Lotto 1365 | Quingles Giacomo Francesco, Spiegazioni di due antiche mazze di ferro...

Gonnelli - Via Fra Giovanni Angelico 49, 50121 Firenze
Asta N. 23 - Libri & Grafica Terza Sessione - dal lotto 848 al lotto 1436
mercoledì 11 ottobre 2017 ore 15:00 (UTC +01:00)

Quingles Giacomo Francesco, Spiegazioni di due antiche mazze di ferro...

Quingles Giacomo FrancescoSpiegazioni di due antiche mazze di ferro ritrovate in Messina nell'anno 1733. Scritte dal naufragante, e dall'ardito...
In Venezia: nella stamperia di Francesco Pitteri, 1740 (Al colophon:) In Messina: nella stamperia accademica per il Lazzari, 1740.

In-folio (mm 365x230). Pagine [14], 283, [1] con 1 antiporta allegorica e 27 tavole incise in rame fuori testo incise in rame da Antonio Gaetano su disegni di Raimondo de Leonardo, di cui 3 ripiegate e una a doppia pagina ripiegata; con anche due tavole a piena pagina nel testo e 8 splendide vignette di emblemi poste a mo' di testatine, il tutto xilografico. Frontespizio in inchiostro rosso e nero. Copia in barbe, con le tavole in bella e fresca tiratura, minimi difetti. Legatura moderna in piena pelle.

Bibliografia:
Prima edizione di uno dei più importanti libri figurati del Settecento siciliano, scritto da Quingles e Aglioti, celati nel titolo sotto i nomi accademici de Il Naufragante e de l’Ardito. Dopo il ritrovamento di due antiche mazze nel 1733 «sulle quali vi era incisa un’invocazione alla Vergine con una menzione della lettera scritta da Maria ai Messinesi» divampò una accesa controversia sulla veridicità dei manufatti che spinse il Senato di Messina a incaricare l'Accademia dei Pericolanti del loro studio. «I pareri si divisero; così Quingles pensava che si trattasse di due insegne di magistrati [...]; gli altri, con in testa l'Aglioti, ritenevano che si trattasse di mazze da guerra. L'Aglioti poi, più di tutti, si ingegna a dimostrare l’autenticità della lettera inviata ai messinesi» (Moncada lo Giudice 1840). L'opera è impreziosita da splendide tavole, la maggior parte illustranti l'incisione delle mazze, stemmi, medaglie, corone, armature e iscrizioni, inclusa una grande tavola a doppia pagina e ripiegata che riproduce per intero i due reperti (mm 740x540); tra queste vi è anche una splendida veduta a volo d’uccello della città di Messina incisa in rame da Gaetano e una «suggestiva tavola che ricopia disegno del 1522 che mostra Messina attaccata dalla peste ed in alto la Vergine che invoca il Figlio per proteggere la città» (Moncada, cit). Cicognara 3346; Mira II, 258-259; Parenti 194-195.