Lotto 9 | Ambrogio Raffele Vigevano (PV) 1845-1928 nei pressi di Courmayeur

Casa d'aste Santa Giulia - Via Fratelli Cairoli 26, 25122 Brescia
Asta 37: 15 aprile 2023 ore 15:00 "Monti e Colli" - Auction 37: 15 April 2023 at 15.00 "Mountains and Hills" 19th and 20th century Italian paintings
sabato 15 aprile 2023 ore 15:00 (UTC +01:00)

Ambrogio Raffele Vigevano (PV) 1845-1928 nei pressi di Courmayeur

Ambrogio Raffele Vigevano (PV) 1845-1928 nei pressi di Courmayeur Olio su tavola cm 28x40.
Ambrogio Raffele (Vigevano, 1845 – 1928), dopo aver iniziato gli studi ingegneristici a Torino, decide di abbandonarli per dedicarsi alla pittura. Si iscrive all’Accademia Albertina, dove studia al seguito di Andrea Gastaldi (1826-1889) e Antonio Fontanesi (1818-1882). Il pittore si specializza ben presto in una pittura di paesaggio sicuramente ispirata ai modi lirici del maestro Fontanesi. Ma, con il passare degli anni, le delicate note cromatiche degli inizi, si fanno più vivaci, assecondando un linguaggio personale ed energico. Le Promotrici torinesi Ambrogio Raffele esordisce alla Promotrice torinese del 1874 e poi vi partecipa regolarmente fino al 1900. Prende parte, però, anche ad esposizioni milanesi, genovesi e veneziane, ottenendo sempre un notevole successo di critica e di pubblico con i suoi suggestivi paesaggi. I luoghi che più lo ispirano sono le campagne attorno Vigevano, la Lomellina, ma anche le Alpi lombarde. Non sono poi da dimenticare le vedute urbane di Vigevano, Novara e Roma, rese sempre con chiara ascendenza fontanesiana. Negli anni Novanta, si dedica principalmente a paesaggi Alpini realizzati durante i lunghi soggiorni a Courmayeur, in Valle d’Aosta. Il pittore vigevanese può essere considerato uno dei più importanti rappresentanti del Naturalismo lombardo di fine Ottocento, graditissimo ai collezionisti locali e non solo. Diverse opere del pittore sono infatti state acquistate e promosse dal mercante fiorentino Pisani, durante uno dei viaggi in Toscana dell’autore. Partecipa alla sua ultima esposizione importante a Milano nel 1906, per l’inaugurazione del Traforo del Sempione. Dipinge instancabilmente fino al secondo decennio del Novecento, quando ormai settantenne decide di abbandonare la scena artistica per ritirarsi a passare la vecchiaia nelle campagne attorno Vigevano. Vi muore nel 1928, a ottantatré anni. Ambrogio Raffele: il naturalismo lombardo di fine Ottocento L’esordio di Ambrogio Raffele avviene alla Promotrice di Torino del 1874 con Prati di Vanchiglia. L’influenza di Fontanesi è ben visibile nella scelta di un cromatismo naturale e lirico allo stesso tempo. L’anno successivo si presenta, sempre a Torino con Mattino, nel 1877 con Al Langosco (Vigevano). All’Esposizione Nazionale di Torino del 1880 espone un dipinto dalle forti valenze poetiche, dandogli come titolo un verso carducciano, Bacia, sole immortal, bacia il tuo figlio!. La prima veduta urbana di Ambrogio Raffele compare invece alla Promotrice torinese del 1882. Si tratta del dipinto Su Corso Vittorio Emanuele II, accompagnato da Al bagno. Siamo giunti alla sua seconda fase pittorica: si distacca gradualmente dai modi di Fontanesi per impostare un suo linguaggio dal cromatismo acceso e vivace, ricco di particolari. Soltanto nella sua ultima produzione ritornerà a quel lirismo velato di malinconia. Uno dei pochi dipinti di figura del pittore lombardo viene esposto alla Mostra Nazionale di Roma del 1883: Lettrice distratta, che rivela una netta vicinanza all’eleganza ritrattistica di John Singer Sargent (1856-1925), uno dei più stretti amici di Ambrogio Raffele. Nel 1884 espone a Torino Piazza Pia e Colosseo dipinti che dimostrano il recente viaggio a Roma del pittore. Lo stesso si può dire dell’acquarello presentato alla Nazionale di Venezia del 1887, Roma, fuori porta San Paolo, insieme al più consueto Passeggiata in montagna. Alla I Triennale torinese del 1896 compare Mattino alle falde del Monte Bianco, dipinto che segna l’inizio della fase matura di Ambrogio Raffele. Da questo momento in poi, si dedica principalmente a soggetti alpini, ritornando a quel poetico slancio iniziale. Nel 1898 espone La montagna di Viù, nel 1899 Chalet de Lazy – Monte Bianco e Valle di Veni – Monte Bianco. Al 1900 risale il Ruitor da La Thuile. Gli ultimi due grandi e significativi dipinti vengono presentati dal pittore lombardo alla Mostra di Milano per il Traforo del Sempione del 1906: Trasparenze – Courmayeur e Su per gli alti monti.