria)
H 32 cm
Avorio a patina naturale ambra
Oggetto divinatorio Iroke Ifa.
Questa scultura - parte terminale di una zanna d’elefante - rappresenta una figura femminile inginocchiata, con le braccia attaccate al corpo e le mani sui seni. E’ scolpita nei minimi particolari secondo gli stilemi dell’arte Yoruba. Il prolungato utilizzo di questo oggetto ha conferito alla superficie dell’avorio una patina brillante color ambra. E’ uno strumento rituale (Iroke Ifa) utilizzato da un indovino per intercedere con l’oracolo Ifa, divinità del pantheon Yoruba. L’indovino seduto davanti al cliente, per invocare la divinità, getta su un vassoio sedici noci di cola. Osserva la posizione assunta dalle noci, muovendole con la punta della zanna, per interpretare così la risposta ricevuta dall'oracolo.
PROVENIENZA
- Antica collezione galleria Maria Wyss (Basilea) (*);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Zurigo 2001, Rietberg Museum, Zurich, Aprile 2001, Collezione Maria Wyss, n° 62;
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
BIBLIOGRAFIA
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 61;
- FAGG WILLIAM “Yoruba sculptures of West Africa” New York 1982, pagg. 123, 190 e 191;
(*) Maria Wyss. Attiva a Basilea dagli anni ’50 è diventata famosa come fotografa e gallerista d’arte primitiva di Africa, Oceania, America. Alcuni suoi pezzi sono stati venduti nelle aste di Christie’s e Sotheby’s. Nel 1962, in occasione di una prestigiosa esposizione organizzata a Basilea da William Fagg, dedicata a 300 opere della Nigeria (Benin, Ife, ecc. ), ha segnalato la sua galleria sul catalogo pubblicato per l’occasione:- FAGG WILLIAM “Nigeria 2000 Jahre Plastik” Kunsthalle Basel 1962.
Nel 1971, per la grande esposizione di Villa Hugel a Essen, dove furono esposte 300 opere provenienti da musei e collezionisti, ha partecipato all'evento fornendo un Gemello Yoruba Ibeji (cat. 171). - VOLPRECHT KLAUS “Afrika - Kunst am Niger - Katalog” Villa Hugel, Essen 1971
Nel corso della sua attività ha venduto importanti opere a collezionisti e musei. Ha collaborato con il Rietberg Museum di Zurigo e un dozzina delle sue sculture africane Dan e Guro sono presenti in ognuno dei seguenti cataloghi pubblicati dal Museo:
- FISCHER EBERHARD & HIMMELHEBER HANS "Die Kunst der Dan" Rietberg Museum Zurich 1976;
- FISCHER EBERHARD & HOMBERGER LORENZ "Die Kunst der Guro" Rietberg Museum Zurich 1985
Nel 2004 la Galerie Vogler di Basilea ha liquidato all’asta la“Collezione dei coniugi Maria e Paul Wyss”. Sono state vendute un centinaio di lotti dei gruppi più significativi dell’Africa: Dogon, Bambara, Senufo, Baulé, Yoruba, Ibo, Fang, Bakongo, Chockwe. Inserto pubblicitario ripreso dalla rivista “Arts d’Afrique Noire“ n° 131,Autunno 2004, pag. 45; -
Lotto 34 Yuruba, regione di Abeokuta, Stato di Ogun (Nigeria)
H 23 cm
Legno a densa patina crostosa
Coppa di culto.
Coppa a cariatide di figura femminile inginocchiata che regge sulla testa un vassoio e tiene le mani appoggiate ai lunghi seni. E’ scolpita secondo gli elementi della statuaria Yoruba. Apparteneva ad un sacerdote che la utilizzava per il culto Agéré Ifa. La funzione divinatoria prevedeva l’impiego di noci di palma sacre che venivano sparpagliate sul vassoio nel corso delle consultazioni.
PROVENIENZA
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 551);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
BIBLIOGRAFIA
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 62;
- FAGG WILLIAM “Yoruba sculptures of West Africa” New York 1982, pag. 179 (Agéré Ifa); -
Lotto 35 Yuruba, regione di Abeokuta, Stato di Ogun (Nigeria)
H 35 cm
Legno policromo
Figura femminile.
Figura femminile inginocchiata che regge tra le mani una grossa coppa. Era utilizzata da un sacerdote nelle funzioni divinatorie per il culto Agéré Ifa. Tutta la scultura è stata dipinta con vernice marrone, pallini bianchi e pigmento color blu cobalto.
PROVENIENZA
- Ex collezione Mario Fantin (Bologna) Raccolta nei primi anni ‘60 (vedi lotto 55);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 123);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
BIBLIOGRAFIA
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 63;
- FAGG WILLIAM “Yoruba sculptures of West Africa” New York 1982 pag. 179 (Agéré Ifa); -
Lotto 36 Suku (Repubblica Democratica del Congo)
H 31 cm
Legno a patina scura
Figura maschile.
Figura maschile a mezzo busto la cui funzione probabile era quella di rappresentare l’impugnatura di uno scacciamosche, il caratteristico strumento africano simbolo di prestigio.
PROVENIENZA
- Ex collezione Principe Saddrudin Aga Khan (Ginevra) (1933 - 2003);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano) (Etichetta inv. Morigi n° 522);
- Ex collezione privata (Lugano);
ESPOSIZIONI
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);
BIBLIOGRAFIA
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 73;
- FELIX MARK LEO “100 Peoples of Zaire and their sculpture: Suku pagg.194 - 195” Bruxelles 1987;
- BOURGEOIS ARTHUR P. “The Yaka and Suku”, Leiden, Olanda 1985;
I Suku vivono nella ragione meridionale del Congo, intorno a fiumi Kwango e Mungila, ai confini con l’Angola. Occupano i territori vicini agli Yaka, con i quali hanno in comune religione e culti divinatori. Utilizzano oggetti come maschere, sculture, feticci, e anche bicchieri per bere il vino di palma. In molti casi gli stili si confondono. In generale, l’arte Suku si distingue per la figura umana realizzata a tutto tondo senza l’esagerazione del naso adunco che è un tratto caratteristico nell’arte Yaka.