Asta N. 72 - Arte Moderna e Contemporanea, Oggetti di Design
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Lotto 145 Daniel Spoerri (1930) Finir enfin de classifier les peignes d'après le nombre de leurs dents (frei Firmato e datato Daniel Spoerri 1980 sul retro Assemblaggio di oggetti in teca di plexiglas cm 56,8x56,8x23,5 Eseguito a Moulin Porgard nel 1980 Luogo di esecuzione sul retro Fotografia dell'opera autenticata dall'artista
Si ringrazia Barbara Räderscheidt dello Kunststaulager Spoerri, Hadersdorf am Kamp, per aver confermato per e-mail l'autenticità dell' opera -
Lotto 146 Gerardo Rueda (1926-1996) Pintura Roja Firmato e datato Rueda 63 in basso a sinistra Olio su tela cm 97x130 Eseguito nel 1963 Firmato sul retro Provenienza: Quadrante, studio d'arte contemporanea di Matilde Giorgini, Firenze (come da etichetta sul retro);
Galleria Il Centro, Napoli (come da etichetta sul retro); -
Lotto 147 Pablo Picasso (1881-1973) Face n. 130 Piatto rotondo in ceramica dipinta con colori e smalti cm 25,5 (diametro) Eseguito nel 1963 Numerato 212/500 sul retro Iscrizione sul retro: n.130 Edition Picasso 212/500 Madoura
Bibliografia: Catalogue of the edited ceramic works 1947-1971, a cura di Alain Ramié, edito da Madoura, Parigi 1988, numero 479 -
Lotto 148 Pablo Picasso (1881-1973) Tormented faun's face Piatto rotondo in ceramica dipinta in blu e bianco cm 42,5 (diametro) Eseguito nel 1956 Numerato 29/100 sul retro Timbro inciso sul retro: Madoura Plein Feu Empreinte Originale de Picasso
Bibliografia: Catalogue of the edited ceramic works 1947-1971, a cura di Alain Ramié, edito da Madoura, Parigi 1988, numero 319 -
Lotto 149 Alberto Burri (1915-1995) Cretto Nero: E Firmata Burri in basso a destra Acquaforte, acquatinta su carta Fabriano Rosaspina cm 67x96 Eseguita nel 1961 Numerata 14/90 in basso a sinistra Edizione realizzata nel 1971 in 90 esemplari in numeri arabi e XV esemplari in numeri romani a cura della Stamperia 2RC, Roma
Provenienza: Galleria Il Centro, Napoli;
ivi acquisita dall'attuale proprietario -
Lotto 151 Alberto Burri (1915-1995) Combustione Firmata Burri in basso a destra Acquaforte e acquatinta cm 70x50 (foglio) Eseguita nel 1963-64 Numerato XII/XVII in basso a sinistra Timbro sul retro: collezione grafica Carpeggiani, Verona
Edizione di 110 esemplari e 17 P.A. a cura della stamperia 2 RC, Roma
Provenienza: Galleria l'Isola, Roma (come da etichetta sul retro);
Galleria il Centro, Napoli (come da etichetta sul retro) -
Lotto 152 Alberto Burri (1915-1995) Museo di Capodimonte Firmata Burri in basso a destra Acquaforte e serigrafia su cartoncino pressato cm 90x64 (foglio) Eseguita nel 1978 Numerata 31/100 in basso a sinistra Bibliografia: Collezione Burri, Fondazione Palazzo Albizzini, Città di Castello (PG) 1986, Catalogo, pagina 157, numero 170 (illustrato altro esemplare)
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Lotto 153 Carla Accardi (1924-2014) Bianco su nero Firmata e datata C. Accardi 2012 sul retro Tempera su carta cm 24x33,2 Eseguita nel 2012 Titolo e dimensioni sul retro Opera registrata presso l'Archivio Accardi, a cura dello Studio Accardi, con il numero 59, come da certificato
Si ringrazia Pietro Lobascio dell’Archivio Accardi Sanfilippo, Roma, per aver confermato per e-mail l’autenticità dell'opera -
Lotto 154 Carla Accardi (1924-2014) Rosso su blu Firmata e datata C. Accardi 2013 sul retro Tempera su carta cm 24x33 Eseguita nel 2013 Titolo e dimensioni sul retro Opera registrata presso l'Archivio Accardi, a cura dello Studio Accardi, con il numero 80, come da certificato
Si ringrazia Pietro Lobascio dell’Archivio Accardi Sanfilippo, Roma, per aver confermato per e-mail l’autenticità dell'opera -
Lotto 155 Piero Dorazio (1927-2005) Senza titolo Firmato e datato Dorazio 1961 in basso a sinistra Acquerello su carta applicata su tela cm 51x36 Eseguito nel 1961 Fotografia dell'opera autenticata dall'artista il 20 aprile 1998 Provenienza: Marlborough Galleria d'Arte, Roma (come da etichetta sul retro);
Galleria Il Centro, Napoli;
Collezione privata, Napoli -
Lotto 156 Achille Perilli (1927) Senza titolo Siglato e datato A.P. 50 in basso al centro Inchiostro e tempera su carta cm 63x48 Eseguito nel 1950 Provenienza: Fondazione Marconi, Milano;
Galleria La Scaletta, San Polo d'Enza
Esposizioni: Achille Perilli / Carte 1946-1957. Da forma 1 all'EsperienzaModerna, Galleria La Scaletta, San Polo D'Enza, Reggio Emilia, 2005, catalogo della mostra, pagina 39 (illustrato); Achille Perilli / Carte 1946-57. Da Forma 1 all'Esperienza Moderna,Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea, Milano, 2005; Achille Perilli, works on paper 1946-1957, Washington D.C., 23 maggio - 23 giugno 2006 Bibliografia: Catalogo Generale delle opere su carta di Achille Perilli, numero n. 15 del 1950 Si ringrazia Nadja Perilli, curatrice dell'Archivio Achille Perilli, Roma,per aver confermato per e-mail l'autenticità dell'opera -
Lotto 157 Bice Lazzari (1900-1981) Senza titolo Firmata e datata B. Lazzari 1957 in basso a destra sul fronte Tempera e collage su carta fronte/retro cm 62x42 Eseguita nel 1957 Data di esecuzione sul retro Provenienza: Galleria La Scaletta, San Polo d'Enza
Bibliografia: Viaggio nei cassetti. Tempere, olii, pastelli e fotografiedai cassetti di Bice Lazzari, a cura della Galleria La Scaletta, San Polo d'Enza, Reggio Emilia 2007, numero 47 (illustrata) Opera registrata presso l'Archivio Bice Lazzari, Roma, con il numero 57-76-1957 Si ringrazia l'Archivio Bice Lazzari, Roma, per aver confermato verbalmente l'autenticità dell'opera -
