Lotto 470 | MOBILE DEL XVIII SECOLO ECCEZIONALE SCRIVANIA A RIBALTA A TRE CASSETTI,...

Meeting Art - Corso Adda -11 7, 13100 Vercelli
Asta N. 775 - Dipinti Antichi e Arredi Quarta Sessione
giovedì 1 maggio 2014 ore 15:00 (UTC +01:00)

MOBILE DEL XVIII SECOLO ECCEZIONALE SCRIVANIA A RIBALTA A TRE CASSETTI,...

MOBILE DEL XVIII SECOLO
ECCEZIONALE SCRIVANIA A RIBALTA A TRE CASSETTI, TORINO, 1735-1740
LUIGI PRINOTTO (Cissone delle Langhe 1685-Torino 1780)
Cm 108x56,5 alt. 102,5.

Provenienza: collezione privata, Torino.

La struttura in pioppo è interamente rivestita di marqueterie in essenze varie (noce d'India, violetto, bosso, ebano, radica di olmo), con apparato ornamentale a nastri intrecciati, palmette, tralci e griglie in legni vari, avorio inciso e madreperla, e istoriato con figure e momenti di caccia in avorio inciso. Le scenette figurate sono cinque entro cartelle distribuite sul coperchio e sui fianchi, una nel grande cartiglio sull'abattant, e tre a sviluppo continuo sulla fronte dei cassetti (il primo dei quali è un finto tiretto, e nasconde un vano al quale si accede dall'interno). Interno con semplice struttura a cassettini, in noce naturale. Gambe alte a doppia "C" contrapposta terminanti in ricciolo.
Stato di conservazione: molto buono. Una delle gambe posteriori rifatta.

L'attribuzione a Prinotto appare fuori di ogni dubbio, sulla base della concezione generale del rivestimento intarsiato, del disegno dell'insieme e delle sue parti. Soprattutto, fanno fede della paternità prinottiana le scenette istoriate nell'avorio, per le quali l'ebanista si avvalse -come in buona parte della sua produzione - di disegni di Pietro Domenico Olivero, trasposti nel prezioso materiale e incisi con bulino estremamente abile, che conserva il gustoso realismo pittorico e la fluidità degli atteggiamenti e dei movimenti propri degli originali. Per quanto non garantita da prove documentali, la derivazione da Olivero delle "storie" che rendono affascinanti i mobili di Prinotto è lampante (si veda per esempio con l'album dei disegni del pittore conservato a Palazzo Madama), e sorretta dal valido indizio che tra i due intercorreva un rapporto di amicizia, tanto che Olivero fu padrino di battesimo del secondo figlio di Prinotto, nel 1718.
Nelle sue opere, soprattutto in quelle di committenza privata, l'ebanista - la cui grandezza è seconda soltanto a quella di Piffetti - sottoponeva i disegni del pittore ad un gioco di scomposizione e ricomposizione, variando e riaccostando figure, gruppi e squarci di paesaggi in maniera nuova di mobile in mobile. Il confronto fra le opere uscite dalla bottega di Prinotto permette di ritrovare lo stesso elemento figurativo (figura, scenetta, animale o paesaggio) più volte in contesti diversi, il che costituisce non solo motivo di curiosità, ma offre un riscontro attributivo, quando l'elemento comune presenti anche qualità di disegno e di incisione comparabili. Applicata alle scenette in avorio del presente mobile, la ricerca ha dato una pluralità di riscontri, al di là dell'evidente comunanza generale di "mano". Se ne citano alcune, ma molte altre sono possibili, in maniera più o meno stretta eppure indubitabile. La narrazione "pittorica" distribuita in continuità sui cassetti è tratta all'80% dalla superba mazzarina della Collezione Giuseppe Rossi passata nell'asta Sotheby's del 10 marzo 1999, una delle più belle fra quante sono note di Prinotto, realizzata con ogni probabilità una decina d'anni prima del nostro mobile. Precisamente: il gruppo dei tre cavalieri in corsa, l'ultimo dei quali disarcionato dal cavallo, che appare sul primo cassetto, è lo stesso del secondo cassetto della colonna di destra della mazzarina (da notare che il cavaliere disarcionato si ritrova identico anche se tratteggiato con minore cura in un cassettone sicuramen