Lotto 7 | Paris Bordone Treviso 1500 – Venezia 1571 NETTUNO E ANFITRITE A CAVALLO DI UN...

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Asta N. 84 - Dipinti Antichi e del XIX Secolo Sessione Unica - dal lotto 1 al lotto 113
mercoledì 14 giugno 2017 ore 19:30 (UTC +01:00)

Paris Bordone Treviso 1500 – Venezia 1571 NETTUNO E ANFITRITE A CAVALLO DI UN...

Paris Bordone Treviso 1500 – Venezia 1571 NETTUNO E ANFITRITE A CAVALLO DI UN MOSTRO MARINO, 1560-1565 CIRCA olio su tela, cm 106x99. Provenienza: Genova, Collezione privata; Vienna, Dorotheum, 15 ottobre 2013, lotto n. 566; Collezione privata. Esposizioni: Bitonto, Galleria Nazionale della Puglia, 15 dicembre 2012 – 8 aprile 2013, n. 1. Bibliografi a: K. und Reichsfi nanzaarchiv in Wien, Inventarium aller derjenigen sachen, so nach der victori n ihrer majestät schatz und kunstcamer zue Praag seind gefunden…den 6. Dezembris anno 1621…, ed. Zimmermann, 1904, [19421] p. XLII, n. 1029; A. Donati in N. Barbone Pugliese, A. Donati, L. Puppi (a cura di), Nettuno e Anfi trite in Tiziano, Bordon e gli Acquaviva d’Aragona: pittori veneziani in Puglia e fuoriusciti napoletani in Francia, Claudio Grenzi, Foggia 2012, n. 1, pp. 236-239; A. Donati, Paris Bordone. Catalogo ragionato, Edizioni dei Soncino, Soncino 2014, tav. LXXXIX, n. 139, p. 348 (ill.), p. 349 (cit.). Il dipinto ripropone due fi gure della mitologia greca, rispettivamente Anfi trite, fi glia di Nereo (la più bella tra le ninfe marine), e Nettuno, suo sposo. La ricercatezza e la rarità del soggetto consentono di ricondurre l’opera ad una raffi nata committenza genovese, in particolare a Ottaviano Grimaldi o Tommaso Marino, entrambi ricchissimi uomini d’affari, che scelsero di far decorare le proprie dimore con temi legati al commercio e ai mari. (cfr. A. Donati, op. cit., 2012, p. 236). Per il dipinto è possibile avanzare un’ipotesi di datazione intorno al 1560, al culmine dell’attività del pittore trevigiano: grazie ad una breve permanenza alla corte di Francesco II di Valois, compiuta tra il 1559 e il 1560, Paris Bordone conobbe alcuni dei committenti più prestigiosi della sua carriera, come il cardinale Carlo di Lorena per cui realizzò Giove ed Io (fi g. 2, 1559-60, olio su tela, cm 135,5x117,5; Museo di Göteborg) direttamente confrontabile per la resa delle due fi gure con il dipinto qui presentato. Altri confronti è agevole instaurare – tanto per stile quanto per datazione – con il Ratto di Proserpina (fi g. 1, 1560 circa, olio su tela, cm 137x124,3; Collezione privata), per la medesima resa pittorica ravvisabile nella scena, oltre all’affinità tematica, che suggerirebbe addirittura una committenza comune per i due dipinti (cfr. A. Donati, ibidem).