Lotto 24 | Gino Rossi (1884 - 1947) Ritratto della moglie Bice Levi Minzi (recto); Studio per la Fanciulla del fiore (?; verso), 1907 circa

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LA GRAZIA E LA FORZA. PARTE I Sessione unica
martedì 2 dicembre 2025 ore 17:00 (UTC +01:00)

Gino Rossi (1884 - 1947) Ritratto della moglie Bice Levi Minzi (recto); Studio per la Fanciulla del fiore (?; verso), 1907 circa

Gino Rossi (1884 - 1947)
Ritratto della moglie Bice Levi Minzi (recto); Studio per la Fanciulla del fiore (?; verso), 1907 circa
Olio su tela
35,5 x 25,5 cm

Altre iscrizioni: “134/2 129/[...] (3) Geigher” su etichetta applicata sul verso
Elementi distintivi: sul verso, quattro etichette di esposizione (Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma 1956; Casa da Noal, Treviso 1974; Ca’ Vendramin Calergi, Venezia 1984; Galleria dello Scudo, Verona 1984); timbro dell’esposizione “La donna nell’arte”, 1955; timbro della Società per le belle arti Esposizione permanente di Milano; precedentemente ad un recente restauro, una etichetta gialla di collezione

Provenienza: collezione della madre dell'artista; collezione Benno Geiger; collezione privata, Treviso; collezione Giuseppe Fanna, Spresiano; collezione privata, Treviso (fino al 2008); Veneto Banca SpA in LCA

Bibliografia: Giuseppe Mazzotti, a cura di, "Undicesima mostra d'arte trevigiana", Treviso, 1942, p. 20, n. 95, tav. 4; Benno Geiger, "Gino Rossi pittore", Venezia, 1949, p. 51 n. 3, tav. 3; "I Mostra dell'Arte nella Medicina. Catalogo", Verona, 1950, n. 4; "Opere di Gino Rossi", Milano, 1950, n. 2; Giovanni Carandente, a cura di, Palma Bucarelli, presentazione di, "Gino Rossi", Roma, 1956, p. 22, n. 14; "La Donna nell'Arte da Hayez a Modigliani", Milano 1953, p. 38, p. 62 n. 263; Luigi Menegazzi, a cura di, "Gino Rossi", Milano, 1974, p. 91 n. 20; Luigi Menegazzi, scheda, in "Gino Rossi. Mostra commemorativa nel centenario della nascita", Milano, 1983, p. 31 n. 10; Luigi Menegazzi, scheda, in "Gino Rossi nel centenario della nascita", Milano, 1984, p. 28 n. 14; Luigi Menegazzi, "Gino Rossi. Catalogo generale", contributi di Claudia Gian Ferrari, Milano, 1984, p. 28 n. 14; Daniela De Angelis, "Gino Rossi e la Mitteleuropa", in Eugenio Manzato, a cura di, "Gino Rossi e l'Europa", Treviso 1998, pp. 37-52, p. 51; Nico Stringa, a cura di, "Venezia 900. Da Boccioni a Vedova", Venezia, 2006, p. 70 n. 3.1 (ill.), p. 370 n. 3.1; Marica Rossi, "Gino Rossi e il segreto della Fanciulla del fiore", in Il giornale di Vicenza, 14 gennaio 2007; Chiara Voltarel, "Scoperta una seconda 'Fanciulla del fiore'", in "Il gazzettino", 4 febbraio 2007; Morena Abiti e Maddalena Calandri, "Gino Rossi incontra i ragazzi", Treviso, 2009, pp. 22-23 (ill.); Mario Guderzo e Carlo Sala, a cura di, "Gino Rossi. La nostra passione", Asolo, 2010, pp. 50, 51 (ill.); Vittorio Pajusco, "Bice Levi Minzi (Bice Rossi Minzi) e l'Esposizione Internazionale femminile di Torino del 1913", in Nico Stringa e Stefania Portinari, "Gli artisti di Ca' Pesaro. L'Esposizione d'arte del 1913", Venezia, 2017, pp. 158-183, pp. 158, 162.
Esposizioni: "Undicesima mostra d'arte trevigiana", Treviso, Salone dei Trecento, 11 ottobre – 15 novembre 1942; "Opere di Gino Rossi", Milano, Galleria Annunciata, 1950; "I Mostra dell'Arte nella Medicina", Verona, 20-30 luglio 1950; "La Donna nell'Arte da Hayez a Modigliani", Milano, Palazzo Sociale, aprile-giugno 1953; "Gino Rossi", a cura di Giovanni Carandente, presentazione di Palma Bucarelli, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, gennaio-febbraio 1956; "Gino Rossi", a cura di Luigi Menegazzi, Treviso, Casa de Noal, 15 settembre - 4 novembre 1974; "Gino Rossi. Mostra commemorativa nel centenario della nascita", Verona, Galleria dello Scudo, 26 novembre 1983-31 gennaio 1984; "Gino Rossi nel centenario della nascita", Venezia, Ca' Vendramin Calergi, 19 febbraio, 31 marzo 1984; "Venezia '900. Da Boccioni a Vedova", a cura di Nico Stringa, Treviso, Casa dei Carraresi, 27 ottobre 2006 – 8 aprile 2007; "Gino Rossi. La nostra passione", a cura di Mario Guderzo e Carlo Sala, Museo Civico, Asolo, 16 maggio – 4 luglio 2010

