Lotto 181 | Tiziano Vecellio (1488 - 1576), seguace di Ritratto di giovane donna con scrigno

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IL CULTO DELL'ARREDO SESSIONE UNICA
mercoledì 19 marzo 2025 ore 17:00 (UTC +01:00)

Tiziano Vecellio (1488 - 1576), seguace di Ritratto di giovane donna con scrigno

Tiziano Vecellio (1488 - 1576), seguace di
Ritratto di giovane donna con scrigno
Olio su tela
118,2 x 93,1 x 3,6 cm

Elementi distintivi: sul retro della tela di rifodero annotazione a pennarello «960»
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Bibliografia: Sabina Breveglieri, "Tiziano, le Dame con il piatto e l'allegoria matrimoniale", in "Venezia Cinquecento", n. 10, anno V, luglio-dicembre 1995, pp. 150-152, note 32 e 33 a p. 159, tav. 23 e copertina (come Seguace di Tiziano); Donati 2016, p. 130, no. H17bis; Giorgio Tagliaferro, "‘Introduction: The Composition of Themes and Variations by Titian and His Workshop’", in Peter Humfrey (ed.), "Titian: Themes and Variations", Firenze, 2022, pp. 11-35, pp. 17, 21, ill. 11; p. 35, n. 34 (come seguace di Tiziano, forse nordeuropeo)

Stato di conservazione. Supporto: 80% (rintelato)
Stato di conservazione. Superficie: 75% (cadute e distacchi di colore, integrazioni e ritocchi)

Il dipinto è connesso ad un argomento particolarmente difficile nella produzione di Tiziano, la relazione tra le tele raffiguranti "Pomona con un piatto di frutta sollevato", "Salomé" in eguale posizione con la testa del Battista in luogo della frutta e, infine, la "Giovane dama che porta sul vassoio uno scrigno", sempre nell'identica posizione. Proprio questo terzo soggetto, come gli altri noto in molteplici redazioni, rivela nella postura delle mani un che di innaturale, adattamento dal modello principale della "Pomona" dove invece la posizione delle dita è chiaramente adeguata alla funzione di sostegno.
La fattura richiama ad una mano nord europea, forse olandese, tarda.
Sabina Breveglieri, in un saggio dedicato al tipo iconografico della donna con le braccia alzate, mette in confronto un'altra redazione proveniente dalla collezione del duca d'Orléans, a Parigi, già presentata da Sotheby's il 12 maggio 1976 (cfr. scheda Fototeca Zeri 42005 e Wethey H.E., The Paintings of Titian, 1969-1975, v. I p. 160), con l'opera in asta, la prima di materia "densa e corposa, più vicina al tardo Tiziano", la seconda "decisamente più slavata e liscia" (Breveglieri, 1995, nota 33): "Componenti nordiche, nell'incarnato vagamente tendente al grigiastro, si ritrovano ad esempio nella versione in collezione privata romana, riconducibile ad una altezza cronologica tardo-cinquecentesca (fig. 23): sullo sfondo, la tenda vermiglia fermata sull'angolo da un ampio nodo e il paesaggio col colle, su cui si distingue vagamente un albero, richiamano da vicino la gemella venduta da Sotheby's nel 1976 (fig. 22). Assolutamente identiche nei dettagli di costume - dalle perle sull'orlo all'acconciatura fermata con il diadema tempestato di pietre preziose, dal velo trasparente sulle spalle all'immancabile paternostro in vita - le due versioni si differenziano soltanto nel colore degli abiti delle protagoniste, di un verde con toni giallastri quello della Dama Sotheby's, di un rosso tendente al mattone quello del dipinto di collezione romana" (p. 150).
Breveglieri ipotizza per tutte le versioni di bottega o scuola, tra cui l'opera in asta, una datazione successiva alla morte di Tiziano (1576), sulla spinta di un mercato ancora non saturo, e "un mirato intervento da parte della bottega di Tiziano a finire alcuni capolavori lasciati incompiuti dal maestro alla sua morte e a riprodurne nuove versioni": "Probabilmente diretta da un pittore vicino al maestro, magari quel Palma 'che pure anco hebbe fortuna di godere de gli eruditi precetti', l'operazione ri-fare Tiziano potrebbe legittimare la rilevanza quantitativa delle Dame con il piatto e contemporaneamente spiegare la loro programmatica uniformità tipologica e stilistica".
Infine, posta la datazione della nostra tela "verso lo scorcio del secolo" (p. 152), la studiosa segnala - nella propria lettura delle opere come metafore matrimoniali - che "l'albero isolato che compare sullo sfondo paesistico - lasciato parzialmente scoperto dalla tende fermata con un ingombrante nodo - (...) potrebbe alludere, indipendentemente da una sua esatta classificazione botanica, alla virtù della continenza simbolizzata in generale da tutti gli alberi che producono frutti non commestibili" (p. 159, n. 32).
La cassa di cristallo sorretta dalla giovane è indagata in un saggio di Isabella Palumbo Fossati Casa, che prende in esame anche la iconografia tizianesca ("Un lungo viaggio da Venezia a Lisbona: storia di un oggetto eccezionale del tardo Cinquecento", in Art Italies, La revue de l’AHAI, n. 26, 2020, pp. 54-61), tra l'altro riproducendo un'altra versione del soggetto in esame (fig. 5).