ASTA 272-DIPINTI Sessione unica
mercoledì 26 novembre 2025 ore 16:00 (UTC +01:00)
GEORGES BRAQUE<BR>Argenteuil (Francia) 1882 - 1963 Parigi<BR>"Natura morta con mandolino e spartito" (1917-1920)
GEORGES BRAQUE
Argenteuil (Francia) 1882 - 1963 Parigi
"Natura morta con mandolino e spartito" (1917-1920)
31x36,5, olio su tavola
Opera firmata in basso a destra
Autentica di Armand Israël rilasciata a Parigi il 18 febbraio 2025
Già Galleria Roland Balay, Parigi (etichetta al retro)
Opera con Certificato di Avvenuta Spedizione (CAS), valido fino al 7/08/2030, rilasciato dal Ministero della Cultura, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, Ufficio Esportazione di Torino
Il quadro proviene da un’importante collezione romana, in cui è rimasto fino a oggi.
Il collezionista, un medico e grande amatore d’arte, visse in Francia negli anni Quaranta e ebbe in cura Braque, come dimostra il Cahier di litografie a corredo dell'opera, dedicato al collezionista in data 26 novembre 1959 "Gentile Dott. Amedeo Piccinelli. Souvenir de Paris, le 26 Nov 1959. G. Braque".
(“Cahier de George Braque 1917-1947”, 39x29, stampato il 26 Gennaio 1948 a Parigi dai fratelli Mourlot, contenente 94 litografie d'après di George Braque. L'edizione è stata stampata in 845 esemplari, 95 esemplari su Velin d'Arches fuori commercio, contenenti una litografia a colori, firmata dall'artista, e 750 esemplari su Velin du Marais che costituiscono l'edizione originale).
“Natura morta con mandolino e spartito” fu acquistata presso la Galleria Roland Balay di Parigi, come testimonia l'etichetta della galleria al retro dell'opera. La Galleria Roland Balay, ubicata al 10 di avenue de Messine era diretta, dagli anni Trenta agli anni Quaranta, da Louis Carré e da Roland Balay, gallerista franco-americano, direttore della celebre Galleria Knoedler di New York fino al 1971. Balay decise di aprire la galleria parigina proprio per coltivare il suo interesse per artisti quali Picasso, Braque e Klee.
Il quadro è la rappresentazione di una natura morta, composta dagli oggetti tipici delle opere cubiste: in primo piano un mandolino e uno spartito, appoggiati sul tavolo e, in secondo piano, una bottiglia. L’ambientazione è quella di un interno, con lo sfondo realizzato attraverso tasselli rettangolari colorati, con alcuni elementi decorativi lungo il lato sinistro dell’opera.
Gli oggetti sono dipinti in maniera bidimensionale, attraverso una prospettiva appiattita, che elimina la profondità illusionistica tradizionale. La luce proviene dai contorni bianchi, che delimitano e ritagliano bruscamente i profili degli oggetti, ma che definiscono anche lo spazio. Segnalano infatti il passaggio tra un tassello e l’altro dello sfondo e creano un contrasto luminoso rispetto alle campiture nere.
I colori vivaci e antinaturalistici dello sfondo, oltre agli elementi decorativi lungo il bordo sinistro del quadro, richiamano sicuramente l’esperienza della pittura “fauve” ma con un certo controllo sulla stesura del colore e sull’equilibrio della composizione, in linea con l’insegnamento di Paul Cézanne. Di matrice cezanniana (fondamentale, in tal senso, la retrospettiva dedicata al Maestro al Salon d’Automne di Parigi del 1907) sottolineiamo anche l’essenzialità della forma degli oggetti e la pennellata strutturata a tasselli rettangolari, due elementi che rendono il dipinto un organismo autonomo, regolato da leggi interne alla sua stessa struttura.
Oggetto centrale della composizione del quadro è senza dubbio il mandolino, il quale si manifesta con una certa costanza nel percorso artistico di Braque. L’amicizia con il fratello di Raoul Dufy, Gaston Dufy, dal quale prende lezioni di flauto, costituisce la prima testimonianza del suo rapporto con la musica. Braque è il primo a inserire uno strumento musicale nei suoi quadri e Picasso lo seguirà (infatti dall’autunno del 1908 entrambi iniziano a dipingere quadri con strumenti musicali, inserendo in seguito la figura umana), ma Picasso preferirà la chitarra, strumento della tradizione spagnola. La scelta del mandolino è sia di ordine formale che simbolico. Infatti il mandolino, posizionato al centro della composizione, è la rappresentazione della deformazione prospettica, ovvero la forma dello strumento si piega all’esigenza compositiva. Inoltre il mandolino, insieme allo spartito, alludono alla concezione, frequente nella cultura simbolista parigina, della musica come l’arte più immateriale, capace di vivere solo nella mente. Lo strumento musicale è la sintesi spazio-temporale di un oggetto che non suona ma che potrebbe suonare insieme allo spartito, e simboleggia, per dirla con Apollinaire, “la dimensione dell’infinito, dell’immateriale, dello spirituale” (cit. in Jolanda Nigro Covre, “Picasso e Braque”, in «Art Dossier: Cubismo», n. 58, giugno 1991, p. 17).
Il quadro “Natura morta con mandolino e spartito” è una composizione matura di Braque, il quale non opera più attraverso la frammentazione degli oggetti, l’uso di tinte monocrome e spente, e una struttura compositiva verticale. Il pittore si sgancia dal linguaggio ermetico precedente per stabilire nelle sue opere una relazione tra realtà e immagine. Qui Braque ha un suo linguaggio personale, con un ricordo attento a quelle che sono le sue origini (gli oggetti tipici dei quadri cubisti, la rappresentazione bidimensionale, la prospettiva appiattita, il modello cezanniano) ma con un occhio attento alle esperienze dei Fauves e una sintesi più distesa nella realizzazione di uno spazio vissuto, familiare, casalingo, caldo, in cui il “Il dipinto non è più una porzione morta di spazio” (cit. in Jean Metzinger, “Note sulla pittura” in «Pan», ottobre-novembre 1910, pp. 649-651).
