Asta di Antiquariato e Pittura sec. XIX
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Lotto 361 Scuola emiliana sec.XVII "Natura morta con scimmia" e "Natura morta con pappagallo" due olii
cm.49x73 e cm.49x69 -
Lotto 362 Console barocca in legno intagliato e dorato, gambe a volute con putto centrale, piano in scagliola policroma con la pianta della citta di Torino, Piemonte inzi sec. XVIII (mancante di un festone, rotture nel piano di scagliola)
cm. 140x68xh.81 -
Lotto 363 Coppia di antichi bracci in ferro traforato che reggono un piatto portacandele
l.cm. 60 -
Lotto 364 Cassapanca con laterali a bambocci in noce, Genova sec. XVII (coperchio rifatto)
cm. 145x55xh.59 -
Lotto 365 Scuola genovese sec. XVIII "Ritratto di Agostino Spinola" olio, cornice antica in legno intagliato e dorato (nel retro effige "Mons. M.Agostino Spinola 29/07/1679")
cm.46X63 -
Lotto 366 LOMBARDI GIOVANNI DOMENICO (1682-1751)
Scene di mercato
Tele a pendant, 200 x 259 cm
Provenienza: antica villa toscana
Queste due grandi scene di mercato, ricche di personaggi e naturalia dipinti a colori vivaci, appartengono alla produzione di genere del pittore lucchese Gian Domenico Lombardi, detto l'Omino, come riconosciuto anche da Paola Betti che, nel 2011, ha dedicato un articolo significativo al pendant, a lei noto allora solo attraverso vecchie riproduzioni fotografiche in bianco e nero, conservate nell'Archivio Cortopassi di Lucca.
Dopo gli elogi dello storiografo Luigi Lanzi (1), che lo ricorda come maestro più che degno del concittadino Pompeo Batoni, Giovanni Domenico Lombardi è stato riportato all'attenzione della critica moderna indipendentemente, nello stesso anno 1994, da Andrea Martini (2) e da Silvia Meloni Trkulja (3). Grazie agli studi successivi della stessa Betti (4) e di Alberto Crispo (5), abbiamo oggi un profilo convincente della sua singolare attività che spazia dalla pittura di storia, al ritratto, al paesaggio fino, appunto, alle scene di genere, e che lo consacra protagonista assoluto della scena pittorica lucchese della prima metà del Settecento.
Attivo soprattutto per le chiese del territorio e per le famiglie più illustri del patriziato cittadino (i Buonvisi, i Garzoni, i Mazzarosa, i Pini e gli Spada), Lombardi lavorò anche per "Paesi Oltremontani", come attesta il suo più antico biografo, Tommaso Francesco Bernardi, e come conferma la pala raffigurante San Gregorio che intercede per le anime del Purgatorio (1746) nella chiesa del Suffragio a Rovereto, allora parte del Tirolo austriaco.
All'interno dell'opera del Lombardi le due monumentali e scenografiche scene di mercato trovano le maggiori affinità tipologiche e stilistiche con le Scene di caccia con ritratti di un gentiluomo, della consorte e dei figli di collezione privata (per la loro riproduzione fotografica cfr. A. Crispo, cit. in bibliografia, 2003 (2004), figg. 236-237), nonché con il pendant raffigurante l'Allegoria della musica e l'Allegoria della danza provenienti dalla villa di Vignamaggio a Greve in Chianti (Firenze, Case d'asta Pitti, 26-11-1987, n. 97), dove ritroviamo la stessa pennellata sintetica, effetti chiaroscurali e modelli con fisionomie e gestualità analoghi.
E' probabile che queste grandi scene, impensabili senza i viaggi di studio in Italia settentrionale compiuti verosimilmente dal Lombardi tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, risalgano ad un momento successivo a quest'esperienza fondamentale che gli permise di conoscere i dipinti dei pittori anversesi Peter Aertsen e Joachim Beuckelaer, ma anche del cremonese Vincenzo Campi o dell'austriaco, ma naturalizzato lombardo, Giacomo Francesco Cipper, detto il Todeschini.
Nella descrizione accurata del pollame, dei pesci e dei crostacei e nella varietà di fiori, frutta, melograni, uva, pesche, albicocche, susine e verdura, cardi, rape, carciofi e più tipi di insalate - si notano qualità notevoli di resa veridica da parte del Lombardi che farebbero presupporre la sua applicazione a nature morte autonome, peraltro testimoniata dalle fonti.
Le tele presentano un diverso stato di conservazione. Ottimo nella scena che illustra, partendo da sinistra, il giovane portarolo con le ceste ricche di frutta che scorta la donna alla spesa successiva destinata al pollame appare compromesso da antichi restauri in alcuni brani dell'altro episodio che vede, a sinistra, un'anziana signora contrattare con il venditore di pesce e, a destra, una mamma che osserva amorosamente l'elegantissimo bambino rivolto verso l'osservatore, probabilmente uno dei figli della nobile famiglia toscana cui le grandi tele furono in origine destinate.
