Lotto 5 | MATTIA PRETI (1613-1699) E BOTTEGA O GREGORIO PRETI (1603 1672) Cristo...

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Asta Giudiziaria del 18/12/2013 - I. Dipinti e Disegni, Incisioni et alia, Sculture Sessione Unica - dal lotto 1 al lotto 137
mercoledì 18 dicembre 2013 ore 18:00 (UTC +01:00)

MATTIA PRETI (1613-1699) E BOTTEGA O GREGORIO PRETI (1603 1672) Cristo...

MATTIA PRETI (1613-1699) E BOTTEGA
O GREGORIO PRETI (1603 1672)
Cristo deriso, 1655-1670 ca.
Olio su tela, 98,7x151 cm.
Provenienza: Semenzato, Venezia, 31.10.1998, l. 117 (€ 61.681), come Mattia Preti; Semenzato, Venezia, 16.3.1998, l. 81; Pescara, Collezione Privata; Finarte 55, 1968, l. 26

Bibliografia: J. T. Spike, Mattia Preti. Catalogo Ragionato dei Dipinti, Firenze, 1999, p. 404

Elementi distintivi
La cornice non è originale: si identificano i segni di battuta precedenti.

Stato di conservazione
Segno: 80% (danni e integrazioni soprattutto sulla parte sinistra, anche sull’incarnato del Cristo)
Supporto: 60% (telaio sostituito, maldestro rintelo recente e conseguente schiacciamento della pellicola pittorica)

La tela è stata attribuita a Mattia Preti per primi da Giuliano Briganti e Ferdinando Bologna, che la avvicina all’Ecce Homo del Museo di Chantilly e propone di datarla 16561660 (comunicazioni citate in catalogo Semenzato 31.10.1998).
John Thomas Spike, nel Catalogo Ragionato dell’artista, identifica l’opera con quella citata in Palazzo Lattanzi, a Ripa Fagnano, L’Aquila, nel 1902.
Keith Sciberras, che ha recentemente verificato l’opera dal vero, ritiene che si tratti di un lavoro eseguito da Mattia con l’assistenza della propria bottega verso la metà della carriera, e segnala la difficoltà di giudizio dovuta alle integrazioni nei toni dell’incarnato della figura di Cristo.
Altri due specialisti hanno autonomamente esaminato, su base fotografica, il dipinto. La attribuzione a Mattia Preti è condivisa da Stefano Causa, mentre Claudio Strinati riporta la tela “al fratello Gregorio Preti nella fase tarda della sua attività, comunque posteriore ai lavori di affresca tura nella chiesa di s. Carlo ai Catinari che vide i due fratelli, Gregorio e Mattia, documentatamente fianco a fianco. Sembra efficace il confronto tra questo dipinto e l’ affresco di Gregorio Preti in s. Carlo ai Catinari con la rappresentazione di s. Carlo Borromeo che istruisce i padri barnabiti in partenza per le missioni. Interessante è anche il confronto tra il nostro dipinto è un’ opera documentata di Gregorio Preti tardo, cioè la pala d’altare del s. Antonio di Padova nella chiesa di s. Rocco a Roma, del 1663, data che può competere anche al Cristo deriso”.
Ringraziamo gli specialisti menzionati per il prezioso supporto nella schedatura dell’opera.
L’opera è accompagnata da expertise di Keith Sciberras e parere di Claudio Strinati.