Asta N. 116 - Libri, Autografi e Stampe
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Lotto 121 Aerostato - Charles, Jacques Alexandre César e Robert, Marie-Noël Représentation du Globe Aérostatique Parigi, Chez Esnauts et Rapilly, rue St. Jacques, à la ville de Coutances, [1783]. Estratto di 8 cc. dal Journal de Paris del 13-14 dicembre 1783, pubblicato col testo francese su una colonna e la relativa traduzione italiana sull’altra, due incisioni colorate a mano ripiegate, raffiguranti l’ascesa della gondola appesa all’aerostato avvenuta a Parigi, Tuileries Garden, il 1 dicembre 1783 e la relativa discesa, circa due ore dopo, nei pressi di Beaumont. La testimonianza in presa diretta del primo volo di un pallone ad idrogeno. Sulla scia dei Montogolfier, sfruttando gli studi di Henry Cavendish che nel 1766 scoprì che l’idrogeno è più leggero dell’aria, il fisico Jacques-Alexandre Charles costruì un pallone capace di sollevarsi per mezzo del gas. Il lancio di questo aerostato (noto come Charlière) avvenne il 27 agosto 1783 da Champs de Mars; il suo tragitto fu deviato ed esso precipitò a Gonesse con grande spavento degli abitanti che lo distrussero a colpi di forca credendolo un mostro disceso dal cielo. Questo secondo tentativo, invece, riuscì perfettamente.
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Lotto 122 Africa - Cavazzi, Giovanni Antonio Istorica descrittione de' tre regni Congo, Matamba, et Angola situati nell'Etiopia inferiore occidentale e delle missioni apostoliche esercitatevi da religiosi capuccini Milano, Agnelli, 1690. In 4°. Una carta geografica doppia, 30 tavole incise in rame, testatine, capilettera e finalini xilografici, mancante l’antiporta segnalata nella copia censita in ICCU, che peraltro indica solo 25 tavole, qualche lieve fioritura e brunitura, legatura coeva in pergamena floscia, esemplare un po’ lento. Seconda rara edizione di quest’opera fondamentale per la conoscenza dell’Africa centrale ed occidentale, ad opera del padre cappuccino Cavazzi (1621-1680) che fu missionario in Congo dal 1654 al 1667, e di nuovo a partire dal 1670. Secondo il Graesse (I, 50) tutte le copie differiscono quanto a numero di tavole, comprese comunque fra le 25 e le 37. Brunet I, 1699: “Ouvrage estimé”.
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Lotto 123 Agostino de Musi detto Agostino Veneziano San Matteo Bulino, c.ca 1514–36, I stato, datato e firmato in lastra in basso a destra “1518 / AV”, 2 piccoli fori, bruniture, restauri, mm. 174 x 240. § Marco Alvise Pitteri. Sanctus Philippus. Acquaforte, 1742, restauri, mm. 430 x 340. Da un disegno di Giulio Romano per la Cappella della Trinità. Blanc 32; Bartsch 95.Tavola n. VII dalla serie dei Dodici Apostoli, che Marco Pitteri realizzò in collaborazione con Giambattista Piazzetta, chiedendo al Senato della Serenissima il privilegio per la pubblicazione nel 1742. Succi, 1983, n. 374-381.
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Lotto 124 Agricola, Giorgio De la generatione de le cose, che sotto la terra sono, e de le cause de' loro effetti e nature Venezia, Tramezzino, 1550. In 8°. Una tavola a c.142v, capilettera xilografici, esemplare privo di frontespizio e delle prime 28 pagine, contenenti indici e lettere di dedica, legatura del sec. XIX in mezza pergamena. Lotto non passibile di restituzione.
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Lotto 125 Agricoltura - Pattullo, Henry Essai Sur L'Amélioration Des Terres Parigi, Durand, 1759. In 12°. Vignetta al frontespizio, alla lettera di dedica stemma calcografico di M.me de Pompadour, dedicataria dell’opera, 3 tavole doppie a fine volume, testatine e finalini xilografici, qualche rara e leggera fioritura, legatura coeva in vitello screziato, titoli e fregi in oro al dorso, tagli colorati, lievi abrasioni ai piatti. Seconda edizione di questo importante trattato fisiocratico settecentesco sul miglioramento delle colture.
