Lotto 15 | Pietro Labruzzi (Roma 1739 - 1805)

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martedì 14 settembre 2021 ore 15:00 (UTC +01:00)

Pietro Labruzzi (Roma 1739 - 1805)

Pietro Labruzzi (Roma 1739 - 1805)

Ritratto di nobiluomo

Olio su tela

Portrait of a nobleman

Oil on canvas

64 x 82 cm


La formazione artistica di Pietro Labruzzi resta a tutt'oggi ancora poco chiara per la mancanza di precisi dati cronologici. Risale al 1753 la prima precoce opera documentata raffigurante la Madonna con i SS. Anna e Gioacchino, eseguita per la chiesa romana di S. Maria della Luce, nell'ambito degli interventi di decorazione voluti dai padri minimi e affidati a un gruppo di artisti di cultura napoletana, fra i quali figuravano Sebastiano e Giovanni Conca e Onofrio Avellino; ciò lascerebbe supporre, vista anche l'affinità stilistica, che Pietro sia cresciuto seguendo l’accademismo partenopeo frequentando Conca e arricchita però dall'influenza di Pompeo Batoni e da richiami del Cortona. Negli anni Settanta, con la riforma classicista dello stile, il suo linguaggio va a semplificarsi assumendo i toni severi e l'essenzialità. In occasione dell’intervento decorativo patrocinato da Pio VI per il duomo di Spoleto, affidato a Corvi, Cristoforo Unterperger, Bernardino Nocchi e Cavallucci, Pietro esegue una serie di dipinti. Labruzzi opera con successo anche in ambito ritrattistico seguendo le orme dettate da Batoni nel secondo Settecento. Il nostro dipinto va attribuito a Pietro Labruzzi per la pertinenza al gusto neoclassico romano, alimentato da Pompeo Batoni, Anton Raphael Mengs e Anton von Maron. Il personaggio, posizionato con elegante imponenza, è colto con la massima cura e raffinatezza del suo vestire. Un utile confronto lo ritroviamo nel celeberrimo ritratto Giovanni Battista Piranesi del Museo di Roma, oppure il ritratto datato 1783 “Ritratto di gentiluomo con sfondo di ninfeo” pubblicato da Giancarlo Sestieri, figura 562, in “Repertorio della Pittura Romana della fine del Seicento e del Settecento