Lotto 56 | RUOPPOLO GIUSEPPE (1629 - 1693) Natura morta di pesche, uva e meloni. Olio su...

Capitolium Art - Via Carlo Cattaneo 55, 25121 Brescia
ASTA 191 - ARTE ANTICA E DELL'OTTOCENTO 1A SESSIONE
mercoledì 9 dicembre 2015 ore 16:00 (UTC +01:00)

RUOPPOLO GIUSEPPE (1629 - 1693) Natura morta di pesche, uva e meloni. Olio su...

RUOPPOLO GIUSEPPE (1629 - 1693) Natura morta di pesche, uva e meloni. Olio su tela. Cm 81,00 x 65,00. Comunicazione scritta di Nicola Spinosa. Piuttosto scarsi sono i dati documentari su questo specialista di nature morte che il De Dominici ritiene essere nipote di Giovan Battista. La sua formazione è ipotizzabile solo attraverso l’esame stilistico delle opere, che rivelano la conoscenza della produzione dello zio insieme ad un influsso della prima maniera di Giuseppe Recco; proprio con quest’ultimo si sono verificate incertezze attributive a causa della forte relazione stilistica e della firma per iniziali, GR, che li accomuna. Per tale ragione la ricostruzione del suo corpus pittorico ha preso avvio dai dipinti firmati per esteso. In questa grande tela si riscontra la propensione del pittore a raffigurare la frutta in modo meticoloso, prestando moltissima attenzione agli effetti di rifrazione luministica secondo un gusto naturalistico tipico del retaggio caravaggesco diffuso nella cultura napoletana. La pennellata è fluida e carica di colore, la regia spaziale è magistralmente orchestrata e i vari piani compositivi sono collegati secondo un abile gioco di direttive costituite dal tralcio di foglie di vite disposto diagonalmente al centro del quadro, dall’inclinazione dei cesti di vimini che rovesciano i grappoli sul terreno, dalla disposizione studiata del corso d’acqua che spezza la continuità del piano d’appoggio e dal cassone sullo sfondo che sorregge il luminosissimo gruppo di pesche. Come si comprende non si tratta della tipica composizione su piani successivi tipica del principio del Seicento; con questa natura morta ci troviamo davanti ad un’opera di passaggio, già ambientata in un esterno, ma spogliata di tutti gli attributi che arricchiranno le opere del Ruoppolo in fasi più avanzate, attentamente controllata nella disposizione ma vibrante di un forte dinamismo interno. Da un punto di vista cronologico si può situare questa tela in un momento giovanile, ina fase vicina ai modi dello zio e del Recco. Bibliografia comparativa L. Salerno La natura morta italiana, Roma 1984, pp. 228-229; N. Spinosa La pittura napoletana del '600, Milano 1984; R. Middione, Giuseppe Ruoppolo, in La natura morta in Italia, a cura di F. Zeri, Milano 1989, II, pp. 923-925, n. 16.