Asta N. 116 - Libri, Autografi e Stampe

Minerva Auctions - Palazzo Odescalchi - Piazza SS. Apostoli 80, 00187 Roma

Asta N. 116 - Libri, Autografi e Stampe

giovedì 4 giugno 2015 ore 10:30 (UTC +01:00)
Lotti dal 73 al 84 di 740
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  • Andreotti, Giulio Stampa con dedica Incisione del sec.XVIII di Domenico...
    Lotto 73

    Andreotti, Giulio Stampa con dedica Incisione del sec.XVIII di Domenico Pronti del Foro di Trajano, 120 x 85 mm., applicata su passepartout con dedica in basso “Natale 1971 vivi auguri Livia e Giulio Andreotti”.

  • Balbo, Italo Lettere e telegrammi Vasto corpus di corrispondenza - perlopiù...
    Lotto 74

    Balbo, Italo Lettere e telegrammi Vasto corpus di corrispondenza - perlopiù privata - tra Italo Balbo e il nipote Lino, che include decine di lettere e telegrammi tra i due negli anni 1930-40. Nell’insieme anche foto e cartoline. Una fitta corrispondenza si dipana tra l’illustre Maresciallo e il giovane nipote, che a lungo occupa il ruolo di Segretario Federale della Federazione dei Fasci di Combattimento di Ferrara, una corrispondenza fatta di riflessioni sul presente politico e sulla realtà quotidiana vissuta da Lino. Italo Balbo mostra di non dimenticare le sue origini ferraresi ed esprime tutto il suo orgoglio per i meriti della Federazione, riconosciuti anche dal Duce stesso. Tra episodi di vita familiare e vicende di politica provinciale, c’è tutto l’ardore politico dell’uomo che, solo, seppe contrastare Mussolini. E in una straordinaria missiva del 5 settembre [1939], da Tripoli, sempre inviata al nipote Lino suo fedele confidente, descrive tutta l’amarezza per le decisioni non sempre condivisibili del suo Benito: “Quaggiù mi preparo e preparo sul serio il paese. Chi può prevedere che cosa ci riserbi il domani? Se si deve combattere anche contro forze soverchianti e soprattutto contro mezzi bellici imponenti, la lotta sarà proporzionata ma l’esito incerto, perché faremo miracoli e sapremo morir bene. Certo che i tedeschi ci hanno trattato come scarpe fuori uso, perché non si sono affatti curati di mantenere i patti [il riferimento è all’allenza con la Russia stipulata con Stalin nell’agosto del ‘39] circa l’epoca in cui poteva scoppiare la guerra e circa il patto con i russi venuto subito dopo la guerra...ideologica di Spagna! Cose da pazzi.... Spero, anzi, sono sicuro che Mussolini avrà sentito lo schiaffo come lo abbiamo sentito tutti noi. Soldati veri, spogli d’abusata retorica. Ti dirò poi, in confidenza assoluta, che gli ufficiali intelligenti hanno la faccia scura ed incominciano a trangugiare certi bocconi in modo troppo visibile. Ma chissà? Spero sempre nella sterzata che spazzi via uomini insufficienti e sistemi insopportabili, senza linea. Il Capo ci ha dato esempi eloquenti nel passato ed il passato può anche ritornare! Non credere, dopo questo sfogo, che sia malinconico. Sono ancora giovane ed ho la fede intatta. Successo e gradi non mi hanno invecchiato lo spirito veramente rivoluzionario! A presto, spero, caro figlio. Salutami tutti i cari e buoni amici ed abbiti un abbraccio. Zio Italo”. Nemmeno 10 mesi dopo questa lettera, il 28 giugno 1940, Balbo veniva abbattuto per errore dalla contraerea italiana sopra Tobruch. Il tono è quello di un vero testamento spirituale, riletto con gli occhi della storia. Balbo prende qui direttamente le distanze dalla Germania e indirettamente dal suo Duce, anche se quella sferzata che si auspica da Mussolini non verrà mai. Le sue posizioni politiche, nel cruciale biennio 1938-’40, Balbo aveva avuto il coraggio di esprimerle sempre con molta chiarezza: e anche qui, al nipote (sentito quasi come un figlio) non si astiene dall’esprimere pesanti giudizi sulla condotta della Germania, sulle sue strategie politiche e sul ruolo che invece l’Italia avrebbe dovuto avere. Sui cieli di Tobruch, come molto hanno pensato sin da allora, forse è stato abbattuto un pericoloso oppositore del regime, di quel regime che Italo Balbo sino all’ultimo difese con orgoglio e virilità, dichiarando anche qui il suo “spirito veramente rivoluzionario” come segno tangibile della sua fedeltà all’ideale fascista. Che siano stati forse altri a tradire questo ideale? Ai posteri e alla storia l’ardua sentenza. Rimane, in questa lunga testimonianza (la lettera consta di 4 pagine), il vigore di un eroe che addirittura gli avversari onorarono: “Le forze aeree britanniche esprimono il loro sincero compianto per la morte del Maresciallo Balbo, un grande condottiero e un valoroso aviatore che la sorte pose in campo avverso”, due giorni dopo la sua morte un aereo britannico paracadutò sul campo italiano una corona

