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martedì 9 dicembre 2025 ore 15:00 (UTC +01:00)
MAGNASCO ALESSANDRO
ALESSANDRO MAGNASCO (1667-1749)
'Scena conventuale con monaci in refettorio'
olio cornice a sagoma romana in legno intagliato e dorato
cm. 145x118
Opera di notevole qualità e dimensioni che rappresenta una vivace scena di vita monastica all'interno di un refettorio conventuale. La composizione si articola in un'architettura ecclesiastica caratterizzata da archi gotici nicchie laterali con figure di santi e un'abside centrale dominata da una croce. Al centro della scena sopraelevato su una pedana un monaco legge dal pulpito durante il pasto comunitario mentre numerosi confratelli disposti su più livelli sono intenti nelle loro attività quotidiane: alcuni siedono ai tavoli consumando il pasto altri si muovono nello spazio con grande dinamismo.
La tecnica pittorica è inequivocabilmente magnascesca: pennellate rapide e vibranti tocchi di luce guizzanti che animano le figure una gamma cromatica ridotta ai bruni grigi e ocra con sapienti accensioni luminose. Le figure allungate e nervose sono costruite con quella grafia veloce e sintetica che costituisce il tratto distintivo del maestro genovese.
L'opera si inserisce pienamente nella produzione matura di Alessandro Magnasco dedicata alle scene di vita monastica che costituiscono uno dei filoni più significativi della sua produzione. Il dipinto presenta strette affinità stilistiche e compositive con altre opere del maestro dedicate allo stesso tema.
Il confronto più pertinente è proprio con i 'Monaci in contrizione davanti al confessore' conservato presso la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando a Madrid. In entrambe le opere si riconosce la medesima capacità di Magnasco di trasformare scene di vita religiosa quotidiana in visioni quasi drammatiche dove l'architettura gotica diventa quinta teatrale e le figure si moltiplicano in un brulichio di gesti e movimenti. La tecnica esecutiva è analoga: pennellate filamentose che costruiscono le figure per tocchi rapidi creando quell'effetto di vibrazione luminosa che pervade l'intera composizione.
Ulteriori confronti possono essere stabiliti con:
'Il refettorio dei frati' (Palazzo Bianco Genova) dove ritorna l'impianto scenografico con l'architettura conventuale che incornicia la scena del pasto comunitario
'Scene monastiche' (Kunsthistorisches Museum Vienna) che condividono la stessa inquietudine formale e l'interesse per la rappresentazione della vita religiosa nei suoi aspetti più umili e quotidiani'.
Le varie versioni del tema dei 'Sinagoghi' e delle 'Questue dei Quaccheri' dove Magnasco applica la medesima sensibilità nel rappresentare comunità religiose colte nei loro riti collettivi
L'opera si colloca nel periodo maturo dell'attività di Magnasco probabilmente tra il 1720 e il 1740 quando l'artista aveva ormai consolidato il suo stile personalissimo caratterizzato da quella 'pittura di tocco' che lo rende uno degli interpreti più originali del Settecento italiano. La rappresentazione della vita monastica risponde all'interesse dell'artista per i soggetti di genere e per la descrizione della società del suo tempo filtrata attraverso una sensibilità inquieta e antiaccademica.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Franchini Guelfi F. Alessandro Magnasco Genova 1977
Franchini Guelfi F. Magnasco Milano 1991
Lodi C. Alessandro Magnasco: i Sinagoghi in 'Paragone' n. 603




