Asta N. 71 - Dipinti Antichi, XIX e XX Secolo, Oggetti di Antiquariato
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Lotto 205 Scuola veneta, prima metà del XVIII secolo Marina mediterranea con astanti e velieri e una cima innevata sullo olio su tela, cm 63x78 Per il presente dipinto è stata avanzata anche un'attribuzione ad Antonio Stohm
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Lotto 206 da Salvator Rosa a) La selva dei filosofi b) Paesaggio con porto coppia di fixè, cm 20x30 cad. entro importanti cornici in oro a foglia, con parte centrale a motivi di fiori e nodi; arricchite sui perimetri da fogliame interamente traforato manifattura fiorentina della fine del XVIII secolo, cm 40x48 Tratti dai due grandi dipinti omonimi di Salvator Rosa, a Firenze, galleria Palatina di Palazzo Pitti, fra le sue più rappresentative opere. foto Benchè assolutamente aderenti ai prototipi rosiani, sia nella complessiva impaginazione grafica che in ogni più minuto dettaglio descrittivo, le due opere hanno un portato di pittura assolutamente originale, di altissima qualità tecnica, tipicamente francese nella stesura del colore e nel disegno. D'altra parte sappiamo bene quanto amato fosse Rosa dai pittori francesi, soprattutto presso quelli che si misuravano nel genere del paesaggio. Non a caso lo stesso Claude-Joseph Vernet lo annovera fra le sue fonti di ispirazione più determinanti. Fra l'altro le preziosità della modalità utilizzata – il fixè -, la ricca impaginazione nelle due magnifiche cornici originali, ne dichiarano un intento che certo non si limitava ad un semplice esercizio tecnico, ma piuttosto come l'omaggio di un importante artista alla sua Musa ispiratrice.
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Lotto 207 Pieter Mulier il giovane, detto Cavalier Tempesta (Harlem, 1637- Milano,1701) Veduta notturna di un porto mediterraneo con marinai sul molo olio su tela, cm 85x74 Provenienza: Napoli collezione privata già Milano, Salamon&C-Matthiesen Fine Art, Londra, esposizione del 1999(aprile- maggio) Il dipinto è venduto con una comunicazione scritta del professor Vincenzo Pacelli, datata 28 -04-2003, che conferma l'attribuzione al pittore tedesco foto a lungo attivo in italia. Tale attribuzione era stata suggerita da Eduard Safarik in occasione della mostra di Milano organizzata da Patrick Matthiesen e Matteo Salamon nel 1999 (cf. Catalogo della mostra "Dipinti antichi" di Matthiesen & Salamon, Milano 1999, pagg 38-41)
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Lotto 208 Scuola napoletana, metà del XVIII secolo Eruzione notturna con veduta dal castel dell'Ovo olio su tela, cm 35x39 entro cornice coeva dorata
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Lotto 209 Marzio Masturzio (attivo tra Napoli e Roma nel XVII secolo) Scontro tra cavalieri turchi e cristiani presso un ponte olio su tela applicata su tavola, cm 36,5x46,5
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Lotto 210 Leonardo Coccorante (Napoli, 1680-1750) a) Rovine antiche di ordine composito con un arco, presso una costa italiana meridionale b) Rovine antiche con colonne di ordine tuscanico presso una costa italiana meridionale coppia di oli su rame, diam. cm 14 cad. entro cornici ebanizzate del XIX secolo
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Lotto 211 Francesco Solimena e studio (Canale di Serino, 1657 - Barra, 1747) Rachele e Giacobbe al pozzo olio su tela, cm 195x151 entro cornice coeva in legno dorato ad argento e mistura Il dipinto è una versione con apporti dello studio della nota opera di Francesco Solimena, a Venezia, Gallerie dell’Accademia, che è en pendant con ‘Rebecca al pozzo' (1710 circa). foto Cf: F. Bologna, "Francesco Solimena", Napoli, 1958, ill. 124 De Dominici, vol. IV, pag.428
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Lotto 212 Domenico Gargiulo e Viviano Codazzi Domenico Gargiulo (Napoli, 1612 ca -1675) , Viviano Codazzi (Bergamo, 1604 ca - Roma, 1670) San Pietro guarisce lo storpio in un loggiato olio su tela, cm 61,5x49 entro cornice a tre ordini di intaglio, con alternanza di cornice liscia in legno ebanizzato, del XVIII secolo Bibliografia: “Micco Spadaro, Napoli ai tempi di Masaniello” , pag. 87, edizione Electa, percorsi d’arte, foto 2002 “Percorsi d’arte, Vincenzo Pacelli", Catalogo della mostra, Napoli, Certosa di San Martino “Micco Spadaro, Napoli ai tempi di Masaniello", Napoli 2002, pag.87 "Pittura del ' 600", scheda ed illustrazione n 63, Grimaldi Editori, Napoli, 2001 Esposizione: Certosa di San Martino, “Micco Spadaro, Napoli ai tempi di Masaniello", Napoli 2002, pag.87 Pinacoteca Provinciale di Salerno, "Percorsi d'arte. Dal collezionismo dei Ruffo all'evoluzione pittorica di Mino delle Site", Salerno 2005
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Lotto 213 Scuola romana, prima metà del XVIII secolo a) Ritratto di condottiero in armatura e mantello rosso b) Ritratto di gentiluomo in armatura e mantello azzurro coppia di oli in prima tela, cm 41x32 cad. entro importanti cornici coeve riccamente lavorate ad intaglio, cimasa finale traforata e doratura originale di manifattura romana E' probabile che i due personaggi raffigurati siano Antonio e Francesco Farnese, duchi di Parma e Piacenza, figli di Ranuccio II
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Lotto 214 Pittore nordico attivo nell' Italia centrale nella seconda metà del (Borgo San Sepolcro, 1536 -Firenze, 1603) Adorazione dei magi olio su tavola in ovale, cm 15x10 entro cornice a tre ordini di intagli di manifattura napoletana
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Lotto 215 Andrea de Lione (Napoli, 1610 – Napoli, 1685) L'apostolo San Giacomo il Grande appare di fianco all'esercito Cristiano nella battaglia di Clavjo contro i Mori olio su tela, cm 102x128
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Lotto 216 Domenico Antonio Vaccaro (Napoli, 1678 - Napoli, 1745) a)Perseo uccide Fineo b)Perseo uccide la Medusa coppia di oli su rame, cm 24x32 cad. entro importanti cornici coeve a tre ordini di intaglio Provenienza: Napoli, già collezione Laliccia Napoli, collezione Carrelli per discendenza Napoli,antiquario Franco Piedimonte fino al 1968 quando furono acquistati dagli attuali foto proprietario Bibliografia: N. Spinosa, La pittura napoletana da Carlo a Ferdinando IV di Borbone, in Storia di Napoli, vol. VIII, Cava de’ Tirreni, 1971, fig. a p. 455. N. Spinosa, Pittura napoletana del Settecento dal Barocco al Rococò, Napoli, 1986, p. 147, n. 194, tavv. 35-36 (con bibliografia precedente). N. Spinosa, in Settecento napoletano. Sulle ali dell'aquila imperiale 1707- 1734, catalogo della mostra, Napoli, 1994, nn. 208a-208b, pp. 410-411, ill. a col. N. Spinosa, Pittura del Seicento a Napoli da Mattia Preti a Luca Giordano, Napoli, 2008, nn. 227 e 229, p. 238. Esposizioni: Napoli, 1994, Settecento napoletano. Sulle ali dell'aquila imperiale 1707- 1734, catalogo della mostra, Napoli, 1994, nn. 208a-208b. Noti da tempo alla critica, i due piccoli dipinti su rame sono stati considerati sin dalla loro pubblicazione tra le testimonianze più significative dell’abilità di Domenico Antonio Vaccaro nella produzione di opere in cui il piccolo formato si combina con una elevatissima capacità di allestire composizioni complesse, caratterizzate da una cura estrema nell’esecuzione dei dettagli. Come riportato de Bernardo de’ Dominici, l’occasione di mostrare queste abilità fu generata dalla committenza di due scrigni commissionati da Paolo Perrella come dono a Carlo II di Spagna, da rivestire interamente con piccoli dipinti in rame di tema mitologico. La commissione fu abbandonata per la morte del sovrano nel 1700, e i dipinti furono rivenduti a vari collezionisti. Tra il 1695 e il 1710 Domenico Antonio Vaccaro - una delle principali figure artistiche a Napoli tra la fine del Seicento e la metà del Settecento - sviluppa immagini dal timbro cromatico brillante e dal clima narrativo intenso e drammatico, come 'Apollo che saetta i Niobidi' e 'Meleagro uccide il cinghiale' en pendant a Neuilly, Collezione Riechers – considerati parte della commissione degli scrigni per Carlo II - in cui la pittura impetuosa e vibrante costituisce un'alternativa originale al classicismo arcadico praticato nello stesso periodo da Francesco Solimena. Non è provato che il presente pendant abbia fatto parte di questa commissione o sia nato come esercizio indipendente, da porre sulla scia delle invenzioni legate alla commissione degli scrigni per Carlo II. Di esso, comunque, esiste anche una versione autografa su tela, di formato quasi doppio (cm 44 x 53,5) già a Roma, Christie’s, 6-XII-2001, lotto 284 (venduto a Lit. 153.125.000) e databile – al pari dei due dipinti qui offerti – entro il 1705 circa. Questo pendant, che è dipinto in modo meno impetuoso di quanto si riscontra nelle opere qui offerte, è probabilmente la seconda versione di una invenzione che dové conseguire un notevole successo nel mondo del collezionismo non solo napoletano.