  • Bellini, Vincenzo Partitura autografa da Il Pirata Una pagina musicale in 4°...
    Lotto 75

    Bellini, Vincenzo Partitura autografa da Il Pirata Una pagina musicale in 4° oblungo, 240 x 320 mm., contenente l’inizio della scena XII del II atto de Il Pirata (Milano, La Scala, 27 ottobre 1827), con autentica al margine superiore sinistro dell’avvocato Francesco Chiarenza, datata Catania 21 giugno 1902, erede dei fratelli Carmelo e Mario Bellini. Il pirata è un'opera di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, rappresentata in prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano il 27 ottobre 1827 e diretta da Vincenzo Lavigna. A causa di una lacuna nell'epistolario belliniano, non si sa quasi nulla della genesi de Il Pirata. Il libretto fu tratto dal mélodrame di Isidore J. S. Taylor Bertram, ou le Pirate, andato in scena a Parigi nel novembre 1826, a sua volta ispirato alla tragedia in 5 atti Bertram, or The Castle of Saint-Aldobrand di Charles Maturin (1816). L'opera fece il suo debuttò al Teatro alla Scala di Milano il 27 ottobre del 1827. Benché fosse la prima volta che il compositore catanese, all'epoca quasi venticinquenne, affrontava il pubblico scaligero, l'opera ottenne un successo clamoroso. Ad esso contribuì la qualità eccellente del cast, in cui spiccava il celebre tenore Giovanni Battista Rubini, mentre il ruolo di Imogene venne interpretato dal soprano Henriette Méric-Lalande. La trama, insolitamente romantica per il melodramma italiano dell'epoca, tra uragani e fatali premonizioni, nonché la struggente intensità delle melodie belliniane, qui più accese e patetiche che nelle opere successive, dovettero conquistare il pubblico milanese, sempre ansioso di novità. Al punto che a Bellini si attribuì la volontà di fondare una nuova scuola, scostandosi dal modello dominante di Gioacchino Rossini. Decisamente rare in asta le pagine musicali di Bellini.

  • Brando, Marlon Lettera dattiloscritta firmata Una pagina in 4°, 265 x 182...
    Lotto 76

    Brando, Marlon Lettera dattiloscritta firmata Una pagina in 4°, 265 x 182 mm., indirizzata a Ibrahim Moussa, in data 17 maggio 1977, firmata in calce ad inchiostro verde. Interessante lettera del grande attore americano, in cui discute con Moussa, il celebre produttore cinematografico marito di Nastassja Kinski, riguardo a due progetti: “The first Americans” e “The Fertile Crescent”.

