Lotto 81 | GIULIO CESARE PROCACCINI (Bologna 1574 - Milano 1625) attr. "Miracolo della...

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mercoledì 15 maggio 2019 ore 15:00 (UTC +01:00)

GIULIO CESARE PROCACCINI (Bologna 1574 - Milano 1625) attr. "Miracolo della...

GIULIO CESARE PROCACCINI (Bologna 1574 - Milano 1625) attr. "Miracolo della ruota di Santa Caterina d'Alessandria" Olio su tela cm 125,5x88 La presente opera trova diversi e importanti documenti di comparazione. Un primo riferimento è in Fototeca della Fondazione Zeri, scheda 45728; il soggetto è il medesimo. L'illustre studioso, nei suoi appunti, attribuisce la tela, dubitativamente, sia al Cerano che a Giulio Cesare Procaccini. Esiste poi un dipinto, esposto al Worcester Art Museum, a Worcester, Massachusetts U.S.A., assegnato al Procaccini, con un'unica differenza riferibile a i colori, più smaltati e vivaci. Di Giovanni Battista Crespi, detto Il Cerano, è la pala conservata nella chiesa di Santa Maria presso San Celso (Vedi pag.70 "Il Cerano 1573-1632 Protagonista del Seicento lombardo". A cura di Marco Rosci. Catalogo della Mostra di Palazzo Reale di Milano, 24 febbraio- 5 giugno 2005, Milano 2005 Federico Motta Editore), ove la rappresentazione differisce perchè più articolata, vede l'immagine della santa al centro della rappresentazione attorniata da molteplici figure. Possiamo aggiungere, per completezza d'analisi, la forte somiglianza riscontrabile tra il viso e la postura del capo della nostra Santa Caterina con l'immagine di Susanna, in "Susanna e i vecchioni", opera di G.C. Procaccini conservata presso la Christ Church di Oxford, in Inghilterra. Giulio Cesare è di origine bolognese, figlio del pittore Ercole il Vecchio, fratello di Carlo Antonio e Camillo, anch'essi pittori. Milanese d'adozione, si forma ispirandosi ai modelli del manierismo emiliano e con un occhio attento alle innovazioni barocche di P.P. Rubens. Con il già citato Cerano e Morazzone il nostro Procaccini consolida le fondamenta del primo seicento pittorico milanese. Il loro tardo manierismo si caratterizza, talvolta, per una drammaticità patetica ed un forte carattere espressionista nei volti, pari solo a certi esempi spagnoli. La loro comunanza pittorica viene sancita con la celeberrima opera detta "delle tre mani" ovvero la pala "Martirio delle Sante Rufina e Seconda", eseguita in collaborazione dai tre, oggi conservata al Brera. Considerando quanto sopra, l'opera in oggetto, seppure in via prudenziale, può essere attribuita a G.C. Procaccini, in virtù della tecnica pittorica che evidenzia una stesura della materia più liquida, levigata e finita quando paragonata a quella del Cerano.