Lotto 38 | Alzata in maiolica dipinta nei toni predominanti dell'ocra, azzurro e verde a...

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martedì 21 settembre 2021 ore 15:30 (UTC +01:00)

Alzata in maiolica dipinta nei toni predominanti dell'ocra, azzurro e verde a...

Alzata in maiolica dipinta nei toni predominanti dell'ocra, azzurro e verde a raffigurare La testa di Pompeo presentata a Cesare.
Pesaro, bottega dei dalle Gabicce, 1544, a tergo la legenda in blu: 1544/ Elricho. don delonorata testa, h. cm. 2; d. cm. 25,5 (restauri e mancanza al bordo)
Prov.: dal 1892 collezione Mariano Battisti di Bevagna; di seguito collezione Angeli Nieri Mongalli (fino al 1952); ora collezione privata
Bibl.: Mostra d'Arte Antica Umbra, catalogo della mostra, Perugia, 1907
Il lotto è accompagnato da uno studio di Carmen Ravanelli Guidotti

Custodita come prezioso bene di famiglia in un’antica casa italiana, la nostra alzata rispecchia appieno il gusto raffaellesco per la maiolica istoriata, appartenendo a un genere di produzione artistica tenuto in gran conto tanto da far parte per alcuni secoli del patrimonio di nobili casate italiane.
La maiolica illustra un episodio di storia romana, ovvero la presentazione della testa di Pompeo a Cesare. Dopo la disfatta di Farsalo, arrivato di fronte alle coste egiziane, Pompeo inviò un messaggio al giovane sovrano Tolomeo XIII, che era impegnato a Pelusio in una guerra contro la sorella e moglie Cleopatra VII. Questi decretarono che Pompeo andava eliminato per evitare che la sua presenza in Egitto giustificasse eventuali ingerenze di Roma negli affari interni del Paese. Pompeo fu attirato in trappola dai messi di Tolomeo, che gli offrirono di trasportarlo a terra su una piccola imbarcazione. Il generale riconobbe sulla barca un vecchio compagno d’arme, il tribuno Lucio Settimio, e accettò fiducioso. Ma quando ormai la costa era vicina, Achilla, prefetto di Tolomeo, e Settimio lo pugnalarono. Dopo aver assistito a quell’evento tra l’incredulità e la paura, i suoi familiari e amici levarono le àncore e fuggirono senza vendicarlo. Fu Giulio Cesare ad assumersi questa incombenza: sconvolto dalla morte e dalla decapitazione del rivale, fece giustiziare i responsabili del tradimento.
La scena viene però reinterpretata dal pittore sulla base delle sue personali inclinazioni: ad esempio la figura del soldato al centro, che punta il capo verso un altro militare, sembra riprendere, in controparte, una figura della Magnanimità di Scipione incisa dalla bottega di Marcantonio Raimondi; quella di Cesare sembra invece poter derivare dall’incisione, sempre da Raimondi, di Cristo in casa di Simone il fariseo.
La legenda, riportata sotto il piede dell’alzata, è tratta da una delle Rime di Francesco Petrarca, che scrive: “Cesare, poi che ’l traditor d’Egitto/ li fece il don de l’onorata testa: / celando l’allegrezza manifesta/ pianse per gli occhi fuor sí come è scritto” (parte 81, sonetto LXXXI). Nel nostro caso tuttavia, l’artista utilizza una variante interpretativa, anteponendo “El richo” al “don”, assente nella rima petrarchesca; tale variante non è un caso isolato, ritrovandosi in quelle di alcune opere coeve di artefici operanti in centri diversi, che dunque evidentemente la trascrivevano traendola da un testo che circolava.

Il lotto è provvisto di attestato di libera circolazione del 29/03/2021