Lotto 72 | Arte Cinese - Vaso meiping bianco e blu Cina, dinastia Qing (1644-1912), XIX secolo .

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ASTA 355 ARTE ORIENTALE DA UN'IMPORTANTE COLLEZIONE PRIVATA E ALTRE COMMITTENZE Prima tornata lotti 1-115
martedì 8 marzo 2022 ore 10:30 (UTC +01:00)

Arte Cinese - Vaso meiping bianco e blu Cina, dinastia Qing (1644-1912), XIX secolo .

Arte Cinese Vaso meiping bianco e blu
Cina, dinastia Qing (1644-1912), XIX secolo . . Cm 22,50 x 33,50. Vaso in porcellana bianca con la parte centrale elegantemente decorata in blu sottocoperta con fiori e tralci di loto che insiste su due bande sovrapposte ornate rispettivamente con onde e petali stilizzati. Il meiping, letteralmente “vaso per il ramo di pruno”, costituisce una delle forme più amate dalla tradizione cinese. Il tipico ornato a girali fioriti di loto in blu su fondo bianco raggiunse vette di assoluto lirismo sotto il regno di Yongle (1402-1424) dove fu spesso applicato a questa particolare forma ceramica. Il vaso qui presentato costituisce un esempio di quella produzione legata al revival della grande tradizione Ming, fenomeno che si era andato formando in Cina durante il corso di tutto il '700 e che si sarebbe protratto fino al secolo successivo. La particolare attenzione rivolta ai preziosi manufatti sopravvissuti di epoca Ming non aveva mancato di mettere in luce come parte integrante della loro impareggiabile bellezza fosse da tributarsi anche alle casuali piccole imperfezioni presenti nel prezioso pigmento blu, frutto di una complessa mistura di ossidi di cobalto di diversa origine. Questa ricetta, disciplinata dallo stesso imperatore Yongle, era in grado di dare una una irripetibile tonalità di blu con sfumature violette e piccole macchie più scure dovute alla presenza di ossido di ferro, il cosiddetto effetto di “heaping and piling”, molto evidente e invasivo nelle porcellane di epoca Yuan, ma qui tenuto sotto controllo e sfruttato, con supremo virtuosismo, come elemento decorativo. L'impossibilità per i ceramisti del XVIII secolo di ricreare questa tecnica, di cui si era perso memoria, li spinse ad imitare le tipiche picchiettature scure e brillanti, dipingendole, come ben visibile anche nel pezzo qui proposto, direttamente col pennello, usando un pigmento più scuro sul blu “acquerellato” del fondo.