Lotto 60 | Alessandro Magnasco, detto il Lissandrino (Genova,1667 – 1749). Interno di...

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sabato 16 maggio 2020 ore 17:00 (UTC +01:00)

Alessandro Magnasco, detto il Lissandrino (Genova,1667 – 1749). Interno di...

Alessandro Magnasco, detto il Lissandrino (Genova,1667 – 1749). Interno di convento con suore al lavoro. 93x132, olio su tela. Opera poco conosciuta, questa del Magnasco. In un periodo in cui si svolgeva un dibattito acceso riguarda la corruzione degli ordini monastici. Il pittore attraverso le sue opere, denominate Fraterie, manifesta il suo pensiero, velato da una sottile ironia. Negli anni della maturità, sembra volerci mostrare, i vari aspetti, i vari modi in cui veniva vissuta la realtà religiosa nei conventi e negli ordini monastici. Molte sono le opere, che mostrano le sue figure, costruite con pennellate veloci e dense, quali macchiette, che recitano, ma che riflettono la situazione conventivale dell’epoca. Il corpus dei suoi dipinti è come una opera unica descrittiva, illustrante della situazione cronachistica del tempo, a molti non nota. Non anticlericalistico, bensì un monito ad assecondare comportamenti religiosi più consoni a una etica morale, dove la preghiera e il raccoglimento debbano essere protagonisti. I conventi non possono essere residenze dove si conduce una vita comoda, fatta di futilità e piacevolezze. Il dipinto raffigura quasi uno status di quello che era un modo di vivere aristocratico e nobiliare che non ha e non dovrebbe avere collocazione in un luogo religioso. Le suore sembrano delle signore aristocratiche intente a lavori di filo e ricamo, di addobbi floreali e degustazioni di cioccolato, attorniate da cagnolini e gatti, assistite da giovani educande, vestite elegantemente in rosa. Un’atmosfera frivola che trova comparazione in un’altra opera “ La cioccolata” molto più significativa e pregnante nel documentarci tale aspetto del modus vivendi monostico. In questa raffigurazione tranquilla egli muove le sue figure con una regia perfettamente combinata alla scenografia, che come al solito, ha la partecipazione di un’altra mano. STUDIO ASOR