Note
1) L. Lanzi, Storia pittorica dell'Italia, Bassano 1795-1796 ed. cons., Firenze 1968-1974, 3 voll., I, pp. 204-205.
2) A. Martini, Giovanni Domenico Lombardi protagonista del primo S -
Lotto 367 LOMBARDI GIOVANNI DOMENICO (1682-1751)
Scene di mercato
Tele a pendant, 200 x 259 cm
Provenienza: antica villa toscana
Queste due grandi scene di mercato, ricche di personaggi e naturalia dipinti a colori vivaci, appartengono alla produzione di genere del pittore lucchese Gian Domenico Lombardi, detto l'Omino, come riconosciuto anche da Paola Betti che, nel 2011, ha dedicato un articolo significativo al pendant, a lei noto allora solo attraverso vecchie riproduzioni fotografiche in bianco e nero, conservate nell'Archivio Cortopassi di Lucca.
Dopo gli elogi dello storiografo Luigi Lanzi (1), che lo ricorda come maestro più che degno del concittadino Pompeo Batoni, Giovanni Domenico Lombardi è stato riportato all'attenzione della critica moderna indipendentemente, nello stesso anno 1994, da Andrea Martini (2) e da Silvia Meloni Trkulja (3). Grazie agli studi successivi della stessa Betti (4) e di Alberto Crispo (5), abbiamo oggi un profilo convincente della sua singolare attività che spazia dalla pittura di storia, al ritratto, al paesaggio fino, appunto, alle scene di genere, e che lo consacra protagonista assoluto della scena pittorica lucchese della prima metà del Settecento.
Attivo soprattutto per le chiese del territorio e per le famiglie più illustri del patriziato cittadino (i Buonvisi, i Garzoni, i Mazzarosa, i Pini e gli Spada), Lombardi lavorò anche per "Paesi Oltremontani", come attesta il suo più antico biografo, Tommaso Francesco Bernardi, e come conferma la pala raffigurante San Gregorio che intercede per le anime del Purgatorio (1746) nella chiesa del Suffragio a Rovereto, allora parte del Tirolo austriaco.
All'interno dell'opera del Lombardi le due monumentali e scenografiche scene di mercato trovano le maggiori affinità tipologiche e stilistiche con le Scene di caccia con ritratti di un gentiluomo, della consorte e dei figli di collezione privata (per la loro riproduzione fotografica cfr. A. Crispo, cit. in bibliografia, 2003 (2004), figg. 236-237), nonché con il pendant raffigurante l'Allegoria della musica e l'Allegoria della danza provenienti dalla villa di Vignamaggio a Greve in Chianti (Firenze, Case d'asta Pitti, 26-11-1987, n. 97), dove ritroviamo la stessa pennellata sintetica, effetti chiaroscurali e modelli con fisionomie e gestualità analoghi.
E' probabile che queste grandi scene, impensabili senza i viaggi di studio in Italia settentrionale compiuti verosimilmente dal Lombardi tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, risalgano ad un momento successivo a quest'esperienza fondamentale che gli permise di conoscere i dipinti dei pittori anversesi Peter Aertsen e Joachim Beuckelaer, ma anche del cremonese Vincenzo Campi o dell'austriaco, ma naturalizzato lombardo, Giacomo Francesco Cipper, detto il Todeschini.
Nella descrizione accurata del pollame, dei pesci e dei crostacei e nella varietà di fiori, frutta, melograni, uva, pesche, albicocche, susine e verdura, cardi, rape, carciofi e più tipi di insalate - si notano qualità notevoli di resa veridica da parte del Lombardi che farebbero presupporre la sua applicazione a nature morte autonome, peraltro testimoniata dalle fonti.
Le tele presentano un diverso stato di conservazione. Ottimo nella scena che illustra, partendo da sinistra, il giovane portarolo con le ceste ricche di frutta che scorta la donna alla spesa successiva destinata al pollame appare compromesso da antichi restauri in alcuni brani dell'altro episodio che vede, a sinistra, un'anziana signora contrattare con il venditore di pesce e, a destra, una mamma che osserva amorosamente l'elegantissimo bambino rivolto verso l'osservatore, probabilmente uno dei figli della nobile famiglia toscana cui le grandi tele furono in origine destinate.
Note
1) L. Lanzi, Storia pittorica dell'Italia, Bassano 1795-1796 ed. cons., Firenze 1968-1974, 3 voll., I, pp. 204-205.
