Lotto 63 | TOEPUT DETTO IL POZZOSERRATO LODEWIJK (1550 - 1605) Scena di banchetto...

Capitolium Art - Via Carlo Cattaneo 55, 25121 Brescia
ASTA 191 - ARTE ANTICA E DELL'OTTOCENTO 1A SESSIONE
mercoledì 9 dicembre 2015 ore 16:00 (UTC +01:00)

TOEPUT DETTO IL POZZOSERRATO LODEWIJK (1550 - 1605) Scena di banchetto...

TOEPUT DETTO IL POZZOSERRATO LODEWIJK (1550 - 1605) Scena di banchetto all'aperto. Olio su tela. Cm 203,00 x 123,00. Pittore, incisore e poeta, sembra che Ludovico Possoserrato fosse allievo di Hans Bol. Neerlandese ma trevigiano d’adozione, si trasferì quindi in Italia, soggiornando per un certo periodo a Venezia e compiendo viaggi a Firenze e Roma. Si stabilì quindi nel 1582 a Treviso dove svolse gran parte della sua attività. La sua pittura è strettamente legata a quella veneta: in particolare risente molto direttamente della lezione del Veronese e del Tintoretto. L’opera in esame è un raffinato esempio dello stile di questo singolare artista della sua piena maturità: le suggestioni dei giardini delle ville venete, animati da banchetti e concerti, si uniscono ai suggerimenti della pittura fiamminga, che porta all’aperto i passatempi dell’alta società. Grazie alla grafica circolavano in Italia stampe di dipinti come Paesaggio con castello di Hans Bol o ancora la Primavera di Lucas Valckenborch, che portavano sulla scena di una paesaggio innovatore gli spassi all’aperto dell’alta società delle Fiandre. È proprio dalla fusione di esperienze venete e suggerimenti fiamminghi che nasce la poetica delle opere più significative del Pozzoserrato, In un paesaggio nuvoloso tardo pomeridiano, che sembra presagire pioggia, si svolge una colazione al di sotto di un pergolato, che si nota in secondo piano. Al tavolo siedono anche dei musici. Nel primo piano invece, un tavolo con una tovaglia bianca con bordi rosso corallo e argento, riccamente adornato di frutta, pesche, fichi, ciliegie, melone, realizzata con maestria nella sua luminosità cromatica. Il cuoco porge nelle mani di un servitore un bel piatto di ciliegie, che sta per essere portato a tavola. In primo piano un davanzale di raffinati fiaschi dorati, che risaltano sul lino della tovaglia, oltre ad un piatto ed una brocca neri con profili in oro che si accostano ad un melograno maturo, un limone e una noce. Un giovane servitore scende le scale volgendo lo sguardo verso l’osservatore, coinvolgendolo nella scena di banchetto.. La composizione ricorda i dipinti del Tintoretto e del veronese anche se in modo più formale, mentre le figure ricordano quelle di Leandro Bassano. L’opera è databile alla piena maturità dell’artista e ne sono note diverse versioni, tutte con delle varianti: i personaggi sono molto simili, ma cambia la frutta posta sul tavolo e l’architettura delle ville. Nel dipinto passato in asta da Sotheby’s il 27 aprile 1960, n. 94, sulla destra della scena si ritrova una fontana al posto della villa, mentre la costruzione sulla sinistra è più maestosa, in un’altra versione, invece, passata in asta a Berlino alla vendita Van Diemen, 26-27 aprile 1935, n. 7, si intravede dietro la scalinata un secondo giovane servitore, e mancano sulla destra i due personaggi presenti nel dipinto in esame. Di un’altra versione conservata a Monaco di Baviera in collezione privata, dove il cielo presagisce un temporale, esisteva un disegno preparatorio al Gabinetto di Disegni di Berlino, poi andato perduto in un incendio . È stato ipotizzato che queste tele di conviti all’aperto potessero essere un’allegoria dell’autunno, vista la copiosità della frutta presente sul tavolo, elemento che da sempre esprime tale stagione, così come anche il cielo nuvoloso. Provenienza: Collezione privata svedese Bibliografia comparativa L. Menegazzi, Il Pozzoserrato, Venezia 1958, pp. 25-27; S. Mason Rinaldi, D. Luciani Toeput a Treviso, Ludovico Pozzoserrato, Lodewijk Toeput, pittore neerlandese nella civiltà veneta del tardo Cinquecento in Atti del seminario, Treviso, 6 - 7 novembre 1987, Asolo 1988, pp. 71-77.