Lotto 22 | Eberhart Keilhau detto Monsù Bernardo Elsinore 1624 – Roma 1687 INTERNO CON...

Porro - Via Olona 2, 20123 Milano
Asta N. 84 - Dipinti Antichi e del XIX Secolo Sessione Unica - dal lotto 1 al lotto 113
mercoledì 14 giugno 2017 ore 19:30 (UTC +01:00)

Eberhart Keilhau detto Monsù Bernardo Elsinore 1624 – Roma 1687 INTERNO CON...

Eberhart Keilhau detto Monsù Bernardo Elsinore 1624 – Roma 1687 INTERNO CON FIGURE DI FANCIULLA CON BIMBO E VECCHIA olio su tela, cm 94 x 132,5. Sono numerose le tele note del pittore danese italianizzato Monsù Bernardo che raffigurano scene di interni o campestri con più fi gure popolari, spesso bambini, intenti a lavori o svaghi domestici. Finora sfuggito alla critica, questo inedito è caratterizzato da un buono stato di conservazione e da una stesura morbida e a tratti vaporosa, secondo i caratteri stilistici facilmente riconoscibili al pittore, al cui catalogo, ricostruito a partire dalla monografia di Minna Heimbürger del 1988, va aggiunta questa nuova tela (cfr. M. Heimbürger, Bernardo Keilhau detto Monsù Bernardo, Roma 1988). L’occhio attento a raccontare con linguaggio pacato la realtà quotidiana, talvolta misera, obbliga a indicare Monsù Bernardo tra i protagonisti della pittura di genere in Italia nel Seicento (cfr. Da Caravaggio a Ceruti. La scena di genere e l’immagine dei pitocchi nella pittura italiana, a cura di F. Porzio, 1998). Nativo di una cittadina danese e poi formatosi ad Amsterdam alla scuola di Rembrandt, Eberhart Keilhau giunge in Italia nel 1651, prima a Venezia, poi a Bergamo e infi ne a Roma. La sua poetica, prossima a quella dei “Bamboccianti” e finalmente messa a fuoco dalla critica che in passato lo confondeva con Antonio Amorosi, si caratterizza per un ruolo importante conferito alle fi gure nell’economia della composizione: non semplici comparse di una scena d’interno o campestre, ma veri e propri protagonisti, colti nella varietà delle loro espressioni e quindi ciascuno caratterizzato da un personale sentimento. Lo si vede anche in questo significativo inedito a tre fi gure: una fanciulla si accinge a svolgere un lavoro di cucito o ricamo; accanto a lei una vecchia che l’assiste e dietro un bimbo, forse un piccolo popolano o mendicante. L’ambiente circostante non è descritto, come è tipico per Monsù Bernardo, e gli sguardi dei personaggi paiono indipendenti l’uno dall’altro, a conferma che non si tratta del racconto di un episodio di vita quotidiana, ma sempre un’allegoria, come proposto dalla Heimbürger. Il significato non è immediato in casi come questi, in cui manca il contesto di origine della tela, nata forse in coppia o in serie con altre. Forse si tratta di un’allegoria del Tatto, signifi cato che la Heimbürger associa alle fi gure di ricamatrici o fi latrici. Non si conoscono, nel ricco catalogo del Keilhau - che peraltro prevede anche repliche autografe -, altre versioni di questo soggetto, simile, ma con molto varianti, rispetto alle varie “Allegoria della vista” o “Scuola di bambini” genericamente più affollate. Anna Orlando