Lotto 16 | Kuba (Repubblica Democratica del Congo)

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Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera
mercoledì 14 ottobre 2020 ore 17:30 (UTC +01:00)

Kuba (Repubblica Democratica del Congo)

Kuba (Repubblica Democratica del Congo)

H 61 cm
Legno a patina naturale scura
Scultura ritratto di un re. 
Località di raccolta: regione dei Bushoong compresa tra i corsi dei fiumi Kasai e Sankuru, villaggio Kuba di Nshyeeng (sulle mappe odierne diventa Mushenge).
Rappresenta la statua del re Kuba  Mbopey Mabiintsh ma-Kyeen (*). E’ l’ultima effige di un re Kuba che dopo ottant’anni è disponibile in occidente.



Le informazioni che seguono sono riprese dall'opera di Cornet pubblicata nel 1982. Egli descrive ed illustra nel dettaglio la storia e le sculture Ndop di 12 sovrani, inclusa l’ultima, che rappresenta la statua del re Kuba Mbopey Mabiintsh ma-Kyeen (1939-1969). Le antiche statue dei sovrani, dopo la loro morte, erano scolpite da scultori professionisti. Queste opere postume erano tenute in grande considerazione dalle donne dell’harem e dai discendenti diretti anche per il loro valore simbolico da tramandare ai posteri. Tuttavia la sequenza di sculture dei ritratti si interruppe per svariati motivi. Molte delle antiche statue si erano disperse nelle collezioni e musei del mondo. Già dalla prima metà del XX° secolo non erano state più scolpite dagli scultori di corte. Questa mancanza fu interrotta dal re Mbopey Mabiintsh ma-Kyeen anche perché al suo insediamento egli non aveva individuato uno scultore capace o desideroso di realizzare il suo ritratto (Ndop) dopo la sua morte. Decise quindi di eseguire con le proprie mani la statua che lo rappresentasse. Essendo infatti un personaggio di grande valore e lucidità, si rammaricava della precarietà del suo regno al cospetto di tutte le evoluzioni del mondo moderno. Con questa iniziativa voleva mantenere la tradizione storica e gli elementi distintivi del proprio regno. Decise quindi di scolpire il suo autoritratto.La data di ingresso in Europa della scultura autoritratto del re (lotto 16) è il 1940, cioè un anno dopo dal suo insediamento, per questo è verosimile ipotizzare che il re in quel periodo abbia scolpito almeno due opere, una delle quali è entrata nel Musées Nationaux du Zaire.
Entrambe le opere riprendono tutti i dettagli della tradizione che caratterizzano i ritratti Ndop: pettinatura piatta con decoro a conchiglie nel bordo superiore e, in quello inferiore, con motivo a linee incrociate; linea dei capelli in evidenza, decoro a goccia sulla nuca, forma rotonda delle orecchie, curva delle sopracciglia, scarificazioni delle tempie, fascia pettorale a tre linee di Cypree, coprinatiche decorato, base rettangolare a disegno intrecciato. Il re indossa due anelli da spalla, due anelli d’avambraccio, quattro bracciali ai polsi. Nella mano sinistra tiene il gallo (coq), un animale che allude alla vigilanza, cioè un simbolo che identifica la dinastia di ogni sovrano.

PROVENIENZA
- Antica collezione Charmette, Gouverneur, Paris, portata da lui stesso nel 1940;
- Antica collezione Maurice Nicaud (Parigi) (**);
- Antica collezione George F. Keller (New York/Davos) (Inv. G.F.K. 276);
- Ex collezione Paolo Morigi (Lugano);
- Ex collezione privata (Lugano);


ESPOSIZIONI
- Berna 1980, Musée des Beaux Arts (***);
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


BIBLIOGRAFIA
Esemplare riprodotto in:
- MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 276, pag. 307;
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 44;

- FAGG WILLIAM “La sculpture africaine de Eliot Elisofon” Londra 1958, pagg. 7 e 202;
- CORNET JOSEPH “Art de l’Afrique Noire au pays du fleuve Zaire” Bruxelles 1972, pagg.120-140;
- CORNET JOSEPH “Art Royal Kuba“ Milano 1982;
- LaGAMMA ALISA “Heroic Africans” The Metropolitan Museum of Art, New York 2011, pagg. 152-181;

