Lotto 156 | Achille Tominetti (1848 - 1917) Autunno a Miazzina, 1886-1890 circa

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LA GRAZIA E LA FORZA. PARTE II Sessione unica
mercoledì 3 dicembre 2025 ore 17:00 (UTC +01:00)

Achille Tominetti (1848 - 1917) Autunno a Miazzina, 1886-1890 circa

Achille Tominetti (1848 - 1917)
Autunno a Miazzina, 1886-1890 circa
Olio su tela
88 x 113 cm

Firma: “ATominetti” al recto
Elementi distintivi: sul verso della cornice, etichetta della Galleria Alberto Grubicy con autore, titolo e numero “488”

Provenienza: Galleria Alberto Grubicy, Milano; collezione privata; Banca Popolare di Intra; Veneto Banca SpA in LCA

Bibliografia: Autori vari, "Achille Tominetti 1848-1917", Milano, 1991, p. 88 n. 16, p. 89 (ill.). ("Crepuscolo di sera"); Giuseppe Luigi Marini, a cura di, "Il paesaggio italiano nell'Ottocento", Casale Corte Cerro, 1996, pp. 64-65 (ill.)
Esposizioni: "1909-1979. Settantesimo della fondazione. Mostra omaggio al pittore Achille Tominetti", Verbania, Museo del Paesaggio, 27 ottobre – 11 novembre 1979 (esposta ma il catalogo non è stato fatto); "Achille Tominetti 1848-1917", Verbania, Museo del Paesaggio, 18 agosto – 6 ottobre 1991; "Il paesaggio italiano nell'Ottocento", Modena, Galleria Marco Bertoli, 11 maggio – 2 giugno 1996; Orta san Giulio, Palazzotto di Orta, 8 giugno – 30 giugno 1996

Stato di conservazione. Supporto: 80% (reintelo)
Stato di conservazione. Superficie: 80% (cadute di colore)

Formatosi all'Accademia di Brera, dove dal 1866 al 1869 frequenta la scuola di paesaggio seguendo gli insegnamenti di Luigi Riccardi, per necessità economiche nel 1872 si stabilisce a Miazzina, paese d'origine della famiglia presso il lago Maggiore, dove svolge l'attività di agricoltore sostituendo il padre colpito da paralisi. Non interrompe tuttavia l'attività pittorica, producendo quadri di paesaggio ispirati al territorio locale che vengono apprezzati nelle principali esposizioni nazionali e che si collocano nel filone del naturalismo lombardo, con particolare attenzione alla produzione di Filippo Carcano e di Eugenio Gignous, suo compagno a Brera. Nel 1886 conosce Vittore Grubicy, che sarà spesso suo ospite a Miazzina. Nel marzo del 1889 il fratello di Vittore, Alberto, lo legherà con un contratto di esclusiva alla propria galleria, acquisendo per anni la sua intera produzione, nonché il diritto di apporvi data e firma, e curerà la sua prima esposizione personale nel 1911, nel ridotto del Teatro Sociale di Intra. Il rapporto con i Grubicy fu fondamentale non soltanto per il successo internazionale dell'artista che poté così risolvere i suoi problemi economici, ma anche per l'evoluzione della sua arte verso una dimensione più lirica ed emotiva, aperta alle suggestioni del naturalismo europeo. È infatti attraverso Grubicy che Tominetti può riflettere sul linguaggio della scuola di Barbizon e soprattutto di Millet, facendo sì che i temi del lavoro dei campi vengano colti nella loro emblematicità e nella loro consonanza con il paesaggio naturale. Da questo momento Tominetti darà dunque una nuova centralità alla figura umana e protagonisti delle sue opere saranno contadini raffigurati di spalle al lavoro nei campi o di ritorno dal lavoro o in preghiera di fronte a edicole votive sullo sfondo di maestosi paesaggi colti nelle suggestive luci del crepuscolo, in un felice equilibrio tra istanze naturalistiche e simboliche. Esemplificativa in tal senso è l'opera in oggetto, che la bibliografia è concorde nel collocare alla seconda metà degli anni Ottanta e quindi al momento di maggior vicinanza con le idee di Grubicy, in cui una contadina è ritratta sulla via di casa con la gerla sulle spalle, a Miazzina, come mostrano i paragoni con foto e cartoline dell'epoca conservate presso il locale archivio storico. Il paesaggio autunnale, con il tappeto di foglie secche e gli alberi spogli dietro i quali si sviluppa l'abitato, è immerso in una delicata luce vespertina che crea un evocativo riflesso nel corso d'acqua sulla sinistra. È quindi il sentimento della natura il vero protagonista della scena, in cui, nel ciclico trascorrere dei giorni e delle stagioni, si riassorbe la presenza umana. Tipica dell'artista è la stesura a impasto omogeneo con pennellate a piccole tacche nel primo piano. Pur esponendo spesso con i divisionisti l'artista adottò infatti solo saltuariamente la tecnica divisa, con giustapposizione vibrante di tratti filamentosi e uso di colori puri, rimanendo sostanzialmente fedele ai modi del naturalismo lombardo.
Il titolo "Autunno", insieme al numero 488, si legge nell'etichetta originale della Galleria Grubicy sul verso dell'opera.
Come nota Simone Botti in una nota di catalogazione predisposta per Veneto Banca, Tominetti «scopre il lavoro femminile e lo trasporta in opere di grande suggestione e compostezza, prive di retorica. Accanto al tradizionale elemento pastorale in cui la donna si accompagna al gregge - Pioggia d'Aprile, Pastorale, Contadina con pecore - compaiono scene di lavoro agricolo dove l'elemento femminile diventa predominante come in "Intra vista da Miazzina", "La raccolta delle castagne", "Tramonto", "Il campo delle zucche" per sfociare nella dimensione di fatica quasi animale de "L'aratura al mio paese" e "L'aratura a Miazzina" ove due donne prendono il posto dei buoi nel traino dell'aratro».

Sabrina Spinazzè