Lotto 48 | GIORGIO DE CHIRICO<BR>Volos (Grecia) 1888 - 1978 Roma<BR>"Nudo in un paese" 1946

Sant’Agostino - Corso Tassoni 56, 10144 Torino
ASTA 272-DIPINTI Sessione unica
mercoledì 26 novembre 2025 ore 16:00 (UTC +01:00)

GIORGIO DE CHIRICO<BR>Volos (Grecia) 1888 - 1978 Roma<BR>"Nudo in un paese" 1946

GIORGIO DE CHIRICO
Volos (Grecia) 1888 - 1978 Roma
"Nudo in un paese" 1946
61x79 olio su tela
Opera firmata a sinistra a mezz'altezza
Già Studiolo d'Arte La Medusa (timbro al retro con firma di Claudio Bruni e etichetta al retro sul telaio con n. 1431)
Firma non identificata al retro
Autentica di Claudio Bruni Sakraischik rilasciata a Roma il 2 luglio 1975 con numero di repertorio 208/75, firma di Claudio Bruni Sakraischik, timbri ed etichetta della Galleria La Medusa, Roma e timbro di Galleria Marescalchi, Bologna
Esp.: - 1979, Bologna, Galleria Marescalchi, "Pictor optimus pinxit. Giorgio de Chirico (1888-1978)"
Bibl.: -Claudio Bruni Sakraischik (a cura di), "Catalogo Generale Giorgio de Chirico. Opere dal 1931 al 1950", vol. VI, Electa, Milano, 1973, ripr. n. 481
-Catalogo della mostra "Pictor optimus pinxit. Giorgio de Chirico (1888-1978)". Bologna, Galleria Marescalchi, marzo 1979, p. 29
"Nudo in un paese" 1946

L’opera raffigura un nudo femminile, di spalle, sdraiato su di un drappo rosso. Di fronte alla donna si apre un paesaggio agreste incontaminato, in cui le uniche presenze sono alberi che guidano l’occhio dell’osservatore verso un orizzonte in cui catene montuose incontrano e si confondono con le nubi del cielo.
L’opera venne realizzata da de Chirico durate la sua stagione romana, che si aprì con il trasferimento dell’artista nella capitale nel 1945. Lo studio condotto nella capitale di Tiziano, Rubens, Delacroix, Watteau, Fragonard e Courbet fornì un ulteriore stimolo all’artista per la sua ricerca stilistica. Lo stile che infatti caratterizza Nudo in Paese è stato definito dalla critica “barocco” perché in questa stagione de Chirico guardò e rielaborò i grandi capolavori seicenteschi.
Anche l’iconografia venne influenzata dagli studi svolti nella capitale. La posa della fanciulla adagiata dolcemente su un fianco richiama un topos della raffigurazione femminile che toccò il suo vertice con la Venere di Tiziano nel 1538. Allo stesso modo, il paesaggio è il frutto di una flessione sul paesaggio romano che si manifesta in studi di rovine romane e della natura incolta dei giardini di Villa Borghese.
Una tecnica che esalta lo splendore della pasta pittorica e comunica un’atmosfera che fu definita da Elvio Natali “immaginario rivissuto con nostalgica, vigile e fertile rivisitazione fantastica”. Questa percezione di “qualcosa che va oltre”, di enigma, è stata sottolineata anche dalla critica Francesca Bogliolo con queste parole: “Avviene la celebrazione della realtà che però non è così come noi la conosciamo, che non è una realtà reale ma una realtà irreale, è per così dire una realtà ideale che viene sublimata dalla pittura”. Ecco quindi che le opere rappresentate sono ancora meta-fisiche (letteralmente al di là della natura) in quanto continuano a rappresentare, dietro il loro apparente naturalismo, una realtà che non esiste.