  • Braque, Georges Lettera autografa firmata Una pagina in 4°, 270 x 210 mm. di...
    Lotto 77

    Braque, Georges Lettera autografa firmata Una pagina in 4°, 270 x 210 mm. di colore verdino, indirizzata a Mr.Caffola, Galerie Roma, inviata da Parigi in data 8 dicembre 1946. Interessante documento storico-artistico, riguardante l’autenticità di una sua opera. Braque dichiara di aver ricevuto dal pittore Severini “un tableau... représentant un Gueridon avec Guitare” firmato Braque, che è però falso! D’altra parte, dichiara Braque, di aver appreso che in Italia circolano altre opere dubbiose, che non vengono però mai sottoposte al suo giudizio. Georges Braque (Argenteuil, 13 maggio 1882 – Parigi, 31 agosto 1963) è stato un pittore e scultore francese, assieme a Pablo Picasso è stato l'iniziatore del cubismo; legato a Gino Severini (Cortona, 7 aprile 1883 – Parigi, 26 febbraio 1966) da una lunga amicizia maturata negli ambienti parigini di inzio secolo. Trasferitosi a Parigi nel 1906 per studiare la pittura d'oltralpe degli impressionisti e dei post-impressionisti, Severini conosce molti dei maggiori esponenti delle avanguardie artistiche della capitale francese, tra cui Paul Signac, Georges Braque, Juan Gris, Amedeo Modigliani, Pablo Picasso e i poeti Guillaume Apollinaire, Paul Fort e Max Jacob.

  • Bronte, Charlotte Lettera autografa firmata Due pagine in ottavo, 144 x 87...
    Lotto 78

    Bronte, Charlotte Lettera autografa firmata Due pagine in ottavo, 144 x 87 mm., datate 21 May 1849, e indirizzate a Ellen, probabilmente Ellen Nussey, montate su passepartout e incollate al margine interno. Charlotte Brontë (Thornton, 21 aprile 1816 – Haworth, 31 marzo 1855) è stata una scrittrice inglese, la maggiore di età tra le tre sorelle Brontë, i romanzi delle quali sono diventati dei classici della letteratura inglese. Lettera personale e privata della Bronte alla sua più fedele amica, in cui programma una visita a York e l’aiuto che Ellen potrebbe darle. Parlano della visita di un comune amico, le racconta che la sorella Anne è stata molto male il giorno precedente per problemi di respirazione ma oggi sembra stare meglio. Conclude dicendo che di tutto il resto gliene parlerà quando si vedranno. Ellen Nussey (1817-97) fu l’amica di una vita e la corrispondente più fedele di Charlotte, “... and, through more than 500 letters received from her, was a major source for Elizabeth Gaskell's 1857 biography The Life of Charlotte Bronte”.

  • Buzzolla, Antonio Il Crociato di Venezia. Partitura musicale Partitura...
    Lotto 79

    Buzzolla, Antonio Il Crociato di Venezia. Partitura musicale Partitura autografa in 4° oblungo, 175 x 265 mm., cc.4 nn. con notazione musicale mss. in pentagramma stampato, decorazione floreale policroma miniata in oro sui margini, alla prima pagina titolo e indicazione del paroliere, Giovanni Peruzzini, e del musicista, con la firma in fine di Buzzolla. Rarissima partitura autografa, con le note di un’inedita canzone, o arietta veneziana. L'opera reca in calce la firma dell'autore. Antonio Buzzolla, 1815-1878, valente musicista che fu direttore della cappella di S. Marco dal 1855, rimase soprattutto celebre per le canzonette e ariette veneziane, fra le quali anche la celebre "Ninetta monta in gondola". Definite da Casellati "piccole melodiche gemme sapientemente armonizzate", sono veri modelli di grazia e di freschezza: opere che lo stesso Rossini giudicava insuperabili e di cui si deliziava nel suo salotto a Passy. Giovanni Peruzzini, 1815-1869, poeta, librettista, traduttore, letterato, fu direttore della Fenice di Venezia. I due artisti collaborarono, producendo opere, arie e canzoni, a partire dagli anni '40. A. Casellati, Antonio Buzzolla, in “Musica d'oggi”, XII (1930), 7, pp. 311-317.

