Lotto 80 | CARLO CARRA'

Wannenes - Palazzo Recalcati, Via Amedei 8, 20123 Milano
ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
giovedì 12 giugno 2025 ore 17:45 (UTC +01:00)

CARLO CARRA'

CARLO CARRA'
Quargnento 1881 - Milano 1966
Madre e figlio, 1917
Tecnica mista su carta applicata su tela, cm 68 x 46,5
Firmato e datato in basso a sinistra

Autentica su fotografia del prof. Massimo Carrà

L'immagine di quest'opera è stata utilizzata per la realizzazione dell'omonima litografia pubblicata dalla Galleria del Cavallino nel 1952, Venezia

Carlo Carrà, negli anni Dieci del secolo, abbandonò l’enfasi dinamica del Futurismo per abbracciare la sospensione enigmatica della pittura metafisica. Il suo incontro con Giorgio de Chirico a Ferrara, nel 1917, rappresenta non solo un momento biografico significativo, ma l’origine di una breve ma intensa stagione creativa in cui Carrà contribuì a definire i tratti fondamentali dell’estetica metafisica.

In questo periodo, Carrà elabora un linguaggio pittorico che, pur prendendo spunto dalle visioni oniriche di de Chirico, si distingue per una maggiore solidità compositiva, per una plasticità marcata delle forme e per un forte rigore costruttivo.

Carrà si muove verso una semplificazione volumetrica, dove ogni elemento appare isolato, immerso in una luce fredda e uniforme che annulla il tempo e cancella la narrazione.

Rispetto a de Chirico, Carrà cerca nella metafisica un ordine nuovo, un antidoto all’instabilità del presente e al caos del Futurismo appena abbandonato.
In definitiva, Carrà cerca di costruire spazi dell’anima in cui ogni forma si fa pensiero, e ogni silenzio parla.

“Madre e figlio” è una delle opere più emblematiche del periodo metafisico di Carlo Carrà, realizzata nel 1917, durante la sua permanenza a Ferrara, nel pieno della collaborazione e del dialogo intellettuale con Giorgio de Chirico. L’opera rappresenta un momento centrale nella breve ma intensa fase metafisica dell’artista.

In Madre e figlio , Carrà non rappresenta una scena realistica o narrativa, ma una composizione immobile e sospesa, dominata da due figure simili a manichini o statue, poste all’interno di uno spazio architettonico chiuso, quasi teatrale.

La madre appare monumentale, con tratti geometrici e inespressivi, simile a una scultura o a un idolo arcaico. Il figlio è una figura più piccola, anch’egli ridotto a una forma stilizzata e muta, quasi un simulacro. Lo sfondo architettonico contribuisce alla sensazione di immobilità e di estraneità. La luce fredda e uniforme abolisce ogni effetto atmosferico o emotivo: tutto è fermo, silenzioso, atemporale.


Provenienza:
Galleria d'Arte del Naviglio, Milano
Galleria del Cavallino, Venezia
Collezione Renato Cardazzo, Milano
Galleria d'Arte del Naviglio, Milano
Asta Sotheby's, 24 giugno 1996, Londra, lot. 68 (ivi acquistato dall'attuale proprietario)
Collezione privata

Esposizioni:
Omaggio alla Metafisica con Opere di Giorgio de Chirico e Carlo Carrà, Galleria d'Arte del Navaglio, Milano, 1952
Kunst Museum, Winterthur, Rot konstruiert und Super Table, Eine Schweizer Sammlung moderner Kunst, Svizzera, 1980, ill. cat.