Lotto 2 | Vittorio Avondo - "Pascolo al tramonto"

Casa d'aste Santa Giulia - Via Fratelli Cairoli 26, 25122 Brescia
Pre-Asta Asta 63 - Dipinti di selezionati del XIX e XX Sabato, inizio ore 15:00
sabato 13 dicembre 2025 ore 15:00 (UTC +01:00)

Vittorio Avondo - "Pascolo al tramonto"

Prezzo di partenza
1.000,00 €

Vittorio Avondo
Torino 1836 - 1910

"Pascolo al tramonto"
Olio su tela cm 24,5x33 firmato in basso a sx V.Avondo

- Vittorio Avondo nacque a Torino il 10 agosto 1836 in una famiglia colta e ben inserita nell’ambiente cittadino. Sebbene avviato agli studi giuridici, mostrò molto presto una forte inclinazione per la pittura. Dopo un primo periodo all’Accademia di Pisa, si trasferì a Ginevra, dove si formò nello studio del paesaggista Alexandre Calame. Qui affinò il gusto per la rappresentazione della natura, inizialmente ancora legata a una sensibilità romantica.Negli anni successivi intraprese un lungo viaggio di formazione tra Svizzera, Francia, Belgio e Olanda. Il contatto diretto con i paesisti della Scuola di Barbizon, che privilegiavano la pittura dal vero e un approccio più naturale alla luce, lo spinse verso un linguaggio sobrio, essenziale, fondato sulla resa atmosferica e su un uso delicato del colore. Questo cambiamento segnò la sua maturità artistica.Nel 1857 si stabilì per alcuni anni a Roma. Le campagne laziali, il paesaggio rustico e i grandi cieli luminosi divennero soggetti ricorrenti nelle sue opere. Tornato poi in Piemonte, continuò su questa linea dipingendo vedute silenziose e meditate di laghi, fiumi, pianure e montagne. I suoi paesaggi si distinguono per l’equilibrio composto, per l’attenzione agli effetti di luce e per un sentimento di quiete che attraversa tutta la sua produzione. È in questa fase che il suo nome si lega al gruppo di artisti riuniti nella cosiddetta Scuola di Rivara, ambiente fertile per lo sviluppo del paesaggismo piemontese.Accanto all’attività pittorica coltivò un profondo interesse per il medioevo, l’antiquariato e la conservazione del patrimonio artistico. Acquistò e restaurò il Castello di Issogne, partecipò al progetto del Borgo Medievale di Torino e contribuì a interventi su importanti edifici storici del Piemonte e della Valle d’Aosta. La sua competenza come collezionista e conoscitore d’arte lo rese una figura di primo piano nel dibattito culturale dell’Italia postunitaria.Dal 1863 fu coinvolto nella gestione delle collezioni civiche di Torino e nel 1890 divenne direttore del Museo Civico, ruolo che svolse con rigore e visione, favorendo l’ampliamento e la sistemazione organica delle raccolte. Negli ultimi anni dipinse meno a causa delle condizioni di salute, ma continuò a impegnarsi nella tutela del patrimonio.Morì a Torino il 14 dicembre 1910.