Lotto 158 Mario Schifano (1934-1998) Quattro variazioni Firmato e datato Schifano 61 in basso a destra Smalto, grafite, pastello e collage su carta cm 70x100 Eseguito nel 1961 Provenienza: Galleria Il Centro, Napoli Esposizioni: C'era un volta a Roma. Gli anni Sessanta intorno a Piazza del Popolo, a cura di Laura Cherubini ed Eugenio Viola, Palazzo De Sanctis, Castelbasso, 13 luglio - 31 agosto 2014 Opera registrata presso l'Archivio Mario Schifano, Roma, con il numero 02717140801, come da certificato
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Lotto 159 Giulio Turcato (1912-1995) Paesaggio lunare Firmato Turcato sul retro Olio e tecnica mista su gommapiuma cm 100x130 Eseguito nel novembre del 1971 Fotografia dell'opera autenticata dal Dr. Giovanni Granzotto (Telemarket spa)
Provenienza: Collezione dell'artista;
Collezione privata, Salerno
Esposizioni: Giulio Turcato, Galleria Martano/Due, Torino, novembre 1971, catalogo con prefazione di Giorgio de Marchis Bibliografia: Giulio Turcato, monografia in occasione della XVI Rassegna Nazionale d'Arte di Teramo, 1971, pagina 23 (illustrato con il lato più lungo in verticale); Artisti Italiani Contemporanei - 1950/1983, a cura di Achille Bonito Oliva, Casa Editrice Electa, Milano 1983, pagina 31, fotografia n. 19 (illustrato con il lato più lungo in verticale); Turcato, Monografia a cura di Giovanni Granzotto, Giorgio Corbelli Editore, Brescia 1999, pagina 40 (illustrato) Opera registrata presso l'Archivio Giulio Turcato, Roma, con il numero BM212526ML04RA Fondatore del gruppo Forma 1 insieme a Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo, attivo all’interno del Fronte Nuovo delle Arti, protagonista del gruppo degli Otto, Turcato è uno dei più significativi interpreti della corrente dell’astrattismo. Partito dalla lezione di Giacomo Balla l’artista mantovano di nascita, ma romano d’adozione, ha saputo imporre un proprio linguaggio ritmico e dinamico, facendo della forma-colore la ragione di una ricerca che va oltre l’informale. «Turcato è un esploratore straordinario che ha fatto della pittura il codice per interpretare il mondo in tutti i suoi aspetti dalla biologia all’astronomia sino all’entomologia. Tutto diventa occasione per nuove invenzioni di forme e colori che ridefiniscono l’immaginario», scrive Alberto Fiz. «Queste immagini, sensazioni, materiali, memorie, illusioni, allucinazioni, forme, itinerari, sono il mio bagaglio aperto alla dogana del prossimo millennio», ha scritto Turcato in un’affermazione che potrebbe essere letta come una dichiarazione di poetica da parte di un artista che ha svolto un compito essenziale nel liberare l’arte dalle convenzioni accademiche in un percorso originale e solitario. Alla fine degli anni ’50 e negli anni ’60 è lampante la sua esaltazione nel seguire le imprese spaziali: nel 1957 Laika, bastardino russo, è il primo essere vivente ad essere lanciato nello spazio; nel 1961 Yuri Gagarin diviene il primo essere umano in orbita, e nel 1969 Armstrong sbarca sulla luna. Imprese che faranno dell’arte di Turcato strumento di sfogo nel sognare l’universo. Lui che farà della sua tela luogo di conquista interplanetaria, trasportando pezzi di altri pianeti all’interno della sua realtà usando strumenti inconsueti per la pittura e tuttavia efficacissimi per il suo scopo, come la gommapiuma e le sabbie, l’unione del catrame all’olio, le polveri d’argento. Nacquero così, dal suo sbirciare fuori dai finestrini durante i viaggi in aereo, da studi di astronomia, dai racconti e da immagini dei telegiornali, i Reticoli, gli Arcipelaghi e le suadenti Superfici lunari, probabilmente tra le opere più significative della produzione artistica di Turcato dagli anni ’60 ai nostri giorni. -
Lotto 160 Jannis Kounellis (1936) Sono Io Firmato e datato Kounellis '92 in basso a destra Inchiostro su carta cm 23x32,5 Eseguito nel 1992 Titolo in alto a destra Provenienza: Galleria Salvatore Ala, Milano;
ivi acquisito dall'attuale proprietario -
Lotto 161 Emilio Vedova (1919-2006) Senza titolo Firmato Vedova in basso al centro Collage e inchiostro su carta cm 32,5x45 Eseguito nel 1968 Opera archiviata presso la Fondazione Emilio ed Annabianca Vedova, Venezia, con il numero 393 il 20 settembre 2010, come da certificato
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Lotto 162 Piero Ruggeri (1930-2009) I giunchi dello stagno del Lajun Firmato e datato Ruggeri Piero 1998 sul retro Olio su tela cm 75x120 Eseguito nel 1998 Titolo, tecnica e dimensioni sul retro Fotografia dell'opera autenticata dall'artista
Si ringraziano Chiara e Teresa Ruggeri, curatrici della Fondazione Piero Ruggeri, Avigliana, per aver confermato per e-mail l'autenticità dell'opera -
Lotto 163 Piero Ruggeri (1930-2009) Luci al tramonto Firmata Ruggeri in basso a destra Tempera e tecnica mista su carta cm 100x70 Eseguita negli anni '70 Provenienza: Galleria l'Alfiere, Grugliasco;
ivi acquisita dall'attuale proprietario
Si ringraziano Chiara e Teresa Ruggeri, curatrici della Fondazione Piero Ruggeri, Avigliana, per aver confermato per e-mail l'autenticità dell'opera -
Lotto 164 Mario Nigro (1917-1992) Senza titolo Firmato Nigro in basso a destra Olio su tela cm 70x60 Provenienza: Collezione Manzoni, Milano Bibliografia: Mario Nigro. Catalogo ragionato, a cura di Germano Celant, Skira, Milano 2009, pagina 382, numero 276
Opera registrata presso l'Archivio Mario Nigro, Milano, con il numero SDTST1, come da certificato Si ringrazia l'Archivio Mario Nigro, Milano, per aver confermato per e-mail l'autenticità dell'opera e per l'aiuto nellacompilazione di questa scheda -