2) A. Martini, Giovanni Domenico Lombardi protagonista del primo S -
Lotto 368 Specchiera Luigi XV in legno finemente intagliato e dorato, Genova sec. XVIII(luce coeva)
cm. 67x102 -
Lotto 369 Coppia di panche a due posti in legno finemente intagliato e dorato, Roma sec.XIX (difetti e mancanze)
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Lotto 370 Orologio Luigi XV lastronato in palissandro con ricca decorazione in bronzo dorato, Genova I metà sec. XVIII (mancanze)
cm. 28x19x h.49 -
Lotto 371 Cinque apliques a tre luci a ventaglio in legno intagliato e dorato con specchi, sec. XIX
cm. 50x63 -
Lotto 372 Lampadario in bronzo dorato e finemente cesellato a 42 luci, disposte su due ordini, Francia sec. XIX
diam. cm. 100xh.135 -
Lotto 373 Artista emiliano
Secolo XVII
Adorazione dei Magi
Olio su tela, cm 290 x 210
(senza giunte cm 250 x 203)
La grande tela si presenta appesantita da vecchi strati di vernice e alterata rispetto alla sue misure originali, che dovrebbero essere state inferiori in alto e in basso, dove la tela è stata giuntata con due superfici utili probabilmente a inserirla in un contesto di quadreria.
La scena raffigura l'Adorazione dei Magi ed è particolarmente vivace nella sua orchestrazione, molto ricca e teatrale e scandita su più livelli.
Al centro, la Vergine col Bambino sono illuminati da una luce particolare e costituiscono il perno compositivo. Attorno a loro, su tre lati, sono disposte le figure dei Magi, secondo una regia abbastanza singolare, che non li vede in processione l'uno dietro l'altro, come più consueto, ma quasi a creare un vortice attorno alla figura di Gesù. Il che non fa che rendere la narrazione sensibilmente dinamica. La loro diversa postura e il loro differente atteggiarsi nei confronti di Maria e Gesù conferisce altresì un senso di naturalismo, a cui contribuiscono poi tutti i dettagli. Se ne scorgono moltissimi sotto gli strati di appesantimento della vernice e del colore, e quindi possiamo solo immaginare lo squillare delle tinte e lo scintillare dei dettagli -per esempio dei gioielli e degli argenti-, una volta che il dipinto sarà sottoposto a restauro.
Si veda poi come il pittore, probabilmente un artista emiliano attivo nella prima metà del Seicento, ami arricchire la scena con inserti narrativi di gusto popolare, come per esempio il cane accovacciato sul primo piano, la corona ai piedi della Vergine, l'idea del paggio moro che regge il lungo mantello del re inginocchiato di fronte a Gesù, eccetera. Per non parlare delle altre figure quasi monocrome, tracciate con leggerezza e quasi abbozzate sul fondo.
La grazia e l'eleganza della Vergine, dal volto di matrice raffaellesca, indicano una formazione classicista del nostro pittore, e alcuni dettagli, specie il modo di gestire il colore ricco di cangiantismi e molto prezioso, suggeriscono trattarsi di un artista capace e di qualità. Questa, risulterà evidente a restauro eseguito, quando si riuscirà quasi certamente anche a determinare Un'attribuzione certa. -
Lotto 374 "La Divina Pastora" antica stampa con cornice in argento sec.XIX
cm.tot. 17x24 -
Lotto 375 "Ritratto di dama con orecchino di perla" olio
cm. 36,5x28,5 -
Lotto 376 Armadio a due ante, Piemonte sec.XVIII
cm. 145x58 h. 225 -
Lotto 377 Coppia di candelieri in rame sbalzato con tracce di doratura, Venezia sec.XVIII (montati a lampada)
h.cm.20 -
Lotto 378 Apollo, busto in terracotta
cm. 53x73 -
Lotto 379 Busto femmnile in bronzo sec.XIX
h.cm.25 senza base -
Lotto 380 Toilette da centro lastronata in piuma di mogano, cassetto sul fronte e piano ribaltabile, Genova sec.XIX
cm. 84x43 h. 82 -
Lotto 381 Acquasantiera in ceramica di Savona decorata a rocaille con al centro la Madonna di Savona con il Beato Botto, sec.XVIII
cm.20xh.25 -
Lotto 382 Coppia di grandi Idrie in ceramica di Savona, decorazione bianca e blu con scene mitologiche, sec. XIX
h. cm. 48 -
Lotto 383 Tavolo da centro in legno intagliato e dorato, piano in marmo, sec. XIX (difetti)
cm. 120x70xh.78 -
Lotto 384 Coppia di valigie rigide Luois Vuitton in cuoio e tessuto impresso acquistate nel negozio di Montecarlo quando aveva appena aperto
cm. 59x46 h. 18