Lotto 46 | [Giovanni I di Sassonia (Dresda, 12 dicembre 1801 – Pillnitz, 29 ottobre 1873)]

Bonino - Via Filippo Civinini 21-37, 00197 Roma
500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA Sessione unica
giovedì 21 marzo 2024 ore 18:00 (UTC +01:00)

[Giovanni I di Sassonia (Dresda, 12 dicembre 1801 – Pillnitz, 29 ottobre 1873)]

[Giovanni I di Sassonia (Dresda, 12 dicembre 1801 – Pillnitz, 29 ottobre 1873)]

Righi autografi
Una pagina in-8
Firma/data: 4 giugno 1872
Stato di conservazione: buono
Numero componenti del lotto: 1

I primi righi autografi, senza Firma/data: "Giovanni Muraro capo di Stazione a [...]. La sua moglie desidera d'esser impiegata a Pordenone dov'era prima, perché ci sono sepolti due figli suoi". I secondi righi, datati '4 giugno 1872', sono stati firmati da Enea Bignami, nei quali egli afferma che il testo precedente è stato scritto dal Re Giovanni I di Sassonia: ' Autografo di S.lle il Re Giovanni di Sassonia...'. Una pagina in-8 incollata su supporto cartaceo. Interessante anche il profilo del certificatore, Andrea Bignami. Compiuti gli studi in Svizzera, si arruolò nella guardia civica bolognese, raggiungendo il grado di capitano. Il 19 marzo 1848 accorse a Milano e qui, arruolatosi volontario in cavalleria, fu assunto quale ufficiale di ordinanza del generale T. Lechi, comandante la nuova guardia nazionale. Assegnato ai primi di aprile al quartier generale di Carlo Alberto alle dipendenze del generale Salasco, passò poi allo Stato Maggiore della IV divisione, comandata da Ferdinando di Savoia, cui si strinse di fraterna amicizia. Collocato in aspettativa al termine del conflitto, Bignami esaminò le cause della disfatta nel volume anonimo, ma posteriormente da lui stesso riconosciuto come suo, 'Campagnes d'Italie de 1848-49 par un Lieutenant d'Etat Major de l'Armée Piémontaise' (Turin 1849), in cui espresse giudizi acuti sui protagonisti della guerra. Ritornato a Bologna, si dedicò all'attività finanziaria e, operando in società col 'Banco R. Rizzoli' e quello dei 'Fratelli Cataldi', nel 1852 impiantò a Bologna una filanda meccanica per la lavorazione della canapa e del lino. Oggetto di particolare interesse fu per lui quello ferroviario, di cui divenne uno dei maggiori esperti italiani: sarà membro dell'amministrazione della ferrovia "Vittorio Emanuele" e poi delle Ferrovie dell'Alta Italia. Partecipò alla terza guerra d'indipendenza come capitano di Stato Maggiore della divisione di Bologna prima e di Firenze poi; dopo l'armistizio, quale esperto commerciale e ferroviario. Sull'argomento delle ferrovie Bignami ha lasciato due scritti interessanti: nel primo, dedicato al Rothschild,'Le domaine des chemins de fer du Sud de l'Autriche et de la Haute Italie' (Turin 1868), egli esaminava i punti fondamentali dell'economia dell'Italia e dell'Austria in rapporto soprattutto col problema delle comunicazioni ferroviarie. Il secondo scritto,'Cenisio e Fréjus' (Firenze 1871), da lui stesso tradotto in francese: 'La percée des Alpes' (Paris 1872) narrava le vicende del traforo, corredandole con notizie sulla storia, la geografia e la geologia della regione.