Lotto 15 | Andrea Solari (scuola di) (Milano 1460-Milano 1524) - Mater dolorosa

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#92: Antiquariato #92: Antiquariato
venerdì 19 aprile 2024 ore 16:30 (UTC +01:00)

Andrea Solari (scuola di) (Milano 1460-Milano 1524) - Mater dolorosa

Andrea Solari (scuola di) (Milano 1460-Milano 1524) - Mater dolorosa H cm 40x28,8 - in cornice H cm 75x65 Olio su tela
Expertise del Professore Claudio Strinati:
"L’opera posta alla mia attenzione è inquadrabile senza dubbio alcuno quale replica certamente antica di un famoso prototipo di Andrea Solari (Milano 1465 ca.-1524).

Solari era uno dei maggiori pittori leonardeschi lombardi, molto influente al suo tempo e per tutto il Cinquecento, e oggi rivalutato tra i massimi maestri dell’epoca. Il Solari, dunque, creò questo prototipo interessante e suggestivo, ed egli stesso eseguì vari dipinti di questo stesso soggetto, oggi conservati in raccolte pubbliche (ad esempio presso la Pinacoteca di
Brera) e private. La stesura pittorica del nostro quadro qui in esame è indubbiamente antica ma non si tratta, a parer mio, di un autografo del Solario bensì di una derivazione più tarda ma sempre eseguita nell’ambito del suo diretto retaggio e nel sedicesimo secolo.
In particolare, ritengo che questa nostra versione, che è di qualità notevole e di buona conservazione, accentui il carattere religioso delle immagini attraverso due aspetti peculiari: l’espressione molto intensa della Vergine, e le grandi mani che sembrano quelle di una contadina che abbia posato per la figura onde accentuarne il carattere umile e popolare.
Ritengo che l’opera in esame sia stata eseguita nello stretto ambito della discendenza diretta dell’artista che fu particolarmente apprezzato nella cerchia lombarda di Giovanni Paolo Lomazzo e Giuseppe Arcimboldi. In questo ambito ritengo di ravvisare la mano che ha concretamente eseguito l’opera in quella del dell’eminente Giuseppe Meda (1534-1599) pittore e
architetto, che del Solario fu per certi versi seguace scrupoloso. La fattura del nostro dipinto mi induce a datarlo, infatti, verso la fine del Cinquecento, proprio nel momento di massimo splendore di Giuseppe Meda, in antico famoso per opere insigni, tra le quali degna di citazione è il grandioso affresco dell’ Albero di Jesse nella cattedrale di Monza, eseguito negli anni Sessanta del Cinquecento.
Un confronto ragionato tra le figure appunto dell’affresco dell’Albero di Jesse e il nostro quadro mi porta a concludere che siamo in presenza della stessa mano."