IL CULTO DELL'ARREDO. FASE 4. BASI D'ASTA RIBASSATE SESSIONE UNICA
mercoledì 16 luglio 2025 ore 17:00 (UTC +01:00)
Alfonso Torreggiani (1682 - 1764), ed altri Coppia di divani con mascheroni, cariatidi e temi floreali, 1752
Alfonso Torreggiani (1682 - 1764), ed altri
Coppia di divani con mascheroni, cariatidi e temi floreali, 1752
Legno di tiglio riccamente intagliato e dorato
145 x 289 x 69 cm (ogni divano)
Provenienza: Palazzo Aldrovandi Montanari, Bologna; Surprise di Paola Cuoghi, Modena, 2008; Veneto Banca SpA in LCA
Certificati: Expertise di Graziano Manni, febbraio 2005 (in copia); certificato emesso da Surprise di Paola Cuoghi, Modena, non datato
Stato di conservazione. Supporto: 90% (lievi fessurazioni e minimi interventi; tessuti sostituiti)
Stato di conservazione. Superficie: 90% (consunzioni d’uso della doratura; piccole scalfiture e minime integrazioni)
Come segnala Graziano Manni, nella nota critica del 2005, la «presente coppia fa parte di una serie di arredi costruita en suite e comprendente anche almeno due altri divani con analoga impostazione decorativa, serie che abbelliva i saloni di Palazzo Aldrovandi a Bologna, nel quale nel 1752 è presente come decoratore e disegnatore sia dei mobili che degli ornati architettonici Alfonso Torreggiani, il maggiore architetto-designer emiliano di metà Settecento. Uno di questi divani era già stata pubblicato nel 1973 da Alvar Gonzales Palacios (Mobili d'arte. Storia del mobile dal '500 al '900, Fabbri editore, Milano, 1973, p. 38), con la corretta indicazione di provenienza dalla storica dimora bolognese e con una breve nota esplicativa che ignorava però una precedente edizione con foto e menzione della notevole serie di divani da parte di Longhi e Zucchini in occasione di una prima rassegna del 1935 sull'arte del Settecento bolognese, dove proprio lo stesso divano di Casa Aldrovandi era stato esposto (R. Longhi - G. Zucchini, Mostra del Settecento bolognese, Bologna, 1935, p. 78, tav. XCIV). Assai più precisa in ordine alla importante serie di mobili che ad evidenza si rifaceva all'ideazione ed ai disegni del Torreggiani è stata successivamente la scheda di Jadranka Bentini in uno dei tre cataloghi sulle mostre dedicate al Settecento emiliano nel 1979 che si svolsero a Bologna, Parma e Faenza (in AA.VV., L'arte del Settecento emiliano. L'arredo sacro e profano, Alfa, Bologna, 1979, p. 57, scheda 35) dove compariva nuovamente esposto il divano Aldrovandi, che aveva già lasciato la propria sede originaria per far parte di una raccolta privata. Segno evidente che era già in corso l'incresciosa dispersione dell'importante complesso. Importante e significativo complesso in quanto ancora una volta il Torreggiani concepiva la sontuosa decorazione di interni in modo unitario, vale a dire all'unisono tra ornati architettonici e arredi mobili, così come egli aveva fatto in precedenza nel 1736 in Palazzo Cavriani a Mantova e nell'intervento di ristrutturazione nel 1737 nella villa dei Malvezzi denominata 'il Floriano' nella campagna bolognese di Bagnarola di Budrio (disegni e mobili delle due residenze sono editi in G. Manni, Mille mobili emiliani, Artioli, Moderna, 1981, pp. 187-192). (...) Altrettanto significativo risulta poi il ritrovamento della stessa radice di modelli decorativi neomanieristici inseriti nel barocchetto bolognese di invenzione torregianesca: si notino le piccole erme che vediamo disposte in forte rilievo sui sostegni di un piccolo tavolo da gioco conservato al "Floriano" di Budrio (Manni, cita. 1980, p. 192) e che ritroviamo nella medesima accezione in tutta la serie dei divani Aldrovandi. Si è meno informati su quanto concerne l'esecutore degli intagli. Bisognerà rifarsi alla ristretta cerchia di artefici dei quali il Torreggiani si servì nel ventennio in cui operò tra Bologna, Mantova e Parma, sui quali come detto non è stata ancora ritrovata un'adeguata copertura documentaria e cioè: Francesco Casalgrande, Domenico Resta, i fratelli Ottavio e Nicola Toselli».




