Lotto 291 | Sigmund Lipinsky, Nostalgia. 1935.

Gonnelli - Via Fra Giovanni Angelico 49, 50121 Firenze
Asta 42 II - Arte Antica, Moderna e Contemporanea Terza Sessione - Stampe moderne, Michel Fingesten, Ex libris
mercoledì 24 maggio 2023 ore 10:00 (UTC +01:00)

Sigmund Lipinsky, Nostalgia. 1935.

Sigmund Lipinsky, Nostalgia. 1935. Acquaforte e bulino. mm 332x519. Foglio: mm 430x620. LIPINSKY 1940, n. 32. GROCHALA 1995, n. 19. BARDAZZI 2012, n. 14. Titolata in basso a sinistra, firmata a matita e datata n basso a destra: S. Lipinsky Roma 1936. Nostalgia è l'ultima lastra di grande formato di Lipinsky, in cui usa da gran maestro l'acquaforte portando a un grado di perfezione sia l'effetto pittorico che quello plastico. Vi sono raffigurate due ragazze nude sulla spiaggia, la figlia Eva ed una sua amica. Le loro pose scultoree ricordano la Flora accovacciata di Carpeaux e Il Giorno di Michelangelo. Ne scriveva in merito il figlio Angelo Lipinsky, storiografo critico del padre: Nostalgia significa di più che desiderio, è una sensazione dolce e dolorosa allo stesso tempo, nel senso greco un desiderio quasi morboso per il ritorno verso le origini: non del corpo verso un'origine definibile in categorie geografiche, ma dell'anima staccata dal corpo per essere di nuovo unita nella creazione. Quei momenti rari e preziosi della vita in cui svanisce il tempo e in cui l'anima in una visione momentanea si delizia nel presentimento della sua liberazione, sia di fronte ad una meravigliosa creatura umana, sia nel risuonare di una sinfonia quasi irreale, di fronte a quegli spettacoli naturalistici che si ripetono in un ritmo inalterabile. Le due figure femminili si abbandonano senza inibizione a questa sensazione, posizionate nella sabbia morbida e chiara della spiaggia latina, offrendo i loro corpi robusti ma nobili nudi al vento fresco, legate alla natura, sapienti. Di nuovo, il mare scuro si muove giocosamente contro la spiaggia, i monti, ormai a noi familiari da questo maestro, animano la lontananza, e di nuovo i gigli di San Pancrazio chinano nella brezza leggera i loro calici sopra la sabbia nella quale è leggermente sprofondata una brocca di terracotta. Sono delle ragazze mortali simili a dee che con la loro brocca sono andate al mare, o sono delle ninfe della fontè Una domanda la quale, di fronte alla bellezza e al mistero magico che la trasfigura, si disperde senza ricevere una risposta. Angelo Lipinsky, Sigmund Lipinsky und sein Graphisches Werk, in «Maso Finiguerra», A. V, nn. 1-2, 1940, pp. 138-139.

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