Lotto 71 | Gaspare Diziani (Belluno 1689 - Venezia 1767) attribuito - attributed

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martedì 14 settembre 2021 ore 15:00 (UTC +01:00)

Gaspare Diziani (Belluno 1689 - Venezia 1767) attribuito - attributed

Gaspare Diziani (Belluno 1689 - Venezia 1767) attribuito - attributed 

Riposo dalla fuga in Egitto

Olio su tavola

Rest from the escape into Egypt

Oil on panel

20,5 x 112,5 cm


Gaspare Dinziani è inizialmente allievo di Antonio Lazzarini, ultimo interprete provinciale, ma non spregevole, del tenebrismo barocco. Lasciata la natia Belluno per Venezia, inizia la sua vera formazione, prima nella scuola di Gregorio Lazzarini, poi in quella del conterraneo Sebastiano Ricci, che lascia un’impronta indelebile nello stile artistico di Gaspare. La sua felicità esecutiva , cifra stilistica non comune, gli offre immediato successo e ottiene molte commissioni per le scenografie di teatri veneziani. Come scenografo lo ritroviamo nel 1717 a Monaco e quindi a Dresda, alla corte di Sassonia. Nel 1720 rientra a Venezia, dove compare tra gli iscritti alla fraglia dei pittori. Nel corso del secondo decennio del Settecento iniziò una prolifica attività, dipingendo sia opere a tema sacro sia mitologico, oppure decorazioni in ville private e scenografie teatrali. Nel 1726, su invito del cardinale Pietro Ottoboni, soggiorna per un breve periodo a Roma, dove esegue dei lavori per S. Lorenzo in Damaso, oggi perdute. Nel 1727 realizzò l’Estasi di san Francesco in S. Rocco a Belluno, ritenuto il suo primo dipinto firmato e datato, nel quale si denota l’influenza del Ricci. Al quarto decennio appartengono le attività di S. Stefano a Venezia (1733), Chioggia al duomo, presso chiesa del Carmine di Venezia e S. Giustina a Padova; gli affreschi dello scalone di palazzo Ricatti a Castelfranco Veneto e le decorazioni dello scalone dei Gesuiti e del salone di Ca’ Zenobio ai Carmini a Venezia, nonché in palazzo Spineda a Treviso. Tra il 1750 e il 1751 è a Bergamo, dove affresca il soffitto di S. Bartolomeo, e tra il 1755 e il 1758 decorò alcune stanze di Ca’ Rezzonico a Venezia, città dove nel 1760 eseguì tele per la chiesa del Carmine e per la scuola di S. Giovanni Evangelista. Questa lunga, ma parziale, lista di commissioni è la testimonianza di quanto fossero cospicue ed elevate frequenza e il tenore delle richieste. Diziani a metà del secolo è uno tra i principali interpreti della pittura veneziana, grazie al suo linguaggio raffinato e spettacolare, esaltato dal un vibrante cromatismo; diverso, forse meno intellettuale e sofisticato, ma più incisivo degli altri interpreti del tempo come Gian Antonio Pellegrini, da poco defunto, come Antonio Balestra, i contemporanei Jacopo Amigoni, Francesco Fontebasso e Giambattista Pittoni. Il Riposo durante la fuga in Egitto, qui esaminato, probabilmente nato come dipinto sovraporta, è ambientato in un paesaggio che il bellunese usa con particolare assiduità, vedi per esempio Venere, Cupido e Bacco della collezione Cini. Le figure sono eseguite con il brio e l’efficacia tipiche di Gaspare, esse vibrano di colore nel paesaggio scabro, ove la visione della brulla pedemontana veneta rappresenta simbolicamente il deserto, sebbene la pennellata sia veloce e incisiva, la santa famiglia è sorretta da un disegno impeccabile. Il San Giuseppe, riconoscibile per la fisionomia tipica dei vetusti uomini del Diziani, è nella sua posa una variante della Temperanza di Palazzo Spineda a Treviso. La Madre di Dio, a sua volta, ricalca la posa di un’altra allegoria di Palazzo Spineda, ovvero la Prudenza, vista in controparte. Infine, il Bambino lo ritroviamo in uno dei due angioletti in basso a destra della Annunciazione dei Musei Civici di Belluno, nonché nell’angioletto in basso della tela dedicata al a Sant’Antonio e San filippo Neri del Museo Civico di Treviso.