Antonio Latini, Conte di Collalto Sabino, è una figura straordinaria che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia, sia come ingegnere di spicco che come appassionato collezionista e amministratore locale. Nato nel 1894 a Collalto Sabino, un affascinante borgo medievale situato al confine tra il Lazio e l'Umbria, Antonio è cresciuto in una famiglia numerosa come il primogenito di sei fratelli.
Ha trascorso gran parte della sua vita a Roma, sposando Miretta, con cui ha avuto quattro figli. Tuttavia, il destino di Antonio lo ha portato a combattere in entrambe le guerre mondiali, dimostrando un coraggio straordinario e un profondo senso di dovere verso la sua nazione.
Ma l'eredità di Antonio Latini va ben oltre il suo servizio militare. Come ingegnere, ha scritto un testo rivoluzionario nel 1964 intitolato "La Città dinamica e progressiva", un'opera di urbanistica moderna che ancora oggi è ampiamente rispettata nel campo architettonico e ingegneristico. Il suo lavoro ha gettato le basi per l'evoluzione delle città e la progettazione urbana, influenzando positivamente molte generazioni di professionisti in questo settore.
Ma Antonio Latini non si è limitato al mondo dell'ingegneria. È stato ispettore onorario dei monumenti, antichità e arte della provincia di Rieti, dimostrando un profondo amore per la cultura e il patrimonio storico. Inoltre, ha servito come sindaco di Collalto Sabino, dimostrando un forte impegno nella gestione e nello sviluppo della sua comunità natale.
La sua passione per la collezione è stata altrettanto straordinaria. Antonio Latini è stato un avido collezionista con una predilezione particolare per il presepio napoletano del XVIII secolo. Nel corso della sua vita, ha accumulato una straordinaria collezione di oltre 500 pezzi, tra pastori, figure, animali e oggetti, che rappresentano un vero e proprio tesoro artistico. Questa collezione eccezionale racchiude numerosi capolavori di artisti del XVIII secolo come Sanmartino, Mosca, Bottiglieri, Coppiello, Vaccaro, Somma, Celebrano, Gori, de Viva, De Luca e molti altri.
Alla sua morte nel 1986, la sua collezione è stata divisa tra i suoi quattro eredi, e questa è la prima volta che un quarto della collezione viene messo in mostra e in vendita, permettendo al pubblico di ammirare e apprezzare l'eredità straordinaria di Antonio Latini.
In conclusione, Antonio Latini è stato un uomo straordinario il cui impatto è stato profondo e duraturo. Come ingegnere, amministratore locale e appassionato collezionista, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia e nella cultura, contribuendo in modo significativo al progresso e alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano. La sua eredità vive attraverso la sua opera e la straordinaria collezione che ha lasciato dietro di sé.