Lotto 232 | Giuseppe Zais (Forno di Canale, Belluno 1709 – Treviso 1781) PAESAGGIO...

Pandolfini Casa d'Aste - Borgo degli Albizi (Palazzo Ramirez-Montalvo) 26, 50122 Firenze
Importanti Dipinti Antichi Sessione Unica dal lotto 201 al lotto 234
martedì 17 novembre 2015 ore 16:30 (UTC +01:00)

Giuseppe Zais (Forno di Canale, Belluno 1709 – Treviso 1781) PAESAGGIO...

Giuseppe Zais
(Forno di Canale, Belluno 1709 – Treviso 1781)
PAESAGGIO CON PASTORE E PASTORELLE PRESSO UN FIUME
PAESAGGIO CON PASTORI E UN BIMBO, CON PONTE IN LONTANANZA
Coppia di dipinti a olio su tela, cm 38,5x45,5 ciascuno (2)
Provenienza
collezione privata Vicenza;
collezione privata, Roma
Bibliografia
E. Martini, La pittura del Settecento veneto , Udine 1982, fig. 257 (il primo dipinto).

Corredati da paperi scritti di Egidio Martini, Rodolfo Pallucchini, Carlo Volpe e brevi indicazioni attribuitive di Giuliano Briganti

Riferiti nel 1978 al catalogo dell’artista agordino in una comunicazione privata al proprietario, i dipinti pendants qui offerti sono stati pubblicati da Egidio Martini nella seconda e più ricca edizione della sua opera fondamentale dedicata alla pittura veneziana del Settecento. La sua opinione era stata peraltro condivisa dai maggiori specialisti di pittura italiana del secolo scorso, tra cui Rodolfo Pallucchini e Carlo Volpe, che ne scrissero diffusamente per quanto in forma privata.
Nella difficoltà di stabilire una cronologia sia pure approssimativa del ricco catalogo di Giuseppe Zais, di cui solo il Paesaggio con fontana classica nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia, offerto nel 1765 quale pièce de réception reca una data certa, tutti gli studiosi citati concordano nel riferire i dipinti ad una fase matura dell’attività dell’artista, ormai indipendente dai suoi primi possibili maestri, Francesco Simonini e, più specificamente per quel che attiene al paesaggio, Francesco Zuccarelli.
E’ in effetti negli anni del soggiorno inglese di quest’ultimo, fra il 1752 e il 1762, che Giuseppe Zais, privo di un concorrente diretto in patria, raggiunse il successo presso i collezionisti veneziani e lo stesso console Smith. Fu tuttavia negli anni Sessanta, periodo a cui queste tele sono state riferite, che Zais diede le prove più felici della sua attività, schiarendo la sua tavolozza e proponendo quella sua personale forma di Arcadia di cui anche la coppia di tele qui esaminata offre una precisa testimonianza, nella commistione di motivi ideali e realistici.