Lotto 305 | Edgardo Mannucci (1904 - 1986) Idea n .1, 1960

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LA GIOIA A COLORI. VENETO BANCA ATTO II - I CAPOLAVORI Sessione unica
giovedì 29 febbraio 2024 ore 18:00 (UTC +01:00)

Edgardo Mannucci (1904 - 1986) Idea n .1, 1960

Edgardo Mannucci (1904 - 1986)
Idea n .1, 1960
Lamina e filo di ottone, scorie di bronzo fuso, saldature e vetro colorato
161,3 x 129,2 x 32 cm (scultura e piedistallo)
Elementi distintivi: etichetta della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimento inventariale; etichetta analoga con dati dell'opera, parzialmente leggibile

Provenienza: lo studio dell'artista; Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Bibliografia: E. Crispolti, a cura di L'Attico, Roma, 1960 (ill.)
E. Crispolti, "Edgardo Mannucci: sculture 1948-1960", Roma, 1961 (ill)
E. Crispolti,a cura di, IV Biennale d'Arte del metallo, Gubbio, 1967 (cat. 19)
"Edgardo Mannucci", Fano, 1970 (ill)
Jesi, 1974 (ill, con data erronea, 1958)
E. Crispolti, a cura di, "Materia e spazio: la «poetica» di Mannucci", 1979
E. Crispolti, "Materia, Energia, Spazio: Edgardo Mannucci, un scultore postatomico", Macerata, 1981, p. 11, p. 99 (ill.)
V. Volpini, "Mannucci", Fabriano, 1982, tavola f.t.
G. Di Genova, 1986, p. 384
E. Crispolti, a cura di, "Edgardo Mannucci. Anni Trenta-Ottanta", Roma, 1991, cat. III A 8, p. 37 (ill.)
G. Di Genova, 1996, p. 469
E. Crispolti, a cura di, "Mannucci e il novecento", Cinisello Balsamo, 2005, cat. 110
Esposizioni: E. Crispolti, a cura di, L'Attico, Roma, 1960
E. Crispolti, a cura di, IV Biennale d'Arte del metallo, Gubbio, 1967
Edgardo Mannuci, Rocca Maltestiana, Fano, 1970
Jesi, 1974
Valerio Volpini, a cura di, “Mannucci”, Chiostro del Buon Gesù, Fabriano, 1982
Enrico Crispolti, a cura di, "Edgardo Mannucci. Anni Trenta-Ottanta", Palazzo Braschi, Roma, 7 maggio - 2 giugno 1991

Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%

«I piani matericamente differenziati: la configurazione della materia suggerisce tuttavia, già un'interna tensione dinamica, Mannucci tiene cioè a differenziare chiaramente momenti diversi della presenza materica, proprio aggettivando in modo decisamente differenziato piani diversi dell'appoggio materico; già in prove del 1949, come per esempio in "Opera n. 5", 1949, s'avverte la volontà di distinguere i piani librati strutturalmente nello spazio, che tramano quella scultura, secondo loro diversità materiologiche, e cioè piani lisci, piani a graticcio e trame reticolari; ma si veda "Opera n. 2", 1952, che è un "mobile", o ancora Idea n. 1, 1960» (Crispolti 1981, p. 11).