Lotto 0032 | CARLONE GIOVANNI BATTISTA

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Asta di Antiquariato e Pittura del sec.XIX I parte Asta di Antiquariato e Pittura del sec.XIX
martedì 8 giugno 2021 ore 15:00 (UTC +01:00)

CARLONE GIOVANNI BATTISTA

CARLONE GIOVANNI BATTISTA (1603-1684)
La predica di Gesù ai Dottori
Olio su tela
129 x 153 cm
Provenienza: Genova mercato antiquario ora collezione privata
L'affresco della zona absidale dell'Annunziata venne commissionata dalla
famiglia Lomellini inizialmente all'Ansaldo che però morì nel 1638 quindi al
Benso intorno al '40 che vi lavorò dal '40 al '47.La parte inferiore degli affreschi
venne poi completata da G.B. Carlone con le figure dell'affresco di sinistra
rappresentante la presentazione di Gesù al tempio. Vent'anni più tardi nel 1670 -
come indica la data sulle pagine del libro aperto sul pavimento sul primo piano a
destra - il Carlone realizzò la scena di destra con la Predica di Gesù ai Dottori.
L'opera ha misure e definizione formale tali da suggerire che si trattasse non tanto
di un bozzetto o prima idea del pittore per ideare la composizione quanto
piuttosto un modello finito quindi presentato ai Lommellini per ricevere l'ultimo
benestare alla commissione dell'opera secondo una prassi operativa tipica
del Carlone: si confrontino ad esempio i modelletti per San Siro conservati alla
Galleria Nazionale di Palazzo Spinola o quelli per la Cappella di Palazzo Ducale
recentemente esposti alla mostra 'Genova nell'Età Barocca'. Nel caso proprio
delle opere preparatorie per gli affreschi della Cappella Ducale la mostra ha
consentito di accostare due opere - un bozzetto quasi monocromo e di misure
ridotte (49 x 67 5) e un modelletto altrimenti definito e di misure maggiori (121 x
87) - chiarendo così il procedere del pittore per le opere in grande.
Un 'quadro traverso di disputa di Nostro Signore con li dottoi alto p. 3 e largo p.
6 di Gio. Batta Carlone' è menzionato in un documento del 17 giugno 1700 in
occasione della divisione dei beni di Pier Francesco Lomellini tra i suoi cinque
nipoti dopo la sua morte avvenuta l'11 aprile dell'anno prima. Nel rendere noto
questo documento il Belloni (1988 p. 246) ricorda dell'esistenza di due bozzetti
per l'affresco: uno in collezione privata - con ogni probabilità il nostro - e uno
nella chiesa di Santa Zita. Le dimensioni indicate per il dipinto decisamente più
ridotte rendono difficile l'identificazione con quello della collezione: siamo
quindi di fronte ad un altro tro caso analogo a quello per la Cappella di Palazzo
Ducale in cui il pittore realizzò più studi per l'importante opera che si accingeva
a realizzare.
Le varianti rispetto all'affresco sono minime e riguardano quasi unicamente le
architetture e indubbia appare per il Carlone l'ispirazione ad una composizione
dell'Ansaldo illustre precedente per il Carlone. La fonte d'ispirazione per la
composizione fu per Ansaldo prima e per Carlone poi un dipinto del Veronese -
oggi al Prado - documentato dalle fonti in casa Contarini a Padova (RIDOLFI
1648). Ciò viene esplicitato da un disegno reperito dalla Newcome tra gli
anonimi e da lei attribuito al Carlone dove chiari sono i riferimenti alla tela
veronesiana come pure alla composizione su tela e ad affresco del Carlone
(Cfr. NEWCOME in Firenze 1989). La studiosa non esclude che il Carlone abbia
visto direttamente il dipinto veneto o comunque ne sia venuto a conoscenza
attraverso una copia eseguita dal figlio Giovanni Andrea documentato a Padova. Il
disegno così come l'affresco differiscono dal bozzetto soprattutto nelle
'quadrature' suggerirebbe alla Newcome l'ipotesi assai probabile che le
architetture del coro dell'Annunziata spettino al pennello del Benso mentre al
Carlone si debbano le sole figure.
Bibliografia specifica:
BELLONI 1988 p. 245; NEWCOME in Firenze 1989 pp. 99-102 fig. 59 ;
ORLANDO in Allgemeines Künstlerlexikon in c.d.s.
cm. 153x129