Lotto 23 | Giacomo Balla (1871-1958), Ritratto di Luce Balla, 1922 ca

Cambi Casa d'Aste - Via San Marco 22, 20121 Milano
Asta N. 481 - Arte Moderna e Contemporanea, Fotografia e Fumetti Prima Sessione
mercoledì 15 luglio 2020 ore 15:00 (UTC +01:00)

Giacomo Balla (1871-1958), Ritratto di Luce Balla, 1922 ca

Giacomo Balla (1871-1958), Ritratto di Luce Balla, 1922 ca

olio su tela, cm 60x49 firmato in basso a destra Nel retro: in basso sul telaio, targhetta rettangolare bordata di blue con n.164 (probabile Inventario Barone Fassini, Casal Bruciato – Roma), Provenienza: Giacomo Balla, Roma [1922] Barone Alberto Fassini, Roma [committenza a Balla, Roma 1922-1923] Maria Fassini, Casal Bruciato – Roma [1942] Collezione privata Bibliografia: Registro della collezione del Barone Fassini, n. 205: Ritratto di Sig.na mezzo busto, con cappello di paglia, Casal Bruciato (Villetta). E. Balla, Con Balla, Multhipla Edizioni, Milano 1986, vol. II, p. 119 P. Rossazza Ferraris in catalogo La Donazione Balla, GNAM, Roma 1988-1989 p. 26, fig. 29 a. Giacomo Balla realizza questo ritratto della primogenita Luce (nata nel 1904 con il nome Lucia) nell’ estate del 1922 in seguito alla visita (e committenza) avuta dal barone Alberto Fassini (Moncalvo\Asti 1875 – Roma 1942) nella casa dei Parioli nella primavera del 1922. Il barone – infatti – resta colpito dal ritratto che Balla stava completando alla primogenita, tutto giocato sui toni del verde e del viola: terminato il ritratto lo consegna insieme al suo autoritratto in veste da cuoco al Barone. È l’inizio di una ricca produzione di opere per il barone dove “tu ti asterrai dal consacrare la tua attività all’arte futuristica, perché a questa deve rimanere assolutamente estranea la tua produzione”, come si legge nella lettera-contratto con il Barone del 15 maggio 1922 pubblicata da Elica Balla nel 1986. Vi si legge, anche: “Caro Balla, in conformità dei verbali accordi con te intervenuti alla presenza del barone Alberto Fassini, resta stabilito che, per un anno ed a decorre dal primo giugno prossimo, tutta la produzione pittorica, con tutti i relativi di eventuali riproduzioni, resta ceduta al barone Fassini, il quale ti corrisponderà in compenso la somma di lire 4000 (quattromila) al mese per tutto l’anno”. E continua, “…tu mi hai consegnato oggi stesso, per il barone Fassini che ne diviene quindi il proprietario, il tuo autoritratto, e nello stesso modo mi consegnerai fra qualche giorni il ritratto della tua figliola Luce…”. L’autoritratto è quell’Autoritratto in veste di cuoco dipinto da Balla nell’estate del 1922 (olio su cartone cm. 44 x 55) ed esposto alla Fondazione Magnani Rocca nel 2015. Terminato il ritratto della figlia Luce con il cappello di paglia, Giacomo Balla ne realizza un altro, molto simile nella postura ma dai toni volti al rosa: con il titolo Veli rosa. Ritratto di Luce verrà poi donato allo Stato Italiano dalle Signorine Balla nel 1984 (si veda il catalogo La Donazione Balla, GNAM, Roma 1988-1989 n. 29). Scrive Elica Balla: “Nella tarda primavera del 1922 mia sorella si mise un vestitino viola chiaro leggero che aveva già da due anni ma il colore malinconico del vestito faceva risaltare la freschezza del suo bel volto. […] ora pone nel fondo, dietro alla figura della figlia vestita di viola chiara, varie tonalità di veli ed anche sulle braccia e sulle spalle le pone veli di diversi colori: è il colore che lo interessa in questo momento, il colore dal vero nella trasparenza dei veli. Mia sorella posava per delle ore silenziosa e apparentemente tranquilla, mentre mio padre dipingeva con fervore ritraendo tutti quei mirabili passaggi di colore trasparenti che quasi incorniciano il volto luminoso di mia sorella. Il quadro riuscì benissimo tanto che, mentre lo dipingeva ancora, venne allo studio un signore, il barone Alberto Fassini, che lo volle subito acquistare. La mamma approfittò di questo fatto per dire a mio padre di fare un altro quadro con Lucetta, cosa che venne da lui accettata gradevolmente poiché poteva, così, approfondire lo studio delle trasparenze dei veli con altri colori; infatti in questo secondo ritratto di mia sorella, tutte le tonalità dei rosa e dei gialli sostituiscono i viola e i verdi del primo. L’atteggiamento è quasi lo stesso perché un velo che dal cappello a larghe falde scende a velare la parte superiore del viso.” (pagg. 118-119). Testo a cura della Dott.ssa Elena Gigli