  • Canova, Antonio Lettera autografa firmata Una pagina in 8°, 266 x 192 mm.,...
    Lotto 80

    Canova, Antonio Lettera autografa firmata Una pagina in 8°, 266 x 192 mm., datata martedì 4 maggio 1819. Galante lettera autografa, firmata del piu’ celebre scultore neoclassico. Lo scultore, all'epoca residente a Roma, si rivolge a una Signora che gli aveva inviato un invito scritto: si promette tuttavia che in uno dei prossimi giorni "non mancherò di assecondare il piacere del mio animo, e godere il vantaggio della onorata e graziosa di Lei compagnia in sua casa".

  • Carducci, Giosuè Lettera autografa firmata In 8°, 210 x 134 mm. pp. 2 su...
    Lotto 81

    Carducci, Giosuè Lettera autografa firmata In 8°, 210 x 134 mm. pp. 2 su carta intestata Senato del Regno. Onorevole signor Ministro. Il sacerdote don Zattini Brusaporci della chiesa di San Donato in Polenta è stato promosso a non so che officio, d'arciprete o d'altro, in Bertinoro. Io conosco il don Zattini come sacerdote temperato, moderato, onesto...Prego V.E. d'accordargli l'exequatur. Sono io che prego per un prete. Merito di essere esaudito….. Divertente lettera di “raccomandazione” di Carducci, per un prete! Curiosa e insolita lettera autografa firmata, scritta dopo 1890. Carducci raccomanda un amico parroco a un onorevole. Manca l'indicazione della data ma certamente fu scritta dopo il 1890, come si evince dall'intestazione "Senato del Regno". L'Exequatur era una formula con cui lo stato italiano, prima del Concordato del 1929, concedeva l'esecutività a determinati atti del Vaticano, specialmente in relazione ai benefici maggiori.

  • Compositori - Mercadante, Saverio Lettere autografe firmate Bell’insieme di 5...
    Lotto 82

    Compositori - Mercadante, Saverio Lettere autografe firmate Bell’insieme di 5 lettere di celebri compositori: Saverio Mercadante, Manuel de Falla, Charles Gounod, Anton Grigorevic Rubinstein, Joaquim Turina. Lettera di Mercadante: raro e curioso autografo firmato di Mercadante. Il raffinato compositore scrive da Genova all'amico Giulio Ferrari di Milano, la lettera reca la data 8 dicembre 1832 e, poiché accenna al berretto nero di festa dimenticato dalla moglie, si riferisce alla prima del melodramma Ismalia, ossia Amore e morte, che si era tenuta alla Scala il 27 ottobre. È poi citato il celebre baritono Orazio Cartagenova, amico del compositore, insieme al quale si reca a Torino: l'occasione è la prima dell'opera Gabriella di Vergy, che si terrà nel regio Teatro durante il carnevale del 1833 alla presenza delle LL. SS. RR. MM. Lettera di Rubinstein: Raro autografo del grande pianista e compositore russo. La lettera, che fa riferimento alla regia di un'opera, è indirizzata a un Director e reca la data 22 September-3 Oktober: sono nominate Vienna e Dresda, città in cui Rubinstein aveva vissuto. Il pianista scrive da San Pietroburgo, ove aveva creato il Conservatorio che diresse dal 1862 al 1867 e dal 1887 al 1890. La lettera appartiene dunque all'ultima fase della vita di Rubinstein, giacché fu attivo all'estero come concertista e direttore d'orchestra a Vienna nel 1871-72 e dal 1891 visse a Dresda, tornando a Pietroburgo poco tempo prima di morire.

  • Deledda, Grazia La via del Male - Nostalgie Roma, Nuova Antologia, 1905-06. 2...
    Lotto 83

    Deledda, Grazia La via del Male - Nostalgie Roma, Nuova Antologia, 1905-06. 2 volumi, legatura in mezza tela blu. Presenti, rilegate in ciascun volume due lettere autografe firmate in 8°, 178 x 113 mm. di 4 pp. ciascuna. La prima delle due lettere è datata Roma, 4.10.1907, Via Sallustiana 4, ed è indirizzata ad una giornalista e scrittrice francese, Julie de Mestral Combremont, traduttrice in francese di diverse opere della Deledda: “Il vostro bellissimo articolo è stato riprodotto da molti giornali italiani. I miei romanzi sono tutti impegnati per la traduzione francese, ma ho ancora molte novelle, potrò mandarvene qualcuna.” Le annuncia che nella primavera dell’anno venturo verrà a Parigi a conoscere molti amici carissimi, tra cui vorrebbe annoverare anche lei. Poi si confida: “Io lavoro continuamente e la buona volontà di fare qualche cosa bella non mi manca. Sono ancora giovane e il mio carattere, le mie abitudini, il mio modo di veder la vita, tutto mi porta verso il lavoro coscienzioso e tranquillo. Io credo che il lavoro sia l’unica gioja della vita: il lavoro artistico specialmente”. Le annuncia che sta lavorando ad un nuovo romanzo, forse l’Ombra del passato, “nel quale studio una donna di sentimenti religiosi esagerati, e che, al contrario dell’Edera, causa del male per egoismo e mancanza di amore. Io sono pessimista, positivista, ma ho molta fiducia nel miglioramento morale e materiale della donna. Noi però dobbiamo cercare la nostra forza in noi stesse e non nella collettività.” E ancora, per la pagina successiva, si dilunga sulla sua visione della donna. Nella seconda lettera, datata 26.10.07, sempre indirizzata alla giornalista, si congratula per il bel romanzo scritto, Le Fantome du bonheur (Lausanne, Payot, 1907), e si dilunga sulle qualità dell’opera. Le riferisce poi di averle inviato tramite il marito 4 novelle, La Medicina, il Ciclamino, Cattiva Compagnia e Novella Sentimentale, da far tradurre. Le annuncia che sta lavorando ad un romanzo e ad un dramma: “Il romanzo si svolge in Sardegna, ed è lo studio di una donna intelligente ma non ancora evoluta che per amore e per gratitudine verso certi suoi benefattori cade di errore in errore fino al delitto, ma poi si redime.” Bellissimo insight nel laboratorio della scrittrice sarda, premio Nobel nel 1926.

  • Dumas, Alexandre figlio Lettera autografa firmata Lettera autografa firmata...
    Lotto 84

    Dumas, Alexandre figlio Lettera autografa firmata Lettera autografa firmata senza indicazione di data, in 8°, 175 x 110 mm., pp.1 di testo. § Victorien Sardou. Lettera autografa firmata e datata Galatz 18 oct. 1873. In 8°. 205 x 130 mm., pp. 4. I lettera: scritta e firmata dello scrittore francese autore de La Dame aux Camelias nella quale comunica al corrispondente di non poter recarsi ad un incontro precedentemente concordato perché deve recarsi a Londra, dove è stato chiamato "à l'improviste". Nell'ultima pagina una annotazione a matita indica l'importante destinatario della missiva: "au chevalier De Stuers… ministre du Pays-Bas et Paris de 1885 à 1919”. II lettera: Interessante lettera personale del celebre drammaturgo francese. Sardou, in partenza per l'Egitto, si trova a Galati in Romania e si scusa per non aver potuto incontrare l'amico e la sua famiglia, augurandosi che essi possano trovare a Scutari "un bon exile mieux que l'exile ici".

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Asta N. 116 - Libri, Autografi e Stampe

Esposizione:
Giovedì 28 e venerdì 29 maggio, ore 10.00 - 18.00
Da lunedì 1 giugno a mercoledì 3 giugno, ore 10.00 - 18.00
Giovedì 4 giugno, ore 10.00 - 13.00

Sessioni

  • 4 giugno 2015 ore 10:30 Prima Sessione - dal lotto 1 al lotto 250 (1 - 250)
  • 4 giugno 2015 ore 15:00 Seconda Sessione - dal lotto 251 al lotto 501 (251 - 501)
  • 4 giugno 2015 ore 17:30 Terza Sessione - dal lotto 502 al lotto 740 (502 - 740)