Lotto 165 Mario Radice (1898-1987) Senza titolo Firmata Radice in basso a destra Tempera su carta cm 54x36 Eseguita nel 1975 Fotografia dell'opera autenticata dall'artista nel 1982 Provenienza: Collezione Dina Carola, Napoli
Esposizioni: Mario Radice - opere dal 1924 al 1984, Galleria Il Centro, Napoli, 1985 -
Lotto 166 Victor Vasarely (1906-1997) Atome Firmato Vasarely sul retro Acrilico su tela cm 80x80 Eseguito nel 1977 Iscrizione sul retro: 2956 Titolo, dimensioni e data di esecuzione sul retro
Timbro sul retro: Vasarely Center / 1015 Madison Avenue / New York, N. Y. 10012 / 212 744-2332
L'opera sarà inclusa nel prossimo catalogo ragionato dei dipinti di Victor Vasarely, a cura di Pierre Vasarely, curatore della Fondation Pierre Vasarely Si ringrazia Pierre Vasarely, curatore della Fondation Pierre Vasarely, Aix-en-Provence,per aver confermato per e-mail l'autenticità dell'opera Victor Vasarely, ungherese di nascita ma francese di adozione, è considerato unanimemente il padre dell’Op (Optical) Art, forma di arte astratta che genera illusioni ottiche per favorire la percezione del movimento ed una generale instabilità percettiva nello spettatore. L’opera qui presentata è un esempio perfetto delle rappresentazioni su tele del celebre “Manifesto Giallo”, redatto dall’artista in occasione della sua mostra del 1955 alla Galerie Denise René di Parigi “Le Mouvement”, nel quale sono contenute le sue teorie riguardanti il movimento, la figurazione, la riproduzione in serie di forme geometriche e l’utilizzo dei colori complementari. La serie Atome incarna perfettamente l’innovativo linguaggio stilistico e la ricerca più avanguardista di Vasarely che, dalla fine degli anni ‘60 a tutti gli anni ‘70, ha influenzato profondamente la cultura pop, l’architettura, l’informatica ed il design fino ai giorni nostri. Proprio negli anni ‘70 , il periodo di maggior successo e diffusione per l’arte Optical, ed ovviamente anche per il suo fondatore e maggior esponente, viene realizzata l’opera qui proposta. Vasarely scrive riguardo la sua arte: «Le mie unità plastiche: i cerchi multicolori, i quadrati, sono la controparte delle stelle, degli atomi, delle cellule e delle molecole, ma anche dei granelli di sabbia, dei ciottoli, dei fiori e delle foglie…» con un chiaro collegamento alla poetica della serie Atome ed all’opera qui pubblicata, ove superficie piana della tela diventa una serie infinita di possibilità cinetiche, lo spettatore ne subisce tutto il fascino e la forza, il dipinto supera i confini della tela entrando nell’ambiente circostante, ingannando l’occhio di chi l’osserva e suggerendogli un idea di movimento e dinamismo. -
Lotto 167 Hans Hartung (1904-1989) PM1961-45 Firmato e datato Hartung 61 in basso a destra Pastelli a cera su carta cm 39x27 Eseguito nel 1961 Iscrizione sul retro: PM 1961-45 Provenienza: Galerie de France, Paris;
Galleria Il Centro, Napoli
Esposizioni: Hartung e Corpora, Galleria Il Centro, Napoli, 1962
Opera registrata presso l'Archivio a cura della Fondation Hans Hartung et Anna-Eva Bergman Si ringrazia Jean luc Uro dell'Archivio curato dalla Fondation Hans Hartung et Anna-Eva Bergman per aver confermato per e-maill'autenticità dell'opera e per l'aiuto nella compilazione di questa scheda -
Lotto 168 Tancredi Parmeggiani (1927-1964) Senza titolo Firmata Tancredi in basso a destra Tecnica mista su carta intelata cm 73x90 Eseguita nel 1953 Provenienza: Galleria del Cavallino, Venezia; Galleria Morone, Milano; Collezione privata, Milano; Collezione privata, Napoli Esposizioni: Tancredi, Galleria La Cornice, Bari, 1968; Tancredi - Mostra retrospettiva, Civica Rotonda della Besana, Milano, 1973, catalogo della mostra, tavola 51 (illustrata); Tancredi nel periodo feltrino, Belluno. Tancredi a Venezia, Galleria del Cavallino, Venezia, 1982, catalogo della mostra, numero 5,pagina 9 (illustrata); Tancredi. Il mio vocabolario è l'universo, PAC - Padiglione ArteContemporanea, Milano, 13 settembre - 18 ottobre 1984, catalogo della mostra, pagina 43 (illustrata); Tancredi, Galleria D'arte Arrigo Boito, Belluno, 1985; Tancredi, Studio Steffanoni, Milano, 21 novembre 1989 - 28 gennaio 1990,catalogo della mostra, numro 3, figura 3 (illustrata) Bibliografia: Tancredi: i dipinti e gli scritti, a cura di Marisa Dalai Emiliani, Umberto Allemandi Editore, Torino 1995, volume I, pagina 225, numero 334; volume II, numero 334 (illustrata) «In futuro ci si renderà conto della grande importanza germinale di questo pittore» disse profeticamente di lui Peggy Guggenheim negli anni in cui lo frequentava e supportava. Proprio negli anni ‘50, quando la frequentazione con Peggy Guggenheim e con l’artista ed amico Emilio Vedova diventava ancor più stretta, Tancredi ottiene la sua consacrazione. Risalgono infatti a quegli anni alcune importanti mostre, tra cui: nel 1953 – anno di esecuzione dell’opera qui presentata – una personale alla Galleria del Cavallino a Venezia, la collettiva “Sei artisti spaziali”, prima a Lugano poi a Vicenza, ed infine la mostra a Ca’ Giustinian in occasione della quale aderirà al manifesto “Lo spazialismo e la pittura italiana nel XX secolo”. L’opera rispecchia a pieno la poetica di Tancredi: le pennellate nascono da gesti impetuosi ed improvvisi, sfiorano e fanno proprie le vicende artistiche dell’astrattismo kandinskijano, dell’action painting americana, dell’arte informale e con un chiaro riferimento al “Manifesto spazialista” ideato da Lucio Fontana al l’artista aderisce nel 1952, nello stesso anno in cui viene insignito del primo premio di pittura alla Biennale d’Arte di Venezia.