Stato di conservazione. Supporto: 80% (qualche deformazione, riportata a piano nel 2020)
Stato di conservazione. Superficie: 80% (craquelure, distacchi di colore e ritocchi, piccolo foro e danni minori; consolidamento della superficie pittorica nel 2020; erroneo riposizionamento di un'asse del telaio con danno a due etichette e perdita d una terza, gialla, di partecipazione ad una mostra non identificata)

L'opera ritrae Bice Levi Minzi (Verona 1885 - Mantova 1947), pittrice sposata da Gino Rossi a Mantova il 31 ottobre 1903 e con la quale vivrà per dieci anni. Risalgono proprio al primo periodo di matrimonio gli iniziali passi di Gino Rossi nel mondo della pittura, con l'apprendistato a Venezia presso il pittore russo Vladimir Schereschewsky, e, dall'inizio del 1905, l'apertura di un suo studio nel palazzo di Ca' Pesaro, che da poco aveva iniziato ad accogliere i giovani artisti. È stato ipotizzato al 1905-1906 un primo viaggio in Francia e nei Paesi Bassi, seguito probabilmente da un nuovo viaggio a Parigi nel 1907, per visitare il Salon d'Automne con la retrospettiva di Gauguin, e da soggiorni in Bretagna nel 1909 e nel 1910, sulle tracce di Gauguin e dei Nabis.
È proprio in questo primo periodo, presumibilmente intorno al 1907, che la bibliografia sull'artista colloca l'opera in oggetto, chiaramente nutrita di quegli stimoli francesi che renderanno Gino Rossi uno dei protagonisti del rinnovamento della pittura italiana di inizio Novecento. La giovane Bice, all'epoca poco più che ventenne, è ritratta di profilo, lo sguardo abbassato, in un semplice abito blu appena impreziosito dalla presenza di una collana di perle rosse, i capelli raccolti all'interno di un copricapo a "cloche" dello stesso colore dell'abito.
La semplificazione formale a cui è ricondotto il modello naturale, l'uso dei colori puri, densi e à plat mostrano chiaramente la riflessione sviluppata dall'artista sul linguaggio sintetista di Gauguin e dei Nabis (Paul Serusier in particolare) e, di conseguenza, sull'arte dei primitivi, dalle espressioni artistiche egiziane e assire alla ritrattistica del Quattrocento, a cui rimanda anche la scelta dell'icastico profilo. Si tratta di interessi condivisi dalla stessa Bice, come si evince dai suoi pochi quadri noti (Pajusco 2017), molto vicini ai modi del marito. Animata dalla voglia di rivivere la dimensione semplice della vita bretone, dal 1909 la coppia vive a Burano in una casa con due studi separati presso la località Tre Ponti; intorno a loro, e sotto la bandiera del postimpressionismo, si raccolgono alcuni degli artisti più innovatori che espongono nelle mostre di Ca' Pesaro (Umberto Moggioli, Luigi Scopinich, Pio Semeghini). Insieme Bice e Gino frequentano anche il gruppo che si riunisce a Treviso all'Osteria alla Colonna (Arturo Martini, Bepi Fabiano, Guido Cacciapuoti) e condividono occasioni espositive come l'Esposizione Nazionale Giovanile di Napoli del 1911-1912 o il Salon d'Automne di Parigi del 1912, dove le loro opere sono presentate accanto a quelle degli italiani residenti a Parigi (Andreotti, Brunelleschi, Bugatti, Modigliani). È successivamente a questo nuovo viaggio nella capitale francese che avverrà la rottura del matrimonio, causata dal tradimento di Bice con lo scultore Oreste Licudis, a cui seguirà nella vita di Gino Rossi un lungo periodo di depressione.
Nel restauro condotto in occasione dell'esposizione del dipinto alla mostra "Venezia '900" a Treviso (2006-2007) sono emerse, sul verso, le tracce di una figura femminile (occhio, fronte e labbra, copricapo e veste azzurra). Si tratta probabilmente, come suggerito da Alessandro Del Puppo, di uno studio per la celebre "Fanciulla del fiore" (Voltarel 2007; Rossi 2007). Ciò permetterebbe - secondo lo studioso - di avvicinare l'esecuzione delle due opere (la seconda è comunemente datata al 1909 circa sulla base della sua esposizione alla mostra di Ca' Pesaro della primavera del 1910), riconoscendo in entrambe, come modella, la moglie dell'artista.