Lotto 14 | Giovanni Renica - "Nubifragio a Palazzo Donn 'Anna 1839"

Casa d'aste Santa Giulia - Via Fratelli Cairoli 26, 25122 Brescia
Asta 62 - Dipinti di pregio XIX e XX secolo. Sabato, ore 15:00
sabato 29 novembre 2025 ore 15:00 (UTC +01:00)

Giovanni Renica - "Nubifragio a Palazzo Donn 'Anna 1839"

Giovanni Renica
Montirone 1808 - Brescia 1884

"Nubifragio a Palazzo Donn 'Anna 1839"
Olio su tela cm 35x47,5 firmato in basso a dx G.Renica

- Giovanni Renica nacque a Montirone (Brescia) nel marzo 1808 e mostrò sin da giovane una forte inclinazione per la pittura, allontanandosi presto da una formazione limitata al disegno tecnico. Grazie all’intervento dell’architetto Rodolfo Vantini poté trasferirsi a Milano, dove frequentò la scuola del maestro Giovanni Migliara e affinò il suo linguaggio pittorico.Negli anni Trenta dell’Ottocento Renica iniziò a farsi conoscere grazie a vedute panoramiche e urbane destinate alle esposizioni milanesi e bresciane e a committenze private. La sua sensibilità per la prospettiva e la luce lo collocava saldamente nella tradizione lombarda del vedutismo romantico, ma allo stesso tempo egli intraprese un viaggio straordinario che avrebbe segnato la sua produzione. Tra il 1839 e il 1840 attraversò il Mediterraneo: toccò la Grecia, l’Egitto, la Palestina, la Turchia e la Libia, annotando schizzi e impressioni da cui trasse poi tele di ambientazione orientale. Questa esperienza lo collocò tra i primi pittori italiani a esplorare visivamente il Medio Oriente, e lasciò tracce evidenti nella sua opera.Dopo il suo rientro in Italia continuò a lavorare prevalentemente come paesaggista, alternando vedute della Lombardia, laghi, campagne e scorci urbani a scene “esotiche” di ambientazione medio­orientale. Il suo stile, pur fondato sul rigore prospettico e sulla descrizione, si fece via via più attento alla luce, all’atmosfera e alla resa dei dettagli “visti dal vero”. Negli anni maturi lavorò anche a insegnare e a produrre numerosi studi, schizzi e bozzetti, segno di una produzione molto legata all’osservazione diretta.Verso la fine della sua vita, nel 1879 fece ritorno stabilmente a Brescia, dove assunse un ruolo di rilievo nella vita culturale cittadina e cedette agli Atenei locali una vasta raccolta di studi, tavole e opere donate alla sua città natale. Colpito da una progressiva perdita della vista, dovette ritirarsi dall'attività attiva e morì il 27 agosto 1884.