(*) Re Kuba Mbopey Mabiintsh ma-Kyeen che ha regnato dal 1939 al 1969.
Queste sculture rappresentano i ritratti dei sovrani delle dinastie Kuba. Il nome indigeno che identifica queste statue è Ndop. L’esploratore Emil Torday nella sua spedizione del 1908 in Congo è stato tra i primi europei a raggiungere il territorio del Kasai dove vi erano insediati i Bushoong (Kuba).Nel suo prezioso volume ne ha descritto i costumi, le tradizioni, le opere: TORDAY EMIL & JOICE THOMAS A. “Notes Ethnographiques sur les peuples communément appelés Bakuba, ainsi que sur les peuplades apparentées. Les Bushongo” Annales du Musée du Congo Belge, Bruxelles 1910. La storia della dinastia dei 124 sovrani si è tramandata oralmente e avrebbe avuto dei riscontri documentati solo a partire dal XVII° secolo con l’identificazione di sedici opere considerate autentiche. Una prima rassegna di queste sculture reali Kuba è stata presentata all'Esposizione di Anversa nel 1937-1938. In seguito altri autori si sono dedicati allo studio di queste sculture reali. L’antropologo Jan Vansina dopo il viaggio in Congo del 1953 ne ha approfondito la storia. All’epoca del re Mbopey Mabiintsh ma-Kyeen (1939-1969) la reggia aveva una dimensione di 800 x 400 metri con 5.000 - 10.000 abitanti. Gli edifici erano realizzati in materiale vegetale essiccato. Il villaggio del re era un modello antico - unico in Africa Centrale - paragonabile ad un grosso borgo europeo del Medio Evo.
Un altro autore ha dedicato anni per ricostruire la storia dei Re Kuba: il padre francescanoJoseph Cornet (1919-2004). Nato in Belgio, ha vissuto come missionario in Congo per oltre trent’anni. Storico dell’arte di questo grande Paese ha condotto indagini sui costumi dei molti gruppi etnici. Ha pubblicato tanti lavori che sono la testimonianza delle sue ricerche. E’ stato direttore del Musée Nationaux du Zaire e, dopo una lunga permanenza nel Kasai, ha scritto un trattato dettagliato sulla statuaria reale Kuba ricercandone la ricostruzione storica ed iconografica.
Uno studio dettagliato sull'età d’oro dei re Kuba è stato realizzato da Alisa LaGamma curatrice del Metropolitan Museum of Art di New York (MET): Heroic Africans. Pubblicato nel 2011, in 30 pagine ricche di illustrazioni e riferimenti storici, prende in esame le statue classiche dei re Kuba. Riporta le testimonianze di autori come Emil Torday (1875-1931), Frans Maria Olbrechts (1899-1958), Jan Vansina (1929-2017) e Joseph Cornet (1919-2004) che negli anni ne hanno documentato la storia e le origini.

(**) Maurice Nicaud (1911 - 2003). La sua biografia è stata ripresa da un articolo di Bernard De Grunne in SOTHEBY’S “Collection Marceau Riviére” Paris, asta del 18 e 19 giugno 2019, pagina 424 La foto è stata pubblicata a pagina 164. E’ stato un famoso antiquario che ha condiviso con collezionisti e mercanti come Marceau Riviére e Pierre Verité la passione e la fortuna di scoprire l’Africa Occidentale negli anni appena successivi alla seconda guerra mondiale. Nel 1950, con la moglie spagnola Josepha Guérero, era in Africa in cerca di oggetti. Dopo diversi viaggi in Guinea, Mali, Costa d’Avorio, la coppia si stabilisce a Parigi in rue Guénégaud dove apre la galleria d’arte africana Bargui. Nel corso della loro attività i coniugi Nicaud hanno avuto tra le mani molti pezzi dei gruppi Baga, Dogon, Yauré, Baulé, Dan. Importanti opere Dogon sono state acquistate dal Musée Dapper di Parigi. Nel 1970 hanno prestato al Museo di Zurigo una dozzina di opere per la mostra organizzata dalla direttrice Elsy Leuzinger “Die Kunst von Schwarzafrika”. Il volume è stato tradotto in italiano con il titolo: “L’Arte dell’Africa Nera” Milano 1972. Tantissime opere provenienti da Maurice Nicaud oggi sono presenti nelle collezioni private ed esposti nei musei. In particolare, molti suoi esemplari si possono vedere nel volume del suo amico Marceau Riviére pubblicato a Parigi nel 1975 “Les chefs-d’oeuvre africains des collections privées françaises”. La successione della famiglia Nicaud è stata oggetto di una vendita a Parigi organizzata da Binoche & Giquello il 21 marzo 2018. Tra le 26 opere offerte vi erano nove esemplari di pulegge per la tessitura: oggetti, in apparenza di minor valore commerciale, che tuttavia rappresentavano una delle tante passioni dei coniugi Nicaud.

(***) Berna 1980, Musée des Beaux Arts. Sotto la base della statua è ancora incollata l’etichetta del Museo di Berna. Il nome indigeno è leggermente diverso da quello segnalato da Cornet (1982). Tuttavia il Museo ha riportato il nome del re che era presente sulla scheda di Paolo Morigi da lui redatta prima del 1980.