Lotto 2 | Senufo, regione di Sikasso (Mali, regione meridionale)

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Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera Arte Africana: una prestigiosa collezione svizzera
mercoledì 14 ottobre 2020 ore 17:30 (UTC +01:00)

Senufo, regione di Sikasso (Mali, regione meridionale)

Senufo, regione di Sikasso (Mali, regione meridionale)

H 109 cm
Legno a patina scura brillante
Scultura Deble.
Scultura maschile scolpita secondo i criteri stilistici diffusi tra gli scultori Senufo della regione di Sikasso. Sulla testa è presente il “Calao”, l’uccello emblematico dei Senufo, il volto è segnato da un naso allungato collegato alle arcate sopraccigliari, occhi socchiusi, labbra e orecchie sporgenti. Dal corpo longilineo sporgono le lunghe braccia con le mani appoggiate alle cosce. La figura è sostenuta da un grosso zoccolo e sulla testa spunta la maniglia di tenuta che permette di sollevare e battere la scultura sul terreno. La patina chiara sui punti di contatto denota un utilizzo prolungato.

PROVENIENZA
- Former Paolo Morigi collection (Lugano);
- George F. Keller antique collection (Bern) (Inv. G.F.K. 126);
- Former private collection (Lugano);


ESPOSIZIONI
- Berna 1980, Musée des Beaux Arts;
- Lugano 2002, Palazzo Riva, Banca Svizzera Italiana (BSI);


BIBLIOGRAFIA
Esemplare riprodotto in:
- MORIGI PAOLO “Raccolta di un amatore d’arte primitiva” Magliaso, Lugano & Kunstmuseum Berna, Svizzera 1980, tav. 33, pag. 51;
- VENTURI LUCA M. “Anime antiche, arte negra, da una raccolta di sculture dell’Africa occidentale” Banca BSI, Lugano 2002, tav. 4;


- DERBIER ALAIN “Arte e Cultura Africana: Il Museo SMA di Lione” Pubblicazione della Società Missioni Africane, Genova, Gennaio-Marzo 2002, n° 53, “La Signora di Latha” pagg. 27 - 29;
- LEUZINGER ELSY ”L’Arte dell’Africa Nera” Milano 1972, pag. 68;
- GLAZE ANITA J. “The Children of Poro” in Bulettin du Musée Barbier-Muller n° 20, Genève 1983;
- HOLAS B. “Arts de la Cote d’Ivoire: Les trésors du Musée d’Abidjan” Vevey 1969, pagg. 67 e 155;

Le sculture Deble, generalmente femminili ma anche maschili, erano rigorosamente custodite nei santuari della società segreta “Lo” o “Poro”, che regolava la vita sociale e religiosa dell’intero popolo Senufo. Queste opere d’arte furono rivelate al pubblico agli inizi degli anni ‘50, grazie all’azione inconsapevole di un improvvisato profeta di nome M’péni Dembélé. Questi, infatti, introducendo un nuovo culto feticista chiamato Massa, diede ordine di abbandonare i santuari e di bruciare le antiche sculture, delle quali fortunatamente si riuscirono a salvare alcuni pezzi molto belli ed oggi rarissimi, che rivelano l’alta forza creativa degli scultori Senufo. Il salvataggio fu dovuto all’opera fortuita di due missionari cattolici francesi, i Reverendi Padri Gabriel Clemens e Michel Convers, che nell’agosto del 1950 hanno letteralmente raccolto dalle discariche dei villaggi settentrionali intorno a Korhogo una quantità di sculture abbandonate dai Senufo, destinate altrimenti a scomparire. Alcune di queste opere, considerate dei capolavori d’arte africana, sono ora esposte al Rietberg Museum di Zurigo e al Metropolitan di New York. Le statue Deble costituivano il più elevato strumento di culto della società segreta “Lo” e venivano usate in occasione dei funerali di importanti membri della lega stessa. Le Deble però erano utilizzate anche in altre cerimonie. Durante i riti di iniziazione, i giovani membri della società segreta, disposti in varie file, stringevano fra le braccia una Deble posta dinanzi a loro, battendo il terreno con lo zoccolo della statua al ritmo della musica. Questo utilizzo si può notare sulla superficie del legno che lungo le braccia risulta più liscia e consumata che altrove e dalle tracce di erosione sotto lo zoccolo di base. Attraverso i ritmici e sordi colpi sul suolo i giovani evocavano la presenza soccorrevole delle anime dei morti che vivevano all’interno della terra e della dea madre “Katieleo” affinché purificasse il terreno e lo rendesse fertile. I canti, intonati nella lingua segreta della setta “Lo”, erano accompagnati dal suono delle trombe di legno e da strumenti ricavati dalle zucche. Trattandosi di figure tradizionali, malgrado qualche differenza formale legata ai sottogruppi di provenienza, tutte le sculture Deble hanno caratteristiche comuni: sono scolpite in legno duro (Vitex doniana o Sterocarpus erinaceus), hanno una struttura verticale allungata, le braccia sono distanziate dal corpo per essere saldamente impugnate e la base è costituita da uno zoccolo massiccio. Dovendo essere utilizzate dai giovani iniziati, le loro misure medie in altezza variano dai 60 ai 90 cm, ma vi sono esemplari di 135 cm. La scultura dei gruppi Senufo che vivono nel nord della Costa d’Avorio e nel Mali meridionale risente delle influenze stilistiche dell’arte Dogon e Bambara, soprattutto nei volumi a blocchi e nella presentazione frontale della figura umana.