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Lotto 126 Alamanni, Luigi Gyrone il cortese Parigi, Rinaldo Calderio, & Claudio suo figliuolo, 1548. In 4°. Frontespizio xilografico con sontuosa cornice architettonica, testo su due colonne, grande capolettera figurato su fondo criblé, legatura del sec. XIX da amatore firmata Chambolle-Duru, pieno marocchino marrone, armi gentilizie in oro incise al centro dei piatti, dorso con nervi con titolo in oro, dentelles, risguardi marmorizzati, tagli dorati. PRIMA EDIZIONE delle avventure di Girone il Cortese. Il poema, diviso in XXIV libri in ottava rima, narra l'origine e l'istituzione dei Cavalieri della Tavola rotonda. Luigi Alamanni, umanista fiorentino, fuggì in Francia nel 1522 a seguito di una cospirazione anti-medicea da lui guidata dove divenne uno dei principali rappresentanti della cultura italiana alle corti di Francesco I ed Enrico II. Gamba 21; Olschki, Choix XII, 18283.
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Lotto 127 Alberti, Cherubino Putto di Barberini Foglio inciso al bulino, in basso a sinistra il monogramma dell'artista: “CAB”, buona inchiostratura, foglio attaccato a un passe-partout per due punti lungo il margine superiore, mm. 350 x 95 il foglio, strappi, alcune lacune ai margini e sul foglio, leggere macchie, mm. 305 x 195.
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Lotto 128 Alberti, Girolamo Introduzione all'arte nautica Venezia, appresso Giambatista Albrizzi, 1737. In 4°. Occhietto, 2 pregevoli antiporte calcografiche, vignetta al frontespizio, complessive 31 tavole incise in rame, di cui 24 ripiegate, capilettera e fregi xilografici, legatura coeva in pergamena, titoli in oro al dorso, tagli a spruzzo, custodia in cartone. Ex libris al contropiatto. Raro figurato veneziano del '700. Le due splendide antiporte con figure simboliche sono disegnate da Luca Carlevarijs e incise da Francesco Baronio; quattro tavole illustrano bandiere e blasoni, cinque recano volvelle mobili; molto interessante la grande tavola più volte ripiegata raffigurante un galeone veneziano, corredata da tre legende che indicano con precisione tutte le sue parti. L'Alberti tratta tutti gli aspetti della navigazione e della nautica, dall'astrologia agli strumenti scientifici per tracciare le rotte, ai venti, alla lettura di mappe e carte; l'opera è un trattato pratico rivolto ai comandanti e ai marinai veneziani. Riccardi I, 14.
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Lotto 129 Alberti, Leandro Descrittione di tutta l’Italia Venezia, Altobello Salicato, 1588. In 8°. 2 parti in un volume, ciascuna con suo frontespizio, marca tipografica xilografica ai due frontespizi, capilettera e testatine xilografici, 7 belle mappe a doppia pagina finemente incise in legno, lievi bruniture a qualche carta, una gora interessa il margine esterno delle ultime carte e del risguardo e piatto posteriore, legatura del sec. XVII in pergamena floscia, titolo manoscritto al dorso. Ex libris manoscritto al contropiatto, altro oscurato al frontespizio, al dorso tassello cartaceo di biblioteca estinta. Bella edizione, ricercata per le pregevoli mappe xilografiche raffiguranti la Corsica, la Sardegna, le isole dell’arcipelago Toscano, le isole antistanti Napoli, la Sicilia, le Tremiti e Venezia, contenute nella seconda parte del volume Isole appartenenti alla Italia. L’opera è ricchissima di notizie sulla storia, gli usi ed i costumi, le curiosità naturali delle singole regioni dell’Italia peninsulare e delle isole. Particolarmente interessante anche il breve riferimento ai viaggi di Vespucci. Adams A, 477.