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Lotto 169 Emilio Scanavino (1922-1986) Senza titolo Polittico composto da n. 5 olii su tela cm 300x300 (opera completa) – cm 100x150 (pannello alto sinistro e pannello alto destro) – cm 50x300 (pannello centrale) – cm 150x150 Eseguito nel 1959 (pannello basso sinistro e pannello basso destro) Provenienza: Fiorella Pugelli, Milano; Galleria Valente, Finale Ligure; Collezione privata, Finale Ligure; Collezione privata, Napoli Esposizioni: Arte Fiera, Bologna, 1992; Finale Ligure, 1993; Scanavino. Impronte della memoria, Chiostri di Santa Caterina, Oratorio De' Disciplinanti, Finalborgo, 16 settembre - 5 novembre 1994, catalogo della mostra, copertina (illustrato) e numero 15 (illustrato); 1950-2000 Arte genovese e ligure dalle collezioni del Museo, Museo di Villa Croce, Genova, 23 gennaio - 22 aprile 2001, catalogo della mostra, pagina 153 (illustrato) Bibliografia: Emilio Scanavino. Catalogo generale, a cura di Giorgina Scanavino e Carlo Pirovano, edizione Electa - Mondadori, Milano 2000, pagina 152, numero 48 (illustrato) Emilio Scanavino, tra i protagonisti italiani della scena artistica internazionale dal secondo dopoguerra, è uno dei più significativi esponenti della stagione informale italiana. L'artista genovese esprime la propria arte attraverso una simbologia ricca d'immagini criptiche che non vogliono mai essere svelate completamente. In seguito al fondamentale soggiorno parigino del 1947 che determinò una rilettura personale degli echi del postcubismo, il linguaggio di Scanavino trasmutò da una progressiva stilizzazione delle forme ad una totale dissolvenza. Dalla definitiva consacrazione dell'artista negli anni '50, di cui l'opera presentata è tra i lavori più belli ed importanti, comincia ad affiorare quello che poi diventerà il suo segno caratteristico, vale a dire il nodo stilizzato che incarna la genesi di quella trasposizione pittorica dell'interiorità con tutti i suoi tormenti che diverrà il segno inconfondibile dell'arte del Maestro. Gli elementi principali della simbologia tipica di Scanavino sono il cerchio, il quadrato, l'uovo, il pane e la scala, rappresentati con il caratteristico segno incisivo ed essenziale dell'artista.Associato al linguaggio prettamente informale c'è il colore che riveste un'importanza intrinseca, in cui ogni immagine è un istante del divenire, legata al ciclo vitale: il bianco - che serve al nero per formare il grigio - è un nulla in cui tutto accade e può accadere, il nero è l'annichilimento del tutto, il rosso è incandescenza. Il polittico qui presentato è tra i lavori più rappresentativi della poetica di Emilio Scanavino: le simbologie geometriche si mutano in grumi segnici e filamenti gestuali avvolgendosi in nodi, da cui l'artista riesce a far emergere la sua visione del mondo e della vita. «D'altro canto non ho nessuna teoria da esporre, se non la mia condizione di uomo di fronte alla vita» (Scanavino/Crispolti. Carteggio 1957-1970, a cura di Rachele Ferrario, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2006)
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Lotto 170 Emilio Scanavino (1922-1986) In preparazione di… Firmate Scanavino in basso a destra di ciascuna serigrafia n. 20 serigrafie a colori rilegate cm 23,5x36 (foglio) Eseguite nel 1968 Esemplare n. 33 da un edizione di 120 esemplari Edizione realizzata da Renato Volpini a Milano nel 1968
Edizioni del Naviglio, Milano -
Lotto 171 Wolf Vostell (1932-1998) Berliner Brot Firmato Vostell sul lato Rundes Brot, dispositivo TV, cemento cm 31x35x23 Eseguito nel 1994 Numerato 26/50 sul lato Scatola originale con etichetta dell'artista
Provenienza: Studio Morra, Napoli
Bibliografia: Wolf Vostell. Television, Edition Galeria Miejska Arsenal, Poznań 2002
Si ringrazia Rafael Vostell del Wolf Vostell Estate, Berlino, per aver confermato per e-mail l'autenticità dell'opera -
Lotto 172 Fabio Mauri (1926-2009) Volano in USA Firmato Mauri in basso a destra Fotolito e silkscreen su carta Fabriano cm 70x50 (foglio) Eseguito nel 1970 dal portfolio: manipolazione di cultura Stampato da La Nuova Foglio Editrice
Numerato 94/125 in basso a sinistra
Esposizioni: Che cosa è la filosofia. Heidegger e la questione tedesca. Concerto da tavolo, Studio D'Arte Quarto di Santa Giusta, L'Aquila, 1989 (altra serie); Wunderkammer, Palazzo dei Congressi, Roma, 1992 (altra serie) Si ringrazia Claudio Cantelmi dello Studio Fabio Mauri Associazione per l'Arte L'Esperimento del Mondo, Roma, per aver confermato per e-maill'autenticità dell'opera -
Lotto 173 Mimmo Rotella (1918-2006) Primordiale materico Firmato e datato Rotella/60 in basso a sinistra Décollage e pittura su tela cm 78x75 Eseguito nel 1960 Firma e titolo sul retro Fotografia dell'artista in compagnia dell'opera
Provenienza: Tornabuoni Arte, Firenze; Galleria Morone, Milano; Collezione privata, Napoli Bibliografia: Maestri Moderni e Contemporanei. Antologia scelta 2008, a cura di Tornabuoni Arte, Firenze 2007, pagina 23 -
Lotto 175 Luigi Ontani (1943) Pio tempio d'empio tempo (Fontana Colonna) Firma incisa Luigi Ontani sulla base Scultura in bronzo e marmo cm 223x90x90 Eseguita nel 1990 circa Numerazione incisa P.A. 1/2 sulla base Il progetto prevedeva la realizzazione di 9 esemplari e la vasca (Fontana Vasca) in marmo triangolare al centro della quale veniva collocata la Fonatana Colonna
