Lotto 363 | Ettore Tito (1859 - 1941) La gomena, 1910-1915 ca.

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LA GIOIA A COLORI. VENETO BANCA ATTO II - I CAPOLAVORI Sessione unica
giovedì 29 febbraio 2024 ore 18:00 (UTC +01:00)

Ettore Tito (1859 - 1941) La gomena, 1910-1915 ca.

Ettore Tito (1859 - 1941)
La gomena, 1910-1915 ca.
Olio su tela
70 x 150 cm
Firma: "E. Tito" in basso a destra
Elementi distintivi: sul retro etichetta di esposizione Galleria Pesaro n. 76
Bibliografia: “Mostra Individuale del Pittore Ettore Tito”, catalogo della mostra, Milano, 1928, n. 76; Stefano Bosi, scheda in, Enzo Savoia, Stefano Bosi, a cura di, “I Maestri del Colore. Arte a Venezia nell'800”, catalogo della mostra, Milano, 2017, pp. 144-147, 169; Angelo Enrico, Francesco Luigi Maspes, a cura di, “Ettore Tito. Catalogo ragionato delle opere”, Crocetta del Montello, 2020, p. 307, n. 227
Esposizioni: Mostra Individuale del Pittore Ettore Tito”, Galleria Pesaro, Milano, 1929; Milano, Galleria Bottegantica, “I Maestri del Colore. Arte a Venezia nell'800”, Galleria Bottegantica, Milano, 2017
Stato di conservazione. Supporto: 85% (rifodero)
Stato di conservazione. Superficie: 75% (consunzione del colore e riprese pittoriche)

Narratore della vita quotidiana veneziana, abile ritrattista, raffinato pittore di idee, illustratore, artefice di robuste scene di lavoro agreste e marittimo, è difficile definire Ettore Tito, poliedrico artista di prodigioso talento. Le vivaci scene veneziane della sua prima produzione, tra cui la celebre “Pescheria Vecchia” premiata a Parigi nel 1891, cedono il passo alla metà degli anni Novanta ai temi simbolisti, immagini classiche di centauri, ninfe, Parche, antichi dei, sempre connotate da un vitalismo estremo. Una pittura di corpi in movimento che sprigionano energia, creando un rapporto di panica continuità con la natura. La stessa forza, lo stesso vitalismo caratterizza anche le scene di genere (processioni, contadini e pescatori al lavoro, attimi di vita veneziana, bagnanti in laguna) realizzate a partire dai primi anni del Novecento, costruite con una peculiare visione dal sotto in su attraverso cui le figure giganteggiano baldanzosamente in direzione dello spettatore con le vesti mosse dal vento. «Insieme alla ricerca del movimento, l’aria trionfa sovrana nei dipinti di Tito» asseriva nel 1905 Margherita Sarfatti (M. Grassini Sarfatti, “Artisti contemporanei. Ettore Tito”, in “Emporium”, XXI, 1905, 124, pp. 251-264, p. 259). La Biennale di Venezia del 1909 segna a parere di Ettore Corazzini «la seconda primavera» dell’artista (E. Corazzini, “La seconda primavera di Ettore Tito”, in “Vita d’Arte”, III, 1909, 16, pp. 208-216). Un fremito di vita attraversa tre capolavori acquistati da altrettante pubbliche istituzioni: l’opera simbolista “Le Parche” (Palermo, Galleria d’Arte Moderna) e i dipinti di genere “La partenza della pesca” (Venezia, Amministrazione Provinciale) e la prima versione di “La Gomena” (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna).
Due uomini, una donna, un ragazzo e un cavallo tirano sulla spiaggia una imbarcazione da pesca a vela, mentre il cielo si fa scuro di nubi e un vento di terra rende difficoltosi i loro sforzi. Si tratta di figure grandiose, dai muscoli tesi per la fatica, disposte su una linea orizzontale che richiama quella dei coevi fregi decorativi realizzati da Giulio Aristide Sartorio. Le figure, soprattutto quella dell’uomo a sinistra, della donna, il cui abito ricorda nel panneggio un peplo classico, e del cavallo assumono un valore universale ed epico nello sforzo compiuto in maniera quieta e decisa. Opera di grande successo “La Gomena”, viene replicata negli anni successivi in tre versioni con varianti, tra cui quella in esame che, seppur di dimensioni inferiori rispetto al prototipo, risulta più dettagliata nelle due estremità laterali. Nella prima versione erano visibili solo la spalla e la testa della figura maschile sulla destra e metà dell’imbarcazione sulla sinistra.

Teresa Sacchi Lodispoto