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Lotto 130 Alchimia ed esoterismo - Comiers, Claude [Federico Gualdi] La critica della morte ouero L'apologia della vita esposta in lingua francese dal signor di Comiers preuosto di Ternan... & aggiontoci vn racconto, con alcune lettere curiose per gli amatori della scienza ermetica Venezia, per Sebastiano Casizzi, 1690. In 12°. Ritratto calcografico in antiporta di Federico Gualdi firmato Portio, occhiello, legatura coeva in pergamena con piccoli strappetti al dorso. Nota di possesso del sec.XVIII all’occhiello, cassata con tratti di penna. Prima rara edizione di uno dei più intriganti alchimisti della storia.Federico Gualdi (1600 circa – ?) è stato un alchimista attivo nella Repubblica di Venezia. Sebastiano Casizzi, editore di cui non abbiamo alcuna notizia ulteriore, nel 1690 pubblica La Critica della Morte. Il testo, alla traduzione integrale dell’opuscolo di Comiers, affianca in effetti un Racconto intorno ai successi del Signor Federico Gualdi diretto dal Traduttore al Signor Prevosto di Ternan (pp. 106-120), che narra di alcune vicende veneziane del Gualdi, cui sono poi aggiunte una serie di lettere di soggetto alchimistico tra Federico Gualdi ed alcuni anonimi corrispondenti (pp. 121-172). Il testo conosce una pronta fortuna e se ne conoscono ben cinque riedizioni successive (1694, 1697, 1699, 1704 e 1717). Le notizie biografiche contenute nella Critica, (in cui finalmente il presunto Löuis Galdo diviene Federico Gualdi), il suo già citato tentativo di ottenere uno statuto di nobiltà dal governo di Venezia attraverso la risoluzione del problema dell’Acqua alta, la narrazione del suo amore respinto per la giovane figlia del casato dei Crotta, di cui egli aveva fatto prosperare le miniere, insieme ai riferimenti ermetici operativi delle lettere accluse al Racconto ed alla misteriosa sparizione del protagonista, costituiscono validi elementi per un sicuro successo della pubblicazione. Nel 1695 la Critica viene citata dall’alchimista napoletano Scipione Severino. Nel 1700 il testo viene tradotto in tedesco, scatenando una serie di reazioni avverse o favorevoli alla presunta età dell’eroe. Nel 1735, nella parte prima delle Lettere di Risposta del patrizio ascolano prospero Cataldi, dedicate alla pietra filosofale, le lettere alchemiche di Federico Gualdi raccolte nella Critica vengono lungamente commentate. Successivamente, nel 1740, la traduzione inglese dell’Hermippus Redivivus di Johann Heinrich Cohausen (1665–1750) riprende la leggenda di Gualdi, consegnandola al pubblico di lingua inglese. Nel 1799 William Godwin pubblica il romanzo St. Leon, a tale of the sixteenth century, in cui uno dei personaggi principali è chiaramente ispirato da Gualdi, inaugurando una genere di narrativa di tematica rosicruciana che arriverà fino allo Zanoni di Edward Bulwer Lytton. Nel frattempo, le affermazioni di Hultazob, di Cagliostro e di altri usurpatori del nome Gualdi contribuiscono a formare una leggenda di immortalità dai tratti confusi ed affascinanti. Giacomo Casanova nel 1763 smaschera ad esempio un presunto Gualdi, ed intorno al 1770 un altro Gualdi, stavolta in abito Talare, circola per Genova. Il processo di formazione della leggenda culmina con la ritualizzazione della memoria dell’iniziato veneziano. Hargrave Jennings, nel 1870, parla di Gualdi nel suo The Rosicrucians, their rites and mistery. Nel decennio degli ’80 il nome di Gualdi, divenuto un maestro ancestrale, è associato al grado di ‘’Zelator’’ nella ‘’Societas Rosicruciana in civitatibus foederatis’’, una massoneria rosicruciana americana. Nel 1934 Alice Bailey, in una dichiarazione, considera Gualdi (il Maestro Veneziano) come uno dei maestri della gerarchia invisibile della teosofica Grande Loggia Bianca. Nel 1988 Umberto Eco allude al personaggio ne Il pendolo di Foucault, creando nella logica del romanzo una nuova via a Milano: «La via Marchese Gualdi» destinata a ospitare la casa d’edizione Manunzio specializzata nelle pubblicazioni esoteriche.
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Lotto 131 Alchimia - Maier, Michael Lusus serius, quo Hermes sive Mercurius Oppenheim, Hieronymus Galler, Sumptibus Lucas Jennis, 1616. In 4°. Vignetta simbolica al frontespizio, testatine e capilettera ornati. Legato con Oluf Borch. De ortu, et progressu chemiae dissertatio. Hafniae [Kopenhagen], typis Matthiae Godicchenii, 1668. Marca al frontespizio, su tutto il volume usuale uniforme brunitura, legatura del sec. XIX in mezza pelle con angoli, titoli e filetti in oro al dorso. Rarissime edizioni originali di alchimia e chimica.I opera: Importantissima opera sull'alchimia e sulla filosofia ermetica dei Rosa Croce, dedicata dall'autore ai suoi amici medici e chimici. La splendida vignetta del titolo, attribuita a Ackermann de Bry, illustra la scena con i sette esseri, un'oca, un'ape, un vitello, un baco da seta, una pecora, un'ostrica, un fascio di lino, davanti al re del mondo sul trono; insieme a loro anche Ermes. Il titolo ambivalente, Gioco serio, diventerà un topos della tradizione ermetica, giungendo sino al Flauto magico di Mozart. Ferguson II, 63; Gardner 418; Ackermann IV, 122; Rosenthal 570: "tres rare". II opera: sostiene l'origine divina della chimica, tramandata dagli antichi egizi, e considerata la più importante di tutte le scienze, ed è una strenua difesa dell'alchimia; fu attentamente studiata da Isaac Newton.
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Lotto 132 Alchimia - Ruland, Martin Progymnasmata alchemiæ, siue Problemata chymica, nonaginta & vna quaestionibus dilucidata: cum Lapidis philosophici vera conficiendi ratione Francofurti, E Collegio Musarum Paltheniano, 1607-1606. In 8°. Due parti in un vol. Bruniture, legatura del sec. XVII in piena pergamena, tagli scuri. Marginalia e lunga nota nelle ultime 6 pagine, di mano secentesca. Rarissima prima edizione. Importante opera sull'alchimia, divisa in due parti: la seconda, datata 1606, reca il titolo Lapidis philosophici vera conficiedi ratio, cioè "il vero metodo per realizzare la pietra filosofale. Verginelli, che possiede solo questa seconda parte, nota: "Questo trattato è degno di essere letto con molta attenzione." Molto interessante anche la marca tipografica che riunisce i principali simboli della filosofia ermetica, il caduceo, la cornucopia, Athena e la sua civetta. L'esemplare è annotato da un conoscitore raffinato della materia, che appone una lunga nota nelle pagine bianche finali, verosimilmente composta all'epoca della rilegatura in pergamena. Fra l'altro indica l'autore del Tractatus che comincia a pagina 86 della seconda parte: si tratta dell'alchimista polacco Michal Sedziwój, 1566-1636, conosciuto come Michael Sendivogius o con l'anagramma del nome latino, Divi Leschi Genus Amo. È interessante notare che l'opera di Ruland fu anche studiata e fittamente annotata da Isaac Newton. Martin Ruland, 1569-1611, conosciuto anche come Martinus Rulandus o Martin Rulandt, celebre alchimista tedesco, discepolo di Paracelso, fu medico di Rodolfo II. L'esemplare studiato e annotato da Newton fa parte della The Frederick E. Brasch Collection of Newton and Newtoniana ora nella biblioteca della Stanford University. Ferguson II, 303; Duveen, p. 520; Verginelli 289; Ferchl 460; Krivatsy 10038; Thorndike VII, 159; Partington II, 161.