Bibliografia: Mirabili, forme d'arte per lo spazio dell'esistenza, a cura di Sergio Camilli, Alinea Editrice, Firenze 1992 (illustrato nelle pagine 46-47) Esposizioni: Australian Sculpture Triennial, Melbourne, 1993; Ontani. Il Clown della Rosa, Groninger Museum, Groningen, 1990; Ontani. Il Clown della Rosa, Accademia Italiana delle Arti e delle Arti Applicate, Londra, 1990 Si ringrazia l'artista per l'aiuto nella compilazione di questa scheda “I tre volti del tempo possono trovare le loro corrispondenze nelle fisionomie di passato/ presente/futuro e, col tramite allusivo della colonna di marmo, fin negli arti bizzarri del satiro e della sirena. Si evoca così la figura d’enigma o di orientamento della mèta nel labirinto; e ne sgorga l’acqua come linfa, zampillando dalle sorgenti della voce e del canto” (dal catalogo Mirabili, forme d’arte per lo spazio dell’esistenza) -
Lotto 176 Leonid Sokov (1941) Leader Firma e data incisa Leonid Sokov 1990 sul fianco destro Bronzo dorato, vernice rossa cm 43x30x30 Eseguito nel 1990 Numerazione incisa 4/5 sul fianco destro Incisione SALVADORI ARTE FUSE PT sul fianco destro
Fotografia dell'opera autenticata dall'artista
Esposizioni: Leonid Sokov, Galleria Carini, Firenze, febbraio 1991, catalogo della mostra, pagina 9 (illustrato) -
Lotto 177 Leonid Sokov (1941) Two Profiles Firma e data incisa Leonid Sokov 1990 in basso Bronzo dorato e fotografia cm 86,9x72,4x7,6 Eseguito nel 1989-90 Numerazione incisa 5/5 in basso Incisione SALVADORI ARTE FUSE PT in basso
Fotografia dell'opera autenticata dall'artista
Esposizioni: Leonid Sokov, Galleria Carini, Firenze, febbraio 1991, catalogo della mostra, pagina 6 (illustrato) -
Lotto 178 Haim Steinbach (1944) Shelf with dice and two cups Firmata e datata 01 sul retro Mensola in legno con laminato in plastica, n. 2 tazze in porcellana e un dado cm 57x79x34 Eseguita nel 2001 Provenienza: Sonnabend Gallery, New York;
ivi acquisita dall'attuale proprietario -
Lotto 179 Gilbert & George [Gilbert Prousch (1943) e George Passmore (1942)] As used by the sculptors Sigla e data incisa G & G 1972 sotto la base Scultura in vetro curvato cm 12x12x8 Eseguita nel 1972 Numerata 21/30 sotto la base Titolo inciso sotto la base Provenienza: Galleria Lucio Amelio, Napoli
Esposizioni: Lucio Amelio - dalla Modern Art Agency alla genesi di Terrae Motus (1965-1982). documenti, opere, una storia..., Museo Madre, Napoli, 22 giugno - 6 aprile 2015 Bibliografia: Gilbert & George, 1968 to 1980, edito dal Van Abbemuseum, Eindhoven 1980, pagina 110 (illustrato) Si ringrazia Yu Yigang dello Studio Gilbert & George per aver confermato per e-maill'autenticità dell'opera -
Lotto 180 Gilbert & George [Gilbert Prousch (1943) e George Passmore (1942)] Reclining Drunk Sigla, logo e data incisa G & G 1973 sul retro Scultura in vetro cm 7x23x12 Eseguita nel 1973 Numerazione incisa 156 di 200 sul retro Titolo inciso sul retro
Provenienza: Galleria Lucio Amelio, Napoli
Esposizioni: Lucio Amelio - dalla Modern Art Agency alla genesi di Terrae Motus (1965-1982). documenti, opere, una storia..., Museo Madre, Napoli, 22 giugno 2014 - 6 aprile 2015 Bibliografia: Gilbert & George, 1968 to 1980, edito dal Van Abbemuseum, Eindhoven 1980, pagina 126 (illustrato) Si ringrazia Yu Yigang dello Studio Gilbert & George peraverconfermato per e-maill'autenticità dell'opera -
Lotto 181 Keith Haring (1958-1990) Senza titolo Firmato e datato Keith Haring '81 in basso a destra Acrilico su carta traslucida, passepartout cm 61x52,5 Eseguito nel 1981 Provenienza: Galleria Lucio Amelio, Napoli Opera registrata presso gli Archivi a cura della Fondazione Keith Haring, New York, in data 26 maggio 2009
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Lotto 182 Andy Warhol (1928-1987) Campbell's Green Pea Soup Firmata Andy Warhol sul retro Serigrafia a colori su carta cm 89x59 Eseguita nel 1968 Numerata 94/250 sul retro Timbro sul retro: ANDY WARHOL ART AUTHENTICATION BOARD INC. AUTHENTIC con iscrizione a matita: A136.095
Opera registrata presso l'Archivio a cura della Andy Warhol Art Authentication Board, New York, con il numero A136.095, come da certificato -
Lotto 183 Yayoi Kusama (1929) Dress (D) Firmato e datato Yayoi Kusama 1996 sul retro Acrilico e stoffa su tela cm 22,7x15,8 Eseguito nel 1996 Titolo sul retro Opera registrata presso il Yayoi Kusama Studio nel mese di giugno 2012 con il n. 1607
Esposizioni: Yayoi Kusama Repetition, MOMACON Gallery, Fukuoka, 14 dicembre 1996 - 18 gennaio 1997
Si ringrazia Megumi Takasugi della Kusama Enterprise, Tokyo, per aver confermato per e-mail l'autenticità dell'opera Tra le più importanti artiste giapponesi viventi, Yayoi Kusama con i suoi colori psichedelici, pattern ripetitivi, performance provocatorie e installazioni d'impatto, ha precorso ed influenzato la pop art, il femminismo ed il minimalismo.Nasce nella città di Matsumoto, nella prefettura di Nagano, nel 1929. La sua formazione artistica ha inizio con lo studio delle pittura Nihonga, termine con il quale, durante il periodo Meiji (1868-1912), venivano indicate quelle opere caratterizzate da rigore formale e realizzate secondo i canoni artistici, i materiali e le tecniche tradizionali. Nel 1958 si trasferisce a New York, inserendosi a pieno titolo tra i maggiori esponenti dell'avant-garde: entra in contatto con Bartnett Newman, On Kawara, Claes Oldenburg e Andy Warhol e intreccia relazioni con Donald Judd e Joseph Cornell.Artista poliedrica ed incessantemente impegnata nella realizzazione delle sue opere, Yayoi Kusama colpisce per l'estrema originalità che caratterizza i suoi lavori, anche a distanza di anni dal contesto storico e culturale nel quale gli stessi sono stati creati.Attraverso le sue opere esprime la propria visione dell'universo. Un universo giocoso e allo stesso tempo profondo fatto di colori, pois giganti, specchi.Questa sua visione, la porta a farsi ritrarre accanto alle sue opere con indosso abiti monocromi o che ne richiamano le texture, per diventare parte dell'opera stessa e fondersi con l'infinito in essa rappresentato. Personalità estremamente complessa, l'artista giapponese non ha mai seguito correnti e movimenti, ma è stata sempre coerente ad un'unica tendenza artistica guidata dal suo moto interiore e dalla sua volontà. Ciò è probabilmente dettato dai disturbi psichici da cui è affetta, e che la spingono alla reiterazione di gesti automatici, come l'ossessività con la quale utilizza il pennello per ricoprire ogni spazio e superficie, come i famosi abiti ricoperti di pois colorati (come quello qui presente).Attraverso forme e tecniche molteplici l'artista può quindi esprimere ed esternare la propria complessa interiorità: l'arte assume un valore terapeutico.Questa straordinaria artista dimostra dunque di avere, non solo un ineguagliabile talento, ma anche una sorprendente consapevolezza di se stessa, tanto che nel 1973 decise di auto-ricoverarsi presso una clinica psichiatrica di Tokyo, vicino alla quale ha anche stabilito il suo studio, dove tutt'ora lavora.La Kusama ha la capacità, di saper giocare e rimanere bambina. E' un'artista multiforme che ha manifestato la sua creatività così particolare in tutte le arti possibili.Ossessiva come lei stessa si definisce «persa in un puntino e moltiplicata da muri di specchi» -
Lotto 184 Alighiero Boetti (1940-1994) Mano aperta pugno chiuso China su carta n. 18 fogli cm 330x103,5 (opera complessiva in cornice) - cm 35x50 (ciascun foglio) Eseguita nel 1980 L'opera originariamente era costituita da 20 fogli, 2 dei quali mancanti
Provenienza: Franz Paludetto, Torino
Bibliografia: Alighiero Boetti, a cura di Annemarie Sauzeau, Tornabuoni Art, Paris-Federico Motta Editore, Milano 2010, pagina 91
Esposizioni: Alighiero Boetti, Tornabuoni Art, Parigi, marzo - giugno 2010 Opera registrata presso l'Archivio Alighiero Boetti, Roma, con il numero 3951, come da certificato -
Lotto 185 Vincenzo Agnetti (1926-1981) Dati due o più istanti-lavoro vi sarà sempre una durata-lavoro contenente Firmata e datata Agnetti '73 in basso a destra Tecnica mista su carta cm 76,5x56 Eseguita nel 1973 Provenienza: Galleria Castelli, L'uomo e l'arte Spa, Centro d'Arte contemporanea e primitiva, Milano;
Andrea Sirio Ortolani, Osart Gallery, Milano;
ivi acquisita dall'attuale proprietario -
Lotto 186 Carlo Alfano (1932-1993) Egli Firmata e datata C. Alfano 1974 sul retro Grafite su tela cm 200x220 Eseguita nel 1974 Titolo sul retro
Provenienza: A Galerie, Monaco
Collezione privata, Milano
Esposizioni: Carlo Alfano, Galerie Art in Progress, Monaco, 1976;
Carlo Alfano, Galleria Peccolo, Livorno, 1998
Bibliografia: Carlo Alfano, a cura di Bruno Corà, catalogo della mostra Carlo Alfano, Edizioni Roberto Peccolo, Livorno 1998 Opera registrata presso l'Archivio Carlo Alfano, a cura di Flavia Alfano, Napoli, con il numero OPA732 Si ringrazia la Dott.ssa Flavia Alfano, figlia dell'artista, per aver confermato verbalmente l'autenticità dell'opera -
Lotto 187 Arnaldo Pomodoro (1926) Muro Firma e data incisa A. Pomodoro 1979 in basso a destra Fiberglass e polvere di ferro cm 36x82,5x7 Eseguito nel 1979 Numerazione incisa 1/9 Opera registrata presso l'Archivio a cura della Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano, con il numero AP 415b, come da certificato firmato dall'artista
Esposizioni: Le invenzioni di Arnaldo, Galleria Franca Mancini, Pesaro, 9 maggio - 11 luglio 1980; Invenzioni by Arnaldo Pomodoro, University Art Museum, Berkeley, CA, 1981; Arnaldo Pomodoro. Architectures - Imaginaires - Sculptures, Artcurial, Parigi, 16 novembre - 31 dicembre 1982; Arnaldo Pomodoro: progetti in forma di sculture, Studio Marconi, Milano, 17 aprile - 12 maggio 1983; Arnaldo Pomodoro: A Quarter Century, mostra itinerante 1983-1985: Columbus Museum of Art, Columbus; Jacksonville Art Museum, Jacksonville; Worcester Art Museum, Worcester; Arkansas Arts Center, Little Rock; Fisher Gallery, University of Southern California, Los Angeles, 1983-1985, catalogo della mostra, tavola 41 (illustrato) Luoghi fondamentali: sculture di Arnaldo Pomodoro, Forte di Belvedere, Firenze, 7 luglio - 28 ottobre 1984, catalogo della mostra (illustrato) Bibliografia: Arte. Le invenzioni di Arnaldo, a cura di A. Quintavalle, Panorama, Milano, 4 agosto 1980; Le interviste di AD. Arnaldo Pomodoro, a cura di L. Besozzi, AD, Segrate, novembre 1981; Notes on nine projects by Arnaldo Pomodoro, a cura di H. Martin, Art International, Lugano, gennaio 1982; Pomodoro sul Belvedere, a cura di G. Cavazzini, Gazzetta di Parma, Parma, 3 agosto 1984; Arnaldo Pomodoro. Catalogo ragionato della scultura, Skira, Milano 2007, Tomo II, scheda numero 650, pagina 608 (illustrato) Si ringrazia Laura Berra dell'Arnaldo Pomodoro Studio, Milano, per aver confermato per e-mail l'autenticità dell'operae per l'aiuto nella compilazione di questa scheda Arnaldo Pomodoro (Marciano di Romagna, 1926) è uno dei più celebri scultori italiani contemporanei. Apprezzato in tutto il mondo, le sue opere si trovano nei maggiori musei e adornano gli spazi pubblici di moltissime città, entrando nell'immaginario collettivo sia degli appassionati d'arte che dei neofiti. Nell'opera "Muro" qui presentata, tipico esempio del personale linguaggio artistico di Arnaldo Pomodoro, è evidente l'influenza dell'arte antica orientale e degli alfabeti geroglifici, in cui sembrano congiungere due universi completamente diversi: uno legato all'iconografia delle antiche civiltà e l'altro legato all'immaginario fantascientifico di un plausibile futuro. Nella stele sono presenti simboli che possono sembrare parole scritte con lettere di un alfabeto di cui si è persa conoscenza, che sta lì ad indicarci una tensione costante in direzionedella scoperta del nuovo e dello sconosciuto. Centrale nell'opera di Pomodoro è anche il concetto di memoria, inteso come segno che hanno lasciato dietro di sé le culture che ci hanno preceduto. Il critico d'arte Leonardo Sinisgalli in occasione di una mostra romana commentò infatti le opere di Pomodoro come «ornamentopensoso», da cui scaturiscono «segni non troppo lontani dal simbolo, ma neanche troppo vicini. È questa una scrittura sconcertante, chesentiamo densa di un fascino nuovo, quasi magnetico». Sulla superficie dell'opera qui predomina il geometrismo ed una tendenza alla ripetizione di moduli costanti, dai volumi nitidi e perfettamente organizzati nei quali lo spazio circostante è pura cornice di un'azione viscerale che si svolge a 360° sull'intero volume della scultura. -
Lotto 188 Fausto Melotti (1901-1986) La pioggia sulle case in riva al fiume Firmato Melotti sul retro Bassorilievo in bronzo cm 39x37 Eseguito nel 1985 Numerato sul retro 2/4 Fotografia dell'opera autenticata dall'artista in data 11 gennaio 1985
Bibliografia: Melotti: catalogo generale, a cura di Germano Celant, Electa, Milano 1994, codice 1984 8B Si ringrazia Rudi Cerri della Fondazione Fausto Melotti, Milano, per averci aiutato nella compilazione di questa scheda In tutta la sua produzione artistica Fausto Melotti ha subito l'influenza della sua formazione musicale, rendendo la musica un elemento costante del suo lavoro. Melotti elabora infatti un linguaggio scultoreo in cui tenta di trasporre le leggi della musica nel campo della scultura, inserendo variazioni, pause, intervalli ed intessendo un importante legame tra il pieno ed il vuoto scultoreo. «La scultura non è materia nobile, bensì rappresentazione dello spazio che tende alla resa della realtà, anche quella nascosta e invisibile» dice il Maestro riguardo la scultura, che tramite i suoi lavori sembra essersi liberata dalla monumentalità e dall'ingombranza della materia approdando ad una leggerezza sconosciuta. Nell'opera qui presentata, La pioggia sulle case in riva al fiume, è evidente come le ricerche del Maestro approdino ad una maturità stilistica: il ritmo è scandito da sottili fili metallici che dividono lo spazio scultoreo in vari moduli e sequenze, creando delle unità stilistico-temporali, come uno spartito. La pioggia viene raccontata poeticamente con fili sospesi leggeri e delicati, tipici del linguaggio dell'artista, direttamente agganciati al blocco in bronzo, esaltando l'armonia dell'intera composizione. Melotti elabora un personalissimo linguaggio creatosi negli anni grazie ad una molteplicità di influenze trasversali che lo hanno reso unartista completo da tutti i punti di vista: le esperienze che lo porteranno ad affiancare la sua vicenda di vita a quella di moltissime figuredi spicco della cultura italiana - dallo spazialista Lucio Fontana al designer Gio Ponti e lo scrittore Italo Calvino - arricchiranno il suolinguaggio artistico e poetico, rendendolo uno scultore difficilmente iscrivibile in alcuna categoria. -
Lotto 189 Pier Paolo Calzolari (1943) Senza titolo Firmata e datata Calzolari 70 sul retro Candela, ferro tecnica mista e graffi su feltro montato su telaio cm 145x145x10,5 Eseguita nel 1970 Fotografia dell'opera autenticata dall'artista Provenienza: Galleria Lucio Amelio, Napoli;
ivi acquisita dall'attuale proprietario
Esposizioni: Pier Paolo Calzolari, Museo Diego Aragona Pignatelli Cortez, Napoli, 27 ottobre 1977
Opera registrata presso la Fondazione Pier Paolo Calzolari, Fossombrone, con il numero A-CAL-1970-104, come da certificato «...e quando la forma è gestita in modo da toccare il sublime e il lirismosenza comprometterli serve ad arrivare alla massima poeticità» Pier Paolo Calzolari (da l'intervista "Tra l'essere e il divenire" in "Juliet" n. 168/2014 ) Sono le parole chiave che esplicano la produzione artistica di Pier Paolo Calzolari, esponente di riferimento dell'Arte Povera italiana. A differenza di altri artisti di questa corrente, la poetica di Calzolari si caratterizza per il lirismo e per il forte potere evocativo delle sue opere, che rimandano all'architettura, alla letteratura e alla storia dell'arte. La sua è un'espressività nuova, legata prevalentemente all'utilizzo di materiali innovativi in campo artistico sia di origine organica e naturale sia diproduzione industriale ed oggetti quotidiani che l'artista riesce a caricare di suadente e sublime poesia. Dagli anni Settanta, momento di svolta della produzione di Pier Paolo Calzolari, e sulla scia del movimento curato e promosso da Germano Celant, l'artista bolognese sviluppa il tema del monocromo attraverso l'impiego dimateriali non pittorici, (feltro, piombo, sale, stagno, cera) ottenendo un colore puro ed essenziale, fortemente suggestivo. Calzolari utilizza questi prodotti come colore sulle tele, sui cartoni o direttamente sulla parete, supporti su cui applica con maestria oggetti eterogenei di uso quotidiano (candele, rose, vasi, ecc.) che l'immaginazione dell'artista lavora fino a trasformarli da utensili inanimati in organismi che irradiano vita. L'opera qui presentata è probabilmente espressione del più importante periodo produttivo di Pier Paolo Calzolari, tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70, con un'importante collaborazione con il gallerista Lucio Amelio che porterà alla realizzazione della rilevante mostra personale del 1977 al Museo Diego Aragona Pignatelli Cortez, di cui l'opera presentata fu tra i lavori di maggior rilievo: su una grande superficie di feltro intelatoè applicata una piccola base in ferro sulla quale è posta la candela di cera,elemento cardine dell'intera composizione, attraverso cui è espressa la relazione tra gli oggetti e gli elementi primari naturali, in questo caso il fuoco. Di grande risalto è l'azione diretta dell'artista sul supporto di feltro, sapientemente rimaneggiato e ritoccato con graffi ed interventi pittorici che richiamano il ruolo della candela, del fuoco e del processo di trasformazione e di mutamento fisico, associando agli elementi in gioco il tema - tanto caro al Maestro - del tempo. -
Lotto 190 Joseph Beuys (1921-1986) Senza titolo Firmato Beuys sul retro Argilla ed inchiostro su carta cm 22,4x20,9 Eseguito nel 1972 L'opera è accompagnata da un expertisa di Heiner Bastian
Provenienza: Collezione Ernesto Esposito, Napoli Bibliografia: Beuys. Tracce in Italia, Edito da Lucio Amelio, Modern Art Agency, Napoli 1984 -
Lotto 191 Joseph Beuys (1921-1986) Besser heute aktiv Siglata J.B. in alto a sinistra Stampa offset, testo scritto a mano e timbri cm 15x21 Eseguito nel 1972 Edizione di 100 esemplari (solo 75 effettivamente realizzate) Edition Staeck, Heidelberg
L'opera è accompagnata da un expertise di Heiner Bastian
Bibliografia: Schellmann, 60
Provenienza: Collezione Ernesto Esposito, Napoli Bibliografia: Schellmann, 60 -
Lotto 192 Allen Jones (1937) Swing Low Olio su tela cm 173,5x132,5 Eseguito nel 1993 Provenienza: Waddington Galleries, Londra;
Collezione Ernesto Esposito, Napoli
Esposizioni: Allen Jones, Waddington Galleries, Londra, 6 - 30 ottobre 1993, catalogo della mostra, numero 7 (illustrato) Come in tutte le opere del massimo esponente della Pop Art inglese Allen Jones, anche nell'opera qui presentata il tema della sensualità e dell'erotismo del corpo femminile ha un ruolo di primo piano. Spesso accusato di avere una visione maschilista Jones, invece, approfondisce, critica ed analizza il modo in cui l'uomo nella società moderna guarda e pensa alla donna. La sua serie di sculture Hat Stand, Table and Chair, in cui è lampante la sua provocatoria sensibilità pop, è diventata un vero e proprio "caso", che ha dato vita ad una lunga serie di interpretazioni e malinterpretazioni. Jones dice del suo lavoro: «Il mio tema è fondamentalmente la condizione umana e l'identità. Si tratta dell'interazione umana e, suppongo, di sesso ma in un modo divertente. Ma è anche un tentativo di creare una personificazione della condizione umana» (The Guardian, 31 ottobre 2014). L'artista inglese è sempre stato affascinato infatti dalla falsità delle apparenze della società moderna, sviscerandole tramite il tema centrale della sensualità. Anche nell'opera qui presentata Jones affronta con eleganza il tema della relazione uomo-donna e della sessualità: Swing Low rappresenta due figure, una maschile - il pianista, archetipo dell'immaginario maschile per Jones - ed una femminile. Nell'opera il riferimento alla musica è fondamentale; il titolo deriva infattida uno storico brano musicale spiritual nero del 1909, che conobbe nuova fama durante il periodo delle lotte civili nell'America degli anni '60, proprio l'America in cui il giovane Allen Jones si reca dopo aver terminato i suoi studi artistici in Inghilterra, e dove entrerà in contatto con un immaginario permeato dalla sensualità e dall'erotismo che diverrà il tratto peculiare del suo linguaggio artistico. -
Lotto 193 Nobuyoshi Araki (1940) Untitled (Nude) Firmata Nobuyoshi Araki sul retro Fotografia in bianco e nero cm 60,5x51 Provenienza: Galleria Zonca & Zonca, Milano; Collezione Ernesto Esposito, Napoli
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Lotto 194 Spencer Tunick (1967) Roma 2 (Piazza Navona) Firmata e datata Spencer Tunick 2001 sul retro Chromogenic print, plexiglas cm 227x180,5 Eseguita nel 2001 Opera unica per dimensioni, numerata 1/6 sul retro Provenienza: I-20 Gallery, New York;
Collezione Ernesto Esposito, Napoli
Si ringrazia lo Studio Tunick, New York, per aver confermato per e-mail l'autenticità dell'opera e per l'aiuto nella